venerdì 11 marzo 2016

Trivelle, si vota tra un mese e nessuno sa ancora niente REFERENDUM Per ora il confronto vive quasi solo online

Gli spot partiranno (forse) a 28 giorni dalle urne: la legge ne prevede almeno trenta La prima battaglia
Inquinamento,
il “No” contesta i dati
di Greenpeace, che
replica: “Sono dell’Eni”
Il quesito referendario
Il quesito referendario
riguarderà la durata delle
concessioni per le estrazioni. Ai
cittadini sarà chiesto se
vogliono che, allo scadere delle
concessioni, siano fermate le
attività di estrazione già
autorizzate nelle 12 miglia .
Altrimenti, secondo la legge,
sarebbero prorogabili fino
all’esaurimento naturale
del giacimento
Il quorum
Affinchè un referendum
abrogativo sia valido, bisogna
raggiungere il quorum: deve
cioè andare al voto almeno la
metà degli aventi diritto, più
uno. Le campagne si stanno
concentrando su slogan come
Vota Sì, per dire No alle trivelle”
VIRGINIA DELLA SALA
Stop alle trivelle in terra
e mare, Sì all’ene rg ia
solare”: a dirlo, cartellone
bianco tra le mani
con un “Sì” scritto a penna è
Camilla Nigro. Il video arriva
in redazione: alle sue spalle una
trivella, cielo azzurro e
qualche nuvola. “Questa è una
delle quaranta trivelle che bucano
la nostra valle, Viggiano,
in Basilicata”, dice Camilla. La
sua richiesta mediatica è di
andare a votare al referendum.
Il 17 aprile - conclude -
dimmi di Sì”.
L’OSC URAMENTO. Al di là delle
campagne di sensibilizzazione
individuali da Nord a
Sud e dei comitati territoriali, a
livello informativo c’è ancora
silenzio istituzionale: di tribune
elettorali e spot in tv, a 37
giorni dalla consultazione,
non c'è traccia. Un video del
Fattoquotidiano.it ha mostrato
come gli italiani siano ancora
molto disinformati, a poco
più di un mese dal voto. Alcuni
non sanno neanche che è previsto
un referendum abrogativo
per il quale è necessario raggiungere
il quorum (la metà
degli aventi diritto al voto, più
uno). Prima c’è stata la protesta
delle Regioni: inizialmente,
l’indicazione dell'Agcom
impediva ai consigli regionali
e ai delegati dei consigli regionali
di essere considerati come
soggetti politici. “Non si poteva
impedire alle Regioni di fare
la campagna per il Sì, visto
che siamo gli unici comitati
promotori – ha spiegato al fatto
Piero Lacorazza, presidente
del consiglioregionaledella
Basilicata e uno dei delegati
regionali - perciò abbiamo discusso
con la commissione di
vigilanza Rai e con l’Agcom e
siamo arrivati ad una conclusione
inedita che prevede che
i delegati regionali per i quesiti
referendari possano partecipare
alle tribune referendarie,
ad esempio, come soggetti politici”.
In Rai c’è però già la circolare
sulla par condicio nei
programmi giornalistici. Per
quelli che non riguardano l’in -
formazione, si chiede di firmare
una liberatoria che vieta di
parlare di trivelle.
LA DATA.Intanto, c’è una data.
Gli spot televisivi inizieranno
ad essere trasmessi dal 19 marzo,
a 28 giorni dal referendum
(due in meno rispetto a quelli
previsti dalla legge sulla pa r
condicio). Un recupero sul filo
del rasoio: già nei mesi scorsi i
comitati No Triv avevano esposto
i loro dubbi sui tempi
eccessivamente ristretti intercorsi
tra l'approvazione del
quesito da parte della Cassazione
e la decisione della data.
Per fare campagna sia per il sì
che per il no, dicevano, c'era
troppo poco tempo e anche
per questo motivo chiedevano
un election day con le amministrative
che non è arrivato.
Ora, si è costretti a fare tutto di
corsa e anche l’informazione

Nessun commento: