In Italia il lancio della campagna #DivestItaly è avvenuto il 18 novembre scorso nel luogo simbolo della finanza italiana: davanti alla Borsa di Milano, con un flashmob con ombrelli protagonisti, per ricordare alluvioni e precipitazioni e il dissesto idrogeologico del nostro Paese come conseguenza del clima che cambia. E la prima adesione è già arrivata, da parte dei Missionari Comboniani. Ma è solo l’inizio: a promuovere la campagna Divestment in Italia sono un nutrito gruppo di organizzazioni, tra cui Italian Climate Network, Viracao, The Climate Reality Project, Fima, E’ Nostra, Kyoto Club, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Retenergie, Comitato SpeziaViaDalCarbone, EKOenergy, Cittadini per l’Aria, Legambiente. Le aspettative sono di nuove vittorie e annunci di disinvestimento nei prossimi mesi.
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Lancio della Campagna #DivestItaly davanti alla Borsa di Milano
Un altro eminente esempio viene dalla California, il cui governo ha deciso di disinvestire i principali fondi statali dal carbone. Un entusiasta presidente pro tempore del Senato, Kevin de Leon, ha ringraziato profondamente la società civile e gli studenti per aver influenzato e motivato i decisori politici. “Il carbone è semplicemente un investimento rischioso. La California, che ha il settimo Pil più alto al mondo, sta dimostrando che si puògarantire crescita economica e benessere senza dipendere dalle fonti fossili: questo significa che è possibile fare lo stesso in ogni parte del mondo.”
Altro intervento di rilievo è stato quello di Jeremy Leggett, presidente della Carbon Tracker Initiative, think tank che si occupa di fornire una base analitica al movimento attraverso studi sui rischi e le implicazioni degli investimenti in azioni di aziende legate ai combustibili fossili. Legget ha sottolineato come disinvestire non implichi necessariamente affossare tali aziende, ma piuttosto obbligarle a trasformarsi e a ripensare le proprie business strategies in chiave green.
Naturalmente, molto dei futuri impegni in chiave di protezione del clima dipenderà dagli esiti della Cop21. A tale proposito, McKibben si dice fiducioso che la Conferenza produrrà un risultato concreto, ma che con ogni probabilità questo non sarà sufficiente ad arginare gli impatti del surriscaldamento globale. D’altro canto, ogni giorno una nuova istituzione aderisce al movimento per il disinvestimento, rafforzando la sua forza propositiva. La questione che rimane aperta è dunque se il messaggio di urgenza nell’intraprendere azioni concrete e allo stesso tempo di ottimismo proveniente da società civile e mondo finanziario sarà in grado di influenzare il risultato della Cop21.
Daniele Viganò e Riccardo Rossella http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/04/cop21-a-parigi-disinvestire-in-fonti-fossili-una-scelta-che-si-sta-espandendo-rapidamente/2277160/