domenica 3 marzo 2013

giù l'ecomostro del Circeo


Aree protette e biodiversità | Urbanistica e territorio

Giù l'ecomostro del Circeo. Al via la demolizione degli abusi edilizi a Quarto Caldo

La fine su 35 anni di abusivismo nel cuore del Parco Nazionale
[ 31 ottobre 2012 ]
Dopo oltre 35 anni si è stato concluso l' iter burocratico ed il Comune di San Felice Circeo (Lt) ha acquisito di diritto e gratuitamente l'area e, grazie alla collaborazione dell'Ente Parco e dell'Ufficio vigilanza sull'abusivismo della Regione Lazio, ha  inviato le ruspe per la demolizione dell'ecomostro di Quarto Caldo,
Legambiente Lazio spiega che «Affonda le radici negli anni '70 la storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, una sventola da quasi 3 ettari per una capacità edificatoria vicino a 100.000 metri cubi in una zona di grande pregio naturalistico, bloccata dall'amministrazione che annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l'istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al TAR che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso».
Annunciando la demolizione qualche giorno fa il vicesindaco di San Felice Circeo, Egidio Calisi, ha detto al Messaggero: «Sbancamenti, intere aree nel cuore del Parco nazionale del Circeo trasformate in cantieri, ferite aperte in aree di enorme pregio che pure avrebbero dovuto essere preservate da tanto scempio la demolizione è stata una delle priorità stabilite dal sindaco Gianni Petrucci all'indomani della sua affermazione elettorale, un provvedimento fortemente voluto, un'azione che assume, tra l'altro, connotati decisamente simbolici nell'ambito del rispetto della legalità e della tutela dell'ambiente, due concetti che devono contribuire allo sviluppo di un territorio che vede nelle bellezze naturali e nel turismo due delle proprie principali risorse.  Questo intervento non va considerato solo come un successo dell'attuale giunta, bensì come la vittoria di tutti coloro che, amministratori comunali, enti, associazioni e semplici cittadini, hanno lottato per più di trent'anni per ottenere il medesimo scopo.  Si tratta di un evento di estrema importanza cui ne seguiranno certamente altri, con lo scopo di restituire alla fruizione di tutti uno degli angoli più suggestivi d'Italia»
«Finalmente il Circeo - commenta il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio. Ringrazio il sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il commissario del Parco nazionale, presidente uscente Gaetano Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica». Proprio in questi giorni il ministero ha lavorato «per contrastare il fenomeno dell'abusivismo - prosegue Clini - il dissesto idrogeologico, e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica, dove l'opacità, l'inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare». La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita, aggiunge il ministro, è stata consentita tra l'altro dal fondo del ministero dell'Ambiente contro l'abusivismo. «Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. A beneficio di tutti, dell'ambiente e dei cittadini».
Per Lorenzo Parlati, presidente del Cigno Verde del Lazio, «La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati. Nel Lazio è allarmante la situazione dell'illegalità ambientale, dall'abusivismo edilizio, al traffico illecito di rifiuti, dall'inquinamento delle acque a quello atmosferico, con pesanti interessi della criminalità organizzata. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2009 ben 6.200 abusi hanno creato una profonda ferita ai danni del territorio del Lazio: un abuso su quattro si compie nelle aree vincolate e uno su cinque sfregia le coste. L'assalto criminale legato all'edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio, dopo l'Isola dei Ciurli a Fondi, Ardea e San Felice bisogna mantenere accese le ruspe contro i ritmi impressionanti dell'abusivismo, sostenendo i Comuni come è avvenuto in questi casi anche con il fondo di rotazione per la lotta all'abusivismo».
Tra il 2004 e il 2009, periodo durante il quale non era in atto nessun condono edilizio, il Lazio è stato massacrato da   41.588 abusi edilizi, 18,9 al giorno, 10.397 abusi, il 25% degli abusi, sono stati realizzati in  aree vincolate, ben 9.149, il 22%, sono sorti nei comuni costieri del Lazio e 14.430 abusi, il 30%, nel Comune di Roma, la Capitale di questo nostro povero Paese cementificato.
Marco Omizzolo, presidente del circolo Larus di Sabaudia e coordinatore provinciale di  Latina di Legambiente, spiega che «Dopo l'abbattimento dell'Isola dei Ciurli, il più grande ecomostro della Regione Lazio e la demolizione della darsena con annesse strutture abusive sul Lago di Paola, in pieno Parco del Circeo, un'altra importante operazione, tesa a ripristinare la legalità sul territorio pontino e in tutto il basso Lazio, vede oggi la luce, e cioè l'inizio degli abbattimenti del più vecchio ecomostro di uno dei più antichi parchi nazionali italiani. Grazie infatti alla demolizione di alcuni degli scheletri di Quarto caldo a San Felice Circeo, case abusive costruite in una delle zone più belle del Circeo e che attendevano questa sorte da molto tempo dopo il sequestro dei cantieri disposto addirittura nel lontano 1976, assistiamo ad un ritorno alla legalità in un territorio di straordinaria importanza ambientale e di grande suggestione paesaggistica. L'auspicio è che non si tratti di un episodio occasionale, ma che si continui su questa strada affinché abusivismo ed illegalità, cause principali di scempi ai danni del nostro territorio, cessino per sempre».
Nel Lazio restano ancora da abbattere diversi ecomostri rimangono e Legambiente, che assicura che terrà alta l'attenzione con la nuova campagna nazionale "Abbatti l'abuso" contro l'edilizia illegale, fa alcuni esempi che riguardano solo diversi casi indagini, abusi e sequestri del 2011:  «Proprio a San Felice Circeo sono scattati i sigilli a una villa del valore di 400 mila euro a quanto pare senza nessuna concessione, a Formia a 16 appartamenti del valore di circa cinque milioni di euro sorti in violazione dei piani territoriali a due passi dal mare dello splendido Golfo, in località Acquatraversa; le ruspe sono ferme di fronte a diversi ecomostri, primo tra tutti le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia ancora a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, così come i 10 villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant'Agostino a Gaeta e gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi, come nel caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni. Nell'area romana, una lottizzazione abusiva è sorta alla luce del sole su un'area di quattro ettari a Pomezia (Rm), mentre un'altra indagine ha disposto ad Ardea (Rm) il sequestro di un'area agricola di circa 35.000 m2 sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili. Nella Capitale, poi, sono stati sequestrati 33 ettari all'interno dell'area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni. E secondo l'ex direttore dell'ufficio condono edilizio gli abusivi avevano un vero e proprio listino prezzi da 5.000 euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione».
Secondo Valentina Romoli, responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lazio, «L'abbattimento dell'ecomostro del Circeo fa ben sperare per i tanti altri mostri di cemento abusivo che rimangono da demolire anche nel Lazio. Con l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio, che raccoglie centinaia di segnalazioni dei cittadini al numero verde 800926248, continueremo l'attività di denuncia e informazione per battere le illegalità».
- See more at: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2018645#sthash.GUQie2n6.dpuf

Aree protette e biodiversità | Urbanistica e territorio

Giù l'ecomostro del Circeo. Al via la demolizione degli abusi edilizi a Quarto Caldo

La fine su 35 anni di abusivismo nel cuore del Parco Nazionale
[ 31 ottobre 2012 ]
Dopo oltre 35 anni si è stato concluso l' iter burocratico ed il Comune di San Felice Circeo (Lt) ha acquisito di diritto e gratuitamente l'area e, grazie alla collaborazione dell'Ente Parco e dell'Ufficio vigilanza sull'abusivismo della Regione Lazio, ha  inviato le ruspe per la demolizione dell'ecomostro di Quarto Caldo,
Legambiente Lazio spiega che «Affonda le radici negli anni '70 la storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, una sventola da quasi 3 ettari per una capacità edificatoria vicino a 100.000 metri cubi in una zona di grande pregio naturalistico, bloccata dall'amministrazione che annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l'istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al TAR che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso».
Annunciando la demolizione qualche giorno fa il vicesindaco di San Felice Circeo, Egidio Calisi, ha detto al Messaggero: «Sbancamenti, intere aree nel cuore del Parco nazionale del Circeo trasformate in cantieri, ferite aperte in aree di enorme pregio che pure avrebbero dovuto essere preservate da tanto scempio la demolizione è stata una delle priorità stabilite dal sindaco Gianni Petrucci all'indomani della sua affermazione elettorale, un provvedimento fortemente voluto, un'azione che assume, tra l'altro, connotati decisamente simbolici nell'ambito del rispetto della legalità e della tutela dell'ambiente, due concetti che devono contribuire allo sviluppo di un territorio che vede nelle bellezze naturali e nel turismo due delle proprie principali risorse.  Questo intervento non va considerato solo come un successo dell'attuale giunta, bensì come la vittoria di tutti coloro che, amministratori comunali, enti, associazioni e semplici cittadini, hanno lottato per più di trent'anni per ottenere il medesimo scopo.  Si tratta di un evento di estrema importanza cui ne seguiranno certamente altri, con lo scopo di restituire alla fruizione di tutti uno degli angoli più suggestivi d'Italia»
«Finalmente il Circeo - commenta il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio. Ringrazio il sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il commissario del Parco nazionale, presidente uscente Gaetano Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica». Proprio in questi giorni il ministero ha lavorato «per contrastare il fenomeno dell'abusivismo - prosegue Clini - il dissesto idrogeologico, e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica, dove l'opacità, l'inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare». La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita, aggiunge il ministro, è stata consentita tra l'altro dal fondo del ministero dell'Ambiente contro l'abusivismo. «Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. A beneficio di tutti, dell'ambiente e dei cittadini».
Per Lorenzo Parlati, presidente del Cigno Verde del Lazio, «La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati. Nel Lazio è allarmante la situazione dell'illegalità ambientale, dall'abusivismo edilizio, al traffico illecito di rifiuti, dall'inquinamento delle acque a quello atmosferico, con pesanti interessi della criminalità organizzata. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2009 ben 6.200 abusi hanno creato una profonda ferita ai danni del territorio del Lazio: un abuso su quattro si compie nelle aree vincolate e uno su cinque sfregia le coste. L'assalto criminale legato all'edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio, dopo l'Isola dei Ciurli a Fondi, Ardea e San Felice bisogna mantenere accese le ruspe contro i ritmi impressionanti dell'abusivismo, sostenendo i Comuni come è avvenuto in questi casi anche con il fondo di rotazione per la lotta all'abusivismo».
Tra il 2004 e il 2009, periodo durante il quale non era in atto nessun condono edilizio, il Lazio è stato massacrato da   41.588 abusi edilizi, 18,9 al giorno, 10.397 abusi, il 25% degli abusi, sono stati realizzati in  aree vincolate, ben 9.149, il 22%, sono sorti nei comuni costieri del Lazio e 14.430 abusi, il 30%, nel Comune di Roma, la Capitale di questo nostro povero Paese cementificato.
Marco Omizzolo, presidente del circolo Larus di Sabaudia e coordinatore provinciale di  Latina di Legambiente, spiega che «Dopo l'abbattimento dell'Isola dei Ciurli, il più grande ecomostro della Regione Lazio e la demolizione della darsena con annesse strutture abusive sul Lago di Paola, in pieno Parco del Circeo, un'altra importante operazione, tesa a ripristinare la legalità sul territorio pontino e in tutto il basso Lazio, vede oggi la luce, e cioè l'inizio degli abbattimenti del più vecchio ecomostro di uno dei più antichi parchi nazionali italiani. Grazie infatti alla demolizione di alcuni degli scheletri di Quarto caldo a San Felice Circeo, case abusive costruite in una delle zone più belle del Circeo e che attendevano questa sorte da molto tempo dopo il sequestro dei cantieri disposto addirittura nel lontano 1976, assistiamo ad un ritorno alla legalità in un territorio di straordinaria importanza ambientale e di grande suggestione paesaggistica. L'auspicio è che non si tratti di un episodio occasionale, ma che si continui su questa strada affinché abusivismo ed illegalità, cause principali di scempi ai danni del nostro territorio, cessino per sempre».
Nel Lazio restano ancora da abbattere diversi ecomostri rimangono e Legambiente, che assicura che terrà alta l'attenzione con la nuova campagna nazionale "Abbatti l'abuso" contro l'edilizia illegale, fa alcuni esempi che riguardano solo diversi casi indagini, abusi e sequestri del 2011:  «Proprio a San Felice Circeo sono scattati i sigilli a una villa del valore di 400 mila euro a quanto pare senza nessuna concessione, a Formia a 16 appartamenti del valore di circa cinque milioni di euro sorti in violazione dei piani territoriali a due passi dal mare dello splendido Golfo, in località Acquatraversa; le ruspe sono ferme di fronte a diversi ecomostri, primo tra tutti le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia ancora a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, così come i 10 villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant'Agostino a Gaeta e gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi, come nel caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni. Nell'area romana, una lottizzazione abusiva è sorta alla luce del sole su un'area di quattro ettari a Pomezia (Rm), mentre un'altra indagine ha disposto ad Ardea (Rm) il sequestro di un'area agricola di circa 35.000 m2 sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili. Nella Capitale, poi, sono stati sequestrati 33 ettari all'interno dell'area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni. E secondo l'ex direttore dell'ufficio condono edilizio gli abusivi avevano un vero e proprio listino prezzi da 5.000 euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione».
Secondo Valentina Romoli, responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lazio, «L'abbattimento dell'ecomostro del Circeo fa ben sperare per i tanti altri mostri di cemento abusivo che rimangono da demolire anche nel Lazio. Con l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio, che raccoglie centinaia di segnalazioni dei cittadini al numero verde 800926248, continueremo l'attività di denuncia e informazione per battere le illegalità».
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Aree protette e biodiversità | Urbanistica e territorio

Giù l'ecomostro del Circeo. Al via la demolizione degli abusi edilizi a Quarto Caldo

La fine su 35 anni di abusivismo nel cuore del Parco Nazionale
[ 31 ottobre 2012 ]
Dopo oltre 35 anni si è stato concluso l' iter burocratico ed il Comune di San Felice Circeo (Lt) ha acquisito di diritto e gratuitamente l'area e, grazie alla collaborazione dell'Ente Parco e dell'Ufficio vigilanza sull'abusivismo della Regione Lazio, ha  inviato le ruspe per la demolizione dell'ecomostro di Quarto Caldo,
Legambiente Lazio spiega che «Affonda le radici negli anni '70 la storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, una sventola da quasi 3 ettari per una capacità edificatoria vicino a 100.000 metri cubi in una zona di grande pregio naturalistico, bloccata dall'amministrazione che annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l'istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al TAR che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso».
Annunciando la demolizione qualche giorno fa il vicesindaco di San Felice Circeo, Egidio Calisi, ha detto al Messaggero: «Sbancamenti, intere aree nel cuore del Parco nazionale del Circeo trasformate in cantieri, ferite aperte in aree di enorme pregio che pure avrebbero dovuto essere preservate da tanto scempio la demolizione è stata una delle priorità stabilite dal sindaco Gianni Petrucci all'indomani della sua affermazione elettorale, un provvedimento fortemente voluto, un'azione che assume, tra l'altro, connotati decisamente simbolici nell'ambito del rispetto della legalità e della tutela dell'ambiente, due concetti che devono contribuire allo sviluppo di un territorio che vede nelle bellezze naturali e nel turismo due delle proprie principali risorse.  Questo intervento non va considerato solo come un successo dell'attuale giunta, bensì come la vittoria di tutti coloro che, amministratori comunali, enti, associazioni e semplici cittadini, hanno lottato per più di trent'anni per ottenere il medesimo scopo.  Si tratta di un evento di estrema importanza cui ne seguiranno certamente altri, con lo scopo di restituire alla fruizione di tutti uno degli angoli più suggestivi d'Italia»
«Finalmente il Circeo - commenta il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio. Ringrazio il sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il commissario del Parco nazionale, presidente uscente Gaetano Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica». Proprio in questi giorni il ministero ha lavorato «per contrastare il fenomeno dell'abusivismo - prosegue Clini - il dissesto idrogeologico, e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica, dove l'opacità, l'inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare». La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita, aggiunge il ministro, è stata consentita tra l'altro dal fondo del ministero dell'Ambiente contro l'abusivismo. «Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. A beneficio di tutti, dell'ambiente e dei cittadini».
Per Lorenzo Parlati, presidente del Cigno Verde del Lazio, «La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati. Nel Lazio è allarmante la situazione dell'illegalità ambientale, dall'abusivismo edilizio, al traffico illecito di rifiuti, dall'inquinamento delle acque a quello atmosferico, con pesanti interessi della criminalità organizzata. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2009 ben 6.200 abusi hanno creato una profonda ferita ai danni del territorio del Lazio: un abuso su quattro si compie nelle aree vincolate e uno su cinque sfregia le coste. L'assalto criminale legato all'edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio, dopo l'Isola dei Ciurli a Fondi, Ardea e San Felice bisogna mantenere accese le ruspe contro i ritmi impressionanti dell'abusivismo, sostenendo i Comuni come è avvenuto in questi casi anche con il fondo di rotazione per la lotta all'abusivismo».
Tra il 2004 e il 2009, periodo durante il quale non era in atto nessun condono edilizio, il Lazio è stato massacrato da   41.588 abusi edilizi, 18,9 al giorno, 10.397 abusi, il 25% degli abusi, sono stati realizzati in  aree vincolate, ben 9.149, il 22%, sono sorti nei comuni costieri del Lazio e 14.430 abusi, il 30%, nel Comune di Roma, la Capitale di questo nostro povero Paese cementificato.
Marco Omizzolo, presidente del circolo Larus di Sabaudia e coordinatore provinciale di  Latina di Legambiente, spiega che «Dopo l'abbattimento dell'Isola dei Ciurli, il più grande ecomostro della Regione Lazio e la demolizione della darsena con annesse strutture abusive sul Lago di Paola, in pieno Parco del Circeo, un'altra importante operazione, tesa a ripristinare la legalità sul territorio pontino e in tutto il basso Lazio, vede oggi la luce, e cioè l'inizio degli abbattimenti del più vecchio ecomostro di uno dei più antichi parchi nazionali italiani. Grazie infatti alla demolizione di alcuni degli scheletri di Quarto caldo a San Felice Circeo, case abusive costruite in una delle zone più belle del Circeo e che attendevano questa sorte da molto tempo dopo il sequestro dei cantieri disposto addirittura nel lontano 1976, assistiamo ad un ritorno alla legalità in un territorio di straordinaria importanza ambientale e di grande suggestione paesaggistica. L'auspicio è che non si tratti di un episodio occasionale, ma che si continui su questa strada affinché abusivismo ed illegalità, cause principali di scempi ai danni del nostro territorio, cessino per sempre».
Nel Lazio restano ancora da abbattere diversi ecomostri rimangono e Legambiente, che assicura che terrà alta l'attenzione con la nuova campagna nazionale "Abbatti l'abuso" contro l'edilizia illegale, fa alcuni esempi che riguardano solo diversi casi indagini, abusi e sequestri del 2011:  «Proprio a San Felice Circeo sono scattati i sigilli a una villa del valore di 400 mila euro a quanto pare senza nessuna concessione, a Formia a 16 appartamenti del valore di circa cinque milioni di euro sorti in violazione dei piani territoriali a due passi dal mare dello splendido Golfo, in località Acquatraversa; le ruspe sono ferme di fronte a diversi ecomostri, primo tra tutti le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia ancora a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, così come i 10 villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant'Agostino a Gaeta e gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi, come nel caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni. Nell'area romana, una lottizzazione abusiva è sorta alla luce del sole su un'area di quattro ettari a Pomezia (Rm), mentre un'altra indagine ha disposto ad Ardea (Rm) il sequestro di un'area agricola di circa 35.000 m2 sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili. Nella Capitale, poi, sono stati sequestrati 33 ettari all'interno dell'area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni. E secondo l'ex direttore dell'ufficio condono edilizio gli abusivi avevano un vero e proprio listino prezzi da 5.000 euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione».
Secondo Valentina Romoli, responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lazio, «L'abbattimento dell'ecomostro del Circeo fa ben sperare per i tanti altri mostri di cemento abusivo che rimangono da demolire anche nel Lazio. Con l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio, che raccoglie centinaia di segnalazioni dei cittadini al numero verde 800926248, continueremo l'attività di denuncia e informazione per battere le illegalità».
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Aree protette e biodiversità | Urbanistica e territorio

Giù l'ecomostro del Circeo. Al via la demolizione degli abusi edilizi a Quarto Caldo

La fine su 35 anni di abusivismo nel cuore del Parco Nazionale
[ 31 ottobre 2012 ]
Dopo oltre 35 anni si è stato concluso l' iter burocratico ed il Comune di San Felice Circeo (Lt) ha acquisito di diritto e gratuitamente l'area e, grazie alla collaborazione dell'Ente Parco e dell'Ufficio vigilanza sull'abusivismo della Regione Lazio, ha  inviato le ruspe per la demolizione dell'ecomostro di Quarto Caldo,
Legambiente Lazio spiega che «Affonda le radici negli anni '70 la storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, una sventola da quasi 3 ettari per una capacità edificatoria vicino a 100.000 metri cubi in una zona di grande pregio naturalistico, bloccata dall'amministrazione che annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l'istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al TAR che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso».
Annunciando la demolizione qualche giorno fa il vicesindaco di San Felice Circeo, Egidio Calisi, ha detto al Messaggero: «Sbancamenti, intere aree nel cuore del Parco nazionale del Circeo trasformate in cantieri, ferite aperte in aree di enorme pregio che pure avrebbero dovuto essere preservate da tanto scempio la demolizione è stata una delle priorità stabilite dal sindaco Gianni Petrucci all'indomani della sua affermazione elettorale, un provvedimento fortemente voluto, un'azione che assume, tra l'altro, connotati decisamente simbolici nell'ambito del rispetto della legalità e della tutela dell'ambiente, due concetti che devono contribuire allo sviluppo di un territorio che vede nelle bellezze naturali e nel turismo due delle proprie principali risorse.  Questo intervento non va considerato solo come un successo dell'attuale giunta, bensì come la vittoria di tutti coloro che, amministratori comunali, enti, associazioni e semplici cittadini, hanno lottato per più di trent'anni per ottenere il medesimo scopo.  Si tratta di un evento di estrema importanza cui ne seguiranno certamente altri, con lo scopo di restituire alla fruizione di tutti uno degli angoli più suggestivi d'Italia»
«Finalmente il Circeo - commenta il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio. Ringrazio il sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il commissario del Parco nazionale, presidente uscente Gaetano Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica». Proprio in questi giorni il ministero ha lavorato «per contrastare il fenomeno dell'abusivismo - prosegue Clini - il dissesto idrogeologico, e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica, dove l'opacità, l'inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare». La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita, aggiunge il ministro, è stata consentita tra l'altro dal fondo del ministero dell'Ambiente contro l'abusivismo. «Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. A beneficio di tutti, dell'ambiente e dei cittadini».
Per Lorenzo Parlati, presidente del Cigno Verde del Lazio, «La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati. Nel Lazio è allarmante la situazione dell'illegalità ambientale, dall'abusivismo edilizio, al traffico illecito di rifiuti, dall'inquinamento delle acque a quello atmosferico, con pesanti interessi della criminalità organizzata. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2009 ben 6.200 abusi hanno creato una profonda ferita ai danni del territorio del Lazio: un abuso su quattro si compie nelle aree vincolate e uno su cinque sfregia le coste. L'assalto criminale legato all'edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio, dopo l'Isola dei Ciurli a Fondi, Ardea e San Felice bisogna mantenere accese le ruspe contro i ritmi impressionanti dell'abusivismo, sostenendo i Comuni come è avvenuto in questi casi anche con il fondo di rotazione per la lotta all'abusivismo».
Tra il 2004 e il 2009, periodo durante il quale non era in atto nessun condono edilizio, il Lazio è stato massacrato da   41.588 abusi edilizi, 18,9 al giorno, 10.397 abusi, il 25% degli abusi, sono stati realizzati in  aree vincolate, ben 9.149, il 22%, sono sorti nei comuni costieri del Lazio e 14.430 abusi, il 30%, nel Comune di Roma, la Capitale di questo nostro povero Paese cementificato.
Marco Omizzolo, presidente del circolo Larus di Sabaudia e coordinatore provinciale di  Latina di Legambiente, spiega che «Dopo l'abbattimento dell'Isola dei Ciurli, il più grande ecomostro della Regione Lazio e la demolizione della darsena con annesse strutture abusive sul Lago di Paola, in pieno Parco del Circeo, un'altra importante operazione, tesa a ripristinare la legalità sul territorio pontino e in tutto il basso Lazio, vede oggi la luce, e cioè l'inizio degli abbattimenti del più vecchio ecomostro di uno dei più antichi parchi nazionali italiani. Grazie infatti alla demolizione di alcuni degli scheletri di Quarto caldo a San Felice Circeo, case abusive costruite in una delle zone più belle del Circeo e che attendevano questa sorte da molto tempo dopo il sequestro dei cantieri disposto addirittura nel lontano 1976, assistiamo ad un ritorno alla legalità in un territorio di straordinaria importanza ambientale e di grande suggestione paesaggistica. L'auspicio è che non si tratti di un episodio occasionale, ma che si continui su questa strada affinché abusivismo ed illegalità, cause principali di scempi ai danni del nostro territorio, cessino per sempre».
Nel Lazio restano ancora da abbattere diversi ecomostri rimangono e Legambiente, che assicura che terrà alta l'attenzione con la nuova campagna nazionale "Abbatti l'abuso" contro l'edilizia illegale, fa alcuni esempi che riguardano solo diversi casi indagini, abusi e sequestri del 2011:  «Proprio a San Felice Circeo sono scattati i sigilli a una villa del valore di 400 mila euro a quanto pare senza nessuna concessione, a Formia a 16 appartamenti del valore di circa cinque milioni di euro sorti in violazione dei piani territoriali a due passi dal mare dello splendido Golfo, in località Acquatraversa; le ruspe sono ferme di fronte a diversi ecomostri, primo tra tutti le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia ancora a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, così come i 10 villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant'Agostino a Gaeta e gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi, come nel caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni. Nell'area romana, una lottizzazione abusiva è sorta alla luce del sole su un'area di quattro ettari a Pomezia (Rm), mentre un'altra indagine ha disposto ad Ardea (Rm) il sequestro di un'area agricola di circa 35.000 m2 sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili. Nella Capitale, poi, sono stati sequestrati 33 ettari all'interno dell'area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni. E secondo l'ex direttore dell'ufficio condono edilizio gli abusivi avevano un vero e proprio listino prezzi da 5.000 euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione».
Secondo Valentina Romoli, responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lazio, «L'abbattimento dell'ecomostro del Circeo fa ben sperare per i tanti altri mostri di cemento abusivo che rimangono da demolire anche nel Lazio. Con l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio, che raccoglie centinaia di segnalazioni dei cittadini al numero verde 800926248, continueremo l'attività di denuncia e informazione per battere le illegalità».
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