Manovre d’aul a Con l’ok al bilancio romano
venivano finanziate le iniziative più improbabili
e circa una quindicina di milioni di euro
erano equamente divisi tra i consiglieri comunali
Quando
si parla
di verde
nella
Capitale
finisce tutto
in vacca
Una vacca
da far
mangiare
e poi da
mungere ,
come
direbbe
Buzzi
Pubblichiamo un’anticipazione di “Capitale Infetta”, scritto con
Giampiero Calapà dal magistrato Alfonso Sabella: sostituto procuratore
a Palermo dal 1993 al 1999, ha coordinato le indagini che
hanno portato agli arresti dei più pericolosi latitanti di Cosa nostra,
da Brusca a Bagarella; poi assessore alla Legalità di Roma
dal dicembre 2014, dopo “Mafia Capitale”, all’ottobre 2015. “Ca -
pitale Infetta”, edito da Rizzoli, sarà in libreria da giovedì 25 febbraio
ALFONSO SABELLA
( CON GIAMPIERO CALAPÀ )
C
on l’approvazione del
bilancio era prassi al
Comune di Roma che
venisse predisposto
un maxi-emendamento di
giunta, solitamente approvato
all’unanimità dall’A ss emblea
capitolina, definito “ma -
novra d’aula”, in cui erano inseriti
finanziamenti per le iniziative
più disparate e più
improbabili e così circa una
quindicina di milioni di euro
venivano equamente divisi
tra i consiglieri che indicavano
come dovessero essere
spesi quei soldi. In altre parole
si trattava di vere e proprie
mance che, nella migliore
delle ipotesi, gli onorevoli capitolini
(così a Roma chiamano
i consiglieri comunali) distribuivano
ai loro collegi elettorali
ma che, molto spesso,
venivano destinati a soggetti
ben individuati che, magari,
avevano finanziato la
campagna elettorale proprio
del consigliere “pad re” del
“nobile” emendamento apportato
al bilancio. Quel sistema,
che le assessore al Bilancio
delle giunte Marino, Da
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