“Evasione,
famiglia e mafia”
Le
elezioni a Porto Empedocle
L’ESPOSTO
DELL’AMBIENTALISTA ARNONE CONTRO IL CANDIDATO DI RENZI E ALFANO LE
ACCUSE/1
Lillo
Firetto, sostenuto
da
Pd e Ncd, avrebbe
sottratto
un milione
al
fisco, distribuito ingaggi
alla
moglie e assunzioni
in
Enel per i parenti LE
ACCUSE/2
Nella
denuncia anche
l’incontro
(intercettato)
col
boss Domenico Sebio
e
lo sfruttamento
di
lavoratori immigrati
nel
castello di famiglia
di
Giuseppe
Lo Bianco
Palermo
Incarichi
alla moglie
per
“centinaia di migliaia
di
euro”,
un’evasione
fiscale
per
un milione di euro, assunzioni
per
parenti
all’Enel
all’ombra del grande
affare
del rigassificatore,
frequentazioni
con i boss
mafiosi
di Porto Empedocle
e
persino decine di immigrati
che
lavorano “in
nero”,
costretti alla fuga
notturna
per sfuggire agli
ispettori
del lavoro arrivati
al
Castello di Siculiana, lussuoso
locale
per matrimoni
di
proprietà di Lillo Firetto,
candidato
sindaco di quel
che
resta del centrosinistra
ad
Agrigento, vicino a Renzi
e
ad Alfano.
RACCONTA
tutto questo
l’esposto
inviato dal controverso
ambientalista
Giuseppe
Arnone,
anch’egli candidato
a
sindaco della città dei
Templi,
al capo dell’autorità
anticorruzione,
Raffaele
Cantone,
chiamato ad accendere
i
suoi riflettori sulle
elezioni
più disastrose del
centrosinistra
ad Agrigento,
tra
primarie revocate e cambi
di
candidati in corsa e la
candidatura,
a capo della lista
del
Pd, di Marco Vullo,
uno
dei consiglieri indagati
per
la “gettonopoli” agrigen -
tina.
Nell’esposto,
inviato anche
ai
procuratori di Palermo e
Caltanissetta,
e direttamente
a
Renzi e Alfano, e presentato
ieri
mattina ad Agrigento
in
una conferenza stampa
ignorata
dall’informazione
locale,
Arnone disegna il
profilo
del suo rivale raccontando
lo
“scambio di favori”
tra
Firetto, dirigente Enel, e il
colosso
dell’elettricità, impegnato
a
realizzare il rigassificatore
di
Porto Empedocle
il
cui cantiere è oggi sequestrato
per
mafia dalla Dda di
Palermo.
E, nel frattempo,
denuncia
Arnone, a distribuire
incarichi
professionali
all’avvocato
Silvana Russello,
“inespertissima
moglie di
Firetto
– scrive Arnone sul
web
– che appena si iscrive
all’albo
degli avvocati riceve
centinaia
di incarichi. Altro
che
quattro spiccioli. Si parla
di
molte centinaia di migliaia
di
euro”.
ALL’ESPOSTO
sono allegate
anche
le intercettazioni ambientali
che
sorprendono Firetto,
dice
Arnone, “mentre
incontra
il capomafia di Porto
Empedocle,
Domenico
Sebio,
che chiedeva l’assun -
zione
di suo fratello al Castello
di
Siculiana”.
Locale
nel quale – denuncia
sempre
Arnone – la Guardia
di
Finanza ha scoperto
un’evasione
fiscale di un milione
di
euro che ha costretto
il
candidato sindaco di Renzi
e
Alfano a una transazione
pagando
allo Stato 500 mila
euro.
Ma non ha potuto far
nulla
quando gli ispettori del
lavoro
sono giunti di notte
nel
locale di Firetto e dei suoi
fratelli,
costringendo a una
fuga
precipitosa decine di camerieri
e
addetti alle pulizie
extracomunitari
che – dice
Arnone
– “lavoravano in nero
per
3 euro e 50 all’ora in
condizioni
di totale sfruttamento”.
DENUNCE
dirette,
formulate
da
Arnone con manifesti affissi
ai
muri, post sui principali
social
network e
persino
un
bus itinerante con il quale
ha
portato in giro le accuse
che
hanno indotto Firetto –
racconta
l’ambientalista candidato
a
sindaco – a chiedere
al
giudice un’inibitoria a parlare
che,
naturalmente, non è
stata
concessa.
Nei
confronti di Arnone, la
censura
però è scattata
nell’informazione
locale, che
ieri
ha ignorato i contenuti
della
sua conferenza stampa,
“uno
dei segni del clima elettorale
che
si vive ad Agrigento
– sostiene
Arnone – e non
è
il solo: anche il ministro
dell’Interno
Alfano ha compreso
il
contesto di attività illegali
che
ruota attorno a Firetto
e,
sabato scorso, in occasione
della
sua visita in città
per
presentare la lista elettorale,
ha
preferito non incontrarlo.
Ma
dell’episodio le
tv
locali non hanno detto
nulla”.
Così
come le emittenti – de -
nuncia
sempre Arnone –
hanno
subito le pressioni di
Firetto
che si sottrae a ogni
confronto
in tv con gli altri
candidati
e, “per la prima
volta
nella storia delle elezioni
ad
Agrigento, nessuno organizza
confronti
sui programmi”.
NONOSTANTE
CIÒ, Arnone
è
ottimista e pensa di vincere:
“I
sondaggi mi danno
al
25 per cento contro Firetto
attestato
al 30 – dice
–,
sono l’unico candidato
autenticamente
di sinistra,
se
fossero vivi Moro, La
Malfa,
Rostagno e Valerio
Zanone
voterebbero per
me”. il fatto quotidiano 24 maggio 2015
Nessun commento:
Posta un commento