
La ghiandaia marina – che, allevata in cattività, era impreparata a tornare in libertà - è stata trasferito al Frullone di Napoli, al Centro di Recupero per Animali Selvatici, dove è stata sottoposta a una serie di esami. Quindi, un breve periodo di riabilitazione in una voliera e, infine, la liberazione: potrà volare verso l’Africa tropicale, dove svernerà. “Vederla riprendere il volo è stato emozionante. – hanno commentato Alessandro Gratto, coordinatore della vigilanza ambientale Wwf per la provincia di Caserta, e Nicola Campomorto, che ha collaborato alle operazioni – L’auspicio è che episodi del genere servano a sensibilizzare la gente: specie come la ghiandaia marina, che confermano la biodiversità dei nostri ecosistemi, vanno assolutamente tutelate e salvaguardate”. (pasquale raicaldo)
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