Quante volte abbiamo detto o abbiamo sentito dire “Quella c’ha proprio le palle” per indicare che la donna in questione ha un coraggio e una determinazione fuori dall’ordinario? Abbiamo mai riflettuto sul fatto che, al contrario, i testicoli rappresentano una delle parti maschili più deboli? E allora perché usiamo espressioni come questa? Se lo chiedono, e argomentano magistralmente le risposte in un volume appena pubblicato, Laura Nacci e Marta Pettolino Valfrè. Le due linguiste analizzano 25 modi di dire che, scrivono, ci hanno incasinato la vita, perché ci incastrano (uomini e donne) dentro stereotipi condizionanti. Per esempio, appunto, quello del coraggio: attribuire a una persona un organo sessuale e per di più di genere crea una gabbia dalla quale è difficile uscire. Alessia Dulbecco, pedagogista e formatrice, specializzata in violenza di genere, si spinge forse addirittura oltre: ci spiega perché il Si è sempre fatto così – che dà il titolo al suo saggio – ha contribuito a creare i violenti. Rifacendosi al lavoro di Elena Gianini Belotti e a quello di Carla Ravaioli, l’autrice offre spunti per una pedagogia di genere che dia a tutti la possibilità di svilupparsi in maniera autonoma, indipendentemente dal sesso biologico. Ce lo racconta Nicola Dammacco. A proposito di controllo sul corpo delle donne, Elisabetta Ambrosi si occupa del lavoro della scienziata Laura Tripaldi, che passa in rassegna la tecnologia che solo in apparenza avrebbe reso la vita femminile più semplice. In un’opera destinata a far discutere, Tripaldi vede l’altro lato di pillola contraccettiva, speculum ginecologico, ecografie. In qualunque modo la si veda, è necessario continuare a perseguire il percorso di autocoscienza che Carla Lonzi ci ha insegnato. Torna in libreria il suo Sputiamo su Hegel e forse mai come in questo periodo è fondamentale rileggerlo. Per noi l’ha fatto Giuseppe Cesaro. Per la pagina letteraria, infine, ospitiamo il racconto della scrittrice Vincenza Alfano a proposito di sua nonna Cenzina che, insieme a tante altre donne, combattè per liberare Napoli durante le Quattro giornate del 1943. Donne “senza le palle”, ma ugualmente di grande coraggio… Buona lettura. A cura di Silvia D’Onghia Ascolta questa newsletter su FqExtra o su Spotify |
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