IN
TUTTO sono
ventidue i rinviati a
giudizio
dalla Procura della Repubblica
di
Gela, guidata da Lucia Lotti, che ha
chiuso
le indagini sulla raffineria Enimed. Si
tratta
soprattutto di tecnici e direttori coinvolti
nell’inquinamento
causato dallo stabilimento
petrolchimico
nelle falde acquifere.
Gli
imputati rischiano tra i tre e i dodici
anni
di reclusione. A essere accusata è anche
la
società Raffineria di Gela. Il reato ipotizzato
è
disastro colposo innominato;
oltre
a questo, le persone coinvolte dovranno
rispondere
anche di omesse bonifiche,
di
getto pericoloso di cose e di violazione
dei
codici ambientali. La notizia è stata
commentata
dai deputati regionali del Movimento
Cinque
Stelle che hanno rivolto una
domanda
provocatoria a Crocetta: “La
richiesta
di rinvio a giudizio per i dirigenti
del
petrolchimico di Gela dà ragione alla nostra
politica:
quell’impianto inquina, Crocetta
è
ancora convinto che lo sviluppo
dell’isola
passa ancora dal petrolio?”. Già
dalla
prossima fase dell’udienza preliminare,
i
ministeri di Ambiente, Salute e Politiche
agricole
potranno decidere di costituirsi
parti
civili.
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