l
Fatto Quotidiano le dichiarazioni dell’ex direttore
della discarica Indeco,
Ingegner Achille Cester rese
per la prima volta alle pagine de "Il Fatto quotidiano"
(vedere http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/13/latina-veleni-restano-a-borgo-mantello-carotaggi-e-smaltimento-costano-troppo/261817/)
sostanzialmente confermate il 27 giugno 2012 davanti alla Commissione
Parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesso al ciclo
dei rifiuti
(vedere http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stenbic/39/2012/0627/s000r.htm?campo=/_bicamerali/leg16/rifiuti/resoconti/leg16fr.htm);
il 17 luglio davanti la Commissione Legalità della Regione Lazio
(vedere testo completo
verbale audizione http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/07/audizione-sugli-scavi-nella-discarica.html).
venerdì 27 luglio 2012
audizione sugli scavi nella discarica di Borgo Montello - Latina alla regione Lazio
PRESIDENZA
DEL PRESIDENTE FILIBERTO ZARATTI
PRESIDENTE.
La seduta è aperta.
Audizione
sugli scavi alla ex discarica di Borgo Montello
[Manca
audio iniziale]
PRESIDENTE.
[…] Ci permette di affrontare questo argomento.
Come
sapete, sul sito S0 della discarica di Borgo Montello,
sostanzialmente la parte più antica della discarica, chiusa negli
anni Ottanta, l’ENEA, già nel 1998, aveva individuato alcune
masse metalliche, segno della presenza di fusti interrati.
Erano
tanti, tantissimi, secondo la testimonianza degli abitanti del
posto, supportati anche dal racconto del collaboratore di giustizia
dei casalesi, Carmine Schiavone. La presenza di tali masse
metalliche era stata confermata nel 2009 anche dall’ARPA – è
presente il Commissario avvocato Carrubba – e si era sottolineata
la necessità di effettuare scavi più approfonditi.
Io
stesso, in collaborazione con l’allora consigliere Fabrizio
Cirilli, avevo stanziato dei fondi importanti per effettuati gli
scavi più approfonditi. Si trattava di 850.000 euro che sono andati
a gara tempo fa. L’attuale Vicesindaco Fabrizio Cirilli ha
annunciato che nei prossimi giorni si darà finalmente avvio
all’opera degli scavi, per verificare quanto è nascosto in quel
sito.
È
opportuno anche ricordare che è in corso l’udienza preliminare
davanti al GUP di Latina per un procedimento penale per
l’inquinamento delle falde acquifere causato dalla discarica.
Registro che nel procedimento penale hanno presentato richiesta di
costituzione di parte civile Legambiente, la Provincia di Latina e
altre realtà associative. Mi auguro che anche la Regione Lazio si
possa unire. Da questo punto di vista, presenteremo una richiesta al
Presidente della Regione.
Sono
sicuro che la nostra discussione di questa mattina potrà dare
ulteriori informazioni alla Commissione che sulla discarica ha
cominciato a lavorare da tempo.
È
presente il dottor Achille Cester, che è stato già direttore
tecnico della discarica, al quale darò per primo la parola, perché
ha qualche problema di aerei.
Nella
sua audizione innanzi alla Commissione d’inchiesta nel giugno
scorso, egli ha denunciato che prima del suo arrivo alla suddetta
discarica vi era una gestione molto superficiale dei rifiuti che
venivano conferiti. Nel corso dalla stessa audizione, è emerso che
in un certo senso il dottor Cester è stato rimosso perché faceva
in maniera diligente il suo lavoro.
Il
dottor Cester ha inoltre parlato del fatto che un dipendente della
discarica gli aveva confessato di essere parente di Sandokan, boss
dei casalesi. Insomma, abbiamo parecchia carne al fuoco.
Come
ho detto, vorrei sentire per primo il dottor Cester, poi il
vicesindaco, l’ARPA, l’associazione Libera e tutti i commissari
che vorranno intervenire.
Dottor
Cester, a lei la parola.
CESTER, già
Direttore tecnico della discarica di Borgo Montello. Buongiorno
a tutti. Faccio una piccola premessa, dicendo che non ho più
documentazione relativa a quegli anni, quindi quello che vi
racconterò si basa semplicemente sui miei ricordi di circa tre
lustri fa.
Sono
stato direttore della discarica nella seconda parte degli anni
Novanta. Nel 1997 in particolare mi sono occupato a tempo
pieno delle discariche Indeco ed Ecotecna. Le discariche erano due:
una di rifiuti urbani e una di seconda categoria, tipo B, sempre
sotto lo stesso gruppo e sotto la stessa proprietà.
Il
gruppo era quello della Green Holding che aveva rilevato la società
Indeco e la Ecotecna dagli americani della BFI che avevano operato
un blitz in Italia, all’inizio degli anni Novanta, insieme agli
altri americani della west management, acquisendo
diverse società, tra cui anche questa di Borgo Montello a Latina.
Nel
1998, come ha anticipato il Presidente, me ne sono andato essendo
non più in sintonia con la proprietà. Di conseguenza, sono venuto
via abbastanza frettolosamente e ho lasciato anche, pur di venir via
in fretta, nelle casse della Green Holding la mia liquidazione che
non mi è mai stata pagata. Questo non per dire che ho
particolari rancori, ma semplicemente perché nel momento in cui si
svolge un lavoro così delicato e non si è più in sintonia con la
società si va via e finisce il discorso.
Ho
continuato a lavorare nel Lazio, come già avevo fatto in
precedenza. Mi sono occupato di discariche nel Lazio già a metà
degli anni Ottanta. Vi spiegherò anche perché gli interramenti di
fusti sono cominciati negli anni Ottanta: molto banalmente risale a
quel periodo la prima legislazione in Italia relativa ai rifiuti
industriali.
Quindi
le aziende, a partire dal 1984 – perché anche se il DPR 915 è
del 1982, l’applicazione è del 1984 –, si sono poste il
problema di dove smaltire i loro rifiuti industriali.
In
quegli anni, mi è capitato di intervenire per bonificare delle
discariche abusive. Il rifiuto veniva trasportato e allontanato
direttamente in fusti da 200 litri, quelli che vediamo abitualmente
per il petrolio e dopodiché banalmente interrati.
Generalmente,
erano operatori abbastanza improvvisati e legati al mondo delle cave
che venivano riempite con questi fusti in quegli anni, appunto
all’inizio degli anni Ottanta e fino verso alla metà degli anni
Ottanta.
In
seguito, c'è stata un’evoluzione anche nel cosiddetto smaltimento
“abusivo”, perché i fusti hanno cominciato ad essere triturati
e a perdere la loro identità. Quindi, a partire dal 1988, 1989,
1990, è difficile trovare uno smaltimento abusivo fatto con il
fusto integro.
In
ogni caso, quando si va a intervenire su una discarica abusiva, il
fusto lo si trova schiacciato, deteriorato e quant’altro; per fare
un breve inciso.
Come
dicevo, ho seguito la discarica Indeco ed Ecotecna che era una
discarica di seconda categoria, tipo B, che aveva lavorato, agli
inizi degli anni Novanta, sotto la gestione dei fratelli Pisante.
Credo che abbia lavorato dal 1992 al 1994.
Erano
gli anni antecedenti a quando sono venuto a Borgo Montello.
Essendone Direttore tecnico ne ho ricostruito la storia. Era un
invaso adiacente agli invasi di coltivazione dello smaltimento dei
rifiuti urbani.
Ho
seguito le due discariche in quel periodo e ho seguito anche le
analisi sui pozzi dell’acqua che erano in tutta la zona adiacente
ai vecchi invasi. S0 era il primo invaso coltivato nella zona di
Borgo Montello. A questo sono seguiti tre invasi, S1, S2 ed S3, che
sono stati bonificati – ne ho seguito in parte le operazioni di
bonifica – alla fine degli anni Novanta, con la costruzione di una
sorta di muro impermeabile che si andava ad ammorsare sugli strati
impermeabili profondi geologicamente di argilla.
Nella
zona era presente anche, a circa venti o trenta metri di profondità,
una colata lavica che costituiva una barriera al percolamento delle
acque. Associata all’argilla presente in loco, era comunque un
fondo abbastanza impermeabile.
L’operazione
di costruzione di questo muro impermeabile intorno a S1, S2 ed S3
tecnicamente aveva buone possibilità di successo proprio per questo
motivo. Sotto c’era un tappo impermeabile e sopra si è costruito
un muro, quindi ritengo che quelle discariche, almeno per quello che
avevo seguito ai tempi, siano state abbastanza messa in sicurezza.
S0 no, perché era spostata in altra zona.
Ricordo,
ma su questo non posso giurarci, che le analisi dei pozzi d’acqua
adiacenti ad S0, almeno per il periodo in cui c’ero, avevano i
risultati meno brutti della zona. Questo però è un ricordo che ha
15 anni, come ho detto.
In
S0, probabilmente, in quegli anni, possono essere stati smaltiti
anche rifiuti del Polo industriale vicino alla discarica di Borgo
Montello, perché era entrata in vigore una legislazione che
impediva alle aziende di smaltire o di
interrare tout-court, banalmente, rifiuti
all’interno del proprio stabilimento.
Hanno
cominciato a servirsi di trasportatori per portarli via. Nel Lazio
ci sono due forti Poli industriali vicini alla discarica di Borgo
Montello, uno è quello del frusinate e l’altro è quello della
bassa Provincia di Latina, con tutte le aziende che gravitano lì
intorno.
Probabilmente,
una parte dei rifiuti industriali, con la dicitura di assimilabili
agli urbani, possono essere stati smaltiti direttamente in
discarica.
Non
so se siano stati smaltiti di notte rifiuti. Sicuramente non nel
periodo in cui c’ero io, perché arrivare in discarica con un
camion di notte è un’operazione che soltanto a un profano può
apparire semplice. Intanto, un camion deve aver dei fari, illuminare
tutta la notte e percorrere una strada che comunque non è da
camion, perché deve correre parallelamente a una discarica in mezzo
in campo.
Se
c'è uno smaltimento abusivo in una discarica, la mia esperienza e i
miei sentito dire fanno ipotizzare che il camion faccia
il percorso normale di tutti i camion la mattina alle sei e mezza e
che scarichi normalmente i suoi rifiuti, magari mettendosi d’accordo
in maniera criminosa con il gestore della discarica che apre alle
sei e mezza. Se dovessi fare un’ipotesi, direi questo. Non ho
certezze, però ho un pochino di esperienza. Questo è il quadro.
Mi
è stato chiesto, nella Commissione ministeriale, se ritenessi che i
rifiuti delle cosiddette navi dei veleni, che in quegli anni
navigavano per il Mediterraneo, possano essere stati smaltiti nella
discarica S0 di Borgo Montello.
Come
ha ricordato il Presidente, la discarica S0 è stata tombata agli
inizi, o al massimo alla metà, degli anni Ottanta. Le navi dei
veleni hanno cominciato a navigare, ma soprattutto a diventare un
caso – probabilmente c’erano anche prima, ma nessuno si poneva
il problema – alla fine degli anni Ottanta, inizio anni Novanta.
Temporalmente,
se dovessi avanzare un’ipotesi – ma come dico sono solo
congetture basate su un ragionamento e dunque possono essere fallaci
–, direi che abbiamo una finestra di apertura in discarica per
rifiuti industriali, che si chiama Ecotecna, in quell’area, tra il
1992 e il 1994. Dei rifiuti sono stati allocati in quella discarica.
Se dovessi cercare i rifiuti di navi che sono arrivate in Italia
negli anni Novanta, magari li cercherei lì, sulla base di analisi,
perché come dico dalla fine degli anni Ottanta i rifiuti li hanno
macinati tutti quanti. Quindi, non si aveva visivamente l’immagine
del fusto. Questo è quanto posso portare come contributo a questa
Commissione.
PRESIDENTE.
La parola a Fabrizio Cirilli.
CIRILLI, Vice
Sindaco di Latina. Rispetto a tutta la vicenda, penso
che forse il contributo che posso dare è quello di ricostruire la
successione degli eventi, anche cercando di fare chiarezza sulle
tante cose dette in questi mesi e in questi anni che forse rischiano
di creare confusione circa quello che stiamo andando a fare in S0 e
a tutto ciò che si è sviluppato, è accaduto e sta succedendo
nell’area della discarica di Borgo Montello. In più di qualche
occasione, la superficialità o la non conoscenza, hanno portato a
mischiare questi due aspetti.
Tra
l’altro, dico questo avendo trattato la questione prima da
consigliere regionale e adesso da amministratore, sempre
considerando che ognuno deve svolgere il proprio ruolo.
Pertanto,
seppure “tentato”, spinto e anche affascinato dalla volontà e
necessità di fare chiarezza su una serie di questioni abbastanza
inquietanti che continuano a ruotare intorno a queste vicende, penso
che forse non si dà un grande contributo se si mischiano i ruoli,
se la politica cerca di indossare l’abito dell’investigatore e
viceversa. Vorrei quindi attenermi esattamente ai fatti, alle
vicende accadute.
Detto
questo, il problema dell’S0, rispetto a ciò di cui andiamo a
trattare oggi, cioè gli scavi per cercare questi fusti, nasce
casualmente.
Lo
studio ENEA del 1996 a cui faceva riferimento il Presidente nasce
per tutt’altri motivi rispetto all’individuazione di fusti
tossici. Nasce proprio dal fatto che S0 era una discarica vecchia,
terminata all’indomani della nuova normativa che prevedeva tutta
una serie di norme a garanzia e a tutela del territorio rispetto
alle discariche.
ENEA
decide quindi di fare uno studio in Italia prendendo a campione una
serie di punti del territorio nazionale in cui si erano realizzate
le discariche “vecchie”, ossia dove si scavava una buca, si
buttavano i rifiuti dentro, qualche volta gli si dava fuoco per
abbassarne le volumetrie e si ricopriva.
ENEA
decide di fare uno studio per capire che cosa succedeva sotto queste
discariche “vecchie”, all’indomani della nuova normativa che
prevedeva tutt’altra cosa. Nel fare questo, individua tra gli
altri siti – mi sembra che uno fosse a Genova – quello
di Borgo Montello.
ENEA
arriva sul territorio e inizia a realizzare questo studio,
nell’ambito del quale rileva la presenza di alcune masse ferrose.
Non essendo questo l’obiettivo dello studio dell’ENEA, le masse
ferrose vengono riportate in un capitolo della documentazione, in
maniera anche abbastanza sintetica, dove, tra le altre cose, si
parla di tutto quello che avevano rilevato sotto terra in questo
tipo di discarica “vecchia”.
Nello
studio, ENEA dice di aver individuato delle masse ferrose
riconducibili a ipotetici fusti tossici, ma, non essendo questo il
compito dell’ENEA, consiglia di verificare di che cosa si tratta e
dà una serie di indicazioni. Consiglia di scavare con certa
cautela, perché tutto fa presupporre che potrebbero essere fusti.
Questo
studio sollevò a suo tempo una serie di interrogativi, di dibattiti
politici e non, sul territorio, con associazioni, circoscrizioni e
parti politiche che si sono confrontate su questa vicenda in
Consiglio comunale, con assemblee pubbliche e quant’altro.
Dopodiché
la vicenda cade nell’oblio e non se ne parla più a livello
politico, ma se ne continua a parlare sul territorio.
L’ENEA
emette un secondo studio, andando avanti su quello che era
l’obiettivo e approfondisce l’analisi del territorio, ma non fa
più minimamente riferimento a quel famoso paragrafo 4 che, in 15
righe, disegnava l’ipotesi che ci potessero essere dei fusti
tossici sotto S0.
Passa
ancora del tempo e di fatto il primo studio sparisce completamente,
sia dagli archivi del Comune che da quelli della Provincia. Non se
ne ha traccia nemmeno in ARPA.
Tuttavia,
i soggetti che avevano preso parte a questo studio – mi riferisco
all’ex direttore Zaottini, all’attuale dirigente
dell’Amministrazione provinciale rifiuti, dottoressa Valle e via
dicendo – ne avevano tutti memoria. Tra l’altro, vi erano gli
atti delle discussioni che si fecero a suo tempo sia in Consiglio
comunale che sul territorio.
A
fronte di una serie di ricerche – tra l’altro, andando a
rintracciare persone, tecnici esterni che avevano partecipato a
questo studio –, ebbi la possibilità di venire in possesso di una
copia di questo studio. Il giorno stesso, ne feci cinque copie e ne
inviai una all’assessore regionale all’ambiente, una
all’amministrazione provinciale, una all’ARPA, una
all’amministrazione comunale e una per conoscenza alla Procura,
disegnando e descrivendo la storia, anche un po’ rocambolesca, per
cui tutta questa faccenda si era andata a sviluppare.
L’unico
soggetto che rispose a questa richiesta di approfondimento fu la
Regione Lazio attraverso l’assessore all’ambiente, che allora
era il Presidente Zaratti, il quale mi inviò tempestivamente una
nota, dove mi disse che, una volta presa conoscenza di questo
studio, l’aveva inviato all’ARPA e aveva chiesto un
approfondimento per verificare l’opportunità di andare avanti
sulla questione.
Dopodiché,
passiamo alla storia recente. ARPA incaricò l’istituto di
vulcanologia di fare degli approfondimenti. Alcuni incaricati
vennero sul territorio per fare una serie di approfondimenti, dai
quali emerse la necessità e di andare avanti per c capire che cosa
ci stava là sotto.
Detto
questo, vengo alla storia ancora più recente. L’Amministrazione
regionale stanzia i soldi per questi scavi. In una sorta di tavolo,
a modello di Conferenza di servizi, un tavolo che potremmo definire
interistituzionale, il Comune di Latina viene incaricato di redigere
un progetto, con tutte le prescrizioni e le indicazioni di ARPA,
dell’Amministrazione provinciale e quant’altri. È stato fatto
questo progetto, è stato mandato in gara e ci troviamo oggi alla
vigilia dell’inizio dei lavori. Attualmente, abbiamo aggiudicato
una gara. Tra l’altro, nell’ultima riunione del tavolo
interistituzionale, sono stati inseriti nella realizzazione questo
progetto un’altra serie di accorgimenti a maggior garanzia della
buona riuscita dell’operazione, che è quella di andare a cercare
di capire che cosa c'è lì sotto. Nessuno sa se lì sotto ci sono i
fusti o meno, però la decisione di andare avanti – in maniera
concorde tra Regione e il Comune di Latina – è stata proprio
legata al fatto che i presupposti per andare a cercare ci sono
tutti.
Quindi,
un atto obbligatorio, per chi esercita il proprio ruolo di
amministratore, è quello di andare a vedere lì dove ci sono i
presupposti, dove c'è un dubbio e un serio rischio che ci possano
essere i fusti.
Le
ulteriori prescrizioni date dal progetto, tra l’altro proposte
dall’Amministrazione, sono: di richiedere, prima di iniziare gli
scavi, l’intervento dell’istituto di vulcanologia per
l’individuazione precisa dei punti di scavo, onde evitare il
dubbio di andare a cercare in punti diversi rispetto a dove sono
stati fatti questi rilevamenti; di filmare in tempo reale tutte le
attività di scavo e di trasmettere le immagini a un organo di
polizia giudiziaria, per avere la certezza e le prove che qualunque
operazione viene portata avanti con correttezza e con la massima
trasparenza; di definire bene i ruoli del soggetto gestore e della
ditta che si è aggiudicata la gara d’appalto.
Quindi,
siccome nel progetto il soggetto gestore di uno dei due impianti si
era messo a disposizione per allestire l’area di cantiere, per un
importo di 2-300.000 euro circa, per evitare commistioni tra il
ruolo di un soggetto gestore di un impianto confinante e le
operazioni di scavo, abbiamo voluto ben definire i ruoli e la
tipologia dei lavori.
Ieri
sono iniziati i lavori dell’allestimento cantiere. Il 18 dovrebbe
venire l’istituto di vulcanologia per effettuare la conferma dei
punti di scavo. Entro quindici giorni dovrebbero essere allestite,
secondo la tabella di marcia, le vasche previste dal progetto per
decidere dove posizionare il materiale di scavo e, più o meno tra
il 10 e l’11 agosto, dovrebbe iniziare lo scavo vero e proprio.
Questo
è ciò che attiene a S0. Intorno ad S0 c'è un mondo che merita
attenzione. Invito il Presidente a fare un incontro per parlare di
questo mondo, che però non va mischiato con l’altra questione in
esame, perché ci porterebbe a non comprendere bene forse né l’uno,
né l’altro. Intorno a questa discarica ci sono degli invasi, dei
pozzi che hanno rilevato inquinamento, vi sono una serie di
approfondimenti e di progetti in corso per capire le cause reali ed
effettive di questo inquinamento e per cercare di comprendere le
azioni più idonee per poterlo fronteggiare. Molto probabilmente ci
saranno anche delle responsabilità. Rispetto al procedimento a cui
si è fatto cenno, nel momento in cui vi sarà un rinvio a giudizio,
il Comune di Latina ha dichiarato che si costituirà anch’esso
parte civile.
Quindi
è un’altra cosa, non meno importante. Intendiamoci, questo non
vuol dire che se non dovessimo trovare i fusti in S0, questi non
potrebbero benissimo stare in altri invasi vicini. Tutto può
essere. Molto probabilmente, se procediamo per ipotesi e facciamo
ragionamenti logici, è più facile che stiano negli altri che in
questo, stando alla logica ascoltata prima e che è condivisibile.
Tuttavia, continuo a dire che non dobbiamo mischiare le carte.
Rispetto
a questa vicenda alcuni pentiti hanno fatto dichiarazioni che
incomprensibilmente non sono state incrociate con ciò che stava
accadendo sul territorio. Se qualcuno avesse fatto una riflessione
mirata, ma più articolata in quel periodo, e cioè avesse unito la
dichiarazione del pentito, lo studio dell’ENEA e tutta un’altra
serie di questioni, forse non saremo arrivati nel 2012 a dover
andare alla ricerca di fusti, senza avere la percezione precisa di
dove possano stare.
Forse
S1, S2 ed S3 non sarebbe nato, perché è chiaro che pensare oggi di
andare a cercare questi fusti – non sono un tecnico, ma ho preso
informazioni – è un’impresa ardua ed è dire poco.
Significherebbe infatti fare un’operazione del costo di decine di
milioni di euro, avendo una probabilità su dieci di trovare
qualcosa, senza considerare il danno ambientale che si andrebbe a
creare nello scoperchiare tre invasi dismessi sopra altri invasi.
Tutta
questa vicenda si è sviluppata in modo rocambolesco, a volte anche
inquietante, però forse evitare di fare gli errori del passato
significa proprio dare nome e cognome a ogni cosa e quindi non
mischiare l’inquinamento legato agli invasi in coltivazione o in
essere con la storia di S0 che, purtroppo o per fortuna, è un’altra
cosa.
Penso
di aver detto tutto, grazie.
PRESIDENTE.
Grazie Fabrizio, anche per la ricostruzione della vicenda…
CIRILLI, Vice
Sindaco di Latina. Aggiungo un ultimo particolare.
Vorrei
prendere spunto da questa audizione anche per segnalare ai
commissari e al Presidente che dello stanziamento, di cui abbiamo
ricevuto ad oggi solo il numero del mandato, ancora non è arrivato
un euro, nemmeno rispetto al 10 per cento di anticipo.
Dico
questo non tanto per battere cassa, ma perché non vorrei che
rispetto a questa vicenda, rispetto alla quale tutti noi stiamo
cercando di pensare a tutto per mandarla avanti in maniera lineare e
trasparente, ci si debba fermare perché la ditta non prende i soldi
per il lavoro che è stata chiamata a svolgere. Insomma, sarebbe un
po’ paradossale.
PRESIDENTE.
È un paradosso che, non so perché, ma mi preoccupa molto.
Come
Commissione cercheremo di sollecitare l’eventuale pagamento del
mandato.
Ringrazio
Fabrizio Cirilli per la ricostruzione di tutta la vicenda e per dire
che effettivamente sono molto d’accordo su un punto, ossia il
fatto che la vicenda S0 deve essere risolta perché, anche dal punto
di vista tecnico rispetto a quello che si troverà durante lo scavo,
questo è un punto di verità che deve essere chiarito.
È
un metodo che la pubblica amministrazione dovrebbe adottare e sempre
in tempi rapidi, ovviamente non facendo passare vent’anni come è
accaduto in questa occasione. È necessario, sia dal punto di vista
scientifico che tecnico, vedere che cosa c’è lì sotto, anche per
dare il segnale nella pubblica amministrazione che i problemi,
quando se ne viene a conoscenza, vengono approfonditi e si fa quanto
è doveroso per tutelare la salute dei cittadini.
In
tutta questa vicenda di S0, il fatto che si proceda agli scavi ha un
significato politico e morale di importanza significativa.
La
parola a Marco Omizzolo.
OMIZZOLO, Coordinatore
provinciale Legambiente Latina. Sono Marco
Omizzolo, portavoce del Forum pontino dei diritti e dei
beni comuni, nonché coordinatore provinciale di Legambiente.
Grazie
Presidente per questa opportunità. Prendo subito la parola, perché
volevo fare una domanda al dottor Cester. Ebbene, le sue
dichiarazioni sono particolarmente importanti, perché è persona
informata dei fatti. Lei ha vissuto quei fatti in prima persona ed è
stato richiamato anche da lei stesso, Presidente. Vi è una sua
dichiarazione precisa e puntuale secondo cui, per l’appunto, nella
discarica lavorava una persona che si è dichiarata essere cugina di
Sandokan Schiavone. Sarebbe allora interessante capire se questo è
vero, chi è questa persona, se lei si è rivolto ai Carabinieri nel
momento in cui le è stata fatta questa rivelazione e se ci sono
state in questo senso delle azioni successive.
Sarebbe
anche interessante sapere da lei e dal Comune di Latina se per
esempio avete affrontato la questione del sito B2 che è un’altra
vasca su cui molto ci sarebbe da dire, anche in relazione a quello
che è stato detto in precedenza. Il problema non è soltanto S0, ma
la discarica di Borgo Montello e quello che questa ha prodotto nel
territorio.
PRESIDENTE.
Voglio specificare che sulla vicenda del sito B2 mi riprometto di
fare un’audizione, se siete tutti quanti disponibili, subito dopo
l’inizio degli scavi, quindi a settembre, per discutere di tutto
il resto.
Quindi,
seguendo la logica di non mischiare troppo le cose, oggi
approfondiamo fino in fondo la vicenda di S0 e alla ripresa dei
lavori, a settembre, facciamo un’audizione su tutta la vicenda
della discarica di Borgo Montello, in modo tale che tutte le
questioni che possiamo chiarire, o che possiamo aiutare a chiarire,
saranno approfondite per bene in quell’occasione.
La
parola ad Antonio Turri, Presidente regionale di Libera, che vuole
porre una domanda.
TURRI, Presidente
regionale di Libera. La domanda è sempre posta a titolo
personale, perché ponendo domande si possono anche accusare delle
persone o assumere atteggiamenti che poi si scaricano dietro il
partito, l’ente o la sigla di questa o quell’associazione.
A
me risulta, per testimonianza diretta – nel senso che l’ho
vissuta e che non è una storia che mi è stata raccontata –, che
all’interno della discarica alcuni operai, che la sera si
trovavano a lavorare, furono intossicati e che alcuni di questi,
credo in numero di quaranta, furono portati all’ospedale di
Latina, proprio perché vittime delle esalazioni.
La
DIGOS della questura di Latina avviò un’indagine che fu chiusa.
Ci furono anche polemiche. Addirittura all’interno della questura
di Latina dei sindacati di polizia fecero delle espresse lamentele
sul fatto che quelle indagini, rispetto a quello che fu detto dagli
operai, non portarono all’esito dovuto. Questa è la prima
domanda, ossia se lei è venuto a conoscenza di questo fatto…
(Interruzione fuori microfono)
Parliamo
della gestione dall’invaso S0 agli altri invasi. Questo è il
periodo. La discarica S0 era stata chiusa solo ufficialmente? A lei
risulta questo, ossia che per un periodo ha continuato a lavorare?
Lei
ha detto che ha fatto delle indagini. Doveva per forza sapere quello
che era successo nel posto in cui andava a lavorare. Lei è venuto a
conoscenza di questo fatto?
L’indagine
fu assegnata dalla Procura di Latina alla DIGOS, ma ci fu un nulla
di fatto.
Questo
è un primo episodio di continuità tra S0 e le altre. Non è stata
dismessa, perché i signori che lavoravano lì dentro, stando alle
dichiarazioni di Carmine Schiavone, gestivano la discarica dalla
metà degli anni Ottanta, fino alla fine degli anni Ottanta. Nel
1994 si pente e fino a quell’anno Carmine Schiavone afferma che
pagavano. Antonio Salzillo, il rappresentante dei Casalesi in
provincia di Latina, dava soldi al clan.
La
sua considerazione, su cui sono perfettamente d’accordo, che il
grosso degli eventuali fusti è stato piazzato non tanto nell’S0,
dove pure ci potrebbe essere qualcosa e dove c'è
un vulnus,Presidente, che spiega anche quali potrebbero
essere quegli ammassi ferrosi… (Interruzione fuori microfono)
La
domanda è se a lei risulta e se è stato considerato il fatto che
gli ammassi ferrosi dell’S0 potrebbero essere quelli dello
smaltimento dei rifiuti della Plasmon che furono autorizzati. Quello
è il periodo in cui furono autorizzati… (Interruzione fuori
microfono)
La
versione ufficiale del Comune di allora dice che quegli ammassi
ferrosi erano i vasetti della Plasmon. Chiedo dunque se è stata
fatta un’indagine da parte di qualcuno, se l’allora Assessore
all’ambiente ha accertato questo, perché c’era una
giustificazione ufficiale, mentre i fusti dovrebbero stare là.
Ingegnere,
come esperto del settore, se lo dovesse consigliare, se fosse un
tecnico della Regione, non riterrebbe più opportuno casomai, anche
per un principio di autotutela, non spendere quei soldi per andare a
cercare quei fusti? (Interruzione fuori microfono)
La
domanda gliela faccio. Se lei fosse l’esperto, con le sue
cognizioni, con la conoscenza che lei ha della discarica, e che qui
dentro non ha nessuno, non penserebbe che quei soldi potrebbero
essere utilizzati per cercare i fusti da un’altra parte o
addirittura per risarcire le persone o spostare le famiglie che si
trovano davanti a quella bomba ecologica?
Potrebbe
rientrare in questo discorso, secondo lei, da tecnico, un
suggerimento di un principio di autotutela per la conservazione
anche delle risorse pubbliche, soprattutto in un momento in cui le
risorse non ci sono?
Non
dico questo per contraddire l’ottimo – veramente Vicesindaco –
lavoro che è stato fatto da te come assessore, come consigliere e
via dicendo, ma è un dubbio che mi pongo.
Hai
detto prima giustamente che la politica deve fare la politica e che
gli investigatori devono far gli investigatori, e forse bene non
l’hanno fatto né l’uno, né l’altro.
Se
anche noi, come associazioni che rappresentiamo i cittadini,
seguiamo le cose non eccelse fatte fino qui, senza voler dare
la responsabilità a nessuno, però delle cose non eccelse sono
state fatte…
Del
resto, oramai è assodato quello che è avvenuto nei risultati. La
domanda che dovremmo porre all’esperto è la seguente. I soldi
forse con difficoltà si troveranno. Noi delle associazioni che
siamo per rappresentare la cosiddetta società civile. In questo
ruolo, visto che il ruolo dei tecnici è di altri, quello della
politica è di altri ancora e non siamo certo noi gli investigatori,
perché in una Commissione come questa non suggeriamo al Presidente,
a nome dei cittadini che immeritatamente rappresentiamo, se non sia
il caso, con un principio generale di autotutela, di non spendere
quei soldi, facendo fare i relativi lavori alla ditta, perché vanno
salvaguardati gli interessi dei privati e via dicendo, per fare
qualche cosa di positivo?
Si
potrebbe, ad esempio dare un risarcimento alle famiglie lì
presenti; oppure si potrebbero utilizzare quei soldi per una
ulteriore bonifica ambientale. Tra le prime azioni da fare, si
dovrebbero spostare i ragazzi e le famiglie, i nostri concittadini
che si vedono costretti ad abitare lì. Quei soldi potrebbero essere
utilizzati per questo. Non ci dobbiamo incaponire.
Vengo
allora alla domanda. Come tecnico, se dovesse essere nominato dal
Presidente della Commissione, per dare un giudizio tecnico come
spenderebbe quei soldi?
CESTER, già
Direttore tecnico della cava di Borgo Montello. Mi è stato
chiesto nella precedente Commissione se avessi mai avuto sentore di
una criminalità organizzata che ruotava intorno alla discarica.
Ho
avuto sentore di un forte lassismo e di una sorta di piccoli
imprenditori ecologici che vivevano sulla discarica
molto borderline. L’unico riferimento che
indirettamente ricordo è stato appunto quello ad una battuta fatta
da un collega all’interno della discarica, ma l’ho considerata a
livello di battuta. Non mi sento nemmeno di fare il nome di un
collega che probabilmente ha millantato credito, oppure voleva
apparire un duro nei confronti di quello che veniva dal nord e porre
un limite o comunque un’indicazione di appartenenza a un clan che
forse allora in quella zona rappresentava qualcosa. Non mi sento di
fare il nome di una persona che ha detto una stupidata, forse. Se
non l’ha detta, credo che ci siano le possibilità per verificarlo
in altra sede e in altro modo.
La
seconda domanda era relativa alla B2. Per la B2, come dicevo, era
una discarica di seconda categoria, di tipo B, che ha lavorato dal
1992 al 1994, ricevendo rifiuti industriali. Era l'unica discarica
nel Lazio, che io sappia, che abbia mai lavorato dal 1984, quando è
entrata in vigore la legge, fino ai giorni nostri, forse ce n'è una
a Pomezia. In quegli anni quindi era l’unica discarica nel Lazio
che poteva ricevere rifiuti industriali.
Per
quanto riguarda l'intossicazione degli operai, io avevo previsto un
controllo sanitario obbligatorio. Il medico credo sia ancora lo
stesso. Se c'è qualcuno che ha una memoria storica della situazione
di salute degli operai in discarica di Latina, è questo medico di
Latina che tutt’ora fa le analisi. Dalle analisi che avevo io e
che facevamo, credo, ogni tre o quattro mesi – per di più
qualcuno era anche donatore di sangue all’interno della discarica,
ricordo questo particolare – non è mai emersa un'intossicazione
tale da impedire ai donatori di donare il sangue e comunque al
medico di fermare qualcuno degli operai (Interruzione fuori
microfono).
A
me non risulta intossicazione. Dopodiché, la cosa più facile, che
dà anche i maggiori fastidi è un'intossicazione da ammoniaca che
comunque non è un inquinante persistente, ma è un inquinante che
però ti dà un forte fastidio, un forte bruciore. Non ci sono mai
stati quaranta operai in discarica tutti insieme. Nei periodi di
massima assunzione, proprio per creare questa simbiosi tra la
discarica e la popolazione locale venivano assunti quasi tutti
quelli che facevano domanda e che abitavano a Borgo Montello. Siamo
arrivati ad avere più di trenta dipendenti, tra operai e impiegati,
ma mai quaranta persone. Credo comunque che contemporaneamente tutti
e trenta non siano mai andati in ospedale. Io andavo tutte le
mattine alle sei e mezza in discarica, sull’S4, ma non ho mai
accusato malori, né ho mai avuto, dai miei esami del sangue,
problemi di intossicazione. Non mi sembra di poter paragonare la
discarica di Borgo Montello a quella tristemente famoso di Pitelli,
dove uno è morto, credo, per aver inalato cianuro, tanto per dare
almeno dei paletti in questo senso.
L'altra
domanda che mi ha fatto riguarda come spenderei i soldi. Una
risposta in un certo senso l’ho già data, perché secondo me
l'operazione più logica era quella che era stata fatta intorno a
S1, S2, S3, con la costruzione del polder, di
questo muro di bentonite e l’ammorsamento, sugli strati profondi
che hanno una sorta di armatura nella lava che è uscita in ere
geologiche, che è intorno ai trenta metri e poi una barriera
impermeabile nell’argilla che ci si è depositata sopra, portato
dalla stura degli affluenti, che quindi ha reso l'invaso abbastanza
isolato dal resto di tutto il complesso. Quanto alla domanda se
possano essere stati smaltiti dei rifiuti alimentari, la risposta è
senz'altro sì. Le aziende dell’alimentare della zona si facevano
un punto di onore di divenire a smaltire le eccedenze, dalla Findus
alla Plasmon a tanti altri, all'interno della discarica che era un
nonsenso, se uno lo vede da un certo punto di vista, perché in
pratica venivano distrutti degli alimenti buoni e venivano buttati
in discarica. C'è stato un episodio dove hanno buttato anche le
banconote andate al macero che è stata una festa per tutti quanti,
se volete un aneddoto.
Detto
questo, probabilmente delle scatole alimentari possono essere andate
in discarica. Senz'altro è un'operazione meritoria quella di andare
a capire se in S0 si sia abusato nello smaltimento che, come ho
detto prima, è stato fatto in quasi tutte le discariche di urbani
in Italia, nel momento in cui è entrato in vigore il DPR 915,
quando le aziende si sono trovate a dover assimilare almeno una
parte dei loro rifiuti agli urbani per ottemperare alla legge, e
quindi si sono rivolti agli unici impianti della zona. Gli unici
impianti erano quelli di urbani, tanti rifiuti industriali sono
finiti insieme ai rifiuti urbani. Non pensiamo al rifiuto
industriale come a qualcosa di estremamente più tossico del rifiuto
urbano, perché tutto sommato anche il rifiuto urbano tout
court che veniva smaltito negli anni Ottanta conteneva dei
prodotti che forse erano addirittura più tossici di certi rifiuti
industriali.
Senz'altro,
visto che c'è questo finanziamento, farei comunque questa indagine,
e cercherei di cominciare a mettere in sicurezza questi invasi,
anche perché forse S0 è quello più vicino alla stura, se non mi
sbaglio, quindi c'è anche questo problema di inquinamento del fiume
che è più vicino. Ma il capitolo è vastissimo. Diciamo che
discarica piccola, problema piccolo. Come vi ho già detto
all'inizio, i pozzi di S0 mi sembrava di ricordare che fossero tra i
più puliti. Se devo ricordare qualcosa, per me non sarebbe
diventata una priorità S0, però giacché lo è diventata, andiamo
a vedere cosa c'è dentro. Teniamo conto anche del fatto che più
una discarica rimane lì, più va verso una situazione di stabilità,
non di instabilità. Quindi, una discarica che ormai ha trent'anni
bene o male è mineralizzata e purtroppo quello che doveva
rilasciare ormai lo ha rilasciato. Visto che però c'è questa
opportunità, alcuni sondaggi e la valutazione di quello che c'è
dentro, possiamo farli. Teniamo conto che una discarica, se vogliamo
fare una similitudine è come un [interruzione audio: cambio
lato cassetta].
Di
cosa stiamo parlando come inquinanti? Metalli pesanti che sono
quelli che cercano tutti? Radioisotopi, vista la vicinanza – lo
diciamo, visto che ormai è uscito – con la centrale nucleare, che
qualche terreno di dragaggio sia finito in discarica e quindi ci sia
un inquinamento di questo tipo? Basta fare l'esame del percolato e
ci togliamo qualsiasi voglia. Un esame magnetoscopico che mi dice
che c’è un po’ di ferro dentro, da tecnico dico che non è una
cosa che mi sconvolge più di tanto se dovessi dare il mio parere.
Siccome però non sono diplomatico, me lo avete chiesto e ve l’ho
detto.
PRESIDENTE.
Ringrazio il dottor Cester, così gentile, per la sua disponibilità.
Magari, se ci saranno altre occasioni approfitteremo della sua
disponibilità.
Grazie
e buon viaggio.
Volevo
evitare di aprire una discussione, sulla falsa riga della domanda
posta da Turri rispetto all'opportunità o meno dell'utilizzo di
queste risorse in un senso o in altro. Noi abbiamo la disponibilità
di una somma significativa e importante, finalmente, per scoprire il
contenuto dalla S0. Credo che per tutta una serie di motivi di
natura ambientale, ma anche di natura, appunto, come dicevo prima,
morale, eccetera, è opportuno che questa indagine finalmente arrivi
fino in fondo. In tutta questa vicenda – vicende trascinate per
vent'anni, dove i documenti spariscono, non si trovano, eccetera –
c’è un punto che secondo me è costitutivo del nostro Paese, cioè
il fatto che finalmente si deve fare verità. Questo è un Paese
dove la verità non si scopre mai, non sappiamo neanche ancora cosa
è successo a Ustica, non si sa mai chi ha fatto qualcosa. Io penso
che invece intorno ad una vicenda come questa, dire che vogliamo la
verità, qualunque essa sia, da ogni punto di vista, credo che sia
un aspetto fondamentale. Spendere un po' di risorse per la verità,
secondo me ha una valenza molto importante. Dopodiché, questo non
elimina la necessità di fare gli approfondimenti necessari su S1,
S2, S3, di fare le opportune e importanti verifiche su B2, non
inficia la necessità di utilizzare ulteriori risorse per tutelare i
cittadini che vivono nelle zone limitrofe. I buoni propositi che
sono emersi dalla tua domanda, Antonio, sono questioni prioritarie
non che non dobbiamo trascurare, ma sulle quali dobbiamo impegnarci,
perché non è che il nostro impegno finisce sistemata la vicenda di
S0. Proprio per questo dicevo di fare un’ulteriore audizione su
tutto il resto, per quello che possiamo, cerchiamo, anche con il
Comune di Latina, di verificare quali sono le possibilità di
compensazione ambientale, di tutela dei cittadini.
C’è
la disponibilità almeno mia personale e credo anche della
Commissione, anche in sede di bilancio di previsione, di verificare
insieme, anche con Fabrizio Cirilli, la possibilità di fare una
proposta per quanto riguarda questo argomento.
CIRILLI, Vice
Sindaco di Latina. Vorrei solo dare un contributo. Al di là
della compensazione, il Comune ha già deliberato una variante al
Piano regolatore dell'area e si sta predisponendo adesso la
perimetrazione dell'esistente, per andare poi a prevedere,
attraverso due strumenti, la perequazione e il cambio di
destinazione d'uso, una sorta di ristoro ai cittadini che vivono
nelle immediate prossimità di tutta l'area per cercare di
compensare in questo modo una servitù vissuta ormai da decine di
anni.
Per
quanto riguarda il resto, anche se non è compito mio, mi permetto
anch'io di fare una riflessione. È lo stesso che dire: cosa andiamo
a prelevare a fare l'aereo di Ustica, inabissato? I soldi
spendiamoli per le famiglie. Sono, però, due cose completamente
diverse, che è difficile e imbarazzante mischiare.
Ne
approfitto per dire che uno dei motivi per cui è nato l'interesse
della relazione dell’ENEA era proprio il dossier, non so se fatto
da Legambiente o da quale associazione del territorio. Io ricordo
bene, e forse, se ne tirate fuori una copia, lo ritrovate pure
scritto, che a quei tempi si diceva che dovevamo andare a scavare.
Legambiente, allora, era la stata la prima a dirlo. Voglio
ringraziare chi ha avuto l'attenzione di mettere in campo questa
operazione, altrimenti noi avremmo sempre avuto questo punto
interrogativo rispetto all’assenza delle Istituzioni, perché le
Istituzioni sono state assenti, in questi quindici anni.
Io
dico allora: come si risponde all'assenza delle Istituzioni? Con la
presenza delle Istituzioni. C'è un dubbio suffragato tecnicamente?
Io mi permetto di dire, con tutto il rispetto per l'ingegnere, che
il riferimento nostro è l'ARPA, è l’Istituto di vulcanologia.
Nel momento in cui l’Istituto di vulcanologia e l'ARPA ci dicono
che c'è non la certezza, ma un dubbio fondato, le Istituzioni hanno
un dovere, proprio per riacquistare, concordo con ciò che diceva il
Presidente, quel rapporto di fiducia col territorio che è venuto
meno in questi anni. Non si trovano? Abbiamo fatto il nostro lavoro,
il nostro dovere, non abbiamo distratto soldi da altre cose. Le
altre cose vanno finanziate, vanno ottemperate. Si riconosce una
servitù, un danno? Va ottemperato. Ma se noi andiamo a prendere i
soldi per andare a cercare i fusti e li utilizziamo, andiamo ad
implementare quella confusione, fatta in buonafede, dietro la quale
però si nasconde quella parte negativa delle Istituzioni che sono
state assenti in questi anni e ci hanno messo nelle condizioni di
non ragionare, facciamo il gioco di chi voglio
combattere (Interruzione fuori microfono).
PRESIDENTE.
Antonio, noi abbiamo invitato Cester perché è una testimonianza
importante di quello che è accaduto in quel periodo, abbiamo
un'importantissima testimonianza. Non so se tu segui il calcio, però
c’è stato un vecchio allenatore, Boskov che diceva che c’è il
rigore quando l’arbitro fischia, quindi inquinamento c'è quando
l'ARPA fischia. Questo infatti dice la legge: se ARPA dice che c’è
inquinamento, c’è inquinamento, se ARPA dice che non c’è
inquinamento, se ne assume la responsabilità e non c'è
inquinamento. Ma sentiamo cosa dice ARPA.
CARUBBI, Commissario
straordinario ARPA Lazio. Io cerco di dare qualche
elemento ulteriore. Le cose che andavano dette le ha ripercorse con
puntualità e con la solita precisione e passione il Vice Sindaco
Cirilli. Oggi siamo al punto definito dalle cose che sono state
testè dette. Una cosa però la voglio dire. Come ha detto prima
giustamente il Presidente, lo studio di molti anni fa e l'ultimo che
facemmo noi come ARPA, avvalendoci del dottor Marchetti e
dell'Istituto di vulcanologia, aveva evidenziato non la solita
presenza di un po' di materiali ferrosi in un sito, che è ovvio che
ci possano essere, perché nei siti di discarica degli urbani,
sappiamo che vi è andato, soprattutto nel passato, un po' di tutto,
dall'ingombrante alla ruota di bicicletta.
Nel
sito S0 di Borgo Montello vi erano delle anomalie magnetiche
importanti, non vi era qualche segnale di presenza. Questo è quello
che all’epoca ci portò, insieme con i colleghi, su quel sito. Per
chi non lo ricordasse, rammento che non è un caso che a Borgo
Montello venne a fare i rilievi l’Istituto di Vulcanologia nella
persona di Marchetti. Il dottor Marchetti, infatti, è storicamente
il consulente tecnico delle procure anticamorra del casertano che su
questa vicenda dei fusti interrati aveva un'esperienza di un certo
tipo. Anche questo, quindi, va in una certa direzione.
Questo
per dire che una serie di elementi di oggettiva e anomala presenza
di materiale che determina preoccupazioni in quel sito, vi era. Se
infatti avessimo riscontrato un po' di presenza diffusa di materiali
ferrosi in una discarica ante ’82 avremmo detto che era normale.
L'assessore
ricorderà la traduzione visiva dell'elettromagnetismo rilevato: i
nastri magnetici negli invasi davano delle “patate” abbastanza
evidenti in alcuni luoghi, anomale rispetto alla spettrografia
generale di una discarica di urbani, come ce ne sono tante in
Italia. Indubbiamente, io credo che permanga, almeno questo è il
mandato che la Regione non ha reputato di modificare, il proposito
di andare a vedere effettivamente cosa c'è lì sotto. Potrebbero
esserci infatti le scatolette della Plasmon o potrebbe essere altro.
Io
credo che sia il caso che l'opinione pubblica e i giornali una volta
per tutte abbiano certezza su questo, almeno smetteremo di leggere
giornali che ogni mese parlano di bidoni tossici, perché o ci sono,
e si porrà un problema di bonifica e di accertamento del perché
stiamo lì; oppure, non ci sono e allora avremo altro di cui
preoccuparci che riguarda quel territorio e non solo.
Ciò
detto, vengo ad una risposta, che pure, per il momento, se mi
consentite è generale, sul quesito posto dal Presidente Zaratti.
Noi a Borgo Montello abbiamo l'inquinamento ambientale, e non lo
diciamo da adesso, l'ARPA lo dice dal 2005. Dal 2005 sul sito di
Latina (intendo a Borgo Montello in senso ampio, quindi non soltanto
sul vecchio S0, ma cosiddetto sito di discarica al plurale), noi
abbiamo registrato il superamento dei limiti previsti dalla legge
per la presenza di determinati inquinanti nelle acque profonde, in
particolare metalli, che hanno fatto sì che dal 2005 su quel sito,
il Vice Sindaco di Latina lo sa bene, insista anche una procedura di
legge di bonifica all'interno della quale, peraltro, è stata
inserita questa sottoprocedura di verifica dei metalli presenti in
S0. Borgo Montello quindi è un sito inquinato, su questo non ci
piove. Tra il dire però che il sito è inquinato e dire a quali
eventi, o ancor di più, a quali persone o soggetti siano attribuite
responsabilità di quell'inquinamento, ce ne passa. Conosciamo tutti
la vicenda di Malagrotta, che è molto simile, da questo punto di
vista, e anche delle falde inquinate, questo è fuori discussione.
Il problema è che noi sosteniamo che verosimilmente ciò sia
attribuibile alla presenza nel sito dell'attività di gestione
rifiuti di Co.la.Ri., che però dice di no e ne siamo discutendo
nelle aule di giustizia.
A
Latina quindi, indubbiamente, vi è una situazione di inquinamento.
Alcuni interventi di messa in sicurezza essenzialmente furono fatti,
sono stati ricordati, non a caso simili a quelli di Malagrotta, come
la creazione di un polder intorno agli invasi. Il
sito S0 doveva essere oggetto di un cupping, cioè
di una procedura definita che è stata interrotta, al fine,
appunto, di consentire questi lavori di verifica nel sito, della
presenza delle masse metalliche.
Quanto
all'ARPA Lazio, per quel che ci riguarda, in realtà è ormai dal
2005 che abbiamo dei dati analitici storici delle acque sotterranee
di Borgo Montello, perché nella Regione Lazio, nel 2005, quando
autorizzò in chiave moderna le due discariche di cui discutiamo,
pose a carico delle aziende gestrici (Indeco e Latina Ambiente, se
non vado errato) l’obbligo dei monitoraggi straordinari dell'ARPA
sul sito, fatti da noi e pagati da loro. Noi quindi dal 2005 abbiamo
sei o sette anni di dati storici, su questo fatto, che
sostanzialmente confermano il tema di cui oggi parliamo.
Certo,
lì vi è un tema generale, che non è soltanto di Borgo Montello,
ma di Roma: primo, a Borgo Montello si continuano a conferire
rifiuti tal quali non trattati. Tutto il mondo parla di Roma, ma
nessuno parla di Latina, come di Bracciano, come di altre realtà,
Civitavecchia, eccetera. Questo, oggettivamente, è un problema di
appesantimento dell'impatto ambientale di discariche sul territorio.
Io so benissimo, come lo sanno i consiglieri, il Presidente e il
Vice Sindaco che c’è una procedura che dovrebbe portare in tempi
brevi, ci si augura, alla realizzazione di impianti di discarica –
se uno o due, non si capisce –, ma ad oggi, in quel sito, abbiamo
ancora questa situazione.
Diciamo
allora che c'è un'attività di gestione di rifiuti che insiste su
un sito acclaratamente inquinato e c’è un'attività di gestione,
peraltro in esercizio. Intendiamoci: questo non è che sia di per sé
illegittimo o illegale. La legge conosce lo strumento della bonifica
dei siti in corso d’esercizio, per cui, non è che quando c'è un
sito da bonificare, in automatico tutto si ferma. È consentita la
gestione di attività insistenti sul sito, anche in presenza di
procedure di bonifica. È però una situazione indubbiamente
complessa, Presidente, che tu dicevi che magari tratteremo meglio
successivamente, se poi la Commissione vorrà.
Il
tema di oggi, sostanzialmente, riguarda la necessità di far
chiarezza almeno su questo tema, su questo punto specifico, e cioè
se effettivamente le infiltrazioni della criminalità organizzata
nel territorio del Basso Lazio hanno determinato in quegli anni un
particolare evento che è stato l’interramento di fusti in quel
luogo. Questo è ciò di cui ci stiamo occupando adesso su cui
credo, in tempi abbastanza brevi, di poter decidere. Apro una
parentesi – ci sono state un po' di polemiche sui tempi di questa
procedura –. A un certo punto è sembrato che l'ARPA Lazio si
divertisse a perder tempo su questa vicenda. Colgo l'occasione per
dire che queste sono cose serie e complicate, non è che si vada con
il secchiello e la paletta, come quando si va al mare e si scava una
buchetta. Quando si mette mano ad una discarica consolidata, vecchia
di decenni, ogni passo che si fa deve essere procedimentalizzato e
compreso nel suo tecnicismo, perché noi andiamo a mettere mani in
una sorta di sarcofago ambientalmente a rischio. Mettere mani nella
discarica significa coinvolgere gli operatori stessi che vanno a
lavorare, è insomma una cosa abbastanza complicata.
Quindi,
al di là delle lentezze dovute per molti versi alla tipica
burocrazia in cui tutti viviamo e il ritardo nei finanziamenti che
il Comune di Latina ha dovuto mettere in conto in queste vicende,
gli ultimi tempi sono stati necessari per capire esattamente cosa
accadeva in ogni fase dello scavo in quel luogo. Bisogna capire,
perché se io prevedo di trovare qualcosa devo anche avere un
progetto che mi dica, in caso di ritrovamento cosa devo fare, come
per esempio, l’esistenza di una vasca. Servono, insomma, alcune
questioni di ordine operativo per capire, una volta per tutte, se lì
vi è stato un problema di questo tipo.
Come
diceva il Procuratore della Repubblica di Roma Pignatone, l’altro
giorno, in Campidoglio, quando si parlava di vicende di Roma, lui ha
detto qualcosa nella sua veste di Procuratore della Direzione
distrettuale antimafia del Lazio che ha competenza per l’intera
Corte d'appello del Lazio. Ha parlato quindi in quella veste non
solo delle vicende romane, ma anche delle vicende laziali. Seppur
con molta discrezione e molto garbo, dovuti al necessario riserbo
degli atti del suo ufficio, è bene dircelo, lui non ha tratteggiato
la situazione di conclamata infiltrazione malavitosa organizzata di
natura mafiosa e dintorni nella nostra Regione, però ha nuovamente
detto quello che sappiamo un po’ tutti, e cioè che noi abbiamo
pezzi del territorio, indubbiamente – ha detto il Procuratore –
dove scopriamo in qualche modo cose note, soprattutto nella parte
più bassa della nostra regione. Nel passato sicuramente ci sono
state risultanze processuali che sono state interessate da
cointeressenze di natura eco-mafiosa, quindi è bene, su questo,
fare chiarezza ove sia possibile e tenere alta la guardia.
Questo
è lo stato per quanto riguarda il tema specifico di oggi. Il resto
del tema generale relativo alla situazione ambientale del sito di
Borgo Montello implica una serie di altri aspetti su cui peraltro
abbiamo una serie di informazioni tutte versate agli atti delle
conferenze si servizio comunicate in Regione, che riguardano appunto
tutto quello che l’Agenzia oggi sa su Borgo Montello. Sono, tra
l’altro, informazioni ambientali che per loro definizione erano
pubbliche, che peraltro sono a disposizione sia della Commissione,
sia di chi abbia un interesse su questo.
ARENA, Subcommissario
straordinario ARPA Lazio È stato molto esauriente
per quanto riguarda l'attività che ha iniziato e che sta portando
avanti dal palazzo.
Io
stavo facendo una riflessione su tutto il silenzio e sulla
superficialità degli anni passati. Riscoprire oggi una tale realtà,
una tale verità è veramente molto difficile, però purtroppo non
possiamo cambiare le cose che sono state, le norme come anche la
questione che nella discarica vengano ancora conferiti rifiuti tal
quali non trattati. Sono cose assurde veramente, però le normative,
in questo senso, ci aiuteranno presto perlomeno ad eliminare queste
cose così grossolane, oggi assolutamente impensabili.
PRESIDENTE.
Se ha un appunto che ci vuole lasciare saremmo ben lieti di
accettarlo.
Prego.
ROMOLI, Vice
Presidente di Legambiente Lazio. Signor Presidente, signori
commissari, noi crediamo che questo sia un appuntamento molto
importante e di questo vi ringraziamo. Facciamo nostro l'appello del
Presidente per un richiamo alla concretezza, soprattutto
nell'attività della pubblica amministrazione. Non mi dilungherò
molto sulle vicende che sono state già narrate in maniera molto
precisa e puntuale dagli interventi che mi hanno preceduto, ma come
Legambiente avanzeremo due richieste proprio nell'ottica, appunto,
della concretezza. La prima è che la Regione Lazio, appunto, si
costituisca parte civile nel processo pendente a Latina. La prossima
udienza dinanzi al GUP Marcelli è fissata per il prossimo 12
ottobre.
Noi
abbiamo già avanzato la nostra richiesta di costituzione di parte
civile alla scorsa udienza, che è stata celebrata il 13 luglio. Per
dire come sta procedendo la dinamica processuale, penso appunto che
l'udienza del 12 ottobre sia molto importante e potrebbe
probabilmente anche essere l'ultima opportunità. È inutile dire
che è un processo molto dedicato; penso che la costituzione in
giudizio della Regione ma anche del Comune di Latina possa e debba
essere un atto molto importante per tutti i cittadini.
Altro
appello alla concretezza e più che altro alla trasparenza per
quanto riguarda appunto le operazioni di scavo che si vorranno fare
sul sito S0: noi torniamo a chiedere quello che già abbiamo chiesto
con il nostro ultimo rapporto ecomafie, cioè che si proceda in
maniera trasparente e partecipata a queste operazioni, in un
momento, appunto, aperto alla partecipazione delle associazioni dei
cittadini presenti sul territorio.
Ho
concluso. Vi ringraziamo di nuovo.
PRESIDENTE.
Grazie. Per quanto riguarda la costituzione di parte civile, io farò
una lettera al Presidente della Regione.
ROMOLI, Vice
Presidente di Legambiente Lazio. Tecnicamente è ancora
possibile, però, ovviamente, come stavo dicendo e come potete
immaginare, è un processo molto complesso, per cui le eccezioni
sulle costituzioni di parte civile che stanno facendo gli avvocati
della difesa sono abbastanza serrate. Pertanto, ovviamente, se è
vero che nei termini tecnicamente procedurali ancora ci siamo, il
mio invito, da quello che ho avuto modo di carpire e percepire,
venendo alla dinamica processuale è che tendenzialmente potrebbe
essere l'ultima, quella del 12 ottobre, quindi prima si costituisse
la Regione, sicuramente meglio è.
Ripeto:
tecnicamente, con i termini processuali ci siamo.
PRESIDENTE.
Non è nella nostra disponibilità il fatto che la Regione si
costituisca parte civile, ma semmai, è nella disponibilità della
Presidente Polverini. Per quanto riguarda noi, quindi, possiamo
inviare una richiesta e sollecitare alla Presidente Polverini il
fatto di costituirsi in questo procedimento. L'Avvocatura della
Regione verificherà le modalità tecniche, però penso che sia
importante che anche alla luce di questa audizione, appunto, ci sia
una richiesta alla Regione Lazio di costituirsi.
Per
quanto riguarda la seconda questione, anch'io auspico, per quanto
sia possibile, ovviamente, nella gestione tecnica del cantiere da
parte del Comune di Latina e da parte dell'ARPA, la possibilità che
ci sia il massimo coinvolgimento delle associazioni, delle
informazioni e dei comitati di cittadini. Credo che questo sia un
elemento molto importante in un procedimento come questo.
Io
personalmente, come Presidente della Commissione, mettendomi
d'accordo anche con il Vice Sindaco Cirilli, cercherò la
possibilità magari di partecipare ad alcune fasi dello scavo,
sempre nei limiti delle possibilità tecniche, per dare anche un
segnale di attenzione e di trasparenza rispetto alla gestione dello
scavo stesso.
Quindi,
estenderei l'invito al Comune e all'ARPA, di verificare la
possibilità di coinvolgere i comitati dei cittadini, nei limiti del
possibile, nella gestione di un cantiere che mi pare molto
complicato. Io penso che questo sia veramente molto importante.
_____.
Una informazione e un contributo rispetto a questa questione.
Noi
abbiamo deliberato e quindi costituito un tavolo per la trasparenza,
al riguardo, di cui fanno parte per diritto tutte le associazioni,
comitati di cittadini e quant'altro, costituiti sotto qualunque
forma. Purtroppo non lo abbiamo potuto istituire per vicende legate
più alle diatribe politiche. Lo avevamo deliberato un mese fa e
l'avremmo già istituito, senonché dalla Commissione trasparenza
del Comune è stata fatta richiesta, abbastanza singolare, di farne
parte di diritto, il Presidente e tutti i membri della Commissione
trasparenza.
A
noi sembrava che la Commissione trasparenza dovesse restare sopra il
tavolo della trasparenza e verificare. Loro ne hanno voluto far
parte al pari di tutti, però questo ci ha portato a modificare la
delibera. Adesso quindi andremo ad istituirlo. Sono previste due
settimane di pubblicazione per dare la possibilità a tutte le
associazioni di chiedere di farne parte. Il problema grosso è che
siamo a ridosso di agosto, e sicuramente qualcuno ci dirà che
abbiamo pubblicato questa cosa sotto agosto per non farla vedere a
nessuno, per cui nei prossimi giorni ci sarà la pubblicazione per
poter chiedere di far parte del tavolo della trasparenza.
Certo
è che il tavolo della trasparenza è una cosa, essere presenti sul
cantiere è un'altra cosa. Non essendo io direttore dei lavori, né
responsabile della sicurezza e quant'altro, dubito che si possa
consentire a persone esterne, a qualunque titolo, di poter girare
per quel cantiere, o entrarvi, se non in maniera studiata o
concordava.
Questa
situazione l'abbiamo voluta aggirare con il fatto di filmare in
tempo reale tutte le fasi delle operazioni, ma è solo una questione
tecnica, legata alla sicurezza.
PRESIDENTE.
Ringrazio veramente tutti per la partecipazione, qui, questa
mattina(Interruzione fuori microfono).
Ci
rivediamo alla ripresa dei lavori, sperando di avere già dei
risultati rispetto agli scavi e contemporaneamente anche per
estendere questo ragionamento più generale alla discarica di Borgo
Montello e alle problematiche connesse.
Buon
lavoro veramente a tutti. Ci incontriamo prossimamente.
La
seduta è tolta.
27 giugno 2012 Seduta
del 27/6/2012
CAMERA DEI DEPUTATI -
SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURA
Resoconto stenografico della Commissione
parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al
ciclo dei rifiuti
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Audizione
dell'ex direttore della discarica di Borgo Montello, sig. Achille
Cester
PRESIDENTE.
L'ordine del giorno reca l'audizione dell'ex direttore della
discarica di Borgo Montello, ingegner Achille Cester. L'audizione
odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione
sta svolgendo sulle navi a perdere.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitandolo comunque a rimandare eventuali comunicazioni di natura riservata alla parte finale della stessa.
Lei è stato direttore della discarica Ind.eco di Borgo Montello. Noi stiamo completando un'indagine sul Lazio e, in generale, su eventuali rifiuti radioattivi o tossici. Abbiamo alcune notizie secondo le quali vi sarebbe la presenza certamente di materiale ferroso e, secondo alcune fonti giudiziarie, sarebbero stati scaricati, in un periodo che non sappiamo se è quello in cui lei era direttore, ma dovrebbe esserlo, dei bidoni provenienti da una o due navi. Una è la Zanobia, che certamente si è fermata in quella zona. Vorremmo sapere se le risulta che siano stati scaricati questi materiali mentre era responsabile di questa discarica.
Il fatto singolare è che questa notizia ha alcuni riscontri, ma nessuno è mai andato a verificare se questi bidoni contengono sostanze pericolose. Alcuni bidoni sono stati estratti, ma anche di questo vi è un fatto abbastanza inspiegabile: non sappiamo che cosa ci fosse perché pare che siano distrutti. In genere, se c'era qualcosa, anche quando si distruggono, si riesce a sapere che cosa ci fosse. Ci attendiamo da lei alcune delucidazioni su questo.
Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitandolo comunque a rimandare eventuali comunicazioni di natura riservata alla parte finale della stessa.
Lei è stato direttore della discarica Ind.eco di Borgo Montello. Noi stiamo completando un'indagine sul Lazio e, in generale, su eventuali rifiuti radioattivi o tossici. Abbiamo alcune notizie secondo le quali vi sarebbe la presenza certamente di materiale ferroso e, secondo alcune fonti giudiziarie, sarebbero stati scaricati, in un periodo che non sappiamo se è quello in cui lei era direttore, ma dovrebbe esserlo, dei bidoni provenienti da una o due navi. Una è la Zanobia, che certamente si è fermata in quella zona. Vorremmo sapere se le risulta che siano stati scaricati questi materiali mentre era responsabile di questa discarica.
Il fatto singolare è che questa notizia ha alcuni riscontri, ma nessuno è mai andato a verificare se questi bidoni contengono sostanze pericolose. Alcuni bidoni sono stati estratti, ma anche di questo vi è un fatto abbastanza inspiegabile: non sappiamo che cosa ci fosse perché pare che siano distrutti. In genere, se c'era qualcosa, anche quando si distruggono, si riesce a sapere che cosa ci fosse. Ci attendiamo da lei alcune delucidazioni su questo.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Vorrei fare subito una precisazione. Sono diventato direttore della
discarica Ind.eco di Borgo Montello nel 1997. Da allora in discarica
sono arrivati semplicemente rifiuti urbani e assimilabili agli
urbani. Può darsi che esistesse un cattivo «andazzo» - perdonatemi
l'espressione - da parte di alcuni operatori locali nel mischiare a
questi rifiuti assimilabili agli urbani anche rifiuti che non lo
erano strettamente.
Questo andazzo è stato completamente interrotto nel momento in cui sono diventato direttore della discarica perché ho introdotto ed effettuato, personalmente, controlli su tutti gli automezzi che entravano in discarica sia dall'alto, sia al momento dello scarico. In pratica, c'era una passerella a fianco della pesa, sulla quale si saliva, si controllava il contenuto del
Questo andazzo è stato completamente interrotto nel momento in cui sono diventato direttore della discarica perché ho introdotto ed effettuato, personalmente, controlli su tutti gli automezzi che entravano in discarica sia dall'alto, sia al momento dello scarico. In pratica, c'era una passerella a fianco della pesa, sulla quale si saliva, si controllava il contenuto del
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carico
dell'autocarro che andava a scaricare, dopodiché lo si verificava
anche al momento dello scarico.
ALESSANDRO
BRATTI. Scusi, ingegnere, chi era proprietario dalla discarica a quel
tempo e anche prima? Le chiederei anche se l'andazzo di cui parla
fosse accertato: ne aveva sentito dire oppure esistevano delle prove
riscontrabili?
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
No, semplicemente respingevo alla fonte il carico perché per me non
era assimilabile all'urbano spiegando che quel rifiuto, secondo la
normativa dell'epoca e l'evidenza merceologica, non era rifiuto
assimilabile, per cui non poteva essere smaltito in discarica.
Non credo, però, che fossero rifiuti che venivano da molto lontano. In fin dei conti, era un polo industriale e, probabilmente, in passato la discarica di Latina aveva rappresentato anche la possibilità, per le aziende della zona, di smaltire i loro rifiuti assimilabili.
Nel 1997 proprietario della discarica era una holding che si chiamava Green Holding. L'azionista principale era Giuseppe Grossi, mancato qualche anno fa.
Non credo, però, che fossero rifiuti che venivano da molto lontano. In fin dei conti, era un polo industriale e, probabilmente, in passato la discarica di Latina aveva rappresentato anche la possibilità, per le aziende della zona, di smaltire i loro rifiuti assimilabili.
Nel 1997 proprietario della discarica era una holding che si chiamava Green Holding. L'azionista principale era Giuseppe Grossi, mancato qualche anno fa.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Sì. Precedentemente, la discarica era nel gruppo BFI e credo che, in
qualche modo, nell'azionariato fossero rimasti anche i fratelli
Pisante, dal momento che amministratore delegato era un certo Musso,
un parente alla lontana dei Pisante.
Prima ancora, la discarica era gestita dal tal Maruca e prima ancora da Proietti, o un nome simile, che credo l'avesse iniziata sui primi invasi.
Prima ancora, la discarica era gestita dal tal Maruca e prima ancora da Proietti, o un nome simile, che credo l'avesse iniziata sui primi invasi.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Il nome non mi dice assolutamente niente.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Sì, nel 1997. La discarica era stata rilevata insieme al pacchetto
BFI degli americani dalla Green Holdingdi Grossi. Era uno
degli impianti che era stato acquisito.
ALESSANDRO
BRATTI. Questo materiale, quindi che, come dice, veniva probabilmente
mischiato all'urbano, poteva essere materiale di rifiuti industriali
della zona.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Non pensiamo a fusti o cose del genere. Probabilmente, alle volte
c'era qualche melma, qualcosa di non riconducibile all'urbano e a
quel punto si effettuava il controllo del carico, che veniva
banalmente respinto. Il grosso assimilabile che arrivava era,
comunque, l'agroalimentare della zona.
ALESSANDRO
BRATTI. Leggevamo in un'intervista che si sarebbe trattato di melme
maleodoranti e fusti.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
No, io non ho mai parlato di fusti che arrivavano in discarica.
Probabilmente, le interviste sono forzate. Talvolta il rifiuto non
era assimilabile all'urbano, ma in quegli anni si intendeva carta,
cartone, legno, stracci, metalli anche - comunque, una parte del
metallo non poteva essere recuperato, qualche volta era smaltito - ma
non fusto triturato, per intenderci. Spesso qualcuno cercava di
smaltire fanghi di depurazione, ma non ritiravamo neanche quelli.
Almeno da quando ci sono stato io, quindi, che sono durato, peraltro,
non moltissimo, non sono entrati rifiuti di questa natura.
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ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Fino al 1998-1999, poi sono stato assunto dai proprietari della
discarica di fronte, Ecotecna.
ALESSANDRO
BRATTI. Ho letto nell'intervista che parla anche della ditta
Ambroselli Maria Assunta, della presenza di questo Cesare Mirante.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Ho visto che il giornalista faceva molta confusione di nomi e date e
ho pensato di fornire alcuni elementi corretti in modo che non
lavorasse a briglia sciolta. In quegli anni gli operatori principali
che conferivano in discarica erano 10 al massimo, tutti operatori di
piccolo cabotaggio.
Il giornalista mi chiedeva ripetutamente di un certo Nocera, che effettivamente aveva un centro di stoccaggio lì vicino, perché credo fosse stato coinvolto in qualche inchiesta, ma noi non lo facevamo entrare. Finché c'ero io aveva un piccolo camion, ma non conferiva quasi mai. Conferiva in grosso, appunto, Ambroselli Maria Assunta, che veniva dalla zona sud della provincia di Latina, uno di quelli a cui ho mandato indietro anche qualche carico.
Il giornalista mi chiedeva ripetutamente di un certo Nocera, che effettivamente aveva un centro di stoccaggio lì vicino, perché credo fosse stato coinvolto in qualche inchiesta, ma noi non lo facevamo entrare. Finché c'ero io aveva un piccolo camion, ma non conferiva quasi mai. Conferiva in grosso, appunto, Ambroselli Maria Assunta, che veniva dalla zona sud della provincia di Latina, uno di quelli a cui ho mandato indietro anche qualche carico.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Non ho memoria precisa di questo fatto, ho solo sentito dire:
Bontempi ha lavorato nel gruppo Equitalia nel periodo in cui si è
occupata di queste navi. Era il commerciale per quanto riguarda i
rifiuti industriali prima del gruppo Equitalia, poi del gruppo BFI
per quanto il Lazio. Se n'è andato 7-8 mesi dopo che sono arrivato
io.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Le uniche persone con cui avevo rapporti continuativi erano Terlizzo
e il comandante Novelli, che mi aveva messo come custode della
discarica di fronte, ma ho un ricordo vago, per cui può darsi che
non fossi custode giudiziario in senso stretto.
CANDIDO
DE ANGELIS. Lei ha dichiarato che attorno a quel sito si aggiravano
tanti mediatori e trafficanti, gente abituata a sversare di tutto.
«C'erano operatori che sotto la patente di ecologici sbarcavano il
lunario cercando di diventare ricchi con lo smaltimento al limite del
proibito. Ricordo uno di questi che voleva smaltire medicinali
scaduti facendoli passare per urbani dopo la triturazione con
il placet analitico di uno dei chimici che andava e
tuttora va per la maggiore a Latina». Chi era questo chimico che va
ancora per la maggiore a Latina? Si dice che i fusti fossero
triturati in mezzo a plastica e legno. Secondo un lessico «interno»
si parlava di «triturato misto».
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Non era lessico interno della discarica, ma un neologismo che girava
in quegli anni. Quasi tutte le aziende che si occupavano di rifiuti
avevano comprato il trituratore.
CANDIDO
DE ANGELIS. Siccome quella zona è uno dei distretti industriali
chimici farmaceutici più importanti d'Italia e in quegli anni c'era
il problema dello smaltimento dei medicinali o, comunque, dei rifiuti
chimici su queste sue affermazioni ha sentito delle voci o ha delle
prove, delle situazioni vere, su cui poter lavorare? Non possiamo
basarci su dei «sentito dire».
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
No, è un episodio che ho vissuto personalmente e
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che
ho bloccato sul nascere. Mi hanno chiesto se potevo considerare
assimilabili agli urbani dei medicinali scaduti una volta che fossero
stati triturati e ho risposto che la questione non stesse né in
cielo né in terra. Ho chiuso il rapporto e ho pesato le persone che
avevo di fronte a quel punto, facendo mie considerazioni sul fatto
che o mi avevano preso per uno sprovveduto o, probabilmente, così
operavano in precedenza.
PRESIDENTE.
In ogni caso, a lei è stato detto, magari dagli operai che ci
lavoravano, che prima che lei arrivasse erano stati scaricati fusti
in quella discarica e che questi fusti provenissero, eventualmente,
da navi come la Zanobia?
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Per un paio d'anni ha funzionato la discarica 2B sul posto, dedicata
ai rifiuti industriali. Io ero anche direttore tecnico della
Ecotecna, titolare, dopo l'invaso «sciacquato» - scusate se uso dei
termini specifici, ma è per non far confusione - di una discarica di
seconda categoria, tipo B, per rifiuti industriali. È stato
coltivato un lotto di questa discarica per un certo periodo di tempo,
un paio d'anni, e lì probabilmente sono stati anche conferiti dei
rifiuti industriali. Non mi hanno riferito di aver mai ricevuto il
fusto intero. Può essere arrivato un fango, una melma, qualcosa che
ricorda molto il rifiuto industriale, regolarmente conferito in
queste discariche, ma - non so come né perché - l'autorizzazione è
stata revocata e l'invaso 2B è stato utilizzato per il conferimento
dei rifiuti urbani. Di questo ho avuto notizia.
ALESSANDRO
BRATTI. Se 2B, era una discarica per rifiuti industriali, quindi
regolarmente autorizzata. Per il gruppo Green
Holding l'amministratore delegato, a suo tempo, era la
dottoressa Ferruzzi, che abbiamo anche sentito, che ha curato tutto
il trasporto dei rifiuti dal nord Africa per la Monteco, quindi si va
un po' indietro nel tempo: lei non ha avuto mai notizia, anche
qualche racconto, che mettesse in collegamento questi due fatti, cioè
che nella discarica di Borgo Montello, regolarmente autorizzata, una
parte di questi rifiuti venisse a finire lì?
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Le cito un episodio aneddotico come l'altro, ma che le dà una misura
di quale fosse il clima che ho trovato quando sono arrivato a Borgo
Montello. All'inizio ero in ufficio con questo Bontempi, che arrivava
la mattina con un trolley in cui metteva il suo
archivio e la sera riportava a casa nella valigia tutte le carte su
cui aveva lavorato. Questo era Bontempi, che dopo 7-8 mesi è stato
messo in condizione di andarsene, sostanzialmente, dalla nuova
proprietà. Questo è quanto.
Gli operai e le persone che lavoravano sulla discarica erano della zona e con loro ho instaurato un ottimo rapporto, persone che mi sembravano perbene o che non mi sembrava che aprissero il cancello di notte per far scaricare i rifiuti, ancorché difficilmente i rifiuti in una discarica sono scaricati di notte.
Gli operai e le persone che lavoravano sulla discarica erano della zona e con loro ho instaurato un ottimo rapporto, persone che mi sembravano perbene o che non mi sembrava che aprissero il cancello di notte per far scaricare i rifiuti, ancorché difficilmente i rifiuti in una discarica sono scaricati di notte.
ALESSANDRO
BRATTI. Lei è arrivato dopo l'omicidio del parroco della zona, che
si diceva avesse condotto una grossa battaglia contro l'apertura di
questa discarica: rispetto a questa questione, lei non ha mai sentito
nulla?
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
No. Per la prima volta ho sentito parlare del parroco in questi
giorni. Non era, comunque, un argomento cui hanno mai accennato.
Dalla descrizione che me ne hanno fatto, lo conoscevano in pochi in
discarica, forse quelli di Borgo Montello in senso stretto. Se fosse
stato un caso eclatante, forse qualcosa prima o poi mi avrebbero
accennato. Non l'hanno mai fatto, non so se per paura o per
cos'altro, ma il dato di fatto è che non lo sapevo assolutamente.
ALESSANDRO
BRATTI. Il respingimento di questi carichi era sistematico quando è
arrivato o si trattava solo di carichi casuali?
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ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Non so cosa accadesse prima che arrivassi.
CANDIDO
DE ANGELIS. Cosa succedeva quando li respingeva? Non le hanno mai
chiesto come mai li respingesse visto che fino al giorni prima erano
entrati? Questo è importante. Lei sostiene che li respingeva. Questo
significa che prima entravano.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Non so cosa accadesse prima. So che, siccome non mi sembravano
rifiuti assimilabili agli urbani, avevo posto come condizione che non
entrassero in discarica.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Sono durato poco in discarica. Non so se questa possa essere una
pressione.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Diciamo che dopo un po'mi ha messo in condizione di andarmene.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Ho parlato con il comandante della polizia provinciale Novelli.
C'erano alcuni camion che trasportavano quelli che non mi sembrano
rifiuti tossici, ma non erano rifiuti assimilabili agli urbani, e
quindi compatibili con la discarica. Mi sono lamentato anche delle
condizioni in cui gli automezzi arrivavano in discarica, dei
colabrodo che sversavano percolato lungo tutta la strada. Mi sembrava
una follia. Oltretutto, se bisogna mantenere un rapporto con la
comunità locale, non si può impestarle la strada. Non era un
problema mio, ma non facevo entrare in discarica neanche quelli che
non erano in condizione di entrare in maniera corretta.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Sì, ma ero dipendente Ind.eco. Green Holding era
la holding e aveva come società la Ind.eco, della
quale ero dipendente.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Io non ho un carattere facile. C'era tanto lavoro da fare, il grosso
era stato fatto. Forse l'idea della proprietà era di spostarmi
altrove a occuparmi di altro e volevano forse che emergesse una mia
inadeguatezza a gestire la discarica. Abbiamo cominciato a scontrarci
su episodi banali e a quel punto ho capito che il mio compito lì era
finito e ho preferito andarmene. Tutto qua.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
No, per Ecodeco ho lavorato prima. Sono andato a lavorare per una
società di cui erano soci anche i fratelli Colucci, ma che faceva
riferimento a uno dei più grossi operatori nel settore della
distribuzione del gas in
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Italia,
Italcogim. Ho valutato gli azionisti e dopo due mesi di libera
professione, che ho sempre fatto, mi hanno offerto di recarmi come
direttore tecnico e presidente a Viterbo, dove ho realizzato e
abbiamo aperto la discarica, oltre a curare l'apertura della
discarica a Latina come consigliere d'amministrazione nella società
che si occupava della bonifica dei vecchi invasi.
GIANPIERO
DE TONI. Sa dire come era effettuato il controllo dei rifiuti prima
del conferimento in discarica? Inoltre, può darci ulteriori
indicazioni, se le conosce, circa il tacito accordo esistente tra il
comune di Latina e le società che hanno gestito la discarica prima
dell'avvento della Green Holding?
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Per tacito accordo intendo la scarsa cura, ad esempio, nel controllo
degli automezzi, che lasciavano una scia di percolato per chilometri
prima di arrivare in discarica. Di fatto, c'era una sorta di atto
mancato di forza da parte del comune, che non voleva occuparsi della
discarica e aveva una sua sorta di tornaconto perché pagava una
cifra molto bassa per quel periodo per il conferimento in discarica
con una morosità considerevole. Non esisteva, dunque, un accordo
scritto o esplicito, ma ciascuno dimenticava l'altro e la storia
finiva lì.
PRESIDENTE.
Tutto quello di cui abbiamo parlato dovrebbe riguardare la discarica
S0. Tutti parlano di questa presenza di fusti. Addirittura, ne
sarebbero stati anche trovati alcuni in un'altra delle discariche:
nessuno le ha mai segnalato questa presenza di fusti?
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
S0 era la più vecchia delle discariche, addirittura precedente alla
gestione Maruca e forse la prima che ha fatto Proietti. Probabilmente
è anche a cavallo del decreto del Presidente della Repubblica n. 915
del 1982, quindi prima ancora della legislazione ambientale.
PRESIDENTE.
Eravamo interessati a sapere se qualcuno le ha mai rappresentato che
esisteva questo problema dell'eventuale presenza di fusti nella
discarica S0.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Se ci sono dei fusti nella discarica S0, hanno una vetustà almeno
collocabile a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, non di sicuro
quella delle navi, se posso azzardare un'ipotesi.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
La Zenobia è della seconda metà degli anni Ottanta, se non ricordo
male.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Sì. Sulla base dei miei ricordi - non ho consultato appunti - S4 è
partita intorno al 1992; anche la 2B è partita in quegli anni,
1992-1994; S1, S2 e S3 sono da collocare tra la fine degli anni
Ottanta e gli inizi degli anni Novanta. S0 è ancora antecedente.
Sono i primi tentativi di discariche comunali che si realizzavano
sulla base della legislazione regionale, poi del decreto del
Presidente della Repubblica n. 915 del 1982, che però ha dovuto
aspettare ancora due anni per il regolamento attuativo. S0 è da
collocare nella prima parte degli anni Ottanta e non nel periodo
delle navi. Così, almeno, ritengo.
CANDIDO
DE ANGELIS. Vorrei rivolgerle una domanda perché non riesco a capire
bene. Lei dichiara - mi dica se
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queste
sono sue dichiarazioni - «Quando arrivai nel 1997 Borgo Montello era
un vero Far West. Era in gestione l'invaso S4 che
galleggiava sul percolato mai recuperato, mentre quel poco che
prelevavano si diceva che lo facessero buttare direttamente nel fiume
Astura. L'estrazione e produzione del biogas, pur altamente
remunerativa ed ecologicamente indispensabile, era abbandonata.
L'invaso S4 era il grande contenitore dove tutte le aziende della
zona, oltre ai comuni, sversavano i loro rifiuti. Spesso questi
rifiuti erano assimilabili ai rifiuti urbani ma più spesso era
necessario controllare ogni automezzo in ingresso per evitare abusi,
specialmente da parte dei cosiddetti terzisti».
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Diciamo che è una ricostruzione giornalistica di quello che ho
detto. Come le dicevo, effettivamente non era sfruttato il biogas.
CANDIDO
DE ANGELIS. Lei arriva e blocca tutto questo sistema, rende virtuoso,
per certi versi, un ciclo vizioso: se questo modo di agire rispetto
alla discarica era sistematico, non mi sembra che lei abbia ricevuto
pressioni per il suo comportamento, che di fatto modificava tutto lo
stato dei rapporti.
CANDIDO
DE ANGELIS. Lei è stato mandato apposta per sistemare questa
discarica che era irregolare. Poi sostiene di non essere stato
cacciato ma, tutto sommato, messo in condizioni di andare via, però
è rimasto in quell'ambito perché l'hanno richiamata su un'altra
discarica. Non ho avuto l'impressione che lei sia stato, in qualche
modo, massacrato o tartassato. Lei è stato mandato per sistemare la
discarica. La domanda è questa: era un sistema criminale oppure
c'era molto pressappochismo da parte delle ditte e da parte di tutti?
Le chiedo una sua valutazione.
Se avesse interrotto un sistema criminale, ritengo che potessero essere diversi i sistemi per farla arrivare a miti consigli. Lei non ha avuto problemi di natura personale, non è stato minacciato, non è stato «attenzionato» da nessuno. Non so se ha capito la mia domanda.
Se avesse interrotto un sistema criminale, ritengo che potessero essere diversi i sistemi per farla arrivare a miti consigli. Lei non ha avuto problemi di natura personale, non è stato minacciato, non è stato «attenzionato» da nessuno. Non so se ha capito la mia domanda.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Ho capito perfettamente. La mia impressione non è stata di essermi
infilato in una «bolgia criminale» perché non ci sarei andato.
C'era una buona dose di pressappochismo e disinvoltura. Non ho mai
ricevuto pressioni del tipo che intende lei, né minacce. Mi è stato
fatto una volta un riferimento al famoso clan dei
Casalesi e a Sandokan, che io non conoscevo nemmeno e che pensavo
fosse Kabir Bedi. In ogni caso, l'ho preso per quello che valeva.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Una delle persone che lavorava in discarica mi ha detto che era
cugino alla lontana di Sandokan. Gli ho detto che non capivo se fosse
una presa in giro, una vanteria stupida o cos'altro, ma comunque non
gli ho dato alcun peso.
Io ho sistemato l'invaso S4, ho rimesso in funzione i motori del biogas, con la produzione di energia elettrica riuscivo a pagare quasi tutti gli stipendi, mentre prima era abbandonata a se stessa. Ho cominciato a svuotare l'invaso S4, l'abbiamo coperto, tombato, abbiamo realizzato l'invaso S5 e ho seguito i lavori.
Io ho sistemato l'invaso S4, ho rimesso in funzione i motori del biogas, con la produzione di energia elettrica riuscivo a pagare quasi tutti gli stipendi, mentre prima era abbandonata a se stessa. Ho cominciato a svuotare l'invaso S4, l'abbiamo coperto, tombato, abbiamo realizzato l'invaso S5 e ho seguito i lavori.
Pag. 10
ha
rilasciato un'intervista a Il fatto quotidiano, nella
quale descriveva un sistema criminogeno all'interno di quella
discarica. Oggi ci dice che lei è stato un manager mandato
dalla proprietà per sistemare una situazione di poca
professionalità. Oggi ci dice che c'era scarsa attenzione ecologica,
non che c'era un sistema criminale.
CANDIDO
DE ANGELIS. Lei, praticamente, dal giorno in cui arrivato ha fatto
funzionare la scarica in maniera seria.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Non sono una persona che si impressiona.
ACHILLE
CESTER, Ex direttore della discarica di Borgo Montello.
Le persone a cui mandavo indietro i carichi mi telefonavano 50 volte,
ma non facevo una piega e li rimandavo indietro.
La
seduta termina alle 15.
1 settembre 2012 Petizione al Parlamento Europeo Oggetto: discarica di rifiuti solidi urbani di Borgo Montello (Latina – Italia) violazione dei diritti dei cittadini, questioni ambientali e sanitarie I sottoscritti cittadini italiani, residenti nei pressi della discarica di Borgo Montello (Latina – Italia) e nella provincia di Latina, - Carla Piovesan nata a Latina il 01/03/1959 residente a Latina in via Monfalcone n. 3166 Borgo Bainsizza c.f. PVS CRL 59C41 E472J telefono +39 0773 458845 cellulare +39 3291099538 indirizzo e-mail carla_piovesan@libero.it; - Giorgio Libralato nato a Latina il 06/08/1959 residente a Pontinia (LT) via Migliara 47d n. 1313 c.f. LBR GRG 59M06 E472J telefono e fax +39 0773 867474 cellulare+39 338 9119781 posta certificata giorgio.libralato@geopec.it premesso che: - I Comuni della provincia di Latina conferiscono i rifiuti solidi urbani nella discarica di Borgo Montello (comune di Latina) gestita da 2 società (Indeco ed Ecoambiente) senza l'adeguato pre-trattamento meccanico-biologico prescritto, in violazione così della normativa dell'UE sui rifiuti e con una percentuale di raccolta differenziata che varia dal 25 al 30%,molto al di sotto dell'obbligo di legge (65% al 2012 (D.lgs. 152/06 direttiva europea 98/2008) - Allo stesso modo non viene rispettato l’obiettivo di riduzione per il conferimento in discarica di rifiuti urbani biodegradabili, come previsto dalla direttiva 1999/31/CE (http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2003:011:0027:0049:IT:PDF) (vedere anche http://ec.europa.eu/italia/attualita/primo_piano/ambiente/discariche_norma_it.htm); - Le due autorizzazioni all’esercizio della stessa discarica, in quanto gestite da due diverse società (Ecoambiente e Indeco) nello stesso ambito e tra loro confinanti, erano valide fino al 6 aprile; - La richiesta di rinnovo dell’autorizzazione e addirittura di ampliamento è stata presentata il 5 luglio 2012 (3 mesi dopo la scadenza dell’autorizzazione) alla Regione Lazio da una delle due società (Ecoambiente) ed è stata seguita ad una pubblicazione non conforme dalla stessa Regione Lazio (vedere il 22 luglio non erano ancora pubblicati i documenti di progetto http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/07/ampliamento-discarica-di-borgo-montello.html) (vedere anche http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/07/discarica-borgo-montello-arriva-il.html); - Tale mancata pubblicazione ha reso impossibile l’accesso ai documenti per oltre 1 mese e ancora oggi non è regolare (non risulta ancora nell’elenco della Regione Laziohttp://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=progetti&tipologia=0&pg=1), (vedere normativa sull’argomento http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=contenutiDettaglio&id=47); - Tale non conformità è stata segnalata alla Regione Lazio in data 23 luglio 2012 che non ha risposto alla segnalazione né si è adeguata http://pontiniaecologia.blogspot.it/2012/08/richiesta-annullamento-progetto.html; - Le suddette società Ecoambiente e Indeco hanno presentato progetti per impianti tmb (trattamento meccanico biologico) (vedere http://www.regione.lazio.it/rl_ambiente/?vw=progetti 1) 05/03/2012 - Realizzazione di un impianto di trattamento e recupero rifiuti urbani speciali non pericolosi TMB e per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in loc. Borgo Montello Scarica sintesi elaborati progettuali proponente: IND.ECO SRL comune: Latina provincia: LT vedere 2) • 14/11/2011 - Realizzazione ampliamento del Bacino di discarica denominato S8 Scarica sintesi elaborati progettuali proponente: INDECO SRL comune: Latina provincia: LT (zip 4.316,47) - Ecoambiente e Indeco (per la gestione dei siti della discarica) hanno sempre ottenuto nel corso degli anni autorizzazioni,rinnovi ed ampliamenti nonostante l'evidente situazione di inquinamento del territorio circostante, non tenendo conto la presenza di case e famiglie presenti a distanze inferiori anche di 200 metri dagli impianti, contravvenendo così alla legge Regionale del 2002 (Piano di gestione dei rifiuti)-Delibera Consiglio Regionale n°112 del 10 luglio 2002), legge che prevede per le discariche una distanza minima dalle case sparse di 700 metri e 1500 metri dai centri abitati. - Nel sito della discarica di Borgo Montello vi è una inadempienza rispetto alle leggi a tutela della Salute fisica , psicologica, e della qualità di vita, diritti inviolabili sanciti (Art.32) dalla Costituzione Italiana. La non applicazione delle normative Regionali ha significativamente influito anche sul totale deprezzamento degli immobili e terreni circostanti, frutto di una vita di dignitoso lavoro. - Nella zona, dove è ubicato il sito della discarica di Borgo Montello, a vocazione prevalentemente agricola, sorgono diversi centri abitati (Borgo Bainsizza, circa 500 abitanti, Le Ferriere circa 300 abitanti, e Borgo Montello circa 1000 abitanti, oltre ai residenti nelle campagne vicine e confinanti la discarica) di pregio storico e naturalistico, la cui popolazione non è stata mai adeguatamente informata sui rischi dall'esposizione a polveri , cattivi odori, falde inquinate. Si precisa inoltre che il sito della discarica di Borgo Montello confina direttamente con il fiume Astura che è stato interessato nel passato da contaminazioni derivanti dalla stessa discarica. - Nonostante i numerosi casi di malattie gravi e morti nella zona interessata, riconducibili con molta probabilità alla vicinanza discarica, non è stato mai avviato uno studio Epidemiologico. - Sicuramente riconducibile a quanto avveniva nella discarica di Borgo Montello e alla sua attività di indagini e di richiesta di informazione il delitto del Parroco di Borgo Montello don Cesare Boschin (vedere tra l’altro http://www.sanniopress.it/?p=5409) del 30 marzo 1995; - La discarica di Borgo Montello al di la di una gestione incontrollata, passa sotto i riflettori a partire dagli anni ‘90, quando il pentito Carmine Schiavone, storico collaboratore di giustizia, e determinante testimone nel processo Spartacus dal marzo 1996, rivela agli inquirenti il traffico ed il sotterramento di fusti contenenti rifiutitossici-fanghi inquinanti provenienti da società del nord e paesi europei, proprio nel ventre della discarica di Montello. - -Nel 1996 lo studio dell' Enea individua nell'invaso S zero(il primo in esercizio sin dai primi anni 70' e completato nel luglio del 96) 3 grandi anomalie magnetiche (masse metalliche) situate ad una profondità compresa tra i 5 e 10 metri, corrispondenti a metri 10x 20 per le prime 2 e di metri 50x 50 per il terzo ammasso. - Nell'invaso S zero che il 21 agosto 2012, dopo anni di conflittualità, sono stati avviati gli scavi per la ricerca delle su citate masse metalliche. - Dalla scarse informazioni date in merito agli stessi scavi (sono stati ammessi alle prime verifiche solo alcuni organi d'informazione e non i cittadini) sembrerebbe che gli scavi finora effettuati non rispondano ai punti accertati dall'ENEA,e quindi, probabilmente non produrranno alcun esito significativo (vedere anche http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/08/tra-scavi-planimetrie-e-domande.html. e anche http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/08/lavori-in-corso-nella-discarica-di.html) - Da sottolineare che la progettazione degli scavi e la realizzazione degli stessi è stata effettuata in parte o in tutto da professionisti che sono o sono stati incaricati dalle aziende che gestiscono la discarica e che potrebbero essere in evidente conflitto d'interesse. - Le indagini dell'ARPA nel periodo d'indagine luglio 2005-luglio 2006 hanno rivelato un significativo inquinamento e contaminazione delle falda acquifera dell'intero corpo discarica. Il commissario straordinario ARPA Lazio dott. Carrubba ha confermato dinnanzi la Commissione Legalità della Regione Lazio il 17 luglio 2012: - "Noi a Borgo Montello abbiamo l'inquinamento ambientale,e non lo diciamo adesso, l'Arpa lo dice dal 2005" e ancora " Borgo Montello quindi è un sito inquinato,su questo non ci piove" (vedere testo completo verbale audizione http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/07/audizione-sugli-scavi-nella-discarica.html) - E' in corso presso il Tribunale di Latina(Ufficio Gup) la fase preliminare del processo a carico dei vertici di Ecoambiente per inquinamento delle falde (prossima udienza 8 ottobre leggere http://www.radioluna.it/news/2012/07/latina-falde-inquinate-vertici-di-ecoambiente-davanti-al-gup) - Recentemente sono state pubblicate da Il Fatto Quotidiano le dichiarazioni dell’ex direttore della discarica Indeco, Ingegner Achille Cester rese per la prima volta alle pagine de "Il Fatto quotidiano" (vedere http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/13/latina-veleni-restano-a-borgo-mantello-carotaggi-e-smaltimento-costano-troppo/261817/) sostanzialmente confermate il 27 giugno 2012 davanti alla Commissione Parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesso al ciclo dei rifiuti (vederehttp://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stenbic/39/2012/0627/s000r.htm?campo=/_bicamerali/leg16/rifiuti/resoconti/leg16fr.htm); il 17 luglio davanti la Commissione Legalità della Regione Lazio (vedere testo completo verbale audizione http://verdiecologistipontini.blogspot.it/2012/07/audizione-sugli-scavi-nella-discarica.html). Tali dichiarazioni aprono uno scenario drammatico e già inquietante, che necessitano di verifiche immediate e responsabili estendendo, ovviamente le indagini di controllo in tutto il corpo discarica e rispettivi invasi compreso il sito denominato 2B (Ecotecna) discarica di seconda categoria, attiva dal 1992 al 1994 che ha ricevuto rifiuti industriali (unico sito nel Lazio) e gestita da Indeco. - Sulla situazione della discarica, nonché di illeciti presunti o accertati consultare anche il dossier realizzato dall’associazione ambientalista Legambiente http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=8&sqi=2&ved=0CFIQFjAH&url=http%3A%2F%2Fwww.laruslegambiente.it%2Fdocumenti%2Fcategory%2F2-documenti-vari%3Fdownload%3D59%253Adossier-discarica-borgo-montello-30-marzo-2012&ei=pXo8UO7fH6WB4gTrxoC4AQ&usg=AFQjCNFEin8NTUVHnBxjHwD1NrGRRBCK9w&sig2=_kw6cHa5wwEiWmDLXblDaQ - Secondo il parere dei sottoscritti: - -La discarica di Borgo Montello-Latina opera in violazione della normativa UE sui rifiuti (direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti) come riportato nella nota della Commissione Europea del 31 maggio 2012, costituendo una seria minaccia alla salute umana e all'ambiente; - Infatti la direttiva sulle discariche (direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti) "stabilisce che i rifiuti devono essere trattati prima di essere interrati e cioè devono subire processi fisici, termici, chimici, o biologici, inclusa la cernita, allo scopo di ridurne il volume o la natura pericolosa e di facilitarne il trasporto o favorirne il recupero, mentre nella discarica di Borgo Montello i rifiuti vengono interrati senza preventivo trattamento; - Sulla situazione della discarica, nonché di illeciti presunti o accertati consultare anche il dossier realizzato dall’associazione ambientalista Legambiente - http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=8&sqi=2&ved=0CFIQFjAH&url=http%3A%2F%2Fwww.laruslegambiente.it%2Fdocumenti%2Fcategory%2F2-documenti-vari%3Fdownload%3D59%253Adossier-discarica-borgo-montello-30-marzo-2012&ei=pXo8UO7fH6WB4gTrxoC4AQ&usg=AFQjCNFEin8NTUVHnBxjHwD1NrGRRBCK9w&sig2=_kw6cHa5wwEiWmDLXblDaQ Alla luce di quanto esposto, si chiede un intervento urgente delle Istituzioni europee (Parlamento e Commissione)a difesa del diritto alla salute delle persone e a tutela dell'ambiente, imponendo all'Italia e alla Regione Lazio di smaltire correttamente i rifiuti, applicando il pretrattamento meccanico-biologico in modo da evitare di interrare il "tal quale" nella discarica di Borgo Montello-Latina (direttiva 1999/31/CE del Consiglio del 26 aprile 1999 relativa alle discariche di rifiuti). L'urgenza dell'intervento è motivata dalla minima distanza della discarica dalle abitazioni (meno di 200 metri) e dall’alta incidenza di malattie, dalle notizie certe di inquinamento risalenti al 2005, dai processi in corso. Si chiede inoltre alla Commissione Europea di imporre all'Italia, alla Regione Lazio, alla Provincia di Latina, al comune di Latina di: -Sospendere il procedimento dell'ampliamento e rinnovo autorizzazione della discarica per violazione sull'informazione, trasparenza e partecipazione dei cittadini; -avviare immediatamente una indagine Epidemiologica; -Effettuare l'esame delle falde sotterranee destinate al consumo umano, animale,e alla coltivazione delle culture; - effettuare analisi sulla qualità del fiume Astura e la ricerca di eventuali inquinanti derivanti dalla stessa discarica. -Realizzare la rete idrica di alimentazione dei servizi igienici mediante pubblico acquedotto e fognatura pubblica; -Informare correttamente la popolazione circostante la discarica sui rischi sanitari per l'esposizione a polveri,cattivi odori e il prelievo di acque dal sottosuolo; - Chiedere una verifica degli eventuali conflitti d'interesse e della conformità agli studi e accertamenti; - Obbligare i comuni a raggiungere una percentuale dignitosa di raccolta differenziata(65%). - Infine, si chiede alla Commissione Europea di valutare l’avvio una procedura d'infrazione in merito alla discarica di Borgo Montello. I sottoscritti cittadini rimangono a disposizione per fornire la copia della documentazione (cartacea e informatica) a integrazione e miglior chiarimento di quanto sopra rappresentato.
Febbraio 2013 Proprio mentre la comunità europee continua a bocciare senza appello il sistema dei rifiuti nel Lazio, per l'inefficienza, l'incapacità di ottenere un sistema conforme a leggi e buon senso (vedere tra l'altro http://www.ilmessaggero.it/roma/cronaca/rifiuti_ue/notizie/251806.shtml
Rifiuti,
la Ue condanna il Lazio:
«Sbagliato il commissariamento»)
e
anche http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=4469 LAZIO
RIFIUTI: DOPO VIA LIBERA ALL'IMPIANTO DI ROCCA CENCIA L'EUROPA AVVIA
PROCEDURA DI INFRAZIONE PER LA REGIONE LAZIO)
la
comunità europea informa che la petizione europea da me inviata per
conto dei cittadini che abitano in prossimità e a confine della
discarica di Borgo Montello
(vedere http://www.verdiecologistipontini.blogspot.it/2013/02/discarica-borgo-montello-petizione.html) può
essere ricevibile. Ricordiamo
che sull'argomento è più volte intervenuto il
parlamentare europeo Niccolò Rinaldi (vedere
sotto l'ultimo comunicato) e che proprio oggi scadono i termini per
l'approvazione dei 2 progetti nell'area della discarica di Borgo
Montello compresi nel decreto Clini (vedere in fondo altro
comunicato). Nella campagna elettorale senza temi e progetti, di
basso livello, tranne qualche lodevole eccezione nessuno spiega nè a
livello regionale, ne nazionale come risolvere la questione (il modo
peraltro è semplicissimo e lo sanno anche i bambini: con la
differenziata) ne cosa faranno una volta eletti. Tornando
a ciò che scrive la Commissione per le petizioni della Comunità
Europea ai cittadini che lamentano le varie inosservanze di legge
(tutte confermate in tutte le sedi da comune e provincia di Latina,
Regione Lazio, Parlamento nelle varie commissioni per la legalità e
contro le ecomafie, ArpaLazio, Asl) ha avviato l'esame preliminare.
Come ci ha raccontato l'onorevole europeo Niccolò Rinaldi è sempre
imbarazzante tentare di spiegare l'inefficienza e l'ecomafia tutta
italiana in materia di rifiuti.
Come
sempre si registra l'assenza di notizie da parte della politica
locale e regionale su cosa succederà da domani nella discarica di
Borgo Montello in merito al decreto Clini. Così come mancano le
notizie sulle varie conferenze che avrebbero dovuto esaminare i
progetti.
BORGO
MONTELLO: RINALDI, REGIONE CONVOCHI CONFERENZA SERVIZI
EUROPARLAMENTARE
IDV: TEMPO STA PER SCADERE
"La
Regione Lazio convochi immediatamente la Conferenza dei servizi
sulla
discarica locale e gli impianti di Borgo Montello dove
dovrebbero
arrivare i rifiuti di Roma: i Comuni devono essere
necessariamente
coinvolti per individuare una strategia virtuosa di
gestione
dei rifiuti".
La
richiesta è dell’europarlamentare Idv Niccolò Rinaldi, che ha
ricordato
come "la mancata convocazione della conferenza dei servizi
escluderebbe
la possibilità di ottenere una pronuncia del Comune di
Latina
e degli altri enti competenti. Se ciò
non
avverrà in tempo per il 15 febbraio, tali progetti verrebbero
approvati
senza interlocutori, quindi senza osservazioni e
prescrizioni
degli enti locali".
"In
caso di mancata convocazione della conferenza, infatti – ha
aggiunto
il capodelegazione Idv - il rinnovo delle autorizzazioni in
corso
e i progetti per i nuovi impianti di trattamento verrebbero
ricondotti
alla gestione commissariale, comportando con ciò una grave
compressione
del diritto alla trasparenza amministrativa e del
controllo
degli enti locali sulla gestione del futuro del proprio
territorio.
Peraltro – ha concluso Rinaldi - uno dei due impianti
individuati
non
sarebbe conforme alla direttiva europea sul trattamento dei rifiuti".
5
febbraio 2013
scandalo rifiuti Lazio e Borgo Montello 7 arresti: Bruno Landi, Manlio Cerroni, Francesco Rando, Piero Giovi, Luca Fegatelli, Raniero de Filippis, Giuseppe Sicignano, era il 9 gennaio 2014
i fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività” l’esistenza, a far data almeno dal 2008, di una stabile struttura organizzativa “informale” sovrapposta a quella formale delle società relative al gruppo imprenditoriale guidato da Manlio CERRONI (dagli stessi sodali chiamato con l’appellativo di “Supremo”) avente un indeterminato programma criminoso e un assetto variabile secondo le attività svolte, le vicende della vita o i cambiamenti all’interno dell’apparato politico-amministrativo.
Cerroni, patron delle discariche, arrestato per truffa sui rifiuti
era il 9 gennaio 2014
In
manette sono finite in tutto sette persone. C'è anche l'ex
presidente della Regione Lazio Bruno Landi
SCANDALI Traffico rifiuti, Cerroni in manette era il re delle discariche del Lazio
DOPO CINQUE ANNI DI INDAGINI, BASATE ANCHE SU CARTE ANTICIPATE DALL'ESPRESSO NEL 2012, L'AVVOCATO E I SUOI UOMINI PIÙ FIDATI SONO FINITI IN CARCERE. CHIUDENDO UN'ERA DURATA QUARANT'ANNI
di Emiliano
Fittipaldi e Andrea
Palladinohttp://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/01/scandali-traffico-rifiuti-cerroni-in.html
Malagrotta la vergogna di Roma, caso rifiuti e arresti
VIDEO
Malagrotta, vergogna di Roma
Malagrotta, vergogna di Roma
INCHIESTA Roma, monnezza criminale Truffa, estorsione, associazione a delinquere:
ECCO LE CARTE SEGRETE SU MANLIO CERRONI, IL RE DELLA SPAZZATURA LAZIALE
Rifiuti, 7 arresti a Roma: c’è anche il patron di Malagrotta Manlio Cerroni
Regione Lazio, il record del dirigente prima indagato oggi arrestato: 10 incarichi per Fegatelli Il direttore del dipartimento istituzionale e territorio
Traffico di rifiuti, sette arresti a Roma Indagato Marrazzo, Cerroni ai domiciliari
IL
COMUNICATO DEI CARABINIERI: TUTTI I DETTAGLIIn
data odierna, militari del Comando Carabinieri per la Tutela
dell’Ambiente, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma,
hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal G.I.P. Massimo
BATTISTINI nell’ambito del P.P. 7449/2008 R.G.N.R., procedimento in
cui convergono diversi filoni di indagine sviluppati dai militari dei
N.O.E. e dalla Sezione Operativa Centrale dal 2008 sino ad oggi, ed a
cui ha collaborato anche la Procura della Repubblica di Velletri.
scandalo il sodalizio criminale Fegatelli, De Filippis, Hermanin... caos e crimini nei rifiuti
la regione Lazio ha favorito Ecoambiente danneggiando Rida Ambiente e anche tutti i comuni pontini per la tariffa
che farà il comune di Latina a proposito dell'organizzazione criminale gestione dei rifiuti?
Dopo
le notizie di stampa e la nota del Comando dei Carabinieri
(i
fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla
politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla
collettività” l’esistenza, a far data almeno dal 2008, di una
stabile struttura organizzativa “informale” sovrapposta a quella
formale delle società relative al gruppo imprenditoriale guidato da
Manlio CERRONI (dagli stessi sodali chiamato con l’appellativo di
“Supremo”) avente un indeterminato programma criminoso e un
assetto variabile secondo le attività svolte, le vicende della vita
o i cambiamenti all’interno dell’apparato
politico-amministrativo.
13
APRILE 2014
discarica di Borgo Montello ricorso al TAR contro delibera variante per togliere vincoli e far costruire impiantoEcoambiente (http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/04/discarica-di-borgo-montello-ricorso-al.html)
AVVERSO E PER L’ANNULLAMENTO
della
delibera del Consiglio Comunale di Latina n. 81/2013 del 23.12.2013,
pubblicata il 20/01/2014 avente ad oggetto << Deliberazione di
Consiglio Comunale n.169/2012 del 28.12.2012(adde:
con la quale) è
stata adottata la “norma di salvaguardia delle aree agricole
contermini (ai) siti di discarica nel PRG del Comune di Latina” –
Controdeduzione alle opposizioni/osservazioni
Al riguardo, onde risaltare la posizione giuridicamente tutelabile
dei ricorrenti, va rammentato che con comunicazione prot. n.8110 del
3/09/2008 il Dipartimento di Prevenzione della A.U.S.L. di Latina
indirizzata alla Regione Lazio - Dipartimento Istituzionale - Area
Rifiuti, la deputata Commissione insediata presso l’organismo
scrivente, in margine alla Conferenza dei Servizi progetti ai sensi
dell’art.5, comma 10 D.Lgs. 59/05, formulava le seguenti
argomentazioni: >
Il
provvedimento impugnato è stato adottato nella premessa in fatto
che:
1)- L’Amministrazione
Comunale, con Deliberazione
di Giunta Municipale n. 289/2012 del 5/06/2012 ha
avviato l’iter procedimentale previsto per l’adozione della
Variante al P.R.G. per il recepimento dell’avvenuto cambio di
destinazione urbanistica dell’area interessata da Discarica in
“Servizi Generali”, con l’obiettivo di adottare uno strumento
programmatico di tutela delle aree contermini a quelle di discarica
ricadenti in Zona H-Rurale di P.R.G..
Con il suddetto provvedimento, atteso che la Regione Lazio, al di
fuori di una programmazione e di una pianificazione di riferimento,
soltanto basandosi sul presupposto generico dell’urgenza, ha
autorizzato la costruzione di diversi invasi di discarica destinati
allo smaltimento dei rifiuti provenienti dai territori dei Comuni
della Provincia di Latina e, per un significativo periodo, anche dai
Comuni di Anzio e Nettuno e che in conseguenza di tali provvedimenti
si rende necessaria la verifica dell’effettiva consistenza delle
aree interessate da attività di discarica già autorizzata con
provvedimenti regionali, l’adozione da parte del Comune di Latina
di un indirizzo programmatico e pianificativo della gestione e tutela
delle aree destinate all’attività nonché di quelle contermini,
ricadenti in zona H-Rurale di P.R.G., si deliberava di provvedere a
tale verifica e valutazione con riferimento all’impianto sito in
Borgo Montello, di procedere alla perimetrazione delle aree
interessate dalle attività connesse al ciclo dei rifiuti e alla
riclassificazione urbanistica, compatibile con le attività di
“smaltimento, trattamento e valorizzazione dei rifiuti” delle
aree medesime e di una idonea fascia di rispetto comprensiva di una
specifica normativa tecnica, di individuare azioni di recupero e
rifunzionalizzazione per finalità di interesse pubblico delle aree
all’interno delle quali sono ubicati gli impianti;
atteso, inoltre, che al fine del monitoraggio e salvaguardia delle
componenti ambientali e della vocazione agricola dei suoli è intento
dell’Amministrazione Comunale adottare una norma di salvaguardia su
dette aree al fine di prevenire le conseguenze ecologiche e sanitarie
subite dagli abitanti delle aree interessate.
In adempimento alla necessità di sottoporre l’iniziativa, ai sensi
dell’art.81 dello Statuto Comunale ed in ottemperanza alla
Deliberazione n. 103/10, alle procedure di garanzia previste dal
menzionato articolo, indicendo apposita istruttoria, veniva
convocata, con avviso pubblico del 5/09/2012 a cura del Comune di
Latina Area Ambiente e Territorio Sezione Urbanistica, una
riunione da tenersi il giorno 26/09/2012 presso la Sala Conferenze
del Comune, per l’esame della seguente iniziativa: <>.
MOTIVI
A)
Violazione di legge e della normativa in materia, in ispecie
dell'art. 81 dello statuto comunale, della legge n. 1150/1942, della
deliberazione di Giunta municipale n. 289/2012. Difetto di
motivazione. Contraddittorietà con precedenti provvedimenti.
B)
Falsa ed errata applicazione di legge. Eccesso di potere per
sviamento, irragionevolezza e violazione delle norme sul
procedimento. Difetto di istruttoria e di motivazione ed erroneità
dei presupposti.
La
Deliberazione impugnata e i provvedimenti connessi, violando numerose
norme e principi dettati nella materia trattata, implicano di
necessità la formulazione delle seguenti censure in punto di
diritto.
12 MAGGIO 2014
Sono
state inviate oggi le osservazioni al
progetto della centrale a biogas della
società Indeco.
27/03/2014
- Realizzazione impianto di trattamento biologico
alimentato a biomasse per la produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili in loc. Borgo Montello - Via Monfalcone 23/A. Scarica
Sintesi Elaborati Progettuali. Responsabile
del Procedimento: Fernando OlivieriRecapito Telefonico:
0651689362Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale:
folivieri@regione.lazio.it
proponente: INDECO SRL comune: Latina provincia: LT
proponente: INDECO SRL comune: Latina provincia: LT
Osservazioni alla
relazione tecnica
- mancano la richiesta di parere e la relativa documentazione tecnica e progettuale per le attività soggette al controllo antincendio: produzione di energia elettrica, gasdotto, deposito gpl, deposito gasolio, gruppo elettrogeno, deposito olio, deposito acido solforico, serbatoio cloruro ferrico;
- manca la richiesta di compatibilità territoriale;
- manca il calcolo di cui al decreto del ministero dell'Interno del marzo 2007;
- manca la richiesta, la documentazione tecnica, la dimostrazione della regolarità dell'impianto di sub irrigazione per lo smaltimento delle acque reflue di tipo civile;
- manca la documentazione per l'autorizzazione alle nuove emissioni in atmosfera;
- manca la documentazione di cui al prelievo delle acque sotterranee;
- manca la documentazione di cui allo smaltimento delle acque meteoriche di prima pioggia;
- manca la documentazione di cui allo smaltimento delle acque reflue industriali.
- Manca la verifica delle polveri fini e ultrafini e dei relativi sistemi di abbattimento;
- manca il piano di smantellamento della centrale a fine impianto;
- manca la fideiussione per il rispristino delle opere;
- specificare l'uso finale di percolato.
- Manca il punto di campionamento delle emissioni accessibile in altezza;
- manca in planimetria la dimostrazione del collegamento, degli impianti e dei servizi con la discarica dell'Indeco;
- manca la documentazione di progetto di cui al D.Lgs. 334/1999 con s.m.i.
- Manca la compatibilità dell'intervento con la tutela delle acque, del suolo, delle emissioni in atmosfera.
- Manca la valutazione nel complesso del territorio insieme agli impianti esistenti;
- manca l'indagine epidemiologica;
- il dimensionamento urbanistico è difforme da quello della zona H rurale in virtù delle norme di salvaguardia;
- mancano i dati di progetti sulle emissioni delle polveri fini e ultrafini.
Il
testo completo è reperibile all'indirizzo
web: http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/05/impianto-biogas-indeco-discarica-di.html
To: folivieri@regione.lazio.it, pmenna@regione.lazio.it, infrastrutture@regione.lazio.legalmail.it, ufficio.protocollo@pec.provincia.latina.it, servizio.ambiente@pec.comune.latina.it
Cc:
Date:
Mon, 12 May 2014 19:39:42 +0200
Subject: osservazioni al
progetto della centrale a biogas della
società Indeco
Alla
Regione Lazio
DIREZIONE
REGIONALE INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE
Area: VALUTAZIONE IMPATTO AMBIENTALE
Alla Provincia
di Latina
Al Comune di
Latina
Oggetto: osservazioni al
progetto della centrale a biogas della
società Indeco
27/03/2014
- Realizzazione impianto di trattamento biologico
alimentato a biomasse per la produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili in loc. Borgo Montello - Via Monfalcone 23/A. Scarica
Sintesi Elaborati Progettuali. Responsabile
del Procedimento: Fernando OlivieriRecapito Telefonico:
0651689362Indirizzo di Posta Elettronica Istituzionale:
folivieri@regione.lazio.it
proponente: INDECO SRL comune: Latina provincia: LT
proponente: INDECO SRL comune: Latina provincia: LT
Si
trasmettono per conto dei cittadini residenti in via Monfalcone, in
qualità di cittadini interessati, nonchè di cittadini residenti nel
comune di Latina e nella Provincia di Latina e in qualità di
cittadini costituitisi parte civile, nonchè di CTP nel procedimento
presso il Tribunale di Latina
Si
chiede pertanto per i motivi sopra esposti di esprimere parere
contrario al progetto.
Si
chiede al Sindaco del Comune di Latina di esprimere parere contrario
in base agli art. 216 e 217 del R.D. Testo unico in materia di salute
pubblica per motivi precauzionali, come
già ha fatto il Sindaco del Comune di Pontinia per gli stessi motivi
per le centrali a biomasse e a turbogas ubicate nel suo
comune in località Mazzocchio.
Si
chiede al Comune di Latina di procedere con la variante urbanistica
di cui al D.Lgs 334/1999 per la presenza di altri impianti soggetti a
rischio di incidente rilevante.
Si
chiede di essere informati dell'esito del procedimento e di avere
comunicazione di tutti i procedimenti in corso relativi all'area
della discarica di Borgo Montello.
Si
chiede di essere presenti alla conferenza di servizi che sarà
convocata per l'esame del progetto.
Latina
12 maggio 2014
15
GIUGNO 2014
Oltre
alla nota generale relativa a tutti i progetti interessanti l'area
delle discarica di Borgo Montello è stata inviata una nota specifica
a regione, comune e provincia per l'esame urbanistico degli stessi
progetti di cui domani è prevista la riunione nella stessa regione.
Con
tale nota è stato trasmesso
il ricorso presentato,
dai cittadini residenti in via Monfalcone nei pressi della discarica
di Borgo Montello, al TAR di Latina n. 294 del 2014 AVVERSO
E PER L’ANNULLAMENTO della delibera del Consiglio Comunale di
Latina n. 81/2013 del 23.12.2013, pubblicata il 20/01/2014
avente ad oggetto << Deliberazione di Consiglio Comunale
n.169/2012 del 28.12.2012 (adde: con la quale) è stata adottata la
“norma di salvaguardia delle aree agricole contermini (ai)
siti di discarica nel PRG del Comune di Latina” –
Controdeduzione alle opposizioni/osservazioni >.
Si
chiede pertanto che nell'esame urbanistico per valutare i vari
progetti nel sito della discarica Borgo Montello e avente per
oggetto il trattamento dei rifiuti (e relativi impianti di
compostaggio, TMB, produzione di energie) delle ditte Indeco
e Ecoambiente che si tenga conto delle vigenti norme di
salvaguardia in materia urbanistica che individuano per tale area la
destinazione H rurale che esclude la realizione di tali impianti.
Si
chiede inoltre di considerare le norme e i vincoli di tutti gli
strumenti regionali in materia urbanistica derivanti dalla vigenza
del PAI e del PTPR.
Dalle
indagini e dalle informazioni dal 9 gennaio a oggi emerge che una
delle aziende di cui si va ad esaminarne i progetti è coinvolta
in “i
fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla
politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla
collettività” l’esistenza, a far data almeno dal 2008, (vedere
di seguito il comunicato stampa dei Carabinieri.
Nell'ordinanza
di misura cautelare l'impianto di TMB, uno dei progetti in esame,
viene definito "specchietto per le allodole". Si allega a
tal proposito il link della stessa
ordinanza
misura cautelare cerroni 6
DOC http://www.h24notizie.com/news/wp-content/uploads/2014/01/ordinanza-misura-cautelare-cerroni-6.pdf
che
si chiede venga acquisito agli atti dell'esame dei progetti.
Si
fa rilevare che nella nota a memoria del comune di Latina si rileva
che nell'AIA rilasciata alla società Ecoambiente sarebbe
riportato che il terreno oggetto dell'AIA sia interamente di
proprietà della medesima società. Fatto che non risulterebbe nel
corso delle successive verifiche e che sarebbe stato oggetto di
sequestro da parte dell'Autorità Giudiziaria in altre indagini sul
ciclo dei rifiuti.
Si
chiede di acquisire l'ordinanza di sequestro di tali immobili
Con
riserva di produrre ulteriore documentazione, la richiesta di essere
informati della suddetta conferenza dei servizi con la copia del
verbale, l'istanza di essere ammessi alle prossime sedute della
stessa conferenza dei servizi con un rappresentante, si inviano
distinti saluti.
IL
COMUNICATO DEI CARABINIERI: TUTTI I DETTAGLIIn
data odierna, militari del Comando Carabinieri per la Tutela
dell’Ambiente, coordinati dalla Procura della Repubblica di Roma,
hanno dato esecuzione all’ordinanza emessa dal G.I.P. Massimo
BATTISTINI nell’ambito del P.P. 7449/2008 R.G.N.R., procedimento in
cui convergono diversi filoni di indagine sviluppati dai militari dei
N.O.E. e dalla Sezione Operativa Centrale dal 2008 sino ad oggi, ed a
cui ha collaborato anche la Procura della Repubblica di Velletri.
In particolare, sono state eseguite 7 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, per i reati di associazione per delinquere (416 c.p.), traffico di rifiuti (260 D. lgs. 152/2006), frode in pubbliche forniture (356 c.p.), truffa in danno di enti pubblici (640 c.p.), falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici (479 c.p.) nei confronti di: CERRONIManlio, noto imprenditore del settore dei rifiuti, RANDO Francesco, ingegnere, amministratore unico di molte imprese riconducibili a CERRONI e storico collaboratore dello stesso, GIOVI Piero, socio di molte imprese riconducibili a CERRONI e storico collaboratore dello stesso, LANDI Bruno, organizzatore dell’associazione e stretto collaboratore di CERRONI nonché “cerniera” fra il gruppo CERRONI e le strutture politico-amministrative della Regione Lazio, SICIGNANO Giuseppe, preposto all’impianto TMB e supervisore delle attività operative condotte del Gruppo CERRONI ad Albano Laziale presso la PONTINA AMBIENTE, FEGATELLI Luca, già Capo Dipartimento della Regione Lazio, e DE FILIPPIS Raniero, già responsabile del Dipartimento del Territorio della Regione Lazio.
Nella stessa operazione di Polizia sono state eseguite 22 perquisizioni locali presso i domicili e gli uffici dei soggetti indagati nonché presso le sedi delle diverse imprese del gruppo CERRONI, nonché numerose perquisizioni personali e locali a carico di altri indagati.
Inoltre, gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, che sviluppa i profili patrimoniali degli indagati, stanno procedendo al sequestro, per equivalente, della somma complessiva di euro 18.890.923,33 in danno delle società E.GIOVI srl (gestore della discarica di Malagrotta) e Pontina Ambiente srl (gestore della discarica di Albano Laziale), provento dei reati di traffico di rifiuti.
L’ordinanza coercitiva ricostruisce in dettaglio, qualificandoli come “i fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività” l’esistenza, a far data almeno dal 2008, di una stabile struttura organizzativa “informale” sovrapposta a quella formale delle società relative al gruppo imprenditoriale guidato da Manlio CERRONI (dagli stessi sodali chiamato con l’appellativo di “Supremo”) avente un indeterminato programma criminoso e un assetto variabile secondo le attività svolte, le vicende della vita o i cambiamenti all’interno dell’apparato politico-amministrativo. Accanto alla presenza di un nocciolo duro costituito dalla stesse persone vi è la presenza di altri soggetti che si associano con riferimento a vicende specifiche. Subito sotto il Cerroni, nella piramide organizzativa, si trovava il LANDI quale organizzatore, in grado di condizionare l’attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio (a partire dalla Regione sino all’ARPA) al fine di consentire al gruppo imprenditoriale riconducibile al suddetto CERRONI di realizzare e mantenere un sostanziale monopolio nella gestione dei rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni delle varie aree territoriali ottimali.
L’esistenza e il funzionamento di tale sodalizio criminale costituito da soggetti privati (Cerroni, Landi, Rando, Giovi, Sicignano), pubblici funzionari (il deceduto Arcangelo Spagnoli, Luca Fegatelli, Raniero De Filippis) e politici (tra cui il deceduto Mario Di Carlo, Giovanni Hermanin de Reichfield e Giovannetti Romano, quest’ultimo segretario particolare dell’ex assessore Pietro di Paolantonio) è stata nel tempo monitorata e ricostruita grazie all’utilizzo massiccio di intercettazioni telefoniche, all’assunzione di sommarie informazioni testimoniali, a corpose acquisizioni documentali, ad accurate consulenze tecniche.
L’indagine si è di fatto dipanata lungo quattro direttrici principali, quattro rivoli scaturenti dall’unica sorgente, costituita dal nocciolo duro dell’organizzazione criminale dianzi descritta:
1) Gestione dell’impianto di raccolta e trattamento rifiuti di Albano Laziale
La tariffa che viene corrisposta al gestore di un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti è composta di varie parti, una delle quali è costituita dal costo di termovalorizzazione del CDR, rifiuto speciale derivante dal trattamento della c.d. “frazione secca” dei rifiuti. Per quanto concerne l’impianto gestito in Albano Laziale dalla Pontina Ambiente, società riconducibile al Cerroni, la ricostruzione operata circa la gestione del CDR negli anni oggetto di indagine, ha permesso di accertare che le percentuali di CDR effettivamente avviato a valorizzazione non si avvicinavano agli standard prestazionali di progetto (43%), alle soglie indicate nel piano regionale di gestione dei rifiuti (35%), alla soglia di produttività del 29% sopra indicata o alla soglia minima del 25% indicata nel decreto commissariale n. 15/2005 come “tasso di recupero minimo”. Ed infatti, la percentuale di C.D.R. effettivamente avviata al recupero energetico (presso l’impianto di termovalorizzazione di Colleferro), si attestava attorno al 15%, mentre la restante parte veniva avviata in discarica come scarto di lavorazione. Tale parte, tuttavia, era pagata al gestore come se fosse stata avviata a termovalorizzazione, così realizzandosi un ingiusto profitto per l’impresa, profitto derivante dalla differenza tra l’importo tariffario percepito (per il trattamento dei rifiuti) e quanto effettivamente speso, e stimato in circa 11 milioni di euro dal 2006 al 2012.
In tal modo, inoltre, si provocava anche il prematuro superamento delle volumetrie disponibili in discarica. Anche la struttura amministrativa Regionale (sotto la regia del Fegatelli), che ometteva di procedere alla revisione della tariffa “a consuntivo” in base alle quantità effettivamente avviate alla termovalorizzazione, si rendeva partecipe di tale meccanismo.
2) Il termovalorizzatore di Albano Laziale
Il Commissario Straordinario per l’emergenza Rifiuti della Regione Lazio, e in seguito la stessa Regione per il tramite del suo Presidente, mettevano il Consorzio CO.E.MA. (unione tra PONTINA AMBIENTE, dunque riconducibile a CERRONI, ed ECOMED, composta da AMA e ACEA) nelle condizioni di costruire un impianto di termovalorizzazione su un terreno della PONTINA AMBIENTE, adiacente alla discarica e all’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti, nonché di usufruire, nell’ambito della gestione di tale impianto, dei contributi pubblici denominati “CIP 6” (contributi erogati ad aziende produttrici di energia da fonti energetiche rinnovabili o assimilate).
In tale vicenda, che secondo l’ordinanza deve ritenersi emblematica, più di ogni altra, di come la pubblica funzione possa essere sviata per favorire interessi diversi da quelli pubblici, infedeli funzionari pubblici (con sistematica violazione di disposizioni di legge indicate nelle singole ipotesi e dei doveri d’ufficio) e soggetti politici di livello regionale hanno contribuito fattivamente alla realizzazione di un percorso finalizzato ad agevolare gli interessi di alcuni soggetti imprenditoriali ben definiti e, in particolare, di Manlio CERRONI. La finalità perseguita dal CERRONI era quella di creare una contiguità spaziale con il TMB della Pontina Ambiente, di ridurre così le spese di gestione stante la vicinanza delle strutture (con l’ulteriore effetto di poter mantenere una tariffa di accesso all’impianto di TMB contenuta rispetto a eventuali concorrenti) e, soprattutto, di realizzare l’opera attraverso incentivi pubblici ovvero con i contributi CIP6.
Già la “localizzazione” dell’impianto avveniva in presenza di fattori escludenti e con palesi falsi documentali: ed infatti nell’area era già operante un impianto di termovalorizzazione (a Colleferro), non appartenente a CERRONI, tanto che il Piano Gestione Rifiuti regionale del 2002 prevedeva per tale tipo di impianto la collocazione in una diversa area geografica (ovvero nell’area Fiumicino-Ciampino e non nell’area dei Colli Albani).
Inoltre, il progetto aveva incontrato un ostacolo insuperabile nella valutazione di impatto ambientale negativa espressa dalla competente direzione regionale, decisione che sarà ribaltata a seguito di un lungo iter amministrativo frutto di un concerto criminoso (che l’ordinanza definisce costituisce una “colossale montatura”) tra i proponenti (Cerroni e Presutti, che addirittura in alcuni casi dettavano i contenuti degli emanandi atti pubblici, in un caso addirittura protocollato ancor prima di essere redatto nella sua forma definitiva), lo Spagnoli Arcangelo, già responsabile unico del procedimento in seno al commissario delegato, il Fegatelli, il De Filippis, Giovanna Bargagna (dirigente regionale), Mario di Carlo, Giovanni Hermanin de Reichfield, e financo l’allora presidente della Regione, Marrazzo, che firmava un’ordinanza commissariale addirittura dopo la decadenza dell’ufficio emergenziale.
Il funzionario che aveva firmato il provvedimento contrario agli interessi del Cerroni veniva quindi destinato ad altro ufficio.
3) La realizzazione di un invaso per un discarica in località Monti dell’Ortaccio
Il gruppo CERRONI realizzava, in località Monti dell’Ortaccio, l’invaso di una futura discarica (circa 3 milioni di metri cubi), ponendo così in essere una incisiva trasformazione urbanistica, smaltendo poi le rocce e terre da scavo (da qualificarsi come rifiuti) all’interno della discarica di Malagrotta, simulando l’esistenza di titoli autorizzativi di fatto inesistenti. Questa operazione ha generato un profitto per le casse della E. GIOVI (impresa riconducibile al gruppo CERRONI) stimato in non meno di 8 milioni di euro.
Inoltre, gli scavi venivano condotti al punto di abbassare la quota di fondo di scavo della cava Monti del Lumacaro (area adiacente a Monti dell’Ortaccio, parimenti oggetto di richiesta di autorizzazione per la discarica) al di sotto dei limiti consentiti, determinando così la illecita deviazione della falda acquifera sotterranea, appartenente al demanio idrico, e la creazione di un laghetto artificiale. Addirittura, nella richiesta di autorizzazione per la realizzazione della discarica, il CO.LA.RI. (consorzio laziale rifiuti, riconducibile al Cerroni), il proponente operava una alterazione delle fotografie allegate alla richiesta, cancellando l’esistenza del laghetto al fine di non far risaltare il danno idrogeologico cagionato.
4) Le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti ed alle ordinanze regionali
sullo smaltimento dei rifiuti nei Comuni di Anzio e Nettuno
Infatti, CERRONI ed il suo storico collaboratore LANDI, con la complicità di funzionari della Pubblica Amministrazione, ponevano in essere una serie di condotte illecite volte ad impedire alla società RIDA AMBIENTE S.R.L., concorrente diCERRONI, di entrare sul mercato.
In particolare, l’Amministrazione ometteva per lungo tempo di determinare la tariffa definitiva in ingresso dei rifiuti per l’impianto di RIDAAMBIENTE, cosa che impediva alla predetta di contrattare con le amministrazioni pubbliche locali l’eventuale accettazione di R.S.U. nei suoi impianti.
In tal modo, veniva intenzionalmente procurato alle società PONTINA AMBIENTE e ECOAMBIENTE un ingiusto profitto patrimoniale consistente nella possibilità di gestire senza concorrenti i rifiuti provenienti dai comuni della zona.
Oltre a ciò, la Pubblica Amministrazione rallentava di proposito l’iter di attribuzione della tariffa definitiva della RIDA, nonché l’approvazione di varianti sostanziali in grado di aumentare notevolmente la quantità di rifiuti trattati, procedendo nel contempo ad autorizzare, in violazione alla normativa nazionale e comunitaria, lo smaltimento del c.d. “tal quale” in discarica, al fine di consentire la prosecuzione del conferimento dei rifiuti solidi urbani dell’area pontina a società del gruppo CERRONI (nell’area pontina infatti una delle due discariche esistenti, la Ecoambiente, non è in possesso di impianto di trattamento dei rifiuti). La strategia criminale era portata avanti, sotto la regia occulta del Landi e del Cerroni, dal De Filippis con l’ausilio del Giovannetti. Ed è soprattutto in tale vicenda che l’ordinanza ricostruisce il ruolo egemone di Luca FEGATELLI all’interno della Regione Lazio e l’esistenza di un consolidato sistema favorevole alle imprese del CERRONI, al punto da determinare l’allontanamento del funzionario che aveva “osato” determinare la tariffa in favore della RIDA Ambiente, così minando il monopolio del Cerroni (Landi parla, preoccupato, di un “rigagnolo che rischia di diventare un torrente”).
In particolare, sono state eseguite 7 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari, per i reati di associazione per delinquere (416 c.p.), traffico di rifiuti (260 D. lgs. 152/2006), frode in pubbliche forniture (356 c.p.), truffa in danno di enti pubblici (640 c.p.), falsità ideologica commessa da pubblici ufficiali in atti pubblici (479 c.p.) nei confronti di: CERRONIManlio, noto imprenditore del settore dei rifiuti, RANDO Francesco, ingegnere, amministratore unico di molte imprese riconducibili a CERRONI e storico collaboratore dello stesso, GIOVI Piero, socio di molte imprese riconducibili a CERRONI e storico collaboratore dello stesso, LANDI Bruno, organizzatore dell’associazione e stretto collaboratore di CERRONI nonché “cerniera” fra il gruppo CERRONI e le strutture politico-amministrative della Regione Lazio, SICIGNANO Giuseppe, preposto all’impianto TMB e supervisore delle attività operative condotte del Gruppo CERRONI ad Albano Laziale presso la PONTINA AMBIENTE, FEGATELLI Luca, già Capo Dipartimento della Regione Lazio, e DE FILIPPIS Raniero, già responsabile del Dipartimento del Territorio della Regione Lazio.
Nella stessa operazione di Polizia sono state eseguite 22 perquisizioni locali presso i domicili e gli uffici dei soggetti indagati nonché presso le sedi delle diverse imprese del gruppo CERRONI, nonché numerose perquisizioni personali e locali a carico di altri indagati.
Inoltre, gli uomini del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Roma, che sviluppa i profili patrimoniali degli indagati, stanno procedendo al sequestro, per equivalente, della somma complessiva di euro 18.890.923,33 in danno delle società E.GIOVI srl (gestore della discarica di Malagrotta) e Pontina Ambiente srl (gestore della discarica di Albano Laziale), provento dei reati di traffico di rifiuti.
L’ordinanza coercitiva ricostruisce in dettaglio, qualificandoli come “i fatti di inaudita gravità anche per le dirette implicazioni sulla politica di gestione dei rifiuti e per le ricadute negative sulla collettività” l’esistenza, a far data almeno dal 2008, di una stabile struttura organizzativa “informale” sovrapposta a quella formale delle società relative al gruppo imprenditoriale guidato da Manlio CERRONI (dagli stessi sodali chiamato con l’appellativo di “Supremo”) avente un indeterminato programma criminoso e un assetto variabile secondo le attività svolte, le vicende della vita o i cambiamenti all’interno dell’apparato politico-amministrativo. Accanto alla presenza di un nocciolo duro costituito dalla stesse persone vi è la presenza di altri soggetti che si associano con riferimento a vicende specifiche. Subito sotto il Cerroni, nella piramide organizzativa, si trovava il LANDI quale organizzatore, in grado di condizionare l’attività dei vari enti pubblici coinvolti nella gestione del ciclo dei rifiuti nel Lazio (a partire dalla Regione sino all’ARPA) al fine di consentire al gruppo imprenditoriale riconducibile al suddetto CERRONI di realizzare e mantenere un sostanziale monopolio nella gestione dei rifiuti solidi urbani prodotti dai comuni delle varie aree territoriali ottimali.
L’esistenza e il funzionamento di tale sodalizio criminale costituito da soggetti privati (Cerroni, Landi, Rando, Giovi, Sicignano), pubblici funzionari (il deceduto Arcangelo Spagnoli, Luca Fegatelli, Raniero De Filippis) e politici (tra cui il deceduto Mario Di Carlo, Giovanni Hermanin de Reichfield e Giovannetti Romano, quest’ultimo segretario particolare dell’ex assessore Pietro di Paolantonio) è stata nel tempo monitorata e ricostruita grazie all’utilizzo massiccio di intercettazioni telefoniche, all’assunzione di sommarie informazioni testimoniali, a corpose acquisizioni documentali, ad accurate consulenze tecniche.
L’indagine si è di fatto dipanata lungo quattro direttrici principali, quattro rivoli scaturenti dall’unica sorgente, costituita dal nocciolo duro dell’organizzazione criminale dianzi descritta:
1) Gestione dell’impianto di raccolta e trattamento rifiuti di Albano Laziale
La tariffa che viene corrisposta al gestore di un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti è composta di varie parti, una delle quali è costituita dal costo di termovalorizzazione del CDR, rifiuto speciale derivante dal trattamento della c.d. “frazione secca” dei rifiuti. Per quanto concerne l’impianto gestito in Albano Laziale dalla Pontina Ambiente, società riconducibile al Cerroni, la ricostruzione operata circa la gestione del CDR negli anni oggetto di indagine, ha permesso di accertare che le percentuali di CDR effettivamente avviato a valorizzazione non si avvicinavano agli standard prestazionali di progetto (43%), alle soglie indicate nel piano regionale di gestione dei rifiuti (35%), alla soglia di produttività del 29% sopra indicata o alla soglia minima del 25% indicata nel decreto commissariale n. 15/2005 come “tasso di recupero minimo”. Ed infatti, la percentuale di C.D.R. effettivamente avviata al recupero energetico (presso l’impianto di termovalorizzazione di Colleferro), si attestava attorno al 15%, mentre la restante parte veniva avviata in discarica come scarto di lavorazione. Tale parte, tuttavia, era pagata al gestore come se fosse stata avviata a termovalorizzazione, così realizzandosi un ingiusto profitto per l’impresa, profitto derivante dalla differenza tra l’importo tariffario percepito (per il trattamento dei rifiuti) e quanto effettivamente speso, e stimato in circa 11 milioni di euro dal 2006 al 2012.
In tal modo, inoltre, si provocava anche il prematuro superamento delle volumetrie disponibili in discarica. Anche la struttura amministrativa Regionale (sotto la regia del Fegatelli), che ometteva di procedere alla revisione della tariffa “a consuntivo” in base alle quantità effettivamente avviate alla termovalorizzazione, si rendeva partecipe di tale meccanismo.
2) Il termovalorizzatore di Albano Laziale
Il Commissario Straordinario per l’emergenza Rifiuti della Regione Lazio, e in seguito la stessa Regione per il tramite del suo Presidente, mettevano il Consorzio CO.E.MA. (unione tra PONTINA AMBIENTE, dunque riconducibile a CERRONI, ed ECOMED, composta da AMA e ACEA) nelle condizioni di costruire un impianto di termovalorizzazione su un terreno della PONTINA AMBIENTE, adiacente alla discarica e all’impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti, nonché di usufruire, nell’ambito della gestione di tale impianto, dei contributi pubblici denominati “CIP 6” (contributi erogati ad aziende produttrici di energia da fonti energetiche rinnovabili o assimilate).
In tale vicenda, che secondo l’ordinanza deve ritenersi emblematica, più di ogni altra, di come la pubblica funzione possa essere sviata per favorire interessi diversi da quelli pubblici, infedeli funzionari pubblici (con sistematica violazione di disposizioni di legge indicate nelle singole ipotesi e dei doveri d’ufficio) e soggetti politici di livello regionale hanno contribuito fattivamente alla realizzazione di un percorso finalizzato ad agevolare gli interessi di alcuni soggetti imprenditoriali ben definiti e, in particolare, di Manlio CERRONI. La finalità perseguita dal CERRONI era quella di creare una contiguità spaziale con il TMB della Pontina Ambiente, di ridurre così le spese di gestione stante la vicinanza delle strutture (con l’ulteriore effetto di poter mantenere una tariffa di accesso all’impianto di TMB contenuta rispetto a eventuali concorrenti) e, soprattutto, di realizzare l’opera attraverso incentivi pubblici ovvero con i contributi CIP6.
Già la “localizzazione” dell’impianto avveniva in presenza di fattori escludenti e con palesi falsi documentali: ed infatti nell’area era già operante un impianto di termovalorizzazione (a Colleferro), non appartenente a CERRONI, tanto che il Piano Gestione Rifiuti regionale del 2002 prevedeva per tale tipo di impianto la collocazione in una diversa area geografica (ovvero nell’area Fiumicino-Ciampino e non nell’area dei Colli Albani).
Inoltre, il progetto aveva incontrato un ostacolo insuperabile nella valutazione di impatto ambientale negativa espressa dalla competente direzione regionale, decisione che sarà ribaltata a seguito di un lungo iter amministrativo frutto di un concerto criminoso (che l’ordinanza definisce costituisce una “colossale montatura”) tra i proponenti (Cerroni e Presutti, che addirittura in alcuni casi dettavano i contenuti degli emanandi atti pubblici, in un caso addirittura protocollato ancor prima di essere redatto nella sua forma definitiva), lo Spagnoli Arcangelo, già responsabile unico del procedimento in seno al commissario delegato, il Fegatelli, il De Filippis, Giovanna Bargagna (dirigente regionale), Mario di Carlo, Giovanni Hermanin de Reichfield, e financo l’allora presidente della Regione, Marrazzo, che firmava un’ordinanza commissariale addirittura dopo la decadenza dell’ufficio emergenziale.
Il funzionario che aveva firmato il provvedimento contrario agli interessi del Cerroni veniva quindi destinato ad altro ufficio.
3) La realizzazione di un invaso per un discarica in località Monti dell’Ortaccio
Il gruppo CERRONI realizzava, in località Monti dell’Ortaccio, l’invaso di una futura discarica (circa 3 milioni di metri cubi), ponendo così in essere una incisiva trasformazione urbanistica, smaltendo poi le rocce e terre da scavo (da qualificarsi come rifiuti) all’interno della discarica di Malagrotta, simulando l’esistenza di titoli autorizzativi di fatto inesistenti. Questa operazione ha generato un profitto per le casse della E. GIOVI (impresa riconducibile al gruppo CERRONI) stimato in non meno di 8 milioni di euro.
Inoltre, gli scavi venivano condotti al punto di abbassare la quota di fondo di scavo della cava Monti del Lumacaro (area adiacente a Monti dell’Ortaccio, parimenti oggetto di richiesta di autorizzazione per la discarica) al di sotto dei limiti consentiti, determinando così la illecita deviazione della falda acquifera sotterranea, appartenente al demanio idrico, e la creazione di un laghetto artificiale. Addirittura, nella richiesta di autorizzazione per la realizzazione della discarica, il CO.LA.RI. (consorzio laziale rifiuti, riconducibile al Cerroni), il proponente operava una alterazione delle fotografie allegate alla richiesta, cancellando l’esistenza del laghetto al fine di non far risaltare il danno idrogeologico cagionato.
4) Le tariffe per lo smaltimento dei rifiuti ed alle ordinanze regionali
sullo smaltimento dei rifiuti nei Comuni di Anzio e Nettuno
Infatti, CERRONI ed il suo storico collaboratore LANDI, con la complicità di funzionari della Pubblica Amministrazione, ponevano in essere una serie di condotte illecite volte ad impedire alla società RIDA AMBIENTE S.R.L., concorrente diCERRONI, di entrare sul mercato.
In particolare, l’Amministrazione ometteva per lungo tempo di determinare la tariffa definitiva in ingresso dei rifiuti per l’impianto di RIDAAMBIENTE, cosa che impediva alla predetta di contrattare con le amministrazioni pubbliche locali l’eventuale accettazione di R.S.U. nei suoi impianti.
In tal modo, veniva intenzionalmente procurato alle società PONTINA AMBIENTE e ECOAMBIENTE un ingiusto profitto patrimoniale consistente nella possibilità di gestire senza concorrenti i rifiuti provenienti dai comuni della zona.
Oltre a ciò, la Pubblica Amministrazione rallentava di proposito l’iter di attribuzione della tariffa definitiva della RIDA, nonché l’approvazione di varianti sostanziali in grado di aumentare notevolmente la quantità di rifiuti trattati, procedendo nel contempo ad autorizzare, in violazione alla normativa nazionale e comunitaria, lo smaltimento del c.d. “tal quale” in discarica, al fine di consentire la prosecuzione del conferimento dei rifiuti solidi urbani dell’area pontina a società del gruppo CERRONI (nell’area pontina infatti una delle due discariche esistenti, la Ecoambiente, non è in possesso di impianto di trattamento dei rifiuti). La strategia criminale era portata avanti, sotto la regia occulta del Landi e del Cerroni, dal De Filippis con l’ausilio del Giovannetti. Ed è soprattutto in tale vicenda che l’ordinanza ricostruisce il ruolo egemone di Luca FEGATELLI all’interno della Regione Lazio e l’esistenza di un consolidato sistema favorevole alle imprese del CERRONI, al punto da determinare l’allontanamento del funzionario che aveva “osato” determinare la tariffa in favore della RIDA Ambiente, così minando il monopolio del Cerroni (Landi parla, preoccupato, di un “rigagnolo che rischia di diventare un torrente”).
19
GIUGNO 2014 Il
comune di Latina ha diffidato la società Ecoambiente in
merito alla bonifica delle falde inquinate in modo grave da
inquinamenti di vario genere. Abbiamo avanzato inutilmente richieste
di chiarimenti. Altro che tavoli della trasparenza. Abbiamo avuto
ragione nell'incontro di novembre. Lo abbiamo avuto dopo. La bonifica
è cominciata con due mesi di ritardo rispetto agli obblighi assunti
e solo dopo le nostre richieste. Adesso si scopre anche che la stessa
bonifica (definita dal CTU solo un mantenimento e non certo una vera
bonifica) è diversa dal progetto e da quanto approvato. Il comune di
Latina pare abbia finalmente sposato la tesi dei cittadini. Fermiamo
tutto fino a quando non sono chiare le condizioni dell'inquinamento.
I cittadini, dopo opposizioni, ricorsi al
Tar, costituzione di parte civile, petizione alla UE, ieri hanno
manifestato contro l'open day verso un close forever. Cosa altro
scrive il CTU? Vale
la pena segnalare che, il livello piezometrico del pozzo spia esterno
B1, appare
straordinariamente
alto rispetto agli altri pozzi spia più prossimi (circa 4 m): questo
potrebbe essere
indizio
di una immissione localizzata di acque di natura non nota.
Posto
che la localizzazione del piezometro è tra la discarica INDECO e
quella EcoAmbiente, non è
possibile
indicare, a priori, quale dei due impianti possa essere l’eventuale
sorgente.
Forse
una volta tanto bisognerebbe ascoltarli i cittadini e magari attuare
la raccolta differenziata. Ce lo chiede l'Europa, la logica, la
tutela della salute, dell'ambiente, dell'agricoltura. A chi può
interessare altrimenti un territorio irrimediabilmente inquinato?
Contact
Center Urp Regione Lazio
Gentile
Utente,
In relazione alla sua richiesta n.HD0000000105274 le comunichiamo la risposta pervenutaci da parte della struttura competente, al seguito indicata:
L’Arpa Lazio, Sez. provinciale di Latina, ha relazionato agli Enti competenti sui due sopralluoghi effettuati presso il sito della Discarica di Borgo Montello, finalizzati a verificare l’origine e la natura degli odori molesti segnalati dalla cittadinanza; un sopralluogo è stato effettuato in data 08.05.14, durante l’orario di attività della Discarica e l’altro in data 09.05.14, in orario di chiusura.
Le verifiche sono state effettuate presso i bacini di discarica in coltivazione, condotti dalla Società “Ecoambiente” e dalla Società “Indeco”, in contraddittorio, ed è emerso che:
-in data 08.05.14, terminate le attività giornaliere di abbancamento dei rifiuti, il fronte degli stessi si presentava soltanto parzialmente coperto; si rilevava un residuo sversamento di percolato; i nebulizzatori della sostanza di abbattimento odori erano in condizioni di riposo temporizzato e il vento che spirava al momento del sopralluogo causava la percezione dell’odore caratteristico delle discariche, lieve in via di Monfalcone, piu’ intenso in prossimità della discarica;
-in data 09.05.14, in occasione della chiusura settimanale della Discarica, si rilevava, all’esterno della stessa, la presenza di odori sgradevoli, particolarmente accentuati in corrispondenza dell’accesso alla Discarica.
L’Arpa ha concluso la propria relazione sostenendo che le misure poste in essere per il contenimento dei miasmi sono scarsamente efficaci e che, in particolare, le modalità adottate per la chiusura giornaliera del fronte di abbancamento dei rifiuti, insieme alle modalità di gestione della rete di captazione del biogas/ percolato e/ o della modalità di coltivazione del bacino, rappresentino i punti critici del problema odorigeno; anche la parziale copertura del fronte di abbancamento dei rifiuti puo’ diventare la principale fonte di diffusione degli odori ed il punto di fuga di quantità non trascurabili di biogas.
Vista la situazione l’Arpa Lazio si è riservata di trasmettere i risultati di ulteriori monitoraggi nei prossimi giorni al fine di valutare le azioni ulteriori da porre in essere a difesa dell’ambiente e della salute della cittadinanza interessata.
Cordiali Saluti
Ufficio Relazioni con il pubblico.
Regione Lazio.
In relazione alla sua richiesta n.HD0000000105274 le comunichiamo la risposta pervenutaci da parte della struttura competente, al seguito indicata:
L’Arpa Lazio, Sez. provinciale di Latina, ha relazionato agli Enti competenti sui due sopralluoghi effettuati presso il sito della Discarica di Borgo Montello, finalizzati a verificare l’origine e la natura degli odori molesti segnalati dalla cittadinanza; un sopralluogo è stato effettuato in data 08.05.14, durante l’orario di attività della Discarica e l’altro in data 09.05.14, in orario di chiusura.
Le verifiche sono state effettuate presso i bacini di discarica in coltivazione, condotti dalla Società “Ecoambiente” e dalla Società “Indeco”, in contraddittorio, ed è emerso che:
-in data 08.05.14, terminate le attività giornaliere di abbancamento dei rifiuti, il fronte degli stessi si presentava soltanto parzialmente coperto; si rilevava un residuo sversamento di percolato; i nebulizzatori della sostanza di abbattimento odori erano in condizioni di riposo temporizzato e il vento che spirava al momento del sopralluogo causava la percezione dell’odore caratteristico delle discariche, lieve in via di Monfalcone, piu’ intenso in prossimità della discarica;
-in data 09.05.14, in occasione della chiusura settimanale della Discarica, si rilevava, all’esterno della stessa, la presenza di odori sgradevoli, particolarmente accentuati in corrispondenza dell’accesso alla Discarica.
L’Arpa ha concluso la propria relazione sostenendo che le misure poste in essere per il contenimento dei miasmi sono scarsamente efficaci e che, in particolare, le modalità adottate per la chiusura giornaliera del fronte di abbancamento dei rifiuti, insieme alle modalità di gestione della rete di captazione del biogas/ percolato e/ o della modalità di coltivazione del bacino, rappresentino i punti critici del problema odorigeno; anche la parziale copertura del fronte di abbancamento dei rifiuti puo’ diventare la principale fonte di diffusione degli odori ed il punto di fuga di quantità non trascurabili di biogas.
Vista la situazione l’Arpa Lazio si è riservata di trasmettere i risultati di ulteriori monitoraggi nei prossimi giorni al fine di valutare le azioni ulteriori da porre in essere a difesa dell’ambiente e della salute della cittadinanza interessata.
Cordiali Saluti
Ufficio Relazioni con il pubblico.
Regione Lazio.
ALLA
COMMISSIONE PETIZIONI PRESSO IL PARLAMENTO EUROPEO
Buongiorno
nel ringraziare la prestigiosa Commissione Europea, dopo l'invio
della nostra petizione, ci sono state numerose situazioni importanti
che rigurdano il sito della discarica di Borgo Montello - Latina -
Lazio Italia
L'intervista
mandata in onda il 23 agosto 2013 da SKYTG24 parte da una conoscenza
del territorio pontino e della discarica di Borgo Montello ma
soprattutto ha avuto il merito di originare attenzione per mesi.
L'intervista a Carmine Schiavone è un punto fondamentale
per i traffici dei rifiuti sia nel territorio di Casal di Principe,
sia della provincia di Isernia che quella di Latina, da Formia a
Fondi, a Sabaudia, Pontinia, Borgo San Michele, il lido di Latina e
poi la discarica. D
Poi
il comune di Latina ha approvato la modifica della variante
urbanistica il 23-12-2013 per far realizzare l'impianto di Tmb della
società Ecoambienteall'interno della discarica di Borgo
Montello eliminando i vincoli che dovevano tutelare i cittadini
esposti ad emissioni odorigene moleste a 50 m dagli impianti e la
stessa viabilità pubblica.
I
sequestri e le indagini del gennaio 2014 coinvolgevano i vertici
della stessa Ecoambiente e di diverse società collegate
tra cui la Unendo e il gruppo De Pierro portando al sequestro di aree
della discarica in affitto alla società Ecoambiente.
La
società Ecoambiente tramite il socio di maggioranza
Latina Ambiente è partecipata dal Comune di Latina.
Quali
le condizioni igienico e sanitarie fuori e dentro la discarica?
La
discarica è divisa in 2 settori uno gestito dalla
società Ecoambiente e l'altra da Indeco.
Dopo
le analisi dell'ArpaLazio del 2005 è iniziato un processo a carico
di 3 esponenti della società Ecoambiente per inquinamento
delle falde, fuori e dentro la discarica.
Inquinamento
confermato dalle analisi dell'ArpaLazio nel periodo 2005 – 2012
(diffuse solo a novembre 2013) con grave pericolo per le colture
innaffiate da queste falde e ovviamente per chi usa le falde per
questioni alimentari e igieniche.
Nessuna
informazione sui rischi per la salute da parte della Asl.
Due
rappresentanti di una delle società che gestiscono la discarica
la Ecoambiente sono stati rinviati a giudizio per
inquinamento delle falde con inizio del processo nel giugno 2015. Si
allega la relazione tecnica del Consulente del Tribunale di Latina
dottor Tomaso Munari (vice presidente nazionale dell'ordine
professionale dei chimici) che rileva le carenze dei controlli
pubblici da parte della ArpaLazio
E'
stata inviata da 20 cittadini residenti nella zona limitrofa la
discarica di Borgo Montello la seguente diffida:
Latina
09 gennaio 2015
Alla
Regione Lazio
Direzione
Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti
Area
ciclo integrato dei rifiuti
Al
Comune di Latina
Al
Tribunale di Latina
alla
Procura di Roma
Alla
Curatela Fallimentare Ecomont
C.A.
rispettivi Rappresentanti Legali e Responsabili
Oggetto:
procedimento di rinnovo AIA discarica di Borgo Montello nel comune di
Latina società Ecoambiente. Diffida a non rilasciare il rinnovo
AIA ovvero a rilasciarlo previo adempimento di specificate
condizioni. Invito a comunicare gli atti del procedimento agli organi
giudiziari ivi indicati.
Riferimento: protocollo
n. 155116 del 12 marzo 2014 Regione Lazio Direzione Territorio,
Urbanistica, Mobilità e Rifiuti – Area ciclo integrato dei
rifiuti. Incontro
tecnico del giorno 18/03/2014. Istruttoria degli
atti di rinnovo dell’istanza della
società Ecoambiente srl
presentata ai sensi dell’art. 29-octies del D. Lgs. 152/2006 e
s.m.i. con nota del 05/10/2011 prot. n. 335 acquisita al protocollo
regionale n. 180107 del 12-10-2011, di rinnovo dell’autorizzazione
integrata ambientale emessa con Decreto Commissariale n. 35 del
06/04/2007 e s.m.i. relativo al complesso impiantistico per il
trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti non pericolosi e
impianto di discarica per rifiuti non pericolosi sito in via
Monfalcone n. 23/b località Borgo Montello, comune di Latina
°°°°°°
I
sottoscritti Cittadini, residenti nelle vicinanze della discarica di
Borgo Montello, allocata in territorio di Latina, proprietari di
immobili siti nei pressi della suddetta discarica, membri e
componenti del locale Comitato spontaneo per la Tutela della Salute e
dell’Ambiente, come tali portatori di interessi primari e sensibili
meritevoli di tutela e protezione,
Letto
il protocollo n. 155116 del 12 marzo 2014 che riporta, tra l’altro:
a
Pag. 3 del protocollo 155116/2014, primo capoverso, al terzo rigo:
<<
Dopo la conferenza del 10/10/2013, con nota prot. n. 131096 del
14/10/2013, acquisita al protocollo regionale con numero 36417 del
18/10/2013, l’Area Ambiente e Territorio, Servizio
Urbanistica del comune di Latina, aveva chiarito la propria posizione
riportata nel parere di cui alla nota prot. n. 129233 del 09/10/2013,
acquisita nella predetta conferenza del 10/10/2013, richiamando i
contenuti della stessa e dichiarando l’incompatibilità
dell’impianto TMB approvato con la sopraggiunta norma cui lo stesso
deve adeguarsi ai fini di fattibilità >>;
a
Pag. 3, quinto capoverso:
<<
La Regione Lazio, successivamente, a seguito dei recenti accadimenti
giudiziari e delle notizie apparse a mezzo stampa, con nota prot.
54456 del 29/01/2014, ha richiesto ad Ecoambiente srl se i
sequestri dei terreni “De Pirro” (De Pierro ndr) di cui si era
venuti a conoscenza trovavano effettivo riscontro e se tale
accadimento comportava problematiche nella gestione della discarica
>>;
a
Pag. 3, sesto capoverso, al terzo rigo:
<<
La società Ecoambiente srl con nota prot. n. 18 del
30/01/2014 acquisita al prot. 66411 del 04/02/2014 ha comunicato che
nella giornata 29/02/2014 non è avvenuto alcun sequestro dei terreni
nella disponibilità Ecoambiente srl e che i suddetti
terreni sono di proprietà della curatela del fallimento Ecomont…
terreni per i quali viene corrisposto regolare canone di locazione.
Inoltre ha comunicato che il curatore fallimentare contattato a
riguardo, ha confermato di non aver ricevuto nessuna notifica di
sequestro >>
A
Pag. 3, settimo e ultimo capoverso, al terzo rigo:
<<
In merito alla disponibilità dei terreni della
società Ecoambiente srl si rappresenta che il tema era
stato oggetto di discussione nella conferenza dei servizi del
03/10/2013 nel cui verbale si legge “in
merito ai chiarimenti richiesti sull’effettiva disponibilità per
l’intera durata del rinnovo dell’esercizio e delle attività di
post gestione, delle aree attualmente in gestione operativa e post
operativa, Ecoambiente s.r.l. consegna un parere legale a
firma dell’Avv. Luigi Marino, che viene acquisito agli atti e di
cui viene data lettura
Alla
luce degli esiti illustrati nel parere su menzionato la
società Ecoambiente srl dichiara la propria volontà di
acquisire l’area una volta concluse le procedure attivate dalla
Curatela del fallimento Ecomont srl ed in ogni caso (
Prosegue a pag 4 dello stesso protocollo )di
essere disponibile a sostenere i costi di un eventuale esproprio del
terreno per pubblica utilità, così come peraltro stabilito anche
dalla stessa legge regionale n. 27/1998 >>
Preso
atto che nel contratto di locazione degli immobili dalla società
Capitolina (proprietaria) alla società Ecoambiente (conduttrice)
si legge tra l’altro:
La
durata del contratto di locazione di 9 anni rinnovabile (che si
rinnoverà automaticamente) per altri 9 dal 5 agosto 1998, quindi
fino al 2016;
sono
compresi nell'affitto i bacini S0 S1 S2 S3 e le particelle di terreno
per una superficie di mq 305.416 per un valore di euro 3.978.783,95;
nella
descrizione del certificato di destinazione urbanistica l'area è
compresa nella zona H rurale e vincolata per distanza inferiore a m
150 dal Fiume Astura in base al D.lgs 490/99;
sono
compresi nell'affitto gli obblighi di bonifica di cui all'ordinanza
22 del maggio 1998 con messa in sicurezza dei bacini dismessi S1 S2
S3;
la
locazione è consentita per lo sfruttamento del biogas e di altre
attività connesse allo smaltimento dei rifiuti;
il
canone è di € 428.000,00 + IVA con rivalutazione in base
all'indice Istat.
Si
ricava, inoltre, dalla lettura del documento che:
è
in corso un contenzioso con Ecomont;
è
prevista una clausola penale per mancata attuazione della bonifica
con importi da risarcire da stabilire da un collegio di 3 periti
è
stabilito che la mancata attuazione della bonifica vale quale
risoluzione automatica del contratto con il pagamento della sanzione
di 18 annualità
è
previsto che qualora Latina Ambiente cessi di essere socio
di maggioranza della società Ecoambiente il contratto si
intende risolto a meno di passaggio delle azioni di Latina Ambiente e
del socio di maggioranza ad altro ente pubblico.
Rilevato
che la società Ecoambiente nelle persone di Bruno Landi e
Vincenzo Rondoni sono stati rinviati a giudizio dal Tribunale di
Latina essendo ritenuti responsabili dell’inquinamento delle falde
nella discarica di Borgo Montello nel procedimento penale n- 849 del
2005 RGNR 2259/05, per la probante relazione del Consulente Tecnico
di Ufficio Dottor Tomaso Munari.
Vista
la domanda giudiziale del Tribunale di Latina del 15-02-97 repertorio
4036 con dichiarazione di nullità atti, soggetto a favore “Curatela
Fallimentare Soc. Ecomont srl Latina” contro “immobiliare Giulia
srl” e “Capitolina srl” relativa anche agli immobili oggetto
del contratto di locazione a favore di Ecoambiente e
precisamente le particelle distinte (all’epoca molte hanno cambiato
numero) in catasto terreni dal foglio 21 particelle 1, 41, 42, 43,
123, 124, 125, 147, 148, 149, 150, 151, 152, 153, 154, 155, 169, 170,
Considerato
che nella nota di trascrizione della Conservatoria dei Registri
Immobiliari di Latina si riporta il sequestro dei seguenti immobili
siti nel comune di Latina, località Borgo Montello
Ispezione
ipotecaria
Ufficio
Provinciale di LATINA - Territorio Data 29/01/2014 Ora 15:01:35
Servizio
di Pubblicità Immobiliare
Ispezione
telematica
n.
T 195260 del 29/01/2014 inizio ispezione 29/01/2014 14:48:57 Tassa
versata € 3,60
Nota
di trascrizione
Registro
generale n. 2601
Registro
particolare n. 1914 Presentazione
n. 53 del 29/01/2014
Sezione
A – Generalità Dati
relativi al titolo
Descrizione ATTO
GIUDIZIARIO Data 22/01/2014 Numero
di repertorio2/2014
Pubblico
ufficiale TRIBUNALE
- SEZIONE DI PREVENZIONE Codice
fiscale 80255370589
Sede ROMA
(RM)
Dati
relativi alla convenzione Specie ATTO
ESECUTIVO O CAUTELARE
Descrizione 700
DECRETO DI SEQUESTRO EX ART. 20 D.LGS. 159/2011
Voltura
catastale automatica NO
Altri
dati
Non
sono presenti nella sezione D parti libere relative alle sezioni A, B
e C
Richiedente GDF
GICO PER CONTO DEL TRIBUNALE DI ROMA IndirizzoPIAZZALE
CLODIO ROMA
Dati
riepilogativi Unità negoziali 1 Soggetti
a favore 1 Soggetti
contro 1
Sezione
B - Immobili
Unità
negoziale n. 1
Immobile
n. 1
Comune E472
- LATINA (LT) Catasto FABBRICATI Sezione
urbana - Foglio21 Particella 300 Subalterno 1 Natura D1
- OPIFICI Consistenza - IndirizzoLOC.
BORGO MONTELLO VIA MONFALCONE N.
civico -
Immobile
n. 2
Comune E472
- LATINA (LT) Catasto FABBRICATI Sezione
urbana - Foglio21 Particella 300 Subalterno 2 Natura D1
- OPIFICI Consistenza -
Pag.
1 - segue
Ispezione
ipotecaria
Ufficio
Provinciale di LATINA - Territorio Data 29/01/2014 Ora 15:01:35
Servizio
di Pubblicità Immobiliare
Ispezione
telematica
n.
T 195260 del 29/01/2014 Inizio ispezione 29/01/2014 14:48:57 Tassa
versata € 3,60
Nota
di trascrizione Registro
generale n. 2601 Registro
particolare n. 1914 Presentazione
n. 53 del 29/01/2014 Indirizzo LOC.
BORGO MONTELLO VIA MONFALCONE N.
civico -
Immobile
n. 3
Comune E472
B - LATINA (LT) BORGO
MONTELLO Catasto TERRENIFoglio 21 Particella 299 Subalterno - Natura T
- TERRENO Consistenza -Indirizzo LOC.
BORGO MONTELLO VIA MONFALCONE N.
civico -
Sezione
C – Soggetti A favore
Soggetto
n. 1 In
qualità di -
Denominazione
o ragione sociale DIREZIONE
GENERALE DEMANIO - MINISTERO FINANZE Sede ROMA
(RM) Codice
fiscale 80193210582
Relativamente
all'unità negoziale n. 1 Per
il diritto di PROPRIETA' Per
la quota di 1/1
Contro
Soggetto n. 1 In
qualità di -
Denominazione
o ragione sociale CAPITOLINA
S.R.L. IN LIQUIDAZIONESede ROMA
(RM)
Codice
fiscale 03834261004 Relativamente
all'unità negoziale n. 1 Per
il diritto di PROPRIETA'
Per
la quota di 1/1
Sezione
D - Ulteriori informazioni
Altri
aspetti che si ritiene utile indicare ai fini della pubblicità
immobiliare
Pag.
2 – Fine
Ciò
esposto e considerato, si rileva che:
- quanto riportato a Pag. 3 del protocollo 155116/2014, settimo e ultimo capoverso, al terzo rigo, relativamente alla disponibilità dell’immobile per tutta la durata del rinnovo AIA, qualora vi siano le condizioni per rinnovare l’AIA è da intendersi valido fino al 4 agosto 2016 in base alla durata del contratto di locazione, una durata superiore non può essere concessa;
- il rinnovo eventuale dell’AIA, qualora vi siano le condizioni, è da intendersi con esclusione della particella n. 299 di terreno del foglio 21 in quanto sottoposta a sequestro;
- il verbale di cui al protocollo 155116/2014 è da modificarsi proprio relativamente al sequestro della particella n. 299 del foglio 21;
- il contratto di locazione tra le società Capitolina ed Ecoambiente è da intendersi risolto in conseguenza della mancata bonifica così come risulterebbe dalla perizia del Consulente Tecnico di Ufficio Dottor Tomaso Munari;
- considerato che il comune di Latina, dalle notizie di stampa, avrebbe intenzione di cedere le quote della Latina Ambiente nel corso dell’anno 2015, il contratto di locazione tra Capitolina ed Ecoambiente andrebbe comunque risolto nell’anno 2015 e quindi la durata del rinnovo dell’AIA, qualora ne ricorressero le condizioni, non potrebbe essere superiore al 2015;
- la dichiarazione della società Ecoambiente “di essere disponibile a sostenere i costi di un eventuale esproprio del terreno per pubblica utilità, così come peraltro stabilito anche dalla stessa legge regionale n. 27/1998” dovrebbe risultare da documenti contabili, quali il bilancio ovvero un atto di impegno o un compromesso ritualmente registrato e trascritto e//o da elementi contabili (fideiussioni o altro) in grado di garantirne il pagamento.
Ciò
rilevato, si diffida:
- la Regione Lazio a rilasciare il rinnovo AIA alla società Ecoambiente srl non sussistendo obiettivamente, a parere dei sottoscritti, le condizioni previste dalla normativa nazionale, regionale e delle direttive Europee in materia di smaltimento dei rifiuti, così come risulta dalla sanzione UE in merito alle discariche nel Lazio e quindi di Borgo Montello;
- la Regione Lazio ad apportare le dovute correzioni al verbale di cui al protocollo 155116/2014 per le notizie incomplete o non vere ivi riportate in merito al sequestro dell’immobile e alla disponibilità dei terreni in oggetto;
- la Regione Lazio a rilasciare il rinnovo dell’AIA in assenza delle garanzie di legge per la gestione post mortem della discarica ;
nonché,
si invita
la
Regione Lazio a comunicare al Tribunale di Latina, alla Procura di
Roma, al GDF GICO PER CONTO DEL TRIBUNALE DI ROMA, i documenti e
le dichiarazioni inerenti il procedimento del rinnovo dell’AIA per
eventuali provvedimenti oppure per eventuali reati per dichiarazioni
non corrispondenti al vero;
la
Regione Lazio a coinvolgere in eventuali ulteriori incontri,
provvedimenti, riunioni aventi ad oggetto l’esame del rinnovo AIA a
favore diEcoambiente, il Tribunale di Latina, la Procura di Roma, la
Gdf GICO per conto del Tribunale di Roma, la Curatela Fallimentare
Ecomont, la società Capitolina per quanto di competenza in merito
alla disponibilità degli immobili
altre
informazioni
I
cittadini, residenti in via Monfalcone, delle famiglie Piovesan, si
sono costituiti parte civile nel processo contro l'inquinamento delle
falde. Seguiranno il processo per il quale sono stati presenti a
tutte le attività al contrario di pseudo associazioni ambientaliste.
Non si sono costituiti parte civile né il comune di Latina né la
Regione Lazio, mentre la provincia di Latina non è stata ammessa.
Inoltre
i cittadini hanno presentato ricorso al TAR contro la
delibera che elimina i vincoli per far realizzare l'impianto di TMB,
l'impianto definito nelle indagini lo specchietto per le allodole.
La
società Ecoambiente srl con nota prot. n. 18 del
30/01/2014 acquisita al prot. 66411 del 04/02/2014 ha comunicato che
nella giornata 29/02/2014 non è avvenuto alcun sequestro dei terreni
nella disponibilità Ecoambiente srl e che i suddetti
terreni sono di proprietà della curatela del fallimento Ecomont...
terreni per i quali viene corrisposto regolare canone di locazione.
Inoltre ha comunicato che il curatore fallimentare contattato a
riguardo, ha confermato di non aver ricevuto nessuna notifica di
sequestro.
sequestro
del 29/01/2014 reg. generale 2601 e particolare 1914 Capitolina
foglio 21 fabbricati particella 300 sub 1, 300 sub 2, terreni 299
foglio
21 fabbricati particella 169 sub 2, sub 3, sub 4, sub 5, sub 6
E
la particella 299 è proprio interessata dagli invasi Ecoambiente.
La
numerosa partecipazione dei cittadini e degli organi di informazioni,
oltre il doppio rispetto alle attese fa ben sperare che finalmente
anche a Borgo Montello possano essere resituite verità e dignità
discarica di Borgo Montello le note di trascrizione della conservatoria sui sequestri dentro la discarica di Borgo Montello http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/08/discarica-di-borgo-montello-le-note-di.html
atti sequestri Capitolina e dichiarazioni a verbale che in seguito ai sequestri nessuna notifica è arrivata alla societàEcoambiente
discarica di Borgo Montello le planimetrie delle aree sequestrate nell'ambito dell'inchiesta De Pierro alla società Capitolina
discarica di Borgo Montello le planimetrie delle aree sequestrate nell'ambito dell'inchiesta De Pierro alla società Capitolina
il
alto la planimetria con indicati i vari invasi.
Al centro la planimetria catastale.
In basso la restituzione dell'immagine della carta tecnica regionale dell'area interessata http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/08/discarica-di-borgo-montello-le.h
Al centro la planimetria catastale.
In basso la restituzione dell'immagine della carta tecnica regionale dell'area interessata http://pontiniaecologia.blogspot.it/2014/08/discarica-di-borgo-montello-le.h
Il
giorno 04/04/2015 alle ore 12:15:03 (+0200) il messaggio
AL
SINDACO DEL COMUNE DI LATINA
ALL'ASSESSORE
ALL'AMBIENTE DEL COMUNE DI LATINA
oggetto: polizza
fideiussoria discarica di Borgo Montello
società Ecoambiente richiesta informazioni e copia
Si
apprende dagli organi di informazione che la polizza fideiussoria a
favore della società Ecoambiente per operare nella
discarica di Borgo Montello sarebbe stata emessa dalla società
COFACE.
Si
chiede di sapere se corrisponde al vero e si chiede una copia della
medesima polizza fideiussoria.
Qualora
tale emissione di polizza venisse confermata si
chiede di sapere se si tratta dello stesso Istituto COFACE, con il
quale l'IVASP con il PROVVEDIMENTO N. 2996 DEL 2 AGOSTO 2012
ha concesso Autorizzazione al trasferimento totale del
portafoglio assicurativo da Coface Compagnia di Assicurazioni e
Riassicurazioni S.p.A., con sede in Milano, a Compagnie Française
d’Assurance pour le Commerce Exterieur S.A. (Coface), con sede in
Puteaux (Francia), conseguente alla fusione per incorporazione di
Coface Compagnia di Assicurazioni e Riassicurazioni S.p.A. in
Compagnie Française d’Assurance pour le Commerce Exterieur S.A.
(Coface).
Si
chiede inoltre di sapere se tale Compagnia possiede i requisiti
indicati dalla Banca d'Italia:
INTERMEDIARI
FINANZIARI ISCRITTI NELL’ELENCO GENERALE EX ART. 106 T.U. BANCARIO
Agli intermediari iscritti nel solo elenco generale ex art. 106 del
T.U. - assoggettati a forme di controllo ridotte da parte della
Banca d’Italia - è consentito l’esercizio dell’attività di
rilascio di garanzie in via non esclusiva, né prevalente o
rilevante rispetto ad altre attività finanziarie. In tal caso, agli
stessi sono comunque richiesti requisiti aggiuntivi rispetto a
quelli standard previsti per l’iscrizione nell’elenco generale.
Questi operatori devono essere in possesso in via continuativa dei
seguenti requisiti: natura giuridica di società per azioni;
oggetto sociale che preveda espressamente l’esercizio di attività
di rilascio di garanzie nei confronti del pubblico; capitale
sociale versato non inferiore a € 1.500.000 (detenuto in forma
liquida o investito in titoli prontamente liquidabili ai sensi delle
disposizioni vigenti; cfr. art. 11 D.M. n. 29/2009) e mezzi
patrimoniali complessivi non inferiori a € 2.500.000.
Si
chiede inoltre di sapere se è la stessa COFACE Assicurazioni
citata in giudizio dal Commissario Liquidatore della Comunità
Montana Savuto - Santo Stefano Rogliano CS in quanto non avrebbe
escusso la polizza come richiesto in base alla deliberazione n. 92
del 6 dicembre 2006 (sono passati oltre 8 anni...) e delibera n. 47
dedl 03 giugno 2008 (sono passati quasi 7 anni...).
Qualora
fosse verificato quanto sopra si chiede, a garanzia del patrimonio
pubblico e dell'interesse pubblico rappresentato dal comune di
Latina, di adottare le necessarie garanzie di cautela.
Ringraziando
per l'attenzione si inviano distinti saluti.
Giorgio
Libralato CTP cittadini residenti in via Monfalcone Borgo Montello /
Borgo Bainsizza
Interrogazione 29 aprile 2015 M5S Regione Lazio
Premesso 1)
La DETERMINAZIONE numero G09249
del 25/06/2014 Legge 7 agosto 1990, n°241 e s.m.i. - Conclusione del
procedimento amministrativo della Conferenza di Servizi relativa alle
seguenti istanze:ECOAMBIENTE s.r.l. - rinnovo, ai sensi dell'art.
29-octies del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. dell'autorizzazione integrata
ambientale emessa con Decreto Commissariale n. 35 del 06/04/2007 e
s.m.i. relativo al complesso impiantistico per il trattamento,
recupero e valorizzazione dei rifiuti non pericolosi e impianto di
discarica per rifiuti non pericolosi sito in Via Monfalcone n. 23/b,
località Borgo Montello, Comune di Latina;INDECO s.r.l. - rinnovo,
ai sensi dell'art. 29-octies del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.,
dell'autorizzazione integrata ambientale emessa con Decreto
Commissariale n.34 del 06/04/2007 e s.m.i.
relativa all'impianto di discarica per
rifiuti non pericolosi sito in Via Monfalcone n.23/a, località Borgo
Montello, Comune di Latina;
DETERMINA
1. di adottare provvedimento finale
POSITIVO con prescrizioni in base alle specifiche risultanze delle
Conferenze di Servizi del 10/01/2012, 30/11/2011, 20/03/2012,
30/03/2012, 02/08/2012, 02/10/2012, 11/02/2013, 03/10/2013 e
10/10/2013, per la definizione
dell’istanza di rinnovo A.I.A. relativamente alle seguenti istanze:
o ECOAMBIENTE s.r.l. - C.F. 00682660550
e P. IVA 0189930596 - con sede legale in Corso della Repubblica, 283
– 04100, Latina e sede operativa in Via Monfalcone, 23/b – 04010
Loc. Borgo Montello (Latina), rinnovo, ai sensi dell’art. 29-octies
del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. dell’autorizzazione integrata
ambientale emessa con Decreto Commissariale n. 35 del 06/04/2007 e
s.m.i. relativo all’impianto di discarica per rifiuti non
pericolosi sito in Via Monfalcone n. 23/b, località Borgo Montello,
Comune di Latina;
2. di subordinare l’atto di rinnovo,
ai sensi dell’art. 29-octies del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.
dell’autorizzazione integrata ambientale del complesso
impiantistico di discarica, di proprietà della società ECOAMBIENTE
s.r.l., di cui al Decreto Commissariale n°35 del 06/04/2007 dal
titolo: “ECOAMBIENTE S.r.l. – Codice Fiscale 00682660550 e
P.IVA 01899930596, con sede legale in Corso della Repubblica, 283 –
04100 - Autorizzazione Integrata Ambientale ai sensi del D.lgs. 59
del 18/02/2005,”, come modificato con determinazione n. B0605
del 25/02/2009
dal titolo: “ECOAMBIENTE S.r.l. -
modifica ed integrazione all’Autorizzazione Integrata Ambientale
rilasciata dal Commissario delegato per l’emergenza ambientale nel
territorio della Regione Lazio, con Decreto n. 35/2007”e s.m.i.
– alla prestazione e trasmissione alla Regione Lazio, entro e non
oltre il 23/07/2014 delle garanzie finanziarie di legge previste per
la post-gestione dei lotti di discarica denominati "S1, S2, S3 e
Valletta" ai sensi della Determinazione n.B03017 del 21/05/2012
di presa d’atto del collaudo e comunicazione chiusura del bacino
"S1, S2, S3 e Valletta";
3. di subordinare l’atto di rinnovo,
ai sensi dell’art. 29-octies del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.
dell’autorizzazione integrata ambientale emessa con Determinazione
n. B3693 del 13/08/2009, dal titolo: “ECOAMBIENTE s.r.l. –
aggiornamento autorizzazione integrata ambientale rilasciata con
decreto commissariale n. 35/2007 e s.m.i., ai sensi dell’art. 10
del d. lgs. n. 59/2005” riguardante l’autorizzazione alla
realizzazione e messa in esercizio dell’impianto TMB per il
trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti non pericolosi,
oltre che a quanto indicato nel precedente punto 2. alla definitiva
approvazione in Giunta Regionale della Variante alle N.T.A. del
P.R.G. di cui alle Deliberazioni C.C. n. 169/2012 e n.81/2013, a
seguito dell’approvazione con
modifiche del Comitato Regionale per il Territorio della Regione
Lazio, espresso nella seduta del 16/06/2014;
5. di dare atto che la conferenza ha
fatto salva la possibilità per l’Amministrazione regionale di
apportare eventuali modifiche all’atto autorizzativo di rinnovo,
anche su indicazione di ARPA Lazio.
Premesso 2
DETERMINAZIONE n. G01217 del
12/02/2015 avente per oggetto ECOAMBIENTE S.r.l. - Rinnovo
Autorizzazione Integrata Ambientale, rilasciata con Decreto
Commissariale n. 35/2007 e s.m.i., e approvazione variante non
sostanziale, ai sensi dell'art. 29-nonies del Titolo III bis del
D.Lgs. 152/2006 e s.m.i., relativa al complesso impiantistico per il
trattamento, recupero e valorizzazione dei rifiuti non pericolosi e
impianto di discarica per rifiuti non pericolosi sito in Via
Monfalcone, 23/b – 04010 Loc. Borgo Montello (Latina).
CONSIDERATO che la definitiva
approvazione della Variante alle N.T.A. del P.R.G. di cui alle
Deliberazioni C.C. n. 169/2012 e n. 81/2013 non è ancora avvenuta;
TENUTO CONTO che il Comune di
Latina e la Provincia di Latina hanno più volte sottolineato il
fatto che in assenza del proseguo della bonifica non possa essere
consentita la prosecuzione delle attività in essere e future da
parte delle Società ECOAMBIENTE ed IND.ECO s.r.l. In particolare il
comune di Latina con nota n. 106372 del 31/07/2014 afferma che “Per
l'effetto, tra le prescrizioni delle autorizzazioni eventualmente da
rilasciarsi alle Società Ecoambiente ed Indeco dovrà stabilirsi di
subordinare i suddetti provvedimenti di rinnovo alla puntuale
esecuzione degli interventi di bonifica del sito di Borgo Montello,
secondo le modalità e i tempi previsti nel Progetto approvato con
Det. Dirigenziale n. 913/2009 e successiva variante di cui alla Det.
n. 205/2014.”;
DETERMINA
1. di rinnovare l’Autorizzazione
Integrata Ambientale rilasciata alla ECOAMBIENTE s.r.l., con sede
operativa e legale in Via Monfalcone n. 23/B – 04010 Loc. Borgo
Montello - Latina., e per essa il proprio legale rappresentante pro
tempore, con Decreto Commissariale n. 35 del 06/04/2007 e s.m.i.
così come riportato nell’allegato tecnico;
2. di subordinare gli interventi
previsti al rispetto della normativa urbanistica comunale vigente,
ivi comprese le norme di salvaguardia, a tal fine, la società dovrà
presentare prima dell’inizio di attività incidenti su tali
aspetti, la documentazione atta a valutarne la conformità;
3. di subordinare l’esercizio
dell’attività al proseguo degli interventi di bonifica; di
subordinare la messa in esercizio dell'impianto TMB, dell’impianto
di compostaggio e dell’impianto di trattamento del percolato al
collaudo tecnico e funzionale delle opere autorizzate con la
Determinazione n. B3693 del 13/08/2009 di cui al presente rinnovo,
nonché all'acquisizione delle previste garanzie secondo le modalità
richiamate nella D.G.R. 239 del 17/04/2009;
10. di stabilire, come indicato nella
Conferenza di Servizi decisoria del 03/10/2013, che la società
ECOAMBIENTE s.r.l. dovrà acquisire la proprietà dei terreni
attualmente in disponibilità, una volta concluse le procedure
attivate dalla curatela del fallimento Ecomont s.r.l., anche
sostenendo a proprio carico i costi di un eventuale esproprio del
terreno per pubblica utilità, così come peraltro stabilito anche
dalla stessa Legge Regionale n.27/1998;
11. di subordinare l’efficacia del
presente atto alla presentazione entro e non oltre 30 giorni dalla
data di notifica del presente atto, dell’aggiornamento delle
garanzie finanziarie già prestate, secondo le modalità richiamate
nella stessa D.G.R. 239/2009 e s.m.i.
Premesso
3
Determinazione B0605
del 25.02.09 oggetto: ECOAMBIENTE S.r.l. - modifica ed
integrazione all’Autorizzazione Integrata Ambientale rilasciata dal
Commissario delegato per l’emergenza ambientale nel territorio
della Regione Lazio, con Decreto n. 35/2007. gestore: ECOAMBIENTE
S.r.l.
Premesso
3A)
ALLEGATO
TECNICO alla Determinazione n. B0605 del 25.02.09
GESTORE:
ECOAMBIENTE S.r.l. – C.F. 00682660550 e P.IVA 01899930596
SEDE
LEGALE: Corso della Repubblica, 283 – 04100 Latina
STABILIMENTO
SITO IN: località “Borgo Montello” nel comune di Latina.
REFERENTE
IPPC: Gian Mario Baruchello RAPPRESENTANTE LEGALE: Bruno Landi
realizzazione del
nuovo invaso
La
società è autorizzata a realizzare un nuovo invaso di discarica per
rifiuti non pericolosi.
L’area
di allocazione del nuovo invaso rientra nei terreni già di proprietà
della ECOAMBIENTE S.r.l., catastalmente indicata al N.C.T. del Comune
di Latina al foglio n. 21, con le particelle 207, 198, 147, 151 e
200.
premesso
4
deliberazione di consiglio comunale n.
169 del 28/12/2012 e’ stata adottata la “ norma di salvaguardia
delle aree agricole contermini siti di discarica nel Prg del comune
di Latina” controdeduzione alle opposizioni/osservazioni”.
premesso
5
deliberazione n° 81/2013 del
23/12/2013 oggetto : deliberazione di consiglio comunale n.169/2012
del 28.12.2012 e’ stata adottata la «norma di salvaguardia delle
aree agricole contermini siti di discarica nel prg. del comune di
latina «- controdeduzione alle opposizioni/osservazioni.
Premesso
6
Che
i cittadini residenti nei pressi dell’insediamento Ecoambiente
hanno presentato ricorso pendente al Tar di Latina avverso la
deliberazione n. 81/2013 per il ripristino dei vincoli adottati con
la deliberazione n. 169/2012
Premesso
7
Nella
domanda giudiziale di dichiarazione di nullità del 15.2.1997 n.
4036 al Tribunale di Latina per conto dell’Avvocato Angelo
Pietrosanti, a favore della Curatela Fallimentare Ecomont, contro
Capitolina e Immobiliare Giulia viene chiesto l’annullamento degli
atti notarili aventi per oggetto gli immobili per oggetto il
contratto novennale (premesso 8) nonché indicati come di proprietà
Ecoambiente al foglio n. 21, con le particelle 207, 198, 147, 151 e
200 nell’ allegato tecnico alla Determinazione n. B0605 del
25.02.09 (premesso 3A)
Premesso
8
La
società Ecoambiente ha in locazione novennale (che si prorogherà
automaticamente per altri 9 anni quindi fino al 4/8/2016) il terreno
dalla società Capitolina srl in seguito a scrittura privata del
4/8/1998, registrata Latina il 7/3/2002 al n. 2127. Oggetto della
locazione il terreno distinto dal foglio 21 particelle 123, 124, 147,
151, 152, 198, 200, 202, 207, 215, Il terreno contiene tra l’altro
le discariche di RSU note come bacini “S0-S1-S2-S3) nel comune di
Latina località Borgo Montello. Il contratto di locazione viene
autenticato con atto pubblico il 22/5/2002 rep. 598 notaio Paolo
Cerasi in Tivoli.
Premesso
9
La
particella 207 era inesistente in quanto soppressa con tipo mappale
del 14/09/2005 n. 159233.1/2005. La particella 207 origina le
particelle 299 e 300.
Le particelle
147, 151, 198, 200, 299 e 300 hanno intestazioni catastali non
corrette. Dalla visura presso la Conservatoria dei RRII di Latina
risultano cedute da Immobiliare Giulia a società Capitolina con atto
di compravendita del Notaio Giuliani tra Capitolina (acquista) e
Immobiliare Giulia (vende) del 28.03.1996 rep. 19.582.
Premesso
10
in data 29 gennaio 2014 la GDF
GICO per conto del Tribunale di Roma ha depositato il decreto di
sequestro ex art. 20 d.lgs. 159/2011 a carico di Capitolina s.r.l. in
liquidazione sede Roma
(Rm) sulle particelle 299 e 300, del foglio n. 21 del catasto di
Latina, oltre ai sub 2,3,4,5, della particelle 169.
Premesso
11
nell’incontro
tecnico del giorno 18/03/2014. Istruttoria degli
atti di rinnovo dell’istanza della
società Ecoambiente srl
<< La Regione Lazio,
successivamente, a seguito dei recenti accadimenti giudiziari e delle
notizie apparse a mezzo stampa, con nota prot. 54456 del 29/01/2014,
ha richiesto ad Ecoambiente srl se i sequestri dei terreni “De
Pirro” (De Pierro ndr) di cui si era venuti a conoscenza trovavano
effettivo riscontro e se tale accadimento comportava problematiche
nella gestione della discarica >>;
a Pag. 3, sesto capoverso, al terzo
rigo:
<< La società Ecoambiente srl
con nota prot. n. 18 del 30/01/2014 acquisita al prot. 66411 del
04/02/2014 ha comunicato che nella giornata 29/02/2014 non
è avvenuto alcun sequestro dei terreni nella disponibilità
Ecoambiente srl e che i suddetti terreni sono di proprietà della
curatela del fallimento Ecomont… terreni per i quali viene
corrisposto regolare canone di locazione. Inoltre ha comunicato che
il curatore fallimentare contattato a riguardo, ha confermato di non
aver ricevuto nessuna notifica di sequestro >>
A Pag. 3, settimo e ultimo capoverso,
al terzo rigo:
<< In merito alla disponibilità
dei terreni della società Ecoambiente srl si rappresenta che il tema
era stato oggetto di discussione nella conferenza dei servizi del
03/10/2013 nel cui verbale si legge “in merito ai chiarimenti
richiesti sull’effettiva disponibilità per l’intera durata del
rinnovo dell’esercizio e delle attività di post gestione, delle
aree attualmente in gestione operativa e post operativa, Ecoambiente
s.r.l. consegna un parere legale a firma dell’Avv. Luigi Marino,
che viene acquisito agli atti e di cui viene data lettura
Premesso
12
Procedura
(Curatela fallimentare Ecomont).
Premesso
13
Il
comune di Latina ha consegnato, in conseguenza dell’entrata in
vigore delle Norme di Salvaguardia di cui alla legge 1150, il parere
di non conformità urbanistica del progetto di TMB della società
Ecoambiente in seguito alle deliberazioni del Consiglio comunale di
Latina n. 169/2012 e 81/2013.
Premesso
14
Nella
procedura della conferenza dei servizi La DETERMINAZIONE numero
G09249 del 25/06/2014 nei documenti richiamati manca il parere
contrario della ASL di Latina.
Premesso
15
Il
CTU del Tribunale di Latina dottor Tomaso Munari nella procedura
penale a carico di 2 Dirigenti di Ecoambiente attesta la mancata
regolarità delle operazioni di impermeabilizzazioni, della
correttezza della bonifica e del mancato rispetto delle norme di
buona tecnica per il campionamento e monitoraggio dei piezometri,
oltre al persistere dell’inquinamento delle falde.
Premesso
16
Nella
conferenza dei servizi presso il comune di Latina del 12 gennaio 2015
la Dottoressa Nicoletta Valle della provincia di Latina ha
certificato che la stessa Provincia di Latina ha segnalato
all’autorità giudiziaria la società Ecoambiente per non aver
effettuato la bonifica del sito come da progetto e cronoprogramma.
Premesso
17
Nel
tavolo tecnico presso il comune di Latina del 24 aprile 2015 la
Dottoressa Tosini per la Regione Lazio ha confermato che l’iter
delle varianti urbanistiche nel sito della discarica di Borgo
Montello non si è ancora concluso, pertanto continuano a valere le
norme di salvaguardia di cui alla Deliberazione n. 169/2012.
Nello
stesso tavolo tecnico i Funzionari della Regione Lazio (Monaco e
Tosini) attestano che in assenza di dati scientifici certi, per il
principio di precauzione, non si possono rilasciare autorizzazioni
per ampliamenti e/o nuovi impianti, che il progetto di Tmb della
società Ecoambiente è superato e anacronistico dal punto di vista
tecnico e sovradimensionato.
I
Funzionari Monaco e Tosini hanno più volte ribadito che sia le VIA
non sono attuali e nemmeno le analisi di rischio degli impianti che
quindi devono essere attualizzati in base alle nuove situazioni
venutesi a creare.
Premesso
18
Dalle
informazioni riportate sulla stampa sarebbe stata emessa polizza
fideiussoria a favore di Ecoambiente della società Coface che non
risulterebbe nell’elenco ISVAP e/o IVASS e che non avrebbe
adempiuto, in seguito alla richiesta di escussioni di polizze da
altri Soggetti pubblici.
Considerato
che:
- è falso quanto affermato nell’allegato tecnico alla Determinazione n. B0605 del 25.02.09 che gli immobili interessati fossero all’epoca e oggi di proprietà della società Ecoambiente;
- È falsa l’affermazione che nella giornata 29/02/2014 non è avvenuto alcun sequestro dei terreni nella disponibilità Ecoambiente srl;
- Essendo il terreno oggetto delle DETERMINAZIONE numero G09249 del 25/06/2014 e DETERMINAZIONE n. G01217 del 12/02/2015 sequestrato dal GICO della GDF non potevano essere rilasciate alcuna delle determinazioni;
- Il contratto novennale è stato stipulato il 4/8/1998 successivamente alla trascrizione della richiesta di annullamento della titolarità della società Capitolina (che il 4/8/1998 affitta gli immobili alla Società Ecoambiente), quindi, in virtù della sentenza favorevole alla Curatela Fallimentare Ecomont, sono nulli tutti gli atti e i patti successivi alla trascrizione della richiesta di annullamento, quindi è nullo anche il contratto a favore della società Ecoambiente che non ha titolo sugli immobili sia per il sequestro che per la sentenza.
- Avendo sottoposto il rinnovo dell’AIA con la determinazione n. G092949 del 25/06/2014 alla definizione della variante urbanistica, a tutt’oggi secondo la Dottoressa Tosini ancora non perfezionata, alla polizza fideiussoria, che stando alle notizie apparse sulla stampa sarebbe stata emessa da una società non compresa nell’elenco ISVAP e che in passato non avrebbe adempiuto alla richiesta di escussione di polizze;
- Avendo sottoposto altresì il rinnovo dell’AIA a eventuali modifiche, all’adempimento della bonifica, che secondo il CTU Dottor Munari e secondo la dottoressa Valle della provincia di Latina sarebbe non conforme al progetto approvato e al relativo cronoprogramma;
- i forti dubbi sulla bonifica avanzati sia dai Funzionari della Regione, dalla stessa società Ecoambiente che ha osservato il fenomeno di rebounding, il mancato controllo dell’ArpaLazio che anch’essa nutri dubbi sull’efficacia della bonifica;
- Che la stessa determinazione n. G092949 del 25/06/2014 subordinava il rilascio dell’AIA alle disposizioni dell’ArpaLazio che, non avendo effettuato monitoraggi e controlli, non sono ancora state emesse;
- Che con tutte le subordinazioni e le premesse, le dichiarazioni e affermazioni false sulla titolarità dell’immobile, sulla disponibilità e sul sequestro, è evidente che l’iter della conferenza di servizio non si è affatto esaurita il 25 giugno 2014;
- Che la determinazione n. G092949 del 25/06/2014 è carente del parere contrario della ASL di Latina, nonché del parere urbanistico contrario del comune di Latina al progetto di TMB della società Ecoambiente.
Si
interroga chiedendo:
-la
rettifica della Determinazione n. B0605 del 25.02.09 allegato tecnico
in merito alla titolarità degli immobili;
-
la rettifica della determinazione n. G092949 del 25/06/2014 riguardo
alla conclusione della procedura;
-
l’annullamento della determinazione n. G01217 del 12/02/2015
in quanto mancano tutti i presupposti indicati nella stessa
determinazione n. G092949 del 25/06/2014.
Tavolo
tecnico bonifica discarica di Borgo Montello presso comune di Latina
24 aprile 2015
Presenti
comune di Latina (assessore Pansera, dottoressa De Simone, architetto
Paccosi, signora verbalizzante), Regione Lazio (Ing. Flaminia Tosini,
Dottor Monaco, due funzionari), provincia di Latina (dottoressa
Valle), ArpaLazio (dottor Chiarucci), Asl (dottor Amilcare
Ruta), Ecoambiente (Ing. Lombardi), Indeco (dottor Cardona,
Ing. Brevigliero), cittadini Comitati Riuniti Borgo Montello /
Bainsizza.
Per Arpalazio, ha
preso atto della documentazione prodotta da Ecoambiente per
Esssezero, posa in opera parziale teli di copertura con urgenza per
la regimazione delle acque. Entro il mese di maggio sarà effettuata
la ricognizione dei piezometri e verificati i report delle attività
di bonifica con introduzione del reagente che provoca la reazione
nelle falde. Sarà verificate quindi la bontà dell'operazione di
bonifica. Secondo il parere personale si sono verificati fenomeni di
rebounding. Per
Arpalazio la priorità è mantenere in sicurezza il sito della
discarica di Borgo Montello. Saranno effettuati controlli sulla posa
in opera del capping su essezero e verificata la rispondenza delle
iniezioni. Le procedure di VIA non possono essere esaminate in
assenza dell'analisi di rischio specifica del sito. Tale analisi
potrebbe comportare la modifica della documentazione e addirittura
dell'istanza delle VIA in corso. L'analisi di rischio e le
valutazioni conseguenti deve essere unica per il sita sommando gli
effetti delle attività di Indeco e di Ecoambiente.
Per Monaco
(Regione)
è importante verificare l'effettivo risultato ottenuto dalle
attività che dovevano portare alla bonifica. In base all'art.246
l'analisi di rischio del sito non è attuale e va rifatto. In
assenza di certezze scientifiche vale il principio della precauzione.
L'inquinamento è accertato ma non è nota quale sia la fonte di
inquinamento primaria. Non sono noti i danni sulla salute. Quindi
vanno scongiurati ampliamenti. Dove ci hanno portato gli interventi
finora svolti che dovevano portare alla bonifica del sito. E'
obbligatoria e urgente la messa in sicurezza operativa permanente del
sito (art. 242). Se è certo che le procedure e le normative sono da
rispettare l'attendibilità e la rispondenza delle tecnologie
adottate sono controverse e non certe. La
regione è preoccupata per i tempi di bonifica non rispettati.
Per
Tosini (Regione) ci
sono 3 situazioni in atto. 1. La VIA per l'ampliamento dei bacini
(discarica) con 1 milione di tonnellate per Ecoambiente, 650
mila per Indeco. La valutazione della VIA è ferma e prevede
l'impianto di Tmb per Indeco mentre quello di Ecoambiente sarebbe
già approvato. L'esame delle VIA va sospeso in quanto le analisi di
rischio non sono più attuali. 2. la bonifica. 3. L'accordo di
programma (art. 246) presentato lo scorso anno a comune di Latina e
regione da Ecoambiente. In merito all'accordo di programma va
rivisto in quanto l'analisi di rischio del sito di Borgpo Montello
vale sei mesi e quindi è scaduto non essendo più attuale.
Va
fatta una riflessione sul sito di Borgo Montello che dovrebbe
ospitare i rifiuti per il 90% provenienti dal ciclo urbano dell'ATO
della provincia di Latina.
C'è
l'ipotesi di svuotamento delle discariche (landfill mining).
Il
progetto di bonifica non prevedeva la copertura delle discariche
effettuata per circa 12 mila mq (circa ¼) dell'intero. I
quantitativi di rifiuti previsti dai vari impianti (1.650.000
tonnellate) non sono attuali e vanno senz'altro modificate con netta
diminuzione delle quantità. Inoltre il progetto del Tmb approvato
di Ecoambiente è anacronistico per quantitativi e per la
tecnologia oggi superata. Non c'è la certezza della regolarità
urbanistica. La variante c'è oppure no? Va certamente svolta una
nuova campagna di valutazione dei rischi ed effettuata l'indagine
sulla matrice del suolo finora ignorata.
Per
la dottoressa Valle
(provincia) in
base all'art.242 delle attività di bonifica si è chiesta la
protezione dell'invaso essezero per il pericolo che lo scoticamento
potesse agevolare la permeabilità a causa del riscontrato ritardo
sul cronoprogramma (si tratta quindi di una variante al progetto di
bonifica approvato). Si chiede se si apre un altro scenario diverso
dal progetto del 2008. Vorrei capire dove stiamo andando. La
normativa non può prevedere tutto. I progetti presentati per il sito
di Borgo Montello non sono conformi al piano regionale dei
rifiuti. La
provincia contesta il mancato rispetto del cronoprogramma degli
interventi di bonifica che è parte integrante dell'accordo. Non si
può parlare in questo tavolo tecnico di modifiche della discarica.
Non si può separare la messa in sicurezza e la bonifica. Nessuno
sbloccherà la polizza fideiussoria presentata da Ecoambiente per
le attività di bonifica in assenza di chiarezza sul progetto e sugli
obiettivi.
Per De
Simone / Pansera (comune) l'obiettivo
principale è arginare l'inquinamento, vogliono maggiori garanzie e
certezze per una bonifica seria.
Per Lombardi
(Ecoambiente) la
società Ecoambiente ha presentato ricorso al Tar
(rinunciando poi alla sospensiva in attesa di entrare nel merito)
ritenendo non corretto che la determina del comune di Latina del
febbraio 2014 abbia individuato come soggetto obbligato alla bonifica
solo Ecoambiente e non anche Indeco. Lombardi conferma
l'interesse alla bonifica e che il temuto effetto rebounding è stato
riscontrato in un solo punto. Nei controlli dei piezometri solo 1 su
30 è stato riscontrato inquinamento. Dopo aver inviato 3 report,
stanno per inviare i. 4. Forse bisognerà intervenire anche in
ulteriori piezometri. Ecoambiente per intervenire
nell'invaso Essezero vuole chiarezza sui costi mediante un accordo di
programma. La bonifica non significa messa in sicurezza. La
realizzazione del polder ha un costo di circa 2,8 milioni di € e la
realizzazione del polder è inutile nel caso del landfill mining a
cui è alternativo. Per l'accordo di programma il comune deve
decidere. Secondo Ecoambiente l'inquinamento è diminuito
dal 2000. In 8 piezometri riscontrato inquinamento blando per
attività antropica dovuta all'attività della discarica.
L'inquinamento da ferro e manganese riscontrato sarebbe ubiquitario
per Ecoambiente e non dovuto all'attività della
discarica. L'Arpalazio
non è d'accordo su tale dichiarazione. Ecoambiente non
interesse a spendere risorse e denaro in interventi dove ci sono
dubbi sul risultato da raggiungere. Nella
discussione che
si origina si cita che per gli accordi di programma (art. 246) non ci
sono vincoli. Che la bonifica viene compresa in accordi di programma
solo quando interessa più siti inquinati (2. e 3. comma) mentre il
comma 1 pone i vincoli sulle analisi di rischio chenon
tiene conto di interventi effettuati ma non previsti. Le varianti
devono essere richieste e possono essere approvate solo in presenza
di dati scientifici certi.
Per
Cardona (Indeco) la società Indeco è di fronte ad un bivio
strategico. Intanto non è disponibile a investire risorse in assenza
di un accordo di programma. Non ha intenzione a chiamarsi fuori
(considerati i disturbi recati dalla sua attività). Ci
sono rifiuti radioattivi nella discarica di Borgo Montello? Chi lo
può escludere? Ritiene la realizzazione del capping inutile, in
quanto utilizzando argilla e bentonite provocazione la formazione di
percolato, quindi di altro inquinamento. La
società Indeco vorrebbe invece svuotare le discariche e gli invasi
oggi non più attivi per non consumare altro terreno. In questo caso
ci sarebbe necessità di un nuovo invaso per lo spostamento dei
rifiuti già abbancati. Comunque Indeco ha già il parere favorevole
da Milano per contribuire al costo degli interventi in liberalità.
Cardona fa l'esempio della discarica di Ferrara svuotata e l'ing.
Breviglieri della discarica di Rovigo.
Nella
discussione si evidenzia la necessità di analizzare correttamente le
criticità che potrebbero derivare dall'escavazione della discarica
tra le quali le sacche di gas e i problemi di cattivi odori per la
zona e sicuramente per tutte le popolazioni e le aziende limitrofe. A
settembre a Bruxelles sarà illustrato un intervento per un progetto
pilota.
In
conclusione il comune di Latina, sentite le varie amministrazioni
presenti, nella necessità che si eseguano con urgenza le attività
di bonifica e messa in sicurezza, come da progetto approvato, concede
alle aziende Indeco ed Ecoambiente 30 giorni di tempo per
effettuare l'analisi di rischio delle discariche e 60 (da oggi)
giorni affinchè le stesse aziende Ecoambiente e Indeco
presentino un progetto unitario e il conseguente accordo di programma
sulle attività nel sito di Borgo Montello.
Interviene
infine la signora Carla Piovesan ricordando che Arpalazio e Asl di
Latina hanno più volte evidenziato il rischio e la forte esposizione
sanitaria accertata dalle attività di discarica autorizzate a
distanza inferiore ai limiti di legge.
L'assessore
Pansera ha ribadito l'impegno assunto dal comune di Latina per la
delocalizzazione delle famiglie nei pressi della discarica e per il
riconoscimento dei danni subiti dalle stesse famiglie
12 giugno 2015
oggetto: ricorso al Capo dello Stato contro la determinazione della regione Lazio a favore di Ecoambiente per la discarica di Borgo Montello
Prosegue
determinata e costante l'opposizione dei cittadini contro gli errori
della pubblica amministrazione che ha favorito, con atto spesso
illegittimi, il disastro ambientale nella discarica di Borgo
Montello.
E'
stata presentata infatti, opposizione e ricorso al Capo
dello Stato avverso la Determinazione
della Regione Lazio –
Direzione
Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti – n.
G01217 del 12/02/2015 (di
cui alla Proposta n. 880 del 26/01/2015, pubblicata nella stessa data
sul BURL ad oggetto: <>, con la
quale si è determinato di rinnovare l’Autorizzazione Integrata
Ambientale rilasciata alla ECOAMBIENTE s.r.l. con sede
operativa e legale in Via Monfalcone n. 23/B – 04010 Loc. Borgo
Montello – Latina, e per essa il proprio legale rappresentante
pro-tempore, con Decreto Commissariale n. 35 del 6/04/2007 e s.m.i.
così come riportato nell’allegato tecnico.
Il ricorso è
stato presentato da 12 cittadini residenti nella zona e dal
"COMITATO
CIVICO DI SALUTE PUBBLICA BORGHI LATINA NORD”.
Come
più volte pubblicamente rappresentato, da ultimo nell'audizione
della Commissione
VI Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e
urbanistica, presso la regione Lazio del 26 maggio, diversi sono i
punti critici ed errati compresi nella stessa Determinazione.
Punti
che non hanno trovato risposto nè dalla parte politica (era presente
l'Assessore Civita, il Presidente della Commissione, alcuni
consiglieri regionali), nè da quella tecnica e amministrativa.
I
ricorrenti infatti lamentano:
-
la mancata chiusura del procedimento con la determinazione del 25
giugno 2014 (che sembrava redatta solo per superare nuove
disposizioni di legge che avrebbero invece costretto a presentare una
nuova richiesta e un nuovo provvedimento) come dimostra poi la
determinazione del 12 febbraio;
-
la mancata rispondenza della determinazione del 12 febbraio alle
norme di salvaguardia introdotte dal comune di Latina con le 2
modifiche urbanistiche all'area della discarica di Borgo Montello di
cui alle Deliberazioni C.C. n. 169/2012 e n. 81/2013;
-
la mancata titolarità e disponibilità dell'area che è tornata
nella disponibilità della Curatela Fallimentare Ecomont che rende
nullo di fatto il contratto di locazione a favore della
società Ecoambiente titolo per il quale in precedenza era
stata autorizzata attestando falsamente di esserne proprietaria;
-
l'intervenuto sequestro di alcune particelle interessate da parte del
GICO della GDF su ordine della Procura di Roma del 29 gennaio 2014;
-
la mancata presentazione di idonea polizza finanziaria;
-
la mancata corretta attuazione della bonifica dell'area di Borgo
Montello come attestato da parte della Provincia di Latina nei tavoli
tecnici del 12 gennaio e del 24 aprile 2015.
Il ricorso è
stato possibile grazie all'impegno storico ed economico di molti
cittadini, principalmente le famiglie Piovesan, per quello degli
attivisti del Meetup di Latina del Movimento 5 Stelle e del
consigliere regionale del M5S Gaia Pernarella.
La
stessa Pernarella ha richiesto e sollecitato oltre all'audizione del
26 maggio, diverse interrogazioni sui fatti oscuri nella discarica di
Borgo Montello, rimasti ancora senza risposta.
Il
Meetup di Latina del M5S ha organizzato eventi per la raccolta fondi
e altri ne seguiranno per raggiungere l'obiettivo importante del
raggiungimento della verità, della giustizia e sopratutto per
ottenere la bonifica dell'area possibile solo con il superamento
della discarica e di impianti obsoleti e inattuali come riconosciuto
anche da chi inizialmente li proponeva.
Il ricorso è
stato presentato dai legali di Latina Avv.
Carlo Bassoli - Avv. Luciano Falcone.
Alla
Regione Lazio
Direzione
Regionale Territorio, Urbanistica, Mobilità e Rifiuti
CA
Direttore Regionale Arch. Manuela Manetti mmanetti@regione.lazio.it
CA
Il Dirigente dell'Area Ing. Flaminia Tosini ftosini@regione.lazio.it
Alla
Presidente della Commissione per le Petizioni Cecilia
Wilkstrom Bruxelles
p.c.
alla Rappresentanza permanente d'Italia presso l'Unione Europea
Bruxelles
peti-secretariat@europarl.europa.eu
oggetto:
petizione 1173/2012 presentata da Giorgio Libralato , cittadino
italiano, sulla discarica di rifiuti solidi urbani di Borgo Montello
(Latina - Lazio)
Allo
scopo di evitare denunce per affermazioni non corrispondenti al vero,
preso atto della disponibilità dimostrata dalla Regione
Lazio, commissione Ambiente del 26maggio 2015,
con l'audizione dei cittadini di Borgo Montello, nello spirito di
collaborazione finalmente dimostrato dalla Regione Lazio, preso atto
della costituzione della Regione Lazio contro l'inquinamento della
discarica di Borgo Montello, accettando, dopo anni, la richiesta dei
cittadini penalizzati e inquinati dalla stessa discarica si chiede di
rettificare, in quanto non corrisponde a verità quanto
dichiarato dalla Regione Lazio, nella nota trasmessaci dalla Comunità
Europea, prot. GR 268475 del 15.5.2015, avente per oggetto la
petizione 1173/2012 in merito a:
1)
“la discarica di Borgo Montello è stata oggetto di approfondite
indagini coadiuvate dall’Istituo Nazionale di Geofisica e
Vulcanologia che hanno dimostrato l’assenza di qualsivoglia “fusti
di rifiuti tossici e nocivi”, in quanto la ricerca è stata
effettuata solo per la vasca Essezero e solo per la ricerca di masse
metalliche.
2) “in
merito alla bonifica dell’area, il progetto relativo è stato
approvato con atto del comune di Latina n. 913 del 19.05.2009 e
attualmente i lavori sono in fase di realizzazione e completamento”
Come
risulta dai tavoli tecnici del 12 gennaio 2015 e del 24
aprile 2015 (di cui abbiamo la registrazione vocale che
possiamo far risentire qualora richiesto), alle quali ha
partecipato l’Ing. Flaminia Tosini, presso il comune di
Latina, cui erano presenti i rappresentanti del comitato dei
cittadini, nonché dall’audizione della commissioneambiente
alle regione Lazio del 26 maggio 2015, a cui
ha partecipato l’Ing. Flaminia Tosini, non è in corso la
“bonifica” della discarica bensì la “messa in sicurezza”.
Inoltre le attività di “messa in sicurezza” sono in corso solo
su una parte della discarica, per la precisione quella gestita da
Ecoambiente e non su quella gestita da Indeco.
3)
La discarica … oggi non riceve rifiuti tal quale… con note in
data 30/01/2014 e 4/02/2014 ha diffidato tutti gli impianti di
gestione dei rifiuti, tutti i Comuni … ottenendone immediato
positivo riscontro. Falso come risulta dai verbali della
Polizia Provinciale del 2014, dalle dichiarazioni a verbale
nell’ambito del processo “Cerroni”, testimonianza ex Ad
dell’Indeco D’Aprano, il conferimento dei rifiuti tal quale è
avvenuto anche successivamente alle date indicate.
A
tale scopo alleghiamo quanto riportato nella costituzione di parte
civile della Regione Lazio nel processo per inquinamento delle falde
in atto nella discarica di Borgo Montello:
Nella costituzione di
parte civile della Regione Lazio depositata nella cancelleria del
Tribunale di Latina del 7 maggio 2015, si dichiara:
“l’impatto
ambientale che la discarica ha determinato sulle falde acquifere, sul
fiume Astura e di conseguenza sulla salute dei residenti
specificatamente del comprensorio di Borgo Montello, ha cagionato un
grave pregiudizio economico residenti e delle produzioni agricole che
insistono in quell’area e di conseguenza anche alla regione Lazio
che ha sempre perseguito l’obiettivo dello sviluppo economico e del
miglioramento della qualità della vita della popolazione secondo
criteri di compatibilità ecologica e di agricoltura sostenibile
basandosi alle effettive esigenze e vocazioni dei territori e delle
rispettive comunità.
E’
evidente come le azioni poste in essere dagli odierni imputati
abbiano creato un grave pregiudizio economico per il sistema
regionale del Lazio che concorre al raggiungimento degli obiettivi di
tutela della salute dei cittadini. Ne deriva dunque che ove vi sia un
danno all’ambiente e al territorio con conseguente pericolo per la
salute pubblica scaturita da azioni illecite predisposte dai singoli
imputati via sia un danno diretto alla costituenda parte civile. …
attesa l’adulterazione delle acque di falda a causa della
fuoriuscita del percolato altamente tossico. L’intera vicenda sopra
descritta appare gravissima, poiché le condotte degli imputati hanno
inciso su un bene primario come la salute causando, anche per questo,
un danno di gravissima entità e di allarme sociale
questo
il testo del rinvio a giudizio:
Rondoni
Vincenzo
Landi
Bruno
Colucci
Nicola
Imputati
dei reati p. e p. dagli artt. 81, 110, 40 cpv e 440 cp perché in
concorso tra loro in tempi diversi Landi Bruno n.q. di amministratore
delegato della società Ecoambiente srl, Rondoni Vincenzo quale
presidente del consiglio di amministrazione della citata società
contrattualmente incaricata della gestione di parte dei rifiuti
solidi urbani della provincia di Latina e Colucci Nicola quale
imprenditore di fatto, mediante l’omesso controllo circa la
sicurezza degli invasi denominati S1, S2, S3 ed S0 e mediante la
mancata esecuzione di opere di imperme4abilizzazione dei citati
impianti benché le stesse carenze strutturali fossero note ai
predetti attraverso plurimi atti e documenti comunicati in
successione alla citata società e per essa agli indagati (ordinanza
n. 36 del 18/08/98 del sindaco di Latina, relazione dell’Ente del
1995 e del 1996 commissionata dal Comune di Latina, plurime
comunicazioni dell’ArpaLazio in ordine agli accertamenti tecnici
effettuati nel sito), determinando di conseguenza reiterati fenomeni
di fuoriuscita dei percolati dai siti indicati, percolato contenente
tra l’altro sostanze pericolose quali piombo, rame e zinco
determinavano l’adulterazione e la contraffazione delle acque di
falda poste in prossimità del detto sito rendendole pericolose per
la salute pubblica, in Latina commesso a tutt’oggi aprile
2011, reato permanente.
questi
invece gli interventi testuali dei Rappresentanti della Regione Lazio
nel tavolo tecnico del 24 aprile 2015 avente per oggetto la
situazione della discarica di Borgo Montello:
Per Arpalazio, ha
preso atto della documentazione prodotta da Ecoambiente per
Esssezero, posa in opera parziale teli di copertura con urgenza per
la regimazione delle acque. Entro il mese di maggio sarà
effettuata la ricognizione dei piezometri e verificati i report delle
attività di bonifica con introduzione del reagente che provoca la
reazione nelle falde. Sarà verificate quindi la bontà
dell'operazione di bonifica. Secondo il parere personale si sono
verificati fenomeni di rebounding. Per Arpalazio la priorità
è mantenere in sicurezza il sito della discarica di Borgo Montello.
Saranno effettuati controlli sulla posa in opera del capping su
essezero e verificata la rispondenza delle iniezioni. Le procedure di
VIA non possono essere esaminate in assenza dell'analisi di rischio
specifica del sito. Tale analisi potrebbe comportare la modifica
della documentazione e addirittura dell'istanza delle VIA in corso.
L'analisi di rischio e le valutazioni conseguenti deve essere unica
per il sita sommando gli effetti delle attività di Indeco e di
Ecoambiente.
Per Monaco
(Regione) è importante verificare l'effettivo risultato ottenuto
dalle attività che dovevano portare alla bonifica. In base
all'art.246 l'analisi di rischio del sito non è attuale e va
rifatto. In assenza di certezze scientifiche vale il
principio della precauzione. L'inquinamento è accertato ma non è
nota quale sia la fonte di inquinamento primaria. Non sono noti i
danni sulla salute. Quindi vanno scongiurati ampliamenti. Dove ci
hanno portato gli interventi finora svolti che dovevano portare alla
bonifica del sito. E' obbligatoria e urgente la messa in sicurezza
operativa permanente del sito (art. 242). Se è certo che le
procedure e le normative sono da rispettare l'attendibilità e la
rispondenza delle tecnologie adottate sono controverse e non
certe. La regione è preoccupata per i tempi di bonifica
non rispettati.
Per Tosini (Regione) ci
sono 3 situazioni in atto. 1. La VIA per l'ampliamento dei bacini
(discarica) con 1 milione di tonnellate per Ecoambiente, 650 mila per
Indeco. La valutazione della VIA è ferma e prevede l'impianto di Tmb
per Indeco mentre quello di Ecoambiente sarebbe già approvato.
L'esame delle VIA va sospeso in quanto le analisi di rischio non sono
più attuali. 2. la bonifica. 3. L'accordo di programma (art. 246)
presentato lo scorso anno a comune di Latina e regione da
Ecoambiente. In merito all'accordo di programma va rivisto in quanto
l'analisi di rischio del sito di Borgpo Montello vale sei mesi e
quindi è scaduto non essendo più attuale.
Va
fatta una riflessione sul sito di Borgo Montello che dovrebbe
ospitare i rifiuti per il 90% provenienti dal ciclo urbano dell'ATO
della provincia di Latina.
In
conclusione il comune di Latina, sentite le varie amministrazioni
presenti, nella necessità che si eseguano con urgenza le attività
di bonifica e messa in sicurezza, come da progetto approvato, concede
alle aziende Indeco ed Ecoambiente 30 giorni di tempo per effettuare
l'analisi di rischio delle discariche e 60 (da oggi) giorni affinchè
le stesse aziende Ecoambiente e Indeco presentino un progetto
unitario e il conseguente accordo di programma sulle attività nel
sito di Borgo Montello.
Grazie
dell'attenzione.
Distinti
saluti.
Pontinia
(Latina - Lazio - Italia) Giorgio Libralato CTP cittadini residenti
nei pressi della discarica di Borgo Montello
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