Poveri bambini
La Gelmini
ha intonato
“Tu scendi dalle
ste l le”, La Russa
ha portato
il Tricolore
ANTONELLO CAPORALE
P
er fortuna qualcuno ha avuto
pietà dei bambini dell’istituto
Garofani di Rozzano, hinterland
milanese, e li ha sottratti alla vista
di Mariastella Gelmini che ai
cancelli intonava, per di più in
coppia con la vivace parlamentare
arcorina Licia Ronzulli, Tu
scendi dalle stelle. Hanno avuto
misericordia e non li
hanno fatti entrare
in contatto con Matteo
Salvini, ieri incerottato
in un fantastico
giubbotto plurimarche,
detentore
di un presepe e anche
di una ruspa giocattolo,
giunto in città
per salvare la
scuola dal jihad o –in
alternativa – raderla
al suolo come i russi fanno con
quelle di Raqqa. E – fortunatissimi
bimbi –hanno anche potuto
sottrarsi al tricolore che Ignazio
La Russa ha personalmente deciso
di trasportare davanti all’istituto
per imporre al preside i
colori e i valori
d el l’italianità. Vorremmo
dire che i
bambini, anime innocenti,
ieri hanno
avuto un’u lt i m a
fortuna: quella di
non vedere i genitori
trasformati in
scimmie urlanti,
che hanno incidentalmente
preso –
data la fede e l’ansia
da prestazione – a male parole i
loro fratelli cristiani dissidenti,
prima di inveire sull’arabo che si
nascondeva tra di loro. “Tu sei arabo?”,
ha chiesto una mamma a
uno spettatore di quel teatro
dell’assurdo. “No, sono italiano”.
E lei: “Allora fatti i cazzi tuoi e
non rompere i coglioni”. Il papà
del ragazzo: “Mi dici cosa ha fatto
mio figlio?”. Lei, la devotissima
mamma: “Non lo so e non mi
frega, ma non ci deve rompere i
coglioni”.
A ROZZANO ieri si è misurata la
distanza che separa l’apparenza
dalla realtà, il vero dal falso. L’ul -
timo stadio della fabbrica delle
notizie ha avuto per protagonista
il professor Marco Parma, reo di
aver vietato la celebrazione del
Natale, di aver fatto togliere i crocifissi
dalle aule e umiliato la religione
cattolica annullando il
concertino nell’istituto che dirige.
Troppo prelibato il boccone
per Matteo Salvini il quale è stato
convocato da un gruppo di genitori:
“Urgentemente c’è bisogno
di Salvini, deve venire qui”, ha
detto uno di loro una settimana
fa, appena la notizia è stata fabbricata.
Nessuno, nei giorni scorsi,
si è curato di domandare al
preside se i crocifissi li avesse
davvero tolti, il concertino annullato,
e il Natale svenduto ai fanatici
del terrore. Non l’hanno
fatto i politici ma nemmeno i giornalisti che anzi hanno propalato
(e con qualche compiacimento)
il tondo falso di Rozzano.
Cosicché ieri il professor Parma
ha stilato in un linguaggio freddo
ma inappuntabile, la sequela di
sfondoni. “Non è mai stato tolto
un crocifisso perché la scuola
non ne ha mai avuti alle pareti.
Mai è stato annullato il concertino
di Natale perché mai è stato
organizzato. L’unico diniego che
ho opposto riguarda la richiesta
di due mamme che avrebbero voluto
entrare a scuola nell’inter -
vallo mensa per insegnare canti
religiosi ai bambini cristiani: cosa
che continuo a considerare inopportuna”.
IL PROFESSOR Parma, che pare
un uomo mite e ragionevole, ha
mostrato in un comunicato insieme
asettico e perfido la carneficina
di verità che si è fatta, il banchetto
del falso al quale hanno
preso parte tutti. Il premier Renzi,
che ha dichiarato
la pena di veder patire
“l’identità”, il Movimento
5 Stelle che
ha preso le distanze
dal preside, a maggior
ragione perché
p re c e de n te m e nt e
candidato come sindaco
della città. Anche
il presidente dei
vescovi italiani ha
preso posizione. Figurarsi
la Lega, Forza
Italia e quel che resta
del mondo.
Tutti ieri a portare presepi e
preghiere. “Il nostro primo impegno
sarà quello di rimettere i
crocifissi in quelle aule”, ha dichiarato
l’incredibile assessore
regionale alla Scuola Valentina
Aprea. Nessuno invece che si fosse
accorto dei bagni di quella
scuola non hanno porte, le pareti
mancano di intonaci e a mensa
fanno irruzione sia i bambini che
qualche furbo topastro.
Il preside ha rimesso
opportunamente
il proprio
mandato al Provveditore.
Salvini, dopo
lo show contro gli
anti Cristo, se l’è
presa con i topi,
dunque ha accusato
Renzi. Le mamme si
sono divise e parecchio
insultate, la
Gelmini, finito il
canto, è tornata in
Parlamento. I giornalisti
hanno riempito i taccuini e
salutato. Cosicché, quando l’atrio
è tornato libero, anche i bambini
sono usciti. Non si sono accorti
quasi di nulla.
© RIPRODUZIONE RISERVATA il fatto quotidiano 1 dicembre 2015
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