mercoledì 27 maggio 2015
Ventotene, il condannato ci riprova GIUSEPPE ASSENSO
HA 28 MESI IN PRIMO GRADO PER LA MORTE DI DUE 14ENNI, UCCISE DA UNA FRANA OMICIDIO COLPOSO
“Incredibile, come
r i m e t te r l o
al volante dopo
un grave incidente”,
dice ora il papà di Sara,
una delle vittime di Tommaso Rodano
e Nello Trocchia
P
arliamo tanto di impresentabili,
ma a Ventotene c’è un candidato
sindaco condannato per
omicidio colposo”. Parla Bruno Panuccio,
il papà di Sara, la ragazza che
perse la vita sull’isola pontina il 20
aprile 2010 insieme alla sua compagna
di classe Francesca. Le due quattordicenni
furono travolte dal crollo
di un costone di tufo sulla spiaggia di
Cala Rossano, mentre erano in gita
con la scuola. In quell’area non c’era
nessuna interdizione, nessun segnale
di pericolo. La parete di roccia
aveva subito un intervento d’urgen -
za per la messa in sicurezza pochi
anni prima. Il 24 febbraio 2014 è arrivata
la sentenza di primo grado.
Parla di omicidio colposo. L’attuale
sindaco di Ventotene, Giuseppe Assenso,
è stato condannato a 2 anni e 4
mesi. Divide la responsabilità con il
dirigente dell’ufficio tecnico Pasquale
Romano (stessa pena), l’ex
sindaco Vito Biondo e l’ingegnere
del Genio Civile Luciano Pizzuti
(entrambi condannati a un anno e
dieci mesi). Il fatto è che Assenso, in
attesa dell’appello, non solo non si è
dimesso, ma ha rilanciato, presentando
la sua nuova candidatura a
primo cittadino dell’isola. La terza
consecutiva, a 69 anni. Glielo consente
la riforma Delrio degli enti locali:
i sindaci dei paesi con meno di
tremila abitanti, dall’anno scorso,
hanno diritto a correre per il terzo
mandato. E allora Assenso ci riprova.
Non lo imbarazza la sentenza di
primo grado, né le motivazioni che
chiariscono le sue responsabilità, in
particolare in merito alla mancata
comunicazione del rischio presente
nell’area. Bastava mettere un cartello
per segnalare il pericolo. “Si trattava
– scrive la giudice Carla Menichetti
– di un minimo di accortezza,
che si deve pretendere da qualunque
pubblico amministratore”. “È stato
un processo mediatico”, aveva replicato
Assenso al momento della condanna.
Con il tempo non ha cambiato
idea.
BRUNO PANUCCIO, che ha combattuto
in ogni sede per ottenere giustizia
sulla morte di sua figlia, è allibito:
“La sua candidatura è uno
scandalo tutto italiano. Questo signore
dovrebbe essere il garante della
sicurezza dell’isola, è il primo referente
del Comune per la protezione
civile. È stato condannato. Le
sembra pensabile che ci provi di
nuovo?”Ad affrontarsi nelle elezioni
del 31 maggio sono due liste civiche:
“Ventotene Insieme” (quella di Assenso)
e “Buona Onda” (che fa capo a
Gennaro Santomauro). Anche – e a
maggior ragione – in un’isola con
meno di mille abitanti, i cambi di casacca
e i trasformismi sono all’ordi -
ne del giorno: “Assenso ha ottime
possibilità di riuscire a ottenere il terzo
mandato – spiega Panuccio – vi -
sto che questa volta dalla sua parte c’è
anche un consigliere di opposizione,
che in questi anni lo ha criticato
aspramente.” Non ha perso amicizie
politiche dopo la condanna, quindi:
ne ha acquistate di nuove. Il padre di
Sara è incredulo: “È come se mettessimo
alla guida di un pulmino della
scuola chi è stato condannato per un
incidente stradale. È un problema
che non riguarda solo la piccola comunità
di Ventotene, ma tutto il
Paese. Dovrebbe interessare le istituzioni
nazionali e tutti gli italiani.” il fatto quotidiano 27 maggio 2015
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