Per bloccare questa possibilità, i ricercatori hanno usato la tecnica ‘taglia-incolla’ del Dna – denominata Crispr – durante la fecondazione in vitro, effettuata con ovuli sani e spermatozoi portatori della mutazione. Le ‘forbici’ molecolari hanno dimostrato di saper tagliare in modo preciso ed efficace il gene mutato, che poi è stato prontamente riparato dalle cellule dello zigote usando il gene sano come stampo. Intervenendo nei primissimi giorni della fecondazione, si è così riusciti a correggere la mutazione in tutte le cellule dell’embrione, evitando il pericoloso fenomeno del mosaicismo in cui alcune cellule sono corrette mentre altre restano malate.
Il risultato, sottolineano i ricercatori, è stato ottenuto senza generare alcuna mutazione inattesa e nel pieno rispetto delle regole etiche, con lo sviluppo degli embrioni bloccato dopo tre giorni. La tecnica, spiega tuttavia il team di studiosi, è ancora lontana dall’essere applicata nella pratica clinica, ma se ulteriori studi ne confermeranno la sicurezza e l’efficacia, potrebbe diventare un’arma in più – oltre alla fecondazione artificiale e alla diagnosi pre-impianto – per aiutare le coppie con malattie genetiche ereditarie ad avere figli sani.
Ma divampa la polemica perché la questione etica attorno della mutazione del Dna è ancora dibattuta, anche nella stessa comunità scientifica. In questo caso, spiegano gli scienziati, lo sviluppo degli embrioni è stato bloccato dopo alcuni giorni. Certo è però che, se la gravidanza fosse completa, il futuro nascituro non solo sarebbe stato sano ma soprattutto avrebbe certamente avuto figli a loro volta al riparo dalla mutazione genetica della cardiomiopatia ipertrofica.
Lo studio pubblicato su Nature di F. Q. | 2 agosto 2017 http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/08/02/malattie-genetiche-studio-delluniversita-delloregon-modificato-con-successo-il-dna-possibile-prevenire-le-ereditarie/3772241/
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