"È un periodo cruciale per la vita del nostro Paese, per il futuro dell’Italia, per la cultura, l’economia, per la politica, per tutti i giovani. Tutti lo sanno, pochi lo dicono, quasi nessuno lo mette in pratica. Dobbiamo uscire da una crisi strutturale ormai vecchia più di trent’anni. Abbiamo molto denaro da usare, ma una volta per sempre, dopo basta. Abbiamo devastato l’ambiente, ma non solo quello naturale, soprattutto quello umano, scatenando un individualismo centrifugo, distruttivo e dispersivo più di qualsiasi entropia. E c’è rimasta una sola strada: cambiare marcia, no compromessi, no pannicelli caldi, no interventi palliativi, spese esclusivamente strutturali. Nel piccolo come nel grande. Il mondo dell’infanzia italiana nata dal Dopoguerra è finito. Non abbiamo più scuse – terrorismo, nord-sud, arretratezza, esclusioni politiche varie – ora bisogna fare sul serio. Grandi e autonomi senza scuse, senza giustificazioni, senza presunzioni, guardando gli altri, correggendo i nostri difetti. Il mondo è globale, a dire il vero da un bel po’. Piantiamola di contemplare i nostri allori – l’arte, la musica, la moda le bellezze naturali, il cibo – e vediamo di andare avanti."