domenica 28 febbraio 2016

Rifiuti nucleari, il deposito che spaventa il governo I criteri segreti L’esecutivo continua a rinviare il dibattito sul sito per le scorie a dopo le elezioni. Ecco come hanno fatto in Francia

NELLA REGIONE DELLO CHAMPAGNE I fusti vengono calati in celle di cemento che devono durare 300 anni, quando i materiali saranno innocui
LA SCHEDA I quattro strati In Italia i rifiuti radioattivi a bassa e media attività, condizionati con matrice cementizia (prima barriera) verranno trasportati al deposito nazionale in contenitori metallici, i “m a n u fa t t i ”. Saranno poi inseriti e cementati in moduli (seconda barriera) di calcestruzzo speciale, progettati per resistere almeno 300 anni. Questi saranno a loro volta inseriti in celle (terza barriera) di cemento armato, sempre per 300 anni. Una volta riempite, le celle verranno sigillate e rivestite con una collina artificiale (quarta barriera) in grado di prevenire l'infiltrazione dell'acqua.
La scheda n SOGIN La Sogin è a capitale i n te ra m e n te pubblico, si occupa dello s m a n te l l a - mento delle ce n t ra l i nucleari co s t r u i te prima del re fe re n d u m del 1987 della gestione delle s co r i e ra d i o a t t i ve prodotte da attività come la ricerca o la diagnostica medica. Le sue risorse (ha un fatturato nel 2014 di 200 milioni di e u ro) derivano in larga misura da una parte della tariffa elettrica (co m p o n e n te A2) nelle n o s t re b o l l e t te
Il sito dell’AubeI fusti “condizionati” di rifiuti che poi vengono collocati all’inter - no delle celle di cemento armato nel sito gestito da Andra in Francia
STEFANO FELTRI inviato a Soulaines-Dhuys (Francia) Ci sono argomenti che Matteo Renzi ha molta fretta di affrontare, altri che invece rimanda il più possibile. Come la costruzione del deposito nazionale unico per i rifiuti nucleari, imposto da anni dall'Ue per mettere in sicurezza le scorie oggi sparse nel Paese. Nell'estate 2014 era tutto pronto, la società pubblica Sogin che gestisce lo smantellamento delle centrali e i rifiuti aveva già annunciato una procedura inedita di dibattito pubblico, per coinvolgere territori e cittadini nella scelta del luogo. Ma il governo Renzi ha fermato tutto. Un anno e mezzo dopo la paralisi è completa: il ministero dell'Ambiente e quello dello Sviluppo custodiscono un documento segreto con i criteri per identificare i posti candidati a ospitare il deposito mentre la Sogin è di fatto paralizzata. Sotto accusa – anche dal Parlamento –per non aver rispettato i piani industriali e quindi aver sprecato risorse, l'amministratore delegato Riccardo Casale ha presentato al Tesoro le sue dimissioni a ottobre. Casale non è ancora stato sostituito, parte delle sue deleghe le ha il presidente Giuseppe Zollino, ma nessuno può davvero prendere decisioni operative. La scelta del nuovo vertice arriverà a giugno, quando scade l'attuale, dopo le elezioni amministrative. E del deposito è difficile si parli prima del referendum costituzionale d’autunno, Renzi teme rivolte preventive. N E L L ' AT T E SA – lunga – la Sogin cerca di preparare il clima, spiegando che il deposito non è così terribile come può sembrare. Nei giorni scorsi ha portato un gruppo di medici e di giornalisti – il Fatto c'era – a visitare il deposito di scorie radioattive in Francia a Soulaines-Dhuys, nella regione dell'Aube, un paio d'ore di auto da Parigi. Per farsi un'idea di come sarà il deposito italiano. Esistono due tipi di depositi: per i rifiuti che decadono al massimo in 300 anni e per quelli che hanno bisogno di centinaia di migliaia di anni prima di diventare innocui. I primi si ge

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