tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/11/01/limpegno-di-biden-i-tempi-lunghi-di-india-cina-e-russia-la-realpolitik-di-draghi-alla-cop26-si-allarga-il-divario-tra-i-paesi-sullobiettivo-delle-emissioni-zero/6376084/
<Le prime 2 giornate della conferenza di Glasgow non bastano a rendere più chiara la situazione. Anzi: restano distanze enormi su decarbonizzazione e rispetto degli accordi di Parigi. Il premier italiano: “La diplomazia dello scontro non serve”. Il segretario generale Onu Antonio Guterres ricorda: “il riscaldamento globale sta raggiungendo velocemente il punto di non ritorno. I piccoli stati insulari in via di sviluppo, e altri vulnerabili, lo stanno vivendo. Per loro, il fallimento della Cop 26 non è una possibilità, è una condanna a morte”>
<L’Accordo di Parigi non va più solo rispettato, ma superato. Su tutti i fronti, dai finanziamenti ai Paesi poveri, per i quali il fallimento della Cop 26 sarebbe una condanna a morte, alla soglia massima per il riscaldamento globale, fino alla chiusura delle centrali a carbone, il combustibile fossile più inquinante. Ma le prime due giornate della Cop 26 non bastano a rendere più chiara la situazione. Di certo l’Accordo di Parigi non potrà essere superato da 197 Paesi, ossia tutte le parti che hanno firmato la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc), ma almeno dovrebbe farlo chi ha le risorse per poter invertire rotta oggi. Al World Leaders Summit, cerimonia di apertura della seconda giornata della Cop 26, il primo ministro britannico Boris Johnson ricorda la sua presenza a Parigi “quando convenimmo sulle emissioni zero”, spiegando che le promesse di allora rischiano di essere un ‘bla bla bla’: “La collera del mondo sarebbe incontenibile”. Al summit si parla dei principali temi su cui andare oltre, “anche oltre il G20” aggiunge il premier italiano, Mario Draghi, secondo cui “i soldi non sono un problema, vanno spesi bene e velocemente”. E così puntare a restare sotto 1,5° C di riscaldamento ma, precisa il premier francese Emmanuel Macron, rendendo “questo obiettivo credibile”.>
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