in tribunale l'impegno “La Puglia è parte civile: voglio che chi è stato danneggiato sia risarcito” Nuovo fronte
I governatori delle
aree adriatiche
e ioniche: “Basta
trivelle in mare o
referendum sullo
Sblocca Italia Non è imbarazzato, Michele
Emiliano, nel dover gestire
il processo all’Ilva in cui il
suo predecessore sulla poltrona
di presidente della Puglia,
Nichi Vendola, è imputato assieme
ai vertici dell’azienda e
ai funzionari della regione:
“La Regione Puglia si è costituita
parte civile e seguirà il
processo con grande attenzione.
Io, personalmente, seguirò
l’evoluzione dell’i s t ru t t o r i a
dibattimentale e impartirò le
direttive di mia competenza
all’Avvocatura Regionale”.
NON SI TRATTA, spiega l’ex
magistrato, di “far condannare
gli imputati”, ma di “conosce -
re e accertare in giudizio la verità
ottenendo tutti i risarcimenti
per tutti coloro che hanno
subìto un danno ingiusto”.
Un atto dovuto a tutti i tarantini
“che con pacatezza e senso
di giustizia non hanno smesso
di cercare verità e giustizia”.
Non vuole sbottonarsi Michele
Emiliano,
che pure ha sempre
detto di non
escludere nemmeno
la chiusura
d el l’impianto di
Taranto, ma una
cosa la dice: “La
Procura ha riaffermato
il principio
che non esistono
aziende,
politici o governi
tanto potenti da
poter violare impunemente
le leggi, neppure
per esigenze strategiche della
produzione nazionale o per esigenze
occupazionali”.
Tesi che risalta ancor più visto
che ieri il governatore
pugliese
si trovava a
Termoli (Campobasso)
per una
riunione coi suoi
omologhi delle
regioni adriatiche
e ioniche del
centro-sud (Abruzzo,
Molise,
Marche, Basilicata,
Calabria e
Puglia, assente
l’Emilia Romagna
guidata dal renziano Stefano
Bonaccini) contro le autorizzazioni
che il governo si
appresta a rilasciare per trivellare
in mare alla ricerca di idrocarburi
(petrolio, etc).
IL DECRETO c o s id d e tt o
“Sblocca Italia”, infatti, ha stabilito
che le attività di “prospe -
zione”dei fondali da parte delle
società petrolifere sono
“strategiche” (come il Tav Torino-Lione
e gli inceneritori):
dunque urgenti, indifferibili e,
soprattutto, fuori dal controllo
di Regioni ed enti locali. Da
giugno, il ministero dell’Am -
biente ha emanato almeno 13
decreti di compatibilità ambientale
(Via) che danno il via
libera ad altrettanti progetti di
trivellazione dell’A d ri a t ic o
(da Rimini a Termoli, dal Gargano
al Salento), ma la cosa -
ovviamente - riguarda tutto il
Paese, terra o mare che sia.
“Chiediamo che il governo,
prima di prendere decisioni
così impattanti, attivi un sistema
di consultazione delle regioni
anche quando utilizza lo
Sblocca Italia. Se questo dialogo
non dovesse partire valuteremo
l’opportunità di partecipare
alla raccolta delle firme
per l’abrogazione dello Sblocca
Italia”. In realtà, l’a rt ic ol o
75 della Costituzione prevede
che per convocare un referendum
basti anche il voto unanime
di 5 consigli regionali. Come
che sia, mercoledì prossimo
è previsto un incontro tra i
governatori e l’esecutivo sul
tema: “L’obiettivo è trovare un
accordo e vogliamo riuscirci
dialogando con il governo”.
Ma sulle trivelle resta il no.
MA. PA.
© RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 25 luglio 2015
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