il fatto quotidiano 28 dicembre 2018 di Stefano Feltri Questa norma
non è coerente
con le nuove misure
draconiane introdotte
con il decreto legge
Spazzaco rrotti
Il fatto che tutti
i governi continuino
ad approvare norme
di semplificazione
non depone a favore
della loro efficacia
Così cambiano le regole
NELLA NOTTE TRA IL 22 E IL 23, il governo ha
presentato un maxi-emendamento alla legge di
Bilancio in Senato che prevede, tra l’altro, una
riforma degli appalti pubblici. Per l'anno 2019,
"nelle more di una complessiva revisione del
codice degli appalti", la Pubblica
amministrazione potrà affidare lavori senza gara
d’appalto nelle opere di importo compreso tra
40 mila e 150 mila euro. Unico requisito
richiesto: la consultazione di tre operatori
economici scelti con discrezionalità assoluta.
Bastano tre preventivi.
La norma interviene anche sulla fascia di importo
tra 150 e 350 mila euro. In questo caso prevede
l’obbligo di una procedura negoziata (senza gara
formale ma con forme minime di pubblicità) e
una consultazione di almeno 10 operatori
economici (e non 15 come prima della riforma).
Le procedure per affidamento diretto e senza
gara permettono una maggiore discrezionalità
della scelta da parte della Pubblica
amministrazione, sono più rapide ma
comportano maggiori rischi di corruzione.
domenica 30 dicembre 2018
Raffaele Cantone Anac (anti corruzione) “Meno gare, meno concorrenza E aumenta il rischio mazzette” Affidamento diretto e niente certificato antimafia per i contratti f ino a 150.000 euro. Il presidente dell’Anac vede rischi nella riforma degli appalti inserita dal governo in manovra col maxi-emendamento
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