giovedì 21 maggio 2015

Volete voi l’autostrada tirrenica? la follia delle grandi speculazioni per le grandi opere

CARO FURIO COLOMBO, vivo in Toscana, lavoro in Maremma e non conosco una sola persona del luogo che voglia sopportareperanni lacostruzionediuna autostrada che non serve (proprio sopra l’Aurelia) solo per far felice una società privata (la Sat). Me lo spieghi? Rodolfo
È UNA STORIA che dura ormai da trent’anni ma,come accadeper certepietre preziose, gli intenditori non mollano. La storia di questa vicenda ricorda il motto dei servizi postali americani che diceva “Non la neve, non l’uragano, non il freddo più rigido o il caldo più torrido potrà fermarci”. Per questa ragione, Nicola Caracciolo, presi- dente onorario di Italia Nostra, l’ex mini- stro Gianni Mattioli e Ferdinando Imposi- mato, già senatore, già giudice della Corte di Cassazione, indimenticato investigatore del delitto Moro, hanno invitato i cittadini (una vera folla) a Orbetello un sabato di maggio per ripetere la domanda che resta sempre senza risposta: perché il danno di una autostrada nel cuore di un’area di grande bellezza turistica che merita prote- zione e ottiene l’attenzione del mondo così com’è? Diciamo pure che Caracciolo, Impo- simato e gli esperti di ambiente che hanno preso la parola si sono confrontati con un giallo. Per esempio, nessun sindaco (solo il vice di Orbetello) di tutta la zona minaccia- ta ha pensato di farsi vivo. Rischioso? La sto- ria ha i suoi misteri. L’autostrada in que- stione, infatti, è sopravvissuta ai problemi e suicidi del Monte dei Paschi di Siena, ai cambiamenti politici che hanno prima con- trapposto e poi associato ladestra e la sini- stra ai più diversi presidenti di Regione, a schiere di sindaci di tutte le possibili inclina- zioni politiche.Non si conosceun cittadino o un movimento che sia in favore dell’auto - strada e lo abbia mai detto. Quelli che la vo- gliono, devono essere molto potenti perché sopravvivono ai cambi di governi, regimi,
amministrazioni locali, banche, inchieste, ma anche di singole persone dentro un go- verno. Eppure la Maremma è un mare di verde sopra un mare di paludi (dunque bel- la e fragile, vedi le inondazioni non rare) è servita da una eccellente linea ferroviaria, e disponedelmare,che consentetuttoiltra- sporto possibile senza inquinamento, senza rumore, senza spreco di denaro, utilissimo altrove in questa fase difficile dell’economia italiana. Ma sull’Aurelia libera (da mettere in sicurezza, naturalmente, e che non si può regalare a una società privata) il traffico scorre ancheil 14 agostoperché nonci sono caselli. Però i caselli sono esattamente ciò che i committenti privati desiderano, e per questo, legittimamente vi dicono (“business is business”) che l’autostrada che spacca il paesaggio e corre lungo il mare isolando e inquinando le spiagge, è un bene necessario, cominciando da una decina d’anni di lavori e di cementificazione. Il ministro Lupi, quando era alle Infrastrutture, aveva fatto buona guardia al progetto, spiegando che ce lo stava chiedendo l’Europa. Delrio (il nuo- vo ministro) prontamente e con il serio pro- posito di evitare spese e doni non adatti a un periodo di crisi, aveva per prima cosa can- cellato il “corridoio tirrenico”. Ma adesso i cittadini si sono accorti che i lavori conti- nuano. Qualcuno deve avere deciso qualche altra cosa, i sindaci non parlano e non inter- vengono, come se coloro che non vogliono l’autostrada non fossero i cittadini che li hanno eletti.Per fortuna l’interogruppo di ambientalisti intervenuto a Orbetello il 16 maggio, insieme a Caracciolo, Imposimato, Mattioli e altre centinaia di persone, non ha intenzione di distrarsi. Qualcuno deve veni- re espiegare. Maanche questavolta icitta- dini hanno parlato. Il potere, qualunque co- sa sia, no. il fatto quotidiano 21 maggio 2015

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