Ogni volta che penso ai gamberi mi viene in mente Forrest Gump. Ma Forrest Gump era solo un film carino, ed i gamberi che facevano la fortuna del protagonista era pescati. http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/07/04/gamberi-cosa-ce-da-sapere-su-quelli-che-finiscono-sulle-nostre-tavole/1837473/
La realtà è molto distante dalla finzione. Oggi i gamberi rappresentano ben il 20% in valore del mercato ittico internazionale e la stragrande maggioranza di essi viene allevata. In particolare, i gamberi tropicali (ad esempio, mazzancolle e gamberoni) provengono nella percentuale dell’82% da acquacoltura. Quelli che giungono sulle nostre tavole (l’Italia ne è il terzo importatore in Europa) provengono soprattutto da Cina, Thailandia, Indonesia, India, Vietnam, Brasile, Ecuador e Bangladesh.
Prima che compriamo dei gamberi allevati (c’è l’obbligo di legge di indicare la provenienza) forse è bene che sappiamo questo.
1) Danni al territorio. Per realizzare gli allevamenti di gamberi spesso si distruggono le foreste di mangrovie. In Ecuador proprio a causa dell’acquacoltura gamberiera il 70% delle foreste di mangrovie sono state eliminate. Ciò comporta innanzitutto che le coste non siano più adeguatamente protette, ma anche che l’acqua salata penetri all’interno. E dove c’erano campi coltivati, ora si creino enormi distese di acqua marina pullulante di gamberi. I cicli di allevamento durano solo circa sette anni, dopo resta un deserto con il terreno salinizzato dove non si coltiva più nulla.
4) Sfruttamento minorileIn India ed in Thailandia è usuale far lavorare negli allevamenti i bambini, anche sotto i dieci anni. Le donne, poi, vengono pagate pochi centesimi al giorno.
Ora, prima di farci un cocktail di gamberetti, o una grigliata di gamberoni, pensiamo di che cosa possiamo renderci responsabili.