domenica 11 novembre 2012

acqualatina nuovi rischi il Tar nega la sospensiva

Il Messaggero, Sabato 10 Novembre 2012 Acqualatina - nuovi rischi, il Tar nega la sospensiva Si paga il canone pieno dei Consorzi. Il presidente Giuseppe Addessi: «Non riusciamo a pagare». Gli altri casi, dall'arsenico ad Aprilia Con Giuseppe Addessi, presidente di Acqualatina, l’occasione dell’emergenza a Formia è anche quella per fare il punto sul gestore del servizio idrico. Due gocce di pioggia e acqua vietata nel sud pontino. Possibile che in dieci anni per la torbidità non sia stato fatto nulla? «Il problema esiste e non lo nascondiamo anche se è stato ereditato, gli interventi erano previsti sia per questo sia per la siccità. La conferenza dei sindaci ha deciso di spostare gli investimenti sull’emergenza arsenico e di ridurre il piano di 20 milioni di euro a causa della morosità. Gli altri interventi sono stati posticipati». A quando? «Martedì faremo una conferenza con i sindaci dell’area interessata, il presidente della Provincia Cusani e l’assessore regionale Cangemi per affrontare almeno l’emergenza. L’ex assessore Mattei si era impegnato a reperire 5-6 milioni di euro, vedremo se la Regione manterrà l’impegno» A proposito di arsenico, a che punto siamo e quanto è stato investito? «Entro l’anno l’intero territorio sarà entro i parametri, non ci saranno più proroghe ma comunque non ne avremo bisogno. Abbiamo speso 17 milioni di euro». Che fine hanno fatto i dissalatori per le isole? «Siamo pronti, anche qui è un discorso di finanziamenti». Resta in piedi la vicenda dei canoni per i consorzi di bonifica, perché l’ennesimo ricorso? «Il Tar ci ha negato la sospensiva, andremo al Consiglio di Stato. Noi vogliamo anche pagare, ma per l’acqua che mandiamo nei canali. La delibera regionale impugnata, invece, è molto più esosa e non saremmo in grado di farvi fronte. C’era anche un accordo con la Regione, l’intesa è stata sottoscritta a giugno ma prevedeva la revoca della delibera che non c’è stata, domani i Consorzi possono crearci un problema». Quale? «Pagare somme alle quali non possiamo far fronte». A giugno avete avuto difficoltà con gli stipendi, sarebbe la stessa cosa? «Anche peggio. Con la cassa ora siamo a posto, stiamo recuperando morosità che sono troppo elevate, paghiamo stipendi e fornitori regolarmente, ma i canoni richiesti non possiamo sostenerli. né farli pagare ai cittadini» Che già pagano anche troppo, no? «La tariffa è di 1,40 euro a metro cubo, siamo tra i gestori nella media nazionale, se togliamo la depurazione con 1 euro diamo 1.000 litri d’acqua non mi sembra troppo per stipendi, manutenzione, depurazione, rete, smaltimento fanghi. L’acqua è e resta pubblica, si dovrà pur pagare chi la porta nelle case e offre i servizi» Lei disse che Aprilia poteva anche uscire purché restituisse i soldi , è ancora di quell’idea? «Certo, gli impianti sono i loro, noi abbiamo fatto investimenti, ci restituiscono i soldi e arrivederci. Peccato non si possa fare, l’Ato è questo per legge e Aprilia resta un problema, vantiamo solo lì 20 milioni di credito». Che fine ha fatto il mutuo Depfa? «E’ stato chiuso, quando abbiamo cambiato la convenzione di gestione come deciso dal Consiglio di Stato. La banca non voleva autorizzarci, ritenendo ci fossero troppe garanzie per il pubblico, e aveva chiesto il rientro. Siamo riusciti a evitarlo, pagheremo le rate previste, ma non useremo ulteriori somme. Ci siamo fermati a 95 milioni di euro invece dei 120 previsti».

Nessun commento: