Schifani, un'infamia inaccettabile" http://espresso.repubblica.it/dettaglio/schifani-uninfamia-inaccettabile/2202809//1
di Mauro Munafò
Dopo l'autodenuncia di Vacciano, altri tre senatori del Movimento 5 Stelle spiegano perché hanno votato Grasso invece di lasciare scheda bianca. 'Una questione etica', 'eleggere Schifani contro la mia coscienza', 'mi disgustava'
(18 marzo 2013)
Il primo a "confessare" di aver votato per Pietro Grasso invece di lasciare la scheda bianca è stato Giuseppe Vacciano, ma al senatore di Latina si aggiungono ora anche altri tre eletti: i siciliani Fabrizio Bocchino, Mario Michele Giarrusso e la romana Elena Fattori. Attraverso le loro pagine Facebook gli esponenti 5 Stelle hanno svelato la propria scelta a Palazzo Madama, rispondendo così al post di Beppe Grillo che chiedeva ai suoi senatori la totale trasparenza sul voto.
"Per quelli che ancora non lo sanno, ebbene io ho votato Grasso", spiega Bocchino in un lungo intervento, "L'ho fatto perché sentivo insostenibile il peso di essere accostato, seppur lontanamente, all'elezione di Renato Schifani alla seconda carica dello Stato. Per me non è solo una questione politica, ma anche etica. Non condivido il punto di chi dice che la responsabilità della sua elezione sarebbe stata solo dei partiti. Non è così. Sarebbe stata anche mia".
Ancora più forte nei toni è il commento di Giarrusso, che fa sempre riferimento a una scelta etica e di coscienza. "Collaborare a questa infamia (l'elezione di Schifani ndr), pur avendo la possibilità di impedirla, sarebbe stata una cosa insopportabile per la mia coscienza. Sarebbe stato come tradire tutta la mia vita, tutte le mie scelte, tutto quello che ho sempre ammirato e tutto quello in cui ho sempre creduto. Votare scheda bianca era per me assolutamente impossibile."
Lo stesso Giarrusso, in seguito a un gran numero di commenti su Facebook, ha poi voluto precisare di non aver raggiunto patti con altri partiti, rispedendo al mittente l'accusa di aver accettato un qualche tipo di accordo. "Non abbiamo fatto accordi o scambi con nessuno. Ma non siamo venuti a patti nemmeno con la nostra coscienza. Perché per ognuno di noi c'è un limite invalicabile, oltre il quale non si può andare".
Diverso tra i due senatori è invece il giudizio su possibili dimissioni. Secondo il codice firmato dai grillini, in caso di voto differente rispetto a quanto deciso dal gruppo, può essere infatti avanzata la richiesta di dimissioni per i "traditori", anche se la decisione finale spetta poi a una consultazione online.
"Non so se con il mio voto io ho mentito agli elettori o no. Su questo punto, io ora sono sinceramente confuso. Vi prego di aiutarmi a capire", spiega Bocchino, in linea con quanto fatto ieri da Vacciani, "Fatelo senza impedimenti, pacatamente. Io sono pronto a trarre le conseguenze, altrettanto pacatamente e in serenità". Un riferimento più o meno implicito alle dimissioni manca invece dai messaggi di Giarrusso.
Qui di seguito, riportiamo gli interventi completi dei tre senatori.
FABRIZIO BOCCHINO
"Mi si chiede di esplicitare la mia posizione. Lo faccio volentieri ora, dopo una una pausa dalle attività politiche che ha la durata di una giornata intera trascorsa con la mia famiglia, la prima da 8 giorni a questa parte.
Per quelli che ancora non lo sanno, ebbene io ho votato Grasso. L'ho fatto perché sentivo insostenibile il peso di essere accostato, seppur lontanamente, all'elezione di Renato Schifani alla seconda carica dello Stato. Per me non è solo una questione politica, ma anche etica. Non condivido il punto di chi dice che la responsabilità della sua elezione sarebbe stata solo dei partiti. Non è così. Sarebbe stata anche mia. Magari sarà stata una trappola, ne possiamo discutere. Ma la responsabilità sarebbe stata anche mia, perché sono stato messo in condizione di impedirlo, e se non l'avessi fatto, la responsabilità sarebbe stata anche mia.
Non tutti nel gruppo hanno condiviso questa mia scelta, molti la ritengono sbagliata, ma mi sento di poter dire che tutti l'hanno compresa. Forse questo è avvenuto troppo tardi per evitare di finire in questo cul-de-sac, e certamente io non mi sono spiegato molto bene, ma ora è stata compresa. Il gruppo è coeso, tutti faremo tesoro di questa esperienza, che scaturisce da quella ricchezza che è la diversità di vedute di un gruppo di cittadini che hanno appena iniziato questa bellissima avventura.
"Per quelli che ancora non lo sanno, ebbene io ho votato Grasso", spiega Bocchino in un lungo intervento, "L'ho fatto perché sentivo insostenibile il peso di essere accostato, seppur lontanamente, all'elezione di Renato Schifani alla seconda carica dello Stato. Per me non è solo una questione politica, ma anche etica. Non condivido il punto di chi dice che la responsabilità della sua elezione sarebbe stata solo dei partiti. Non è così. Sarebbe stata anche mia".
Ancora più forte nei toni è il commento di Giarrusso, che fa sempre riferimento a una scelta etica e di coscienza. "Collaborare a questa infamia (l'elezione di Schifani ndr), pur avendo la possibilità di impedirla, sarebbe stata una cosa insopportabile per la mia coscienza. Sarebbe stato come tradire tutta la mia vita, tutte le mie scelte, tutto quello che ho sempre ammirato e tutto quello in cui ho sempre creduto. Votare scheda bianca era per me assolutamente impossibile."
Lo stesso Giarrusso, in seguito a un gran numero di commenti su Facebook, ha poi voluto precisare di non aver raggiunto patti con altri partiti, rispedendo al mittente l'accusa di aver accettato un qualche tipo di accordo. "Non abbiamo fatto accordi o scambi con nessuno. Ma non siamo venuti a patti nemmeno con la nostra coscienza. Perché per ognuno di noi c'è un limite invalicabile, oltre il quale non si può andare".
Diverso tra i due senatori è invece il giudizio su possibili dimissioni. Secondo il codice firmato dai grillini, in caso di voto differente rispetto a quanto deciso dal gruppo, può essere infatti avanzata la richiesta di dimissioni per i "traditori", anche se la decisione finale spetta poi a una consultazione online.
"Non so se con il mio voto io ho mentito agli elettori o no. Su questo punto, io ora sono sinceramente confuso. Vi prego di aiutarmi a capire", spiega Bocchino, in linea con quanto fatto ieri da Vacciani, "Fatelo senza impedimenti, pacatamente. Io sono pronto a trarre le conseguenze, altrettanto pacatamente e in serenità". Un riferimento più o meno implicito alle dimissioni manca invece dai messaggi di Giarrusso.
Qui di seguito, riportiamo gli interventi completi dei tre senatori.
FABRIZIO BOCCHINO
"Mi si chiede di esplicitare la mia posizione. Lo faccio volentieri ora, dopo una una pausa dalle attività politiche che ha la durata di una giornata intera trascorsa con la mia famiglia, la prima da 8 giorni a questa parte.
Per quelli che ancora non lo sanno, ebbene io ho votato Grasso. L'ho fatto perché sentivo insostenibile il peso di essere accostato, seppur lontanamente, all'elezione di Renato Schifani alla seconda carica dello Stato. Per me non è solo una questione politica, ma anche etica. Non condivido il punto di chi dice che la responsabilità della sua elezione sarebbe stata solo dei partiti. Non è così. Sarebbe stata anche mia. Magari sarà stata una trappola, ne possiamo discutere. Ma la responsabilità sarebbe stata anche mia, perché sono stato messo in condizione di impedirlo, e se non l'avessi fatto, la responsabilità sarebbe stata anche mia.
Non tutti nel gruppo hanno condiviso questa mia scelta, molti la ritengono sbagliata, ma mi sento di poter dire che tutti l'hanno compresa. Forse questo è avvenuto troppo tardi per evitare di finire in questo cul-de-sac, e certamente io non mi sono spiegato molto bene, ma ora è stata compresa. Il gruppo è coeso, tutti faremo tesoro di questa esperienza, che scaturisce da quella ricchezza che è la diversità di vedute di un gruppo di cittadini che hanno appena iniziato questa bellissima avventura.
Un'ultima cosa. C'e' anche un altro motivo per cui l'ho fatto. Prima di votare, mi sono giunti tantissimi messaggi da attivisti ed elettori sia pubblici che privati, la maggior parte dei quali in una sola direzione. Mi hanno aiutato nel difficilissimo e travagliatissimo compito di scrivere quel nome dentro la cabina elettorale. In quel momento, mi sono sentito un portavoce. Non so se con il mio voto io ho mentito agli elettori o no. Su questo punto, io ora sono sinceramente confuso. Vi prego di aiutarmi a capire. Fatelo senza impedimenti, pacatamente. Io sono pronto a trarre le conseguenze, altrettanto pacatamente e in serenità".
MARIO MICHELE GIARRUSSO
"Sabato Schifani nella prima votazione aveva avuto 117 voti e Grasso 120. Alla successiva votazione sarebbero quindi bastati 4 senatori di Monti (che ne ha 19) per far salire Schifani.
Collaborare a questa infamia, pur avendo la possibilità di impedirla (con 54 senatori), sarebbe stata una cosa insopportabile per la mia coscienza.
Sarebbe stato come tradire tutta la mia vita, tutte le mie scelte, tutto quello che ho sempre ammirato e tutto quello in cui ho sempre creduto.
Votare scheda bianca era per me assolutamente impossibile.
Chi ritiene questa scelta sbagliata, deve avere la piena consapevolezza che ogni altra scelta avrebbe voluto dire sostenere la possibile elezione di Schifani.
Con tutto quello che ne consegue, in ordine alle gravissime responsabilità morali conseguenti".
In un post successivo aggiunge "Non abbiamo fatto accordi o scambi con nessuno. Ma non siamo venuti a patti nemmeno con la nostra coscienza. Perché per ognuno di noi c'è un limite invalicabile, oltre il quale non si può andare. L'elezione di Schifani alla seconda carica dello stato era il limite che la mia coscienza mi impediva di valicare".
ELENA FATTORI
Seguo le direttive del nostro portavoce al Senato Vito Crimi di dichiarare pubblicamente su Fb il proprio voto alla presidenza del Senato. Credo si fosse già capito dai post precedenti ma ora lo dichiaro a chiare lettere: io ho votato Grasso.
L'ho votato però, molto sinceramente, convinta di adeguarmi alle indicazioni dell'assemblea e della mia coscienza. E' stata un'assemblea estremamente concitata, sofferta, purtroppo conclusasi in fretta e senza il tempo di raccogliere le idee e di ricapitolare le decisioni, di verificare i presenti, e dalla quale l'unica cosa emersa all'unanimità è stato il no a Schifani. Quindi non tanto in mancanza di coerenza abbiamo peccato ma piuttosto in un' organizzazione ancora imperfetta. Ma maggiormente del fatto di esserci lasciati prendere troppo dalle emozioni e tropo poco dalla logica politica ma concedeteci l'attenuante del fatto che eravamo lì da soli due giorni.
Il mio voto a Grasso forse non lo devo spiegare troppo, ho descritto già l'impatto che quell'assemblea ha avuto su di me e di quanto mi disgustasse l'idea di avere un personaggio del genere come presidente del Senato. Questa però ci tengo a puntualizzare, era una votazione per una carica istituzionale che non significa assolutamente né da parte mia nè del gruppo un'apertura ad appoggi a forse politiche.
Non so se è doveroso un mea culpa, da pare mia ma per umiltà di fronte agli errori che sicuramente in qualche modo ho fatto lo farò. Ho agito nella piena convinzione di coerenza con i gruppo, e cercando di indagare in rete prima del voto, l'opinione de cittadini, per quello che si poteva fare in quei pochi conciati minuti. A voi un eventuale giudizio ma per favore senza insulti.
MARIO MICHELE GIARRUSSO
"Sabato Schifani nella prima votazione aveva avuto 117 voti e Grasso 120. Alla successiva votazione sarebbero quindi bastati 4 senatori di Monti (che ne ha 19) per far salire Schifani.
Collaborare a questa infamia, pur avendo la possibilità di impedirla (con 54 senatori), sarebbe stata una cosa insopportabile per la mia coscienza.
Sarebbe stato come tradire tutta la mia vita, tutte le mie scelte, tutto quello che ho sempre ammirato e tutto quello in cui ho sempre creduto.
Votare scheda bianca era per me assolutamente impossibile.
Chi ritiene questa scelta sbagliata, deve avere la piena consapevolezza che ogni altra scelta avrebbe voluto dire sostenere la possibile elezione di Schifani.
Con tutto quello che ne consegue, in ordine alle gravissime responsabilità morali conseguenti".
In un post successivo aggiunge "Non abbiamo fatto accordi o scambi con nessuno. Ma non siamo venuti a patti nemmeno con la nostra coscienza. Perché per ognuno di noi c'è un limite invalicabile, oltre il quale non si può andare. L'elezione di Schifani alla seconda carica dello stato era il limite che la mia coscienza mi impediva di valicare".
ELENA FATTORI
Seguo le direttive del nostro portavoce al Senato Vito Crimi di dichiarare pubblicamente su Fb il proprio voto alla presidenza del Senato. Credo si fosse già capito dai post precedenti ma ora lo dichiaro a chiare lettere: io ho votato Grasso.
L'ho votato però, molto sinceramente, convinta di adeguarmi alle indicazioni dell'assemblea e della mia coscienza. E' stata un'assemblea estremamente concitata, sofferta, purtroppo conclusasi in fretta e senza il tempo di raccogliere le idee e di ricapitolare le decisioni, di verificare i presenti, e dalla quale l'unica cosa emersa all'unanimità è stato il no a Schifani. Quindi non tanto in mancanza di coerenza abbiamo peccato ma piuttosto in un' organizzazione ancora imperfetta. Ma maggiormente del fatto di esserci lasciati prendere troppo dalle emozioni e tropo poco dalla logica politica ma concedeteci l'attenuante del fatto che eravamo lì da soli due giorni.
Il mio voto a Grasso forse non lo devo spiegare troppo, ho descritto già l'impatto che quell'assemblea ha avuto su di me e di quanto mi disgustasse l'idea di avere un personaggio del genere come presidente del Senato. Questa però ci tengo a puntualizzare, era una votazione per una carica istituzionale che non significa assolutamente né da parte mia nè del gruppo un'apertura ad appoggi a forse politiche.
Non so se è doveroso un mea culpa, da pare mia ma per umiltà di fronte agli errori che sicuramente in qualche modo ho fatto lo farò. Ho agito nella piena convinzione di coerenza con i gruppo, e cercando di indagare in rete prima del voto, l'opinione de cittadini, per quello che si poteva fare in quei pochi conciati minuti. A voi un eventuale giudizio ma per favore senza insulti.
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