martedì 5 marzo 2013
Montello incubo discarica chiesto a Zingaretti le analisi
Il vicesindaco scrive a Zingaretti: senza un’analisi si rischia di compromettere il futuro del territorio
INCUBO DISCARICHE «La provincia non diventi il polo di lavorazione dei rifiuti del Lazio» «Stiamo andando incontro
alla realizzazione
di impianti
per lavorare tre volte
la quantità prodotta»
« QU E L L O che sta accadendo nell’area di
Borgo Montello potrebbe compromettere
in modo devastante il futuro del nostro
territorio». Usa toni drammatici Fabrizio
Cirilli. I toni di chi sembra
conoscere bene il rischio
che sta correndo la provincia di Latina in rifeimento a
quella che lo stesso vicesindaco definisce «la delicata situazione legata al
conferimento e smaltimento dei rifiuti urbani». Passaggi chiari, espressi ieri
mattina in una conferenza
stampa convocata presso la
sede dell’asessorato e contenuti nel documento inviato al neogovernatore del
Lazio Nicola Zingaretti. E
con lui anche ai 4 consiglieri di questa provincia
eletti alla Pisana (Forte,
Giancola, Pernarella e Simeone, ndr). Nella lunga
missiva, Cirilli snocciola i
numeri di una faccenda
che, a suo avviso, ha tutti
gli estremi per diventare un
problema per questa provincia. Sempre che si voglia considerare un problema la possibilità che Latina
si trasformi nel polo industriale per il trattamento dei
rifiuti della Capitale. Una
prospettiva oltremodo
plausibile se Zingaretti e
l’intero Consiglio regionale non decidano di prendere in considerazione l’a n al is i
che scaturisce dai
numeri che guardano il territorio pontino.
«Secondo i dati
forniti dalla Regione Lazio - ha
spiegato Cirilli -
La provincia di
Latina produce
circa 317mila
tonnellate di rifiuti l’anno da trattare e smaltire. Che
diventano oltre
237mila in ragione di una raccolta differenziata
media stimata al 25%. Inoltre, da
qui ai prossimi mesi gli impianti già autorizzati e in fase di realizzazione per trattare i rifiuti tra Campo di carne (Rida ambiente) e Montello (Indeco e Ecoambiente) avranno la capacità di trattare 580mila
tonnellate di rifiuti, ovvero quasi il triplo
di quelli di cui necessita la provincia.
Tenendo presente che questi numeri impongono l’esigenza di aprire discariche a
servizio, perché circa il 50% di questi
rifiuti trattati produce sostanze che vanno
smaltite in discarica, è chiaro che chiediamo al presidente della Regione e ai consiglieri, in linea con quanto annunciato in
campagna elettorale, che tengano conto
del fatto che andiamo incontro a realizzare
impianti per lavorare tre volte la quantità
di rifiuti che la provincia produce». Ma è
solo l’inizio. Perché, come spiega ancora
il vicesindaco, «questi numeri sono il
risultato di una differenziata al 25%»,
perciò, «aumentando la differenziata le
quantità di rifiuti da dover trattare nei
prossimi anni saranno addirittura inferiori. Per cui - è l’amara considerazione di
Cirilli - stiamo realizando impianti per
lavorare quattro o cinque volte le quantità
che la provincia necessita di lavorare.
Senza dimenticare che, se così fosse, saremo poi costretti ad autorizzare discariche
per conferire le sostanze di risulta di questi
impianti che stiamo autorizzando». Da
qui l’appello del vicesindaco per evitare
che Latina diventi la pattumiera della
Capitale e di molte altre aree del Lazio.
«Alla luce di questi numeri - ha aggiunto
- chiediamo di riflettere e di prendere in
considerazione le osservazioni e i pareri
che stiamo esprimendo nelle conferenze
di servizi. Perché non solo non vengano
realizzati nuovi impianti in quanto quelli
in essere già coprono tre volte i rifiuti che
noi produciamo, ma anche di non autorizzare nessun impianto a discarica se non
direttamente collagata alla lavorazione di
questi rifiuti. Che siano cioè davvero discariche a servizio di impianti di lavorazione e non discariche fine a sé stesse
come è accaduto fino ad oggi, con la scusa
di abbinarle poi a impianti di trattamento
che ancora devono essere realizzati». Cirilli chiede dunque un’assunzione di responsabilità al presidente del Lazio. Perché non faccia come i suoi predecessori
scegliendo di mettere la polvere sotto al
tappeto. Anche perché, ha ricordato, «in
un ambito come quelle dei rifiuti non
decidere non significa rinviare decisioni
ma di fatto decidere implicitamente. In
questo caso - è la chiusura - di devastare il
nostro territorio e di farlo diventare il polo
di lavorazione industriale e di conferimento di tutti i rifiuti del lazio».
Valerio Sordilli http://www.latina-oggi.it/read.php?hash=7c51947c0567c888d58ef06933192717
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