sabato 7 febbraio 2009

Le centrali a biomasse saranno convenienti?

Le centrali a biomasse saranno convenienti?
Alcune notizie in merito ad uno dei progetti più contestati del nuovo millennio, apparse sui giornali e ispirate dal biomasse fans club, sono state smentite in modo anche troppo semplice tanto erano inattendibili.
Mi riferisco alle 2 delibere in materia di zonizzazione acustica del territorio di Pontinia, brillantemente ignorate negli studi proposti, ma anche nell’attività dei solerti funzionari e istituti pubblici e istituzionali che dovrebbero prevenire le malattie.
Idem per le emissioni di anidride carbonica, si dice impatto zero, ignorando il postulato fondamentale di Lavoisier, ma soprattutto nascondendo che le 275 mila tonnellate di biomasse che dovrebbero essere incenerite in realtà producono circa 25 tonnellate di CO2.
Quindi o proviamo che il protocollo di Kyoto è sbagliato, che l’unione europea ha preso una cantonata negli obiettivi fissati di ridurre del 20% le emissioni, che bisogna produrre energia rinnovabile (vera non quella dei fans club) per almeno il 20%, che Obama, Blair, Al Gore, l’Onu, l’Ippc, l’Oms, le società della Silicon Valley, il premio nobel Rubbia sbagliano oppure aumentare le emissioni in atmosfera è una corbelleria.
Non solo l’incenerimento delle biomasse produce nanoparticelle (che non possono essere smaltite, né degradate, quindi saranno eterne) e conseguenti nanopatologie (per le quali spesso non vi sono cure e rimedi).
Probabilmente nei fans club non vi sono stati casi di malattie gravi nei famigliari.
Se poi si vuole instaurare un dialogo, prima si ascolta cosa ne pensa l’altro e se questo non è d’accordo non si minacciano ritorsioni.
Se si è convinti di un progetto per allargare il consenso non si portano a cena gli operatori dell’informazione. Io ne ho rispetto e non cerco di condizionarli, se non con le idee, gli esempi, i documenti e la ragione.
Qualche fans club parla di opportunità per il territorio e l’agricoltura.
Intanto non si spiega come le polveri sottili emesse dall’incenerimento siano conciliabili con le coltivazioni in atto, queste nanoparticelle entreranno nell’organismo umano producendo danni spesso irreversibili di cui non si vuole parlare.
Parliamo invece di vino rosso, abbacchio, mozzarelle condite con la diossina e le polveri sottili di cui si potranno nutrire i fans club, al ristorante come a casa.
Si è parlato di centinaia posti di lavoro generati dall’indotto, per verificare se è vero basterebbe fare quello che per un giornalista si chiama verifica della notizia, studio, approfondimento, critica.
Il gruppo di lavoro del comune di Pontinia lo ha fatto scoprendo:
“Attualmente la centrale di Bando importa il materiale combustibile dal Veneto e, in parte, dal Brasile, con buona pace dell’economia locale. Si è inoltre visto come le superfici richieste per le coltivazioni energetiche siano assurdamente enormi.” (fonte http://edemps.comunicopparesi.it/edemps/forum/tavolo-tematico-ambiente/660631367). Che a proposito del processo in seguito al sequestro, scrive:
Si è recentemente concluso il processo a carico della centrale con sentenze penali a carico dei dirigenti della società San Marco (che gestisce l'impianto), per falsificazione di dati sulle emissioni della centrale di Bando d'Argenta, più una miriade di condanne amministrative e penali per reati ambientali.(fonte: atti del processo).
Si è scoperto che la centrale, non avendo sufficiente combustibile, bruciava materiale in legno trattato (cioè rifiuti) sforando così ampiamente i limiti di legge, in quanto entravano nel forno vernici, solventi, fertilizzanti residui plastici e tanto altro.
Altre informazioni:
Infine l’assessore all’ambiente del Comune di Argenta, ha raccontato tutta la vicenda della centrale a biomasse di Bando di Argenta. Facendo notare come tutte le promesse fatte dai proprietari in fase di progettazione e realizzazione, in termini di ricaduta occupazionale e utilizzo delle produzioni agricole locali, siano state completamente disattese. L’unica ricaduta, ha affermato l’assessore, è stata quella ambientale: più di 100 TIR al giorno che portano allo stabilimento la materia vegetale necessaria, proveniente probabilmente dall’estero, causano un inquinamento acustico e ambientale di notevole entità.
(fonte
http://www.articolo32.it/documenti/PRIMO%20INCONTRO%20A%20RUSSI%20PER%20LA%20CENTRALE.htm)
Si continua:
“Le grandi centrali a biomasse (20,30,40 MW) che i privati stanno proponendo ad alcuni Enti locali (Conselice, Russi, Finale Emilia) non rispondono a logiche di filiera e non hanno nessun legame col territorio. Le rese per ettaro, sia quantitative che economiche conducono inevitabilmente al reperimento sul mercato estero dei materiali da bruciare, con buona pace della riconversione dei nostri agricoltori che dell’ambiente, sul quale graveranno i costi di trasporto.”
(fonte http://www.alessandroronchi.net/2006/biomasse-le-grandi-centrali-sono-fuori-gioco/
http://www.leganordbondeno.com/agricoltura/riconversione-degli-zuccherifici-e-agroenergie-delusioni-in-agguato-per-la-nostra-agrico-2.html
Actelios Falck e Eridania Maccaferri hanno siglato un accordo da 300 milioni di euro per sviluppare la produzione di bioenergia negli ex stabilimenti per la lavorazione della barbabietola di Castiglion Fiorentino russi, Fermo e Villasor (Cagliari). Benché la volontà dichiarata sia quella di approvvigionare di materia prima locale le centrali , un moderato realismo fa supporre che non sarà proprio così. Difficile credere nell’uso di olio di girasole, quotato grezzo a più di 550 euro/t , quando si può importare olio di palma grezzo a 400 euro/t. Lo stesso discorso vale per la biomassa da legno. Ne abbiamo un esempio con la grande centrale di Bando d’Argenta. Neanche un pioppo è stato piantato in Italia per alimentare quello stabilimento. E non è l’unico

http://www.agricoltura.regione.lombardia.it/admin/rla_Documenti/1-2160/RIVA.pdf
Il mercato della biomassa considerato è extraregionale in oltre il 60% dei casi. Questo
aspetto è condizionato dai costi di trasporto, dalla effettiva disponibilità nel territorio in
cui sono inserite le centrali e dai costi del prodotto. Inoltre, è stato riscontrato come gli
impianti di taglie superiori si approvvigionino al di fuori della regione. Dalla Tabella 7 si
osserva come negli impianti di classe di potenza superiore solo il 20% di biomassa è
reperita nell’area della regione di insediamento della centrale.

Al che si può concludere:
- nessun vantaggio per l’economia locale (per lo meno per Bando d’Argenta);
- nessuna piantagione è stata messa a dimora per alimentare la centrale;
- la massa legnosa arriva almeno da fuori provincia, quando non arriva da altre regioni o addirittura dall’estero;
- il procedimento penale sembrerebbe non essersi concluso per i fatti relativi alla centrale di Bando d’Argenta.

Pontinia 7 febbraio 2009 Ecologia e territorio Giorgio Libralato

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