Arrivano le condanne per la centrale a biomasse
Uno dei tanti regali della precedente giunta di destra (la cessione senza titolo delle reti pubbliche ad Acqualatina, il dissesto smentito ancora una volta dai dati contabili, il contestao impianto di compostaggio) è l’approvazione del progetto della centrale a biomasse.
I tifosi della centrale a biomasse fondavano il loro sostegno a questo progetto vantando quello analogo e dello stesso gruppo sociale (almeno all’epoca dei fatti) di Bando d’Argenta (Fe) chiuso nel novembre del 2006 per diversi motivi di carattere penale.
Un altro motivo, anche questo smentito dai fatti di Bando d’Argenta , possibilità di utilizzare la biomasse del posto, sia dalle dichiarazione del progettista dell’impianto che dal fatto che dopo 7 anni di funzionamento solo il 10% viene coperto dalle aziende del luogo.
Poi ci hanno detto, ancora una volta smentiti dai fatti, che la chiusura della centrale a biomasse di Bando d’Argenta era dovuta da un sabotaggio.
Invece il processo ha accertato ben altro: “Il gup Silvia Migliori ha accolto la richiesta della pm Mariaemanuela Guerra relativa alle posizioni dei responsabili della centrale di Bando di Argenta che fino al 2006 hanno lavorato per la San Marco e del responsabile di una delle ditte fornitrici da cui partivano i rifiuti contestati: Giovanni Aliboni, presidente del cda della centrale termoelettrica San Marco Bioenergie, Lanfranco Graziani, vicecapo della centrale, Massimo Costa, fuel manager, e Giacomo Gallusi, legale rappresentante della Enervision, azienda di Dosolo (provincia di Mantova) fornitrice di biomasse (legno vergine non trattato). “
“Secondo le risultanze investigative della Guerra, Aliboni, Pasti, Graziani, Costa e Gallusi sono accusati di aver smaltito abusivamente, tramite combustione, ingenti quantitativi di rifiuti. In particolare quantità pari a 720 tonnellate l’anno di “materiale nerastro” di origine organica contaminato da metalli pesanti quali cromo, rame, piombo, titanio e vanadio; e rifiuti che nel solo anno 2005 ammonterebbero a 4500 ton/a, costituiti da pezzi di plastica, pezzi di ferro, sabbia, terra, legno trattato, e tutto materiale indicato come “non idoneo”.”
Adesso da quale progetto o notizia non vera si dovrà difendere il comune di Pontinia con i suoi cittadini?
Pontinia 27 maggio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato
Una condanna in patteggiamento e quattro rinvii a giudizio per la centrale di Bando di Argenta
Sarà processo per chi bruciava rifiuti non consentiti
Una condanna in patteggiamento e quattro rinvii a giudizio per quella centrale che doveva bruciare esclusivamente legna vergine e scarti di produzione alimentari e agricoli, mentre invece inceneriva anche altri rifiuti non consentiti. Il gup Silvia Migliori ha accolto la richiesta della pm Mariaemanuela Guerra relativa alle posizioni dei responsabili della centrale di Bando di Argenta che fino al 2006 hanno lavorato per la San Marco e del responsabile di una delle ditte fornitrici da cui partivano i rifiuti contestati: Giovanni Aliboni, presidente del cda della centrale termoelettrica San Marco Bioenergie, Lanfranco Graziani, vicecapo della centrale, Massimo Costa, fuel manager, e Giacomo Gallusi, legale rappresentante della Enervision, azienda di Dosolo (provincia di Mantova) fornitrice di biomasse (legno vergine non trattato).
Oltre a questi, ieri è stato condannato in patteggiamento a due anni con la condizionale Martino Pasti, procuratore speciale. Altri due ex dirigenti, Marcello Figueira e Anthony De Furia, rispettivamente presidente e amministratore delegato della San Marco Bioenergie, sono stati sanzionati con una pena pecuniaria per i mancati controlli delle emissioni.
Secondo le risultanze investigative della Guerra, Aliboni, Pasti, Graziani, Costa e Gallusi sono accusati di aver smaltito abusivamente, tramite combustione, ingenti quantitativi di rifiuti. In particolare quantità pari a 720 tonnellate l’anno di “materiale nerastro” di origine organica contaminato da metalli pesanti quali cromo, rame, piombo, titanio e vanadio; e rifiuti che nel solo anno 2005 ammonterebbero a 4500 ton/a, costituiti da pezzi di plastica, pezzi di ferro, sabbia, terra, legno trattato, e tutto materiale indicato come “non idoneo”. Il tutto – si legge nell’avviso di conclusione indagini – “al fine di conseguire un ingiusto profitto”. Che per la ditta fornitrice di Mantova consisteva nell’evitare i pesanti costi di smaltimento e nel ricevere il pagamento per i conferimenti dei rifiuti che, “miscelati con biomassa legnosa vergine costituita da cippato, ramaglia, tronchi e tronchetti, venivano venduti e consegnati alla San Marco come biomassa combustibile. La San Marco, da parte sua, ne ricavava un risparmio sull’acquisto del materiale combustibile costituito da biomassa legnosa miscelata con tali rifiuti non autorizzati.
Aliboni e Pasti, infine, erano chiamati in causa per non aver rispettato i parametri relativi a polveri, Co, Nox, azoto e micro polveri e per non aver esercitato i dovuti controlli e non essersi assicurati l’effettivo rispetto delle prescrizioni. Nelle pagine depositate in procura emerge inoltre che Pasti e Graziani sono indagati per falsità in registri e notificazioni. Secondo il pm agivano sul software che gestiva il sistema di rilevamento dei fumi falsificando così i dati relativi alle emissioni in atmosfera.
http://www.estense.com/?module=displaystory&story_id=51484&format=html
mercoledì 27 maggio 2009
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6 commenti:
questa sentenza falla avere al vice sindaco agli assessori e consiglieri favorevoli all'inceneritore di biomasse a pontinia!
già fatto
il fatto è grave ma si tratta di un fatto doloso dove alcuni individui hanno deciso probabilmente di commettere un illecito. Le biomasse sono altra cosa. Non si può accusare in termini generali una soluzione tecnica mal gestita. E' come parlare di automobili dicendo che sono tutte dei dispositivi pensati per investire i pedoni: diciamo che ogni tanto qualche conducente commette volutamente o no degli errori. Ciò non significa che tutte le auto sono un pericolo per il cittadino.
I vostri giudizi mi sembrano una semplice strumentalizzazione della notizia tipica dei gruppi del NON FARE. Restiamo tutti ancorati al petrolio ed al gas allora: vi sembra questa la soluzione. Ma quale ambiente pensate di difendere, quello della lobby del petrolio??
Saluti
Marcello (Latina)
Ringrazio il Signor Marcello dell’intervento e ne approfitto per chiarire e rispondere ad accuse gratuite ed infondate tipiche di chi, se non è in malafede, dimostra di ignorare:
a) lo stesso progettista della centrale a biomasse dichiara pubblicamente che l’impianto è dimensioni esagerate per il territorio che non può fornire la quantità progettata;
b) è solo l’ennesimo impianto per biomasse che viene denunciato perché smaltisce, irregolarmente, rifiuti di vario tipo;
c) danni per l’ambiente, la salute e l’agricoltura gli impianti a biomasse ne producono a bizzeffe;
d) non solo il progettista dichiara che l’impianto non è territorialmente sostenibile, ma anche l’assessorato all’agricoltura della Regione Lombardia, le associazioni agricole del Veneto, dell’Emilia, l’Università La Sapienza di Roma, l’Enea, i produttori di biomasse di Lazio e Umbria.
Che poi Lei non conosca le possibilità, per esempio, dell’eolico, del solare termodinamico, del fotovoltaico (tutte tecnologie già note da oltre 20 anni) dimostra la sua malafede. Ma soprattutto si è perso quanto dichiarato da statisti, economisti, dai petrolieri. Se poi vuole Le do i riferimenti, così magari si aggiorna.
Ricambio i saluti.
detta così Marcello sebrerebbe che Tu abbia ragione, ma se fossi a conoscenza dei nostri No supportati da ricerche scientifiche sulle emissioni e mediche insieme ad indagini epidemiologiche locali Ti renderesti conto che anche le biomasse sono altamente inquinanti se pur utilizzate con rispetto delle "regole" quelle "regole" che in Italia nessuno rispetta, in alternativa al NO abbiamo posto dei SI diversi e fattibili sia per le biomasse che per le vere energie rinnovabili.
Luigi
Rete Cittadina No turbogas e biomasse.
Ringrazio Luigi del contributo.
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