Gli
spot partiranno (forse) a 28 giorni dalle urne: la legge ne prevede
almeno trenta La
prima battaglia
Inquinamento,
il
“No” contesta i dati
di
Greenpeace, che
replica:
“Sono dell’Eni”
Il
quesito referendario
Il
quesito referendario
riguarderà
la durata delle
concessioni
per le estrazioni. Ai
cittadini
sarà chiesto se
vogliono
che, allo scadere delle
concessioni,
siano fermate le
attività
di estrazione già
autorizzate
nelle 12 miglia .
Altrimenti,
secondo la legge,
sarebbero
prorogabili fino
all’esaurimento
naturale
del
giacimento
Il
quorum
Affinchè
un referendum
abrogativo
sia valido, bisogna
raggiungere
il quorum: deve
cioè
andare al voto almeno la
metà
degli aventi diritto, più
uno.
Le campagne si stanno
concentrando
su slogan come
“Vota
Sì, per dire No alle trivelle”
VIRGINIA
DELLA SALA
Stop
alle trivelle in terra
e
mare, Sì all’ene rg ia
solare”:
a dirlo, cartellone
bianco
tra le mani
con
un “Sì” scritto a penna è
Camilla
Nigro. Il video arriva
in
redazione: alle sue spalle una
trivella,
cielo azzurro e
qualche
nuvola. “Questa è una
delle
quaranta trivelle che bucano
la
nostra valle, Viggiano,
in
Basilicata”, dice Camilla. La
sua
richiesta mediatica è di
andare
a votare al referendum.
“Il
17 aprile - conclude -
dimmi
di Sì”.
L’OSC
URAMENTO. Al
di là delle
campagne
di sensibilizzazione
individuali
da Nord a
Sud
e dei comitati territoriali, a
livello
informativo c’è ancora
silenzio
istituzionale: di tribune
elettorali
e spot in tv, a 37
giorni
dalla consultazione,
non
c'è traccia. Un video del
Fattoquotidiano.it
ha
mostrato
come
gli italiani siano ancora
molto
disinformati, a poco
più
di un mese dal voto. Alcuni
non
sanno neanche che è previsto
un
referendum abrogativo
per
il quale è necessario raggiungere
il
quorum (la metà
degli
aventi diritto al voto, più
uno).
Prima c’è stata la protesta
delle
Regioni: inizialmente,
l’indicazione
dell'Agcom
impediva
ai consigli regionali
e
ai delegati dei consigli regionali
di
essere considerati come
soggetti
politici. “Non si poteva
impedire
alle Regioni di fare
la
campagna per il Sì, visto
che
siamo gli unici comitati
promotori
– ha spiegato al fatto
Piero
Lacorazza, presidente
del
consiglioregionaledella
Basilicata
e uno dei delegati
regionali
- perciò abbiamo discusso
con
la commissione di
vigilanza
Rai e con l’Agcom e
siamo
arrivati ad una conclusione
inedita
che prevede che
i
delegati regionali per i quesiti
referendari
possano partecipare
alle
tribune referendarie,
ad
esempio, come soggetti politici”.
In
Rai c’è però già la circolare
sulla
par condicio nei
programmi
giornalistici. Per
quelli
che non riguardano l’in -
formazione,
si chiede di firmare
una
liberatoria che vieta di
parlare
di trivelle.
LA
DATA.Intanto,
c’è una data.
Gli
spot televisivi inizieranno
ad
essere trasmessi dal 19 marzo,
a
28 giorni dal referendum
(due
in meno rispetto a quelli
previsti
dalla legge sulla pa
r
condicio).
Un recupero sul filo
del
rasoio: già nei mesi scorsi i
comitati
No Triv avevano esposto
i
loro dubbi sui tempi
eccessivamente
ristretti intercorsi
tra
l'approvazione del
quesito
da parte della Cassazione
e
la decisione della data.
Per
fare campagna sia per il sì
che
per il no, dicevano, c'era
troppo
poco tempo e anche
per
questo motivo chiedevano
un
election day con le amministrative
che
non è arrivato.
Ora,
si è costretti a fare tutto di
corsa
e anche l’informazione
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