lunedì 18 marzo 2013

L'Ue dà parere favorevole al piano di smaltimento dei rifiuti radioattivi della centrale nucleare di Latina

La provincia di Latina, oltre che interessata da tanti fenomeni a livello nazionale poco esaltanti, ritorna una capitale dei problemi energetici. Una bulimia di centrali elettriche (2 a turbogas una con grossi problemi per il rinnovo dell'AIA ad Aprilia, per l'altra la ditta ha rinunciato al progetto di Pontinia, 1 che funziona da anni nel comune di Sermoneta nel silenzio generale di enti e informazioni), di centrali a biogas (con forte impatto ambientale, con inquinanti mortali, con grave pericolosità nella gestione come spiega l'esperienza in Germania) e una trentina di centrali a biomasse, molte delle quali approvate pare nel silenzio e all'insaputa della popolazione, con l'iter ancora in corsa della seconda più grossa centrale d'Italia, sovradimensionata secondo il progettista a Pontinia. Poi progetti di tutti i tipi per i rifiuti. Senza contare che l'esperienza per la gestione dell'acqua privata è la più contestata in tutta l'Europa. Per i rifiuti fusti tossici, forse radioattivi e poi il caos del decreto Clini, cittadino onorario di Latina che ringrazia coprendo la provincia di rifiuti romani. Poi il caso di 2 centrali nucleari: una, quella del Garigliano, la Chernobyl italiana, nella provincia di Caserta a confine con la nostra, dopo 60 di inquinamento, malattie, malformazioni ci sono nuove indagini e ricerche (vedere http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/12/08/procura-di-santa-maria-capua-vetere-indaga-su-centrale-nucleare-del-garigliano/439252/), quando sarebbe bastato leggere libri dell'avvocato Carlo Marcantonio Tibaldi. Si fanno incontri e manifestazioni, nascono comitati veri o finti che siano, basta un allevamento che da fastidio a qualche personaggio, si discute su tutto. Per l'altra centrale quella di Borgo Sabotino (che è anche centrale come territorio) a ridosso del poligono di tiro (ne è la prova la bomba che ha colpito una roulotte a 200 m dal reattore della centrale nucleare nel 1984), vicino la stessa mega discarica di Montello, sul mare più visitato, a confine con il Parco del Circeo è in discussione il piano di smaltimento dei rifiuti radioattivi della centrale nucleare e la popolazione non è informata e non ha partecipato minimamente al processo decisionale. Anzi si apprende addirittura che è stato dato il parere favorevole. Ma si legge anche  A titolo indicativo, la Commissione richiama l'attenzione su alcuni aspetti ambientali che andrebbero ulteriormente esaminati: sulle disposizioni concernenti la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati; su quelle relative alla valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, su quelle relative alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e in materia di acque.  Non sarebbe il caso di fare una procedura, una discussione di evidenza pubblica? A parte i risultati delle indagini epidemiologiche (aumento delle malattie della tiroide nella popolazione femminile, di tutti i tumori negli uomini, in particolare stomaco e malattie cardiovascolari, chiaramente collegabili alle radiazioni) nel raggio di 7 km, stupiscono non poco alcune “particolarità”. La presenza di un notevole (per dimensioni) campo fotovoltaico affianco alla vecchia centrale nucleare, sempre nel lotto di terreno della stessa centrale, sulla via Macchiagrande. Le stranezze continuano. L'accesso all'area del poligono di tiro (sulla via del lungomare, strada Valmontorio) sarebbe impedito da una recinzione metallica con grandi buchi che lasciano tranquillamente passare le persone. Anche la recinzione del canale (sempre sulla strada Valmontorio) in elementi metallici (ringhiera) termina con filo spinato a maglie talmente larghe da lasciar passare chiunque. La “sicurezza” è un elemento che distingue questa centrale. Poi c'è il pontile nel mare (come sappiamo notevole causa dell'erosione sulla Marina di Latina e di conseguenza un grave danno economico per il turismo e i suoi operatori) che è “inagibile” per il personale esterno. Un giornalista mi ha chiesto conferma del significato di “inagibile”. Una struttura se è inagibile (quindi pericolosa) lo è per tutti esterni e interni. La domanda conseguente, logica e spontanea, è stata: come si può permettere che una struttura che (dall'esterno, dal mare) è raggiungibile da tutti sia pericolosa (inagibile) e non si provveda, con urgenza, alla sua messa in sicurezza? E ancora: la normativa in materia di sicurezza obbliga i datori di lavoro a mettere in sicurezza le strutture. Se non lo sono perchè se ne permette l'accesso al personale “interno”? L'ultima stranezza: durante il sopralluogo, all'esterno del canale, sulla spiaggia pubblica c'erano bagnanti, persone al sole o nel mare (pescatori) sulle rive di quello che potrebbe essere uno scarico (magari per incidente o perdita) di materiale radioattivo. Anche qui la domanda è stata: ma non lo sanno (e allora perchè gli enti pubblici non informano e non avvertono con idonea segnaletica) o fanno finta di non saperlo?

Energia | Rifiuti e bonifiche

L'Ue dà parere favorevole al piano di smaltimento dei rifiuti radioattivi della centrale nucleare di Latina

[ 18 marzo 2013 ]
Eleonora Santucci
Secondo la Commissione europea l'attuazione del piano di smaltimento dei rifiuti radioattivi provenienti dalla disattivazione della centrale nucleare Latina, situata nella frazione di Borgo Sabotino del comune di Latina, non è tale da comportare - né in normali condizioni operative, né in caso di incidente del tipo e dell'entità di cui ai dati generali - una contaminazione radioattiva significativa sotto il profilo sanitario, delle acque, del suolo o dell'aria di un altro Stato membro vicino come la Francia (che dista dalla centrale di Latina circa 290 km) e la Slovenia (che dista 460 km).
La valutazione è stata svolta conformemente alle disposizioni del trattato Euratom e non pregiudica eventuali valutazioni supplementari, né gli obblighi che discendono del trattato e dal diritto derivato. A titolo indicativo, la Commissione richiama l'attenzione su alcuni aspetti ambientali che andrebbero ulteriormente esaminati: sulle disposizioni concernenti la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati; su quelle relative alla valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente, su quelle relative alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche e in materia di acque.
Il 18 ottobre 2012 la Commissione europea ha ricevuto dal governo italiano i dati generali riguardanti il piano di smaltimento dei rifiuti radioattivi derivanti dalla disattivazione della centrale nucleare di Latina (nota anche perché è stata la prima ad entrare in funzione in Italia). E sulla base di tali dati e di ulteriori informazioni richieste dalla Commissione, dopo aver consultato il gruppo di esperti la Commissione ha formulato il proprio parere favorevole.
Un parere dal quale risulta che in condizioni normali di disattivazione gli scarichi di effluenti radioattivi liquidi e gassosi non comportano un'esposizione rilevante sotto il profilo sanitario per la popolazione di un altro Stato membro. Che i rifiuti radioattivi solidi saranno depositati in loco, in attesa della disponibilità di un deposito nazionale. Che i rifiuti solidi e i materiali residui non radioattivi che soddisfano i livelli di esenzione saranno esentati dal controllo regolamentare e destinati allo smaltimento come rifiuti convenzionali o al reimpiego o riciclo. Ciò avverrà nel rispetto dei criteri enunciati nella direttiva sulle norme fondamentali di sicurezza. Inoltre dal parere della Commissione risulta che in caso di scarichi imprevisti di effluenti radioattivi, a seguito di un incidente del tipo e dell'entità previsti nei dati generali, le dosi cui le popolazioni di un altro Stato membro potrebbero essere esposte non sarebbero significative sotto il profilo sanitario.

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