domenica 24 maggio 2015

ALLARME FORESTE, A RISCHIO 170 MILIONI DI ETTARI ENTRO IL 2030, ma a legambiente non basta ne vuole incenerire altre con le centrali a biogas e biomasse

ALLARME FORESTE, A RISCHIO 170 MILIONI DI ETTARI ENTRO IL 2030
In gioco c’è il 31% della superficie terrestre, pari a 4 miliardi di ettari. Questi sono i numeri della copertura globale delle foreste e più della metà si trovano in sole cinque nazioni: Russia, Brasile, Canada, Stati Uniti e Africa. Ma i polmoni verdi della Terra, scrigni di biodiversità e risorse, soffrono del grave e incalzante problema della deforestazione. Le osservazioni delle immagini satellitari lasciano poco spazio a dubbi: le ultime analisi suggeriscono che nello scorso decennio si siano persi 6,5 milioni di ettari all’anno, circa il 62% in più rispetto al tasso registrato negli anni novanta. La Global Forest Change Map, realizzata da Google Engine Lab e dall’Università del Maryland, riporta in estremo dettaglio - fino a 30 metri di risoluzione - come sono cambiate dal 2000 al 2012 le aree boschive di tutto il mondo.
Allarme foreste, a rischio 170 milioni di ettari entro il 2030
Dietro le motoseghe c’è soprattutto la mano dell’agricoltura. Le attività agricole oggi occupano il 38% della superficie delle terre emerse (tra coltivazioni e zone di pascolo) e costituiscono il più vasto utilizzo del suolo realizzato dall’intervento umano. Seri danni sono provocati dal taglio insostenibile e dalla raccolta illegale del legno. Concorrono anche le miniere, le centrali idroelettriche e altri progetti di infrastrutture come le nuove strade.
Allarme foreste, a rischio 170 milioni di ettari entro il 2030
Gli effetti del disboscamento sono numerosi e comprendono principalmente la perdita di biodiversità, l’alterazione delle quantità di anidride carbonica, ossigeno e umidità in atmosfera, l’aumento dell’effetto serra, la desertificazione nei territori secchi, l’erosione, le frane e gli smottamenti nei territori piovosi. Ma la conseguenza più impattante della deforestazione si ha sul ciclo dell’acqua: la Terra è definita il 'Pianeta Blu', ma solo il 2,5% delle acque è raccolta nei continenti, e solo l’1% scorre tra fiumi, sorgenti, falde e laghi. Molti serbatoi di acqua sono custoditi in grandi ecosistemi forestali, ad esempio la Foresta Amazzonica con i suoi 100.000 km di corsi d’acqua. Le foreste producono e raccolgono l’acqua così come l’acqua dà vita alle foreste e ne mantiene nel tempo i delicati equilibri.
Per capire quali sono i fronti della deforestazione, quei luoghi in cui avviene la più grande concentrazione di perdita di foreste e degradazione, è stato sviluppato il Living Forest Model. I risultati incitano al cambio di rotta: tra il 2010 e il 2030 potranno andare persi 170 milioni di ettari di foreste nel globo, una superficie pari a quella della Germania, Francia, Spagna e Portogallo messi insieme. Se il trend non si invertirà entro il 2050 gli ettari persi potranno arrivare al 230 milioni. I polmoni verdi maggiormente a rischio sono l’Amazzonia, Foresta Atlantica e Gran Chaco, Borneo, Cerrado, Choco Darien, l’Africa orientale, l’Australia orientale, il Greater Mekong, Nuova Guinea, Sumatra e il bacino del Congo.
Allarme foreste, a rischio 170 milioni di ettari entro il 2030
Oggi chiunque può monitorare l’impatto della deforestazione sul nostro Pianeta, utilizzando il Global Forest Watch, una mappa interattiva che mette a disposizione più di mezzo miliardo di immagini raccolte dal satellite Landsat della NASA, a cui vanno ad aggiungersi i dati elaborati da enti di ricerca che monitorano sul territorio lo stato della deforestazione. Questo è un altro utile strumento per capire a fondo il problema della deforestazione e difendere le foreste, le nostre grandi alleate per combattere il cambiamento climatico, per limitare gli effetti di frane e alluvioni, per rallentare i processi di desertificazione e mitigare le ondate di siccità.

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