mercoledì 2 dicembre 2015

Tentata truffa con il biogas, gli atti a Roma Roverbella. Il gip: ci fu falsa attestazione dell’avvio di produzione. Il comitato: ora il sindaco si dimetta

ROVERBELLA. Tentata truffa ai danni dello Stato per aver chiesto i contributi sul biogas, nonostante non ve ne fossero i requisiti, Con questa motivazione il Gip di Mantova, Gilberto Casari, ha disposto l’invio degli atti di inchiesta a Roma, luogo ove si sarebbe configurato il reato, dichiarando la propria incompetenza a decidere. La vicenda è relativa alla società Roverbella Energia, per la quale è indagato l’ex legale rappresentante Fabio Rossi.
Tutto nasce quando il Comitato “Aria suolo e sottosuolo di Roverbella” presenta una denuncia alla procura della repubblica di Mantova, sostenendo che la società, inizialmente promossa da un gruppo di agricoltori ed allevatori, alla data del 31 dicembre 2012, pur non essendo in esercizio, aveva chiesto al Gse (gestore del servizio elettrico) gli incentivi relativi alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.
«Quegli incentivi – spiega il presidente del Comitato, Sperandio Pasquali – spettavano solo a chi aveva iniziato a produrre energia rinnovabile e a metterla in rete entro la fine del 2012. Cosa che, secondo noi, non era avvenuta a Roverbella, visto che l’impianto era ancora da terminare». La denuncia viene esaminata, ma il pubblico ministero propone l’archiviazione dell’indagato in quanto la società alla fine non aveva ricevuto dal Gse gli incentivi.
Il Comitato però si oppone all’archiviazione. Le indagini, in effetti, nel frattempo avevano accertato che il tentativo di chiedere gli incentivi, era stato posto realmente in atto attestando falsamente che l’impianto era entrato in esercizio entro la fine del 2012.
Quindi, per il Gip, si configurerebbe il presunto reato di falsità ideologica, e tentata truffa, oppure tentata indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.
«In ogni caso è confermato che elementi per indagare ve ne sono – prosegue Pasquali –. Anche perché a quell’epoca era la Provincia a dover verificare se gli impianti erano in esercizio o meno, e invece il sopralluogo non fu mai eseguito, lasciando che la ditta facesse una autodichiarazione. Nel frattempo gli incentivi sono poi stati dati. Per questo chiedo ai consiglieri tutti, di maggioranza e opposizione, di opporsi al fatto che il Comune ora minaccia di chiederci i danni. Visto quanto succede, per me il sindaco dovrebbe dimettersi – attacca il presidente del Comitato –. Inoltre chiedo di dire pubblicamente se c’è la fidejussione che la ditta deve depositare obbligatoriamente come garanzia».
E sul caso del Comune, che ha nominato un avvocato per tutelarsi dal Comitato biogsas, interviene il consigliere comunale Benedetta Lorenzi.
«Siamo sempre stati attenti come Pd alla questione biogas. Senza criminalizzare chi ha promosso l'iniziativa, ci sembra doveroso che l'amministrazione locale si preoccupi in prima istanza della sicurezza della salute dei cittadini e del loro benessere. Non troviamo giusta la nomina di un legale e siamo convinti che un confronto diretto e aperto con le parti in causa porterebbe alla risoluzione dei problemi». ©RIPRODUZIONE RISERVATA http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2015/04/01/news/tentata-truffa-con-il-biogas-gli-atti-a-roma-1.11162545

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