sabato 9 marzo 2013

Legambiente, Clini, parco Circeo, sindaco Petrucci e la demolizione dell'ecomostro gli scheletri di Quarto Caldo

Aree protette e biodiversità | Urbanistica e territorio Giù l'ecomostro del Circeo. Al via la demolizione degli abusi edilizi a Quarto Caldo La fine su 35 anni di abusivismo nel cuore del Parco Nazionale [ 31 ottobre 2012 ]http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=%2018645 Dopo oltre 35 anni si è stato concluso l' iter burocratico ed il Comune di San Felice Circeo (Lt) ha acquisito di diritto e gratuitamente l'area e, grazie alla collaborazione dell'Ente Parco e dell'Ufficio vigilanza sull'abusivismo della Regione Lazio, ha inviato le ruspe per la demolizione dell'ecomostro di Quarto Caldo, Legambiente Lazio spiega che «Affonda le radici negli anni '70 la storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, una sventola da quasi 3 ettari per una capacità edificatoria vicino a 100.000 metri cubi in una zona di grande pregio naturalistico, bloccata dall'amministrazione che annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l'istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al TAR che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso». Annunciando la demolizione qualche giorno fa il vicesindaco di San Felice Circeo, Egidio Calisi, ha detto al Messaggero: «Sbancamenti, intere aree nel cuore del Parco nazionale del Circeo trasformate in cantieri, ferite aperte in aree di enorme pregio che pure avrebbero dovuto essere preservate da tanto scempio la demolizione è stata una delle priorità stabilite dal sindaco Gianni Petrucci all'indomani della sua affermazione elettorale, un provvedimento fortemente voluto, un'azione che assume, tra l'altro, connotati decisamente simbolici nell'ambito del rispetto della legalità e della tutela dell'ambiente, due concetti che devono contribuire allo sviluppo di un territorio che vede nelle bellezze naturali e nel turismo due delle proprie principali risorse. Questo intervento non va considerato solo come un successo dell'attuale giunta, bensì come la vittoria di tutti coloro che, amministratori comunali, enti, associazioni e semplici cittadini, hanno lottato per più di trent'anni per ottenere il medesimo scopo. Si tratta di un evento di estrema importanza cui ne seguiranno certamente altri, con lo scopo di restituire alla fruizione di tutti uno degli angoli più suggestivi d'Italia» «Finalmente il Circeo - commenta il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio. Ringrazio il sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il commissario del Parco nazionale, presidente uscente Gaetano Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica». Proprio in questi giorni il ministero ha lavorato «per contrastare il fenomeno dell'abusivismo - prosegue Clini - il dissesto idrogeologico, e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica, dove l'opacità, l'inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare». La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita, aggiunge il ministro, è stata consentita tra l'altro dal fondo del ministero dell'Ambiente contro l'abusivismo. «Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. A beneficio di tutti, dell'ambiente e dei cittadini». Per Lorenzo Parlati, presidente del Cigno Verde del Lazio, «La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati. Nel Lazio è allarmante la situazione dell'illegalità ambientale, dall'abusivismo edilizio, al traffico illecito di rifiuti, dall'inquinamento delle acque a quello atmosferico, con pesanti interessi della criminalità organizzata. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2009 ben 6.200 abusi hanno creato una profonda ferita ai danni del territorio del Lazio: un abuso su quattro si compie nelle aree vincolate e uno su cinque sfregia le coste. L'assalto criminale legato all'edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio, dopo l'Isola dei Ciurli a Fondi, Ardea e San Felice bisogna mantenere accese le ruspe contro i ritmi impressionanti dell'abusivismo, sostenendo i Comuni come è avvenuto in questi casi anche con il fondo di rotazione per la lotta all'abusivismo». Tra il 2004 e il 2009, periodo durante il quale non era in atto nessun condono edilizio, il Lazio è stato massacrato da 41.588 abusi edilizi, 18,9 al giorno, 10.397 abusi, il 25% degli abusi, sono stati realizzati in aree vincolate, ben 9.149, il 22%, sono sorti nei comuni costieri del Lazio e 14.430 abusi, il 30%, nel Comune di Roma, la Capitale di questo nostro povero Paese cementificato. Marco Omizzolo, presidente del circolo Larus di Sabaudia e coordinatore provinciale di Latina di Legambiente, spiega che «Dopo l'abbattimento dell'Isola dei Ciurli, il più grande ecomostro della Regione Lazio e la demolizione della darsena con annesse strutture abusive sul Lago di Paola, in pieno Parco del Circeo, un'altra importante operazione, tesa a ripristinare la legalità sul territorio pontino e in tutto il basso Lazio, vede oggi la luce, e cioè l'inizio degli abbattimenti del più vecchio ecomostro di uno dei più antichi parchi nazionali italiani. Grazie infatti alla demolizione di alcuni degli scheletri di Quarto caldo a San Felice Circeo, case abusive costruite in una delle zone più belle del Circeo e che attendevano questa sorte da molto tempo dopo il sequestro dei cantieri disposto addirittura nel lontano 1976, assistiamo ad un ritorno alla legalità in un territorio di straordinaria importanza ambientale e di grande suggestione paesaggistica. L'auspicio è che non si tratti di un episodio occasionale, ma che si continui su questa strada affinché abusivismo ed illegalità, cause principali di scempi ai danni del nostro territorio, cessino per sempre». Nel Lazio restano ancora da abbattere diversi ecomostri rimangono e Legambiente, che assicura che terrà alta l'attenzione con la nuova campagna nazionale "Abbatti l'abuso" contro l'edilizia illegale, fa alcuni esempi che riguardano solo diversi casi indagini, abusi e sequestri del 2011: «Proprio a San Felice Circeo sono scattati i sigilli a una villa del valore di 400 mila euro a quanto pare senza nessuna concessione, a Formia a 16 appartamenti del valore di circa cinque milioni di euro sorti in violazione dei piani territoriali a due passi dal mare dello splendido Golfo, in località Acquatraversa; le ruspe sono ferme di fronte a diversi ecomostri, primo tra tutti le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia ancora a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, così come i 10 villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant'Agostino a Gaeta e gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi, come nel caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni. Nell'area romana, una lottizzazione abusiva è sorta alla luce del sole su un'area di quattro ettari a Pomezia (Rm), mentre un'altra indagine ha disposto ad Ardea (Rm) il sequestro di un'area agricola di circa 35.000 m2 sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili. Nella Capitale, poi, sono stati sequestrati 33 ettari all'interno dell'area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni. E secondo l'ex direttore dell'ufficio condono edilizio gli abusivi avevano un vero e proprio listino prezzi da 5.000 euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione». Secondo Valentina Romoli, responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lazio, «L'abbattimento dell'ecomostro del Circeo fa ben sperare per i tanti altri mostri di cemento abusivo che rimangono da demolire anche nel Lazio. Con l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio, che raccoglie centinaia di segnalazioni dei cittadini al numero verde 800926248, continueremo l'attività di denuncia e informazione per battere le illegalità». Il Messaggero http://www.ilmessaggero.it/latina/circeo_operazione_antiabusivismo_demolito_ecomostro_dopo_36_anni/notizie/228789.shtml Circeo, operazione antiabusivismo: demolito ecomostro dopo 36 anni Ruspe in azione a Quarto caldo. Il sindaco Petrucci: "Questo è solo il primo tempo". L'assessore regionale Ciocchetti: "Gli interventi sulla costa devono essere una priorità" SAN FELICE CIRCEO - Ci sono voluti 36 anni, ricorsi e passaggi burocratici che sembravano non avere mai fine, ma oggi è stato demolito l'ecomostro sul promontorio di Quarto Caldo. Una lottizzazione abusiva realizzata con singole licenze rilasciate prima del '73 e poi al centro di una vicenda giudiziaria che portò alla decapitazione del consiglio comunale. La revoca delle licenze avvenne nel '76. «Non siamo eroi - dice il sindaco, Gianni Petrucci - ma questo è solo il primo tempo. Contro gli abusi non ci fermeremo». La demolizione è stata possibile grazie al contributo della Regione Lazio e oggi era presente il vice presidente Luciano Ciocchetti. «Ero al mare qui e ho notato, cinque sei anni fa, questi scheletri. Appena diventato assessore ho accelerato le pratiche per arrivare a questa giornata». La nuova amministrazione di San Felice ha acquisito l'area in un mese e oggi sono partite le ruspe. «Gli interventi sulla costa sono una priorità - ha aggiunto Ciocchetti - i Comuni avranno l'anno prossimo 3,5 milioni di euro a disposizione per le demolizioni». Soddisfazione è stata espressa dal Parco del Circeo e da Legambiente. Mercoledì 31 Ottobre 2012 - 13:37 Ultimo aggiornamento: - [PDF] Rassegna stampa del 31 Ottobre 2012 - Comune di San Felice Circeo www.comune.sanfelicecirceo.lt.it/.../comune_action.php?...CondividiFormato file: PDF/Adobe Acrobat - Visualizzazione rapida 31/ott/2012 – Caldo, fa. San Felice Circeo, nel cuore; 'del ; -_ I. ... a demolizione dei fabbricati abusivi in località Quarto Caldo a 8. elisa Circeo, all'interno del ... La Repubblica http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/10/31/news/circeo_via_alla_demolizione_dell_ecomostro_nel_parco_nazionale-45663874/Circeo, via alla demolizione dell'ecomostro nel parco nazionale Le ruspe in azione nella struttura di Quarto Caldo. Legambiente: "Una importante vittoria: dopo 35 anni un segnale di legalità in un territorio soggetto a pesanti infiltrazioni della criminalità organizzata" "Giù l'ecomostro del Circeo. Sventato il nuovo scandaloso condono edilizio, cancellato dal calendario dei lavori dell'aula del Senato, Legambiente festeggia due volte, con lo striscione 'Abbattiamolo!', all'avvio della demolizione di due degli scheletri abusivi di Quarto Caldo nel cuore del Parco nazionale del Circeo. Dopo oltre 35 anni, concluso il lungo iter burocratico, il Comune di San Felice Circeo ha acquisito di diritto e gratuitamente l'area e inviato le ruspe per la demolizione, grazie alla collaborazione dell'ente Parco e dell'ufficio Vigilanza sull'abusivismo della regione Lazio". E' quanto si legge in una nota diffusa da Legambiente Lazio. "Affonda le radici negli anni '70 la storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, - spiega ancora la nota - una sventola da quasi tre ettari per una capacità edificatoria vicino a 100.000 metri cubi in una zona di grande pregio naturalistico, bloccata dall'amministrazione che annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l'istanza fu respinta nel 1994 e il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al Tar che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso". Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio, afferma: "La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati. Nel Lazio è allarmante la situazione dell'illegalità ambientale, dall'abusivismo edilizio, al traffico illecito di rifiuti, dall'inquinamento delle acque a quello atmosferico, con pesanti interessi della criminalità organizzata". "Secondo gli ultimi dati disponibili, - continua Parlati - nel 2009 ben 6.200 abusi hanno creato una profonda ferita ai danni del territorio del Lazio: un abuso su quattro si compie nelle aree vincolate e uno su cinque sfregia le coste. L'assalto criminale legato all'edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio, dopo l'Isola dei Ciurli a Fondi, Ardea e San Felice bisogna mantenere accese le ruspe contro i ritmi impressionanti dell'abusivismo, sostenendo i Comuni come è avvenuto in questi casi anche con il fondo di rotazione per la lotta all'abusivismo." Per l'associazione ambientalista sarebbero: "ben 41.588 abusi edilizi hanno sfregiato il Lazio tra il 2004 e il 2009, periodo nel quale non agisce alcun condono edilizio, un numero incredibile pari quindi a 18,9 abusi al giorno. Il 25% degli abusi, ossia 10.397 abusi, deturpa aree vincolate, mentre ben 9.149 (22%) hanno riguardato comuni costieri del Lazio e 14.430 abusi (il 30% del totale) sono compiuti nella Capitale". (31 ottobre 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA Ministero dell'ambiente http://www.minambiente.it/home_it/showitem.html?item=/documenti/comunicati/comunicato_0502.html&lang=it Abusivismo: demolizione Circeo. Clini: “Così si contrastano dissesto e malaffare” Sono state demolite oggi a Quarto Caldo, nel cuore del Parco nazionale del Circeo, dieci ville abusive pari a una superficie di oltre 2000 metri quadri. Lo smantellamento è stato effettuato - con il contributo del ministero dell’Ambiente - dal Comune di San Felice Circeo insieme con il Parco. “Finalmente il Circeo – afferma il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio. Ringrazio il sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il commissario del Parco nazionale, presidente uscente Gaetano Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica”. Proprio in questi giorni il ministero ha lavorato “per contrastare il fenomeno dell'abusivismo – prosegue Clini - il dissesto idrogeologico, e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica, dove l'opacità, l'inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare”. La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita, aggiunge il ministro, è stata consentita tra l'altro dal fondo del ministero dell'Ambiente contro l'abusivismo. “Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. A beneficio di tutti, dell'ambiente e dei cittadini”. La vicenda degli abusi edilizi a Quarto Caldo è iniziata negli anni Settanta, come spiega il Parco nazionale del Circeo, con un’edificazione che andava ben oltre quanto consentito. Seguì un complesso iter giudiziario e amministrativo durato decenni. Dopo un primo abbattimento nel 2000, l’intervento di oggi rimuove dieci ville composte da 16 unità abitative per un volume complessivo di circa 10.000 metri cubi. Per saperne di più: SCHEDA Cronologia degli abusi edilizi nell’area di Quarto Caldo a San Felice del Circeo 1973 Il Comune di San Felice Circeo rilascia alla società Maiora III le licenze edilizie per la costruzione di quattro nuclei abitativi separati per un totale di 21 appartamenti in via delle Batterie, sul promontorio fronte mare nell’area denominata Quarto Caldo del Parco nazionale; 1974 Comunicazioni giudiziarie a due sindaci e al legale rappresentante della Maiora III, che aveva iniziato la costruzione delle ville. 1976 Con l’ordinanza n. 73 del 1976 il comune di San Felice annulla per lottizzazione abusiva le licenze edilizie. Successivamente con l’ordinanza n.125 del 1976 la società Maiora III viene diffidata a demolire le opere già realizzate (diffida non ottemperata). Nel mese di giugno parte l’operazione “Sacco del Circeo” con centinaia di cantieri sequestrati (pretore Infelisi), inclusi quelli della Maiora III. 1986 A seguito del fallimento della Maiora III, il Tribunale di Roma autorizza la società Cti (aggiudicataria del complesso immobiliare) a presentare istanza di condono edilizio ai sensi della legge 47/85. 1987 La società Acantos immobiliare e finanziaria, con sede a Roma, acquista gli immobili, che erano rimasti allo stato di rustico. 1994 L’Acantos dichiara al Comune di voler completare i lavori a seguito del condono che era stato presentato. Il Comune respinge l’istanza, diffida a non dar corso ai lavori e a ottemperare l’ordinanza di abbattimento mai eseguita. 1999 Con l’ordinanza comunale n. 257 del 1999 si dichiara improcedibile l’istanza di condono edilizio e nuovamente si ordina all’Acantos la demolizione di tutte e quattro le strutture edilizie. 2000 Il Comune di San Felice Circeo procede alla demolizione di 7 delle ville in costruzione e l’Acantos deposita un ricorso al Tar del Lazio contro il Comune per l’annullamento dell’ordinanza 257/1999. Il Tar del Lazio accoglie la domanda di sospensione cautelare per la misura demolitoria e acquisitiva, con il divieto in ogni caso di espletamento di qualsiasi attività edilizia senza la prescritta autorizzazione di legge. Trasferisce quindi la competenza al Tar di Latina. 2010 Il Tar Lazio (sezione staccata di Latina) dichiara “perento” (decaduto) il ricorso proposto dall’Acantos contro il Comune di San Felice Circeo. 2011 Con la direttiva 8066/2011 la giunta comunale affida al responsabile del settore urbanistica e pianificazione del territorio l’adempimento delle precedenti ordinanze rimaste inevase. Sono seguite verifiche effettuate anche dalla polizia locale che hanno portato alla determinazione n.195/2011 con cui si provvedeva all’acquisizione a favore del Comune di tutte le strutture edilizie abusive e delle aree a queste relative. E’ stata poi disposta la demolizione delle strutture edilizie a partire dal 12 ottobre. Il Comune e il Parco nazionale hanno verificato l’eventuale interesse pubblico a salvare alcune strutture abusive mentre il Parco autorizzava gli interventi sulla vegetazione necessari all’apertura del cantiere per la demolizione. Il Parco inoltre ha messo a disposizione 250mila euro, provenienti da un fondo del Ministero dell’Ambiente per la repressione dell’abusivismo edilizio nei Parchi Nazionali. 2012 Il Parco Nazionale concorda con il Comune l’importo di € 176.462 per l’esecuzione dell’abbattimento. Sulla base di questo il Comune provvedeva nei termini di legge alla selezione della ditta poi incaricata per l’esecuzione dei lavori. ansaDopo 35 anni! inizia demolizione ecomostro del Circeo http://www.bioecogeo.com/2012/11/02/dopo-35-anni-inizia-demolizione-dellecomostro-del-circeo.html Giu’ l’ecomostro del Circeo. Il Comune di San Felice Circeo, dopo un iter burocratico durato ben 35 anni, ha acquisito l’area di Quarto Caldo, nel cuore del Parco, e ha inviato le ruspe per la demolizione di due degli scheletri abusivi. Lo rende noto Legambiente, che parla di doppio festeggiamento per la quasi contemporanea cancellazione del nuovo condono edilizio dal calendario dei lavori dell’aula del Senato. La storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, ricorda Legambiente, affonda le radici negli anni ’70, quando l’amministrazione annullo’ le concessioni edilizie alla societa’ Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati realizzati in maniera parziale e l’intero lotto furono acquistati dalla societa’ Acantos che presento’ domanda di condono, l’istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffido’ la societa’ a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la societa’ propose ricorso al Tar che nel 2010 dichiaro’ di fatto estinto il ricorso. ‘‘La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo – afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio – e’ un gran bel segnale di legalita‘ per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalita’ organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell’ordine e magistrati. L’assalto criminale legato all’edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio”. Fonte:www.ansa.it Ansa Al via demolizione ecomostro Circeo Dopo iter 35 anni, comune invia ruspe 31 ottobre, 16:08 http://www.ansa.it/web/notizie/canali/energiaeambiente/natura/2012/10/31/Abusivismo-Legambiente-via-demolizione-ecomostro-Circeo_7720417.html ROMA - Giu' l'ecomostro del Circeo. Il Comune di San Felice Circeo, dopo un iter burocratico durato ben 35 anni, ha acquisito l'area di Quarto Caldo, nel cuore del Parco, e ha inviato le ruspe per la demolizione di due degli scheletri abusivi. Lo rende noto Legambiente, che parla di doppio festeggiamento per la quasi contemporanea cancellazione del nuovo condono edilizio dal calendario dei lavori dell'aula del Senato. La storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, ricorda Legambiente, affonda le radici negli anni '70, quando l'amministrazione annullo' le concessioni edilizie alla societa' Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla societa' Acantos che presento' domanda di condono, l'istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffido' la societa' a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la societa' propose ricorso al Tar che nel 2010 dichiaro' di fatto estinto il ricorso. ''La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo - afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - e' un gran bel segnale di legalita' per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalita' organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati. L'assalto criminale legato all'edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio''. RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA Corriere della sera Dopo 40 anni abbattuto l'ecomostro del Circeo Ruspe in azione a «Quarto caldo», demoliti gli scheletri di 21 appartamenti. Ma i dipendenti dell'Ente parco rischiano il posto http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12_novembre_1/circeo-abbattuti-scheletri-2112516618942.shtml La zona di «Quarto caldo» dove sono stati abbattuti gli scheletri abusivi LATINA - Per 40 anni sono stati un monumento alla speculazione edilizia, ma dopo una lunga battaglia giudiziaria gli ecomostri del «Quarto caldo», una delle zone più suggestive del parco nazionale del Circeo, hanno conosciuto finalmente la forze delle ruspe che li ha abbattuti. Nonostante il diluvio, quello che gli ambientalisti hanno ribattezzato da subito come il «demolition day», è stato un successo, una liberazione che ha fatto tirare un sospiro di sollievo sia all'Ente parco, sia all'amministrazione comunale che - dopo l'originario passo falso della concessione edilizia del 1973 - negli anni si era sempre opposta ai condoni. Anche il ministro dell'Ambiente Corrado Clini festeggia, ma allo stesso tempo non offre certezze agli operatori di parchi e aree protette. Al Circeo gli appena sei dipendenti rischiano a oggi il posto. ODISSEA IN 39 ATTI - Una storia che di dipana in 39 lunghi anni, gli atti di una vicenda in cui, sino all'ultimo, gli speculatori hanno dato battaglia per prevalere sulla legalità. Oggetto del contendere gli scheletri abusivi di quelli che sarebbero diventati 21 appartamenti in via delle Batterie, sul promontorio fronte mare: un'area di tre ettari e 100 mila metri cubi. Le prima ordinanza di abbattimento per lottizzazione abusiva risale al 1976, mentre nello stesso anno centinaia di cantieri edili vengono posti sotto sequestro nell'ambito dell'inchiesta «Sacco del Circeo». Che nonostante tutto è proseguito e prosegue sino ai giorni nostri. Dieci anni dopo fallisce la società che voleva speculare sulle villette (la Maiora III). Subentra la Cti srl - e fa domanda di condono edilizio - che poi vende ad Acantos immobiliare e finanziaria srl. Quest'ultima nel 1994 dichiara di voler completare i lavori, ma il Comune la diffida, sino al 1999, anno in cui emette un'altra ordinanza di demolizione. Successivamente la società presenta ricorso al Tar, battaglia che termina nel 2010: il ricorso è dichiarato finalmente decaduto, ma intanto si sono persi 10 anni. La richiesta degli ambientalisti di abbattere gli scheletri PREOCCUPANO I CONDONI - Nel 2011 il Comune acquisisce tutte le strutture abusive, mentre l'Ente parco mette a disposizione 250 mila euro per gli abbattimenti presi dal fondo ad hoc del ministero. Infine mercoledì 31 ottobre le ruspe hanno cancellato per sempre ogni appetito speculativo al «Quarto caldo». Quel che ne rimaneva, ormai, erano scheletri di cemento armato per 10 ville da 16 unità abitative per complessivi 10 mila metri cubi. Il commissario del Parco, Gaetano Benedetto, è raggiante per la restituzione del promontorio alla natura: «L'abbattimento di un abuso edilizio deve essere considerato non un'azione contro qualcuno, bensì un atto a favore dei cittadini che hanno sempre rispettato le leggi e che spesso rischiano di essere penalizzati da quelli più spregiudicati. La sfida, però, non è solo quella degli abbattimenti, ma soprattutto quella della chiusura di migliaia di pratiche di condono che ancora risultano inevase. Di concerto con i Comuni dobbiamo ora affrontare i casi più complessi». LAZIO, ABUSI RECORD - Presente in via delle Batterie una folta schiera di attivisti di Legambiente, che tracciano il quadro dell'abusivismo nella Regione: «Ben 41.588 abusi edilizi hanno sfregiato il Lazio tra il 2004 e il 2009, periodo nel quale non c'è stato alcun condono edilizio, un numero incredibile pari a 18,9 abusi al giorno. Il 25% degli abusi - ossia 10.397 - deturpa aree vincolate, mentre 9.149 (il 22%) hanno riguardato i Comuni costieri del Lazio e 14.430 (il 30%) sono compiuti nella Capitale». Le ruspe in azione ABUSI DA ABBATTERE - Tanti altri ecomostri rimangono da demolire anche nel Lazio e Legambiente terrà alta l'attenzione con la nuova campagna nazionale contro l'edilizia illegale «Abbatti l'abuso». «Solo nel 2011 - scrive l'organizzazione - molteplici indagini e sequestri hanno evidenziato decine di casi. Nell'area romana una lottizzazione abusiva è sorta alla luce del sole su un'area di quattro ettari a Pomezia, mentre un'altra indagine ha disposto ad Ardea il sequestro di un'area agricola di circa 35 mila metri quadri sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili. Nella Capitale, poi, sono stati sequestrati 33 ettari all’interno dell’area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni». NO ABUSI E PARCHI IN BILICO - L'importanza degli abbattimenti è stata sottolineata anche dal ministro dell'ambiente Corrado Clini: «Proprio in questi giorni ho lavorato per contrastare il fenomeno dell'abusivismo e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica». Ed ha aggiunto: «L'abbattimento in una zona preziosa assediata da rischi di corruzione e malavita è stato possibile grazie al fondo del ministero contro l'abusivismo, vorrei che fosso usato più spesso». Ma mentre auspica maggiore sfruttamento delle risorse antiabusivismo, il ministro abbatte la scure della spending review sui parchi e le aree protette: i sei dipendenti dell'ente del Circeo rischiano seriamente la cassa integrazione. Ancora le ruspe in azione ASPETTANDO IL GOVERNO - Preoccupazione condivisa da tutti i lavoratori dei parchi italiani, che il 25 ottobre scorso hanno protestato a Roma dvanti alla sede del ministero guidato da Clini per scongiurare ulteriori tagli alle risorse dopo le due batoste del 2012, ciascuna del 10%. Ne era scaturito un segnale di apertura da parte di Renato Grimaldi, al vertice della direzione generale per la protezione della natura e del mare, che assicurava come l'operatività degli enti non sarebbe stata intaccata, con l'impegno da parte di Clini «a mantenere alta l'importanza della salvaguardia del territorio». Si aspettava la ratifica di tali promesse nel Consiglio dei ministri del 31 ottobre, ma non è successo nulla. Michele Marangon 1 novembre 2012 (modifica il 3 novembre 2012) © RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.agoraregionelazio.it/san-felice-circeo-demolizioni-a-quarto-caldo-ciocchetti-restituire-al-circeo-la-sua-belllezza/ 30 ottobre, 2012 Ξ Commenta la notizia San Felice Circeo, demolizioni a Quarto Caldo. Ciocchetti: restituire al Circeo la sua belllezza scritto da Redazione La demolizione dei fabbricati abusivi in località Quarto Caldo a S. Felice Circeo, all’interno del Parco Nazionale del Circeo, in programma mercoledì 31 ottobre 2012 è il segno della continuità e dell’efficacia dell’azione politica della Regione Lazio di sostegno alle Amministrazioni Comunali che hanno deciso di ingaggiare la battaglia per la legalità del territorio e la repressione dell’abusivismo edilizio, effettuando una serie di demolizioni di fabbricati che deturpano il nostro territorio dando priorità alle aree di maggior pregio paesistico e ambientale. Lo scrive in una nota l’assessore all’Urbanistica della Regione Lazio Luciano Ciocchetti. Le aree delle nostre coste e le aree protette sono l’obiettivo prioritario delle nostre politiche di riqualificazione e di valorizzazione, è per questo che abbiamo ritenuto importante incentivare il “Fondo Regionale di rotazione per le demolizioni” da mettere a disposizione dei Comuni. La Regione ha finanziato tra gli altri gli abbattimenti sul lungomare di Ardea, che oggi sono quasi un centinaio, la demolizione delle Salzare un sito di straordinaria valenza paesistica ed archeologica e domani procederemo anche alla demolizione dei fabbricati che insistono un’area di circa mq. 26.400 circa già acquisita al patrimonio del Comune, che da più di dieci anni deturpano uno dei posti più belli del Lazio come il Monte Circe. Domani alle ore 10,30 sarò presente a S. Felice Circeo insieme al Sindaco Petrucci per assistere, finalmente alla scomparsa di uno scempio edilizio e rafforzare l’azione di tutela del patrimonio paesaggistico e diffusione della cultura della legalità nel territorio laziale. Giù l'ecomostro del Circeo Legambiente http://www.legambiente.it/contenuti/comunicati/giu-lecomostro-del-circeo Legambiente festeggia avvio demolizione abusi edilizi a Quarto Caldo. Finalmente parola fine su 35 anni di abusivismo. Ora avanti tutta con gli abbattimenti. Abusivismo Edilizio Giù l'ecomostro del Circeo. Sventato il nuovo scandaloso condono edilizio, cancellato dal calendario dei lavori dell’aula del Senato, Legambiente festeggia due volte, con lo striscione "Abbattiamolo!", all'avvio della demolizione di due degli scheletri abusivi di Quarto Caldo nel cuore del Parco Nazionale del Circeo. Dopo oltre 35 anni, concluso il lungo iter burocratico, il Comune di San Felice Circeo ha acquisito di diritto e gratuitamente l'area e inviato le ruspe per la demolizione, grazie alla collaborazione dell'Ente Parco e dell'Ufficio Vigilanza sull'abusivismo della Regione Lazio. Affonda le radici negli anni '70 la storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, una sventola da quasi 3 ettari per una capacità edificatoria vicino a 100.000 metri cubi in una zona di grande pregio naturalistico, bloccata dall'amministrazione che annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l’istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al TAR che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso. “La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati -afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. Nel Lazio è allarmante la situazione dell'illegalità ambientale, dall'abusivismo edilizio, al traffico illecito di rifiuti, dall'inquinamento delle acque a quello atmosferico, con pesanti interessi della criminalità organizzata. Secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2009 ben 6.200 abusi hanno creato una profonda ferita ai danni del territorio del Lazio: un abuso su quattro si compie nelle aree vincolate e uno su cinque sfregia le coste. L'assalto criminale legato all’edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio, dopo l'Isola dei Ciurli a Fondi, Ardea e San Felice bisogna mantenenere accese le ruspe contro i ritmi impressionanti dell'abusivismo, sostenendo i Comuni come è avvenuto in questi casi anche con il fondo di rotazione per la lotta all'abusivismo.” Ben 41.588 abusi edilizi hanno sfregiato il Lazio tra il 2004 e il 2009, periodo nel quale non agisce alcun condono edilizio, un numero increbibile pari quindi a 18,9 abusi al giorno. Il 25% degli abusi -ossia 10.397 abusi- deturpa aree vincolate, mentre ben 9.149 (22%) hanno riguardato comuni costieri del Lazio e 14.430 abusi (il 30% del totale) sono compiuti nella Capitale. “Dopo l'abbattimento dell'Isola dei Ciurli, il più grande ecomostro della Regione Lazio e la demolizione della darsena con annesse strutture abusive sul Lago di Paola, in pieno Parco del Circeo, un'altra importante operazione, tesa a ripristinare la legalità sul territorio pontino e in tutto il basso Lazio, vede oggi la luce, e cioè l'inizio degli abbattimenti del più vecchio ecomostro di uno dei più antichi parchi nazionali italiani -afferma Marco Omizzolo, presidente circolo Legambiente Larus Sabaudia e coordinatore provinciale Legambiente Latina-. Grazie infatti alla demolizione di alcuni degli scheletri di Quarto caldo a San Felice Circeo, case abusive costruite in una delle zone più belle del Circeo e che attendevano questa sorte da molto tempo dopo il sequestro dei cantieri disposto addirittura nel lontano 1976, assistiamo ad un ritorno alla legalità in un territorio di straordinaria importanza ambientale e di grande suggestione paesaggistica. L'auspicio è che non si tratti di un episodio occasionale, ma che si continui su questa strada affinchè abusivismo ed illegalità, cause principali di scempi ai danni del nostro territorio, cessino per sempre.” Tanti altri Ecomostri rimangono da demolire anche nel Lazio e Legambiente terrà alta l'attenzione con la nuova campagna nazionale contro l'edilizia illegale “Abbatti l'abuso”. Solo nel 2011, molteplici casi indagini, abusi e sequestri hanno evidenziato decine di casi: proprio a San Felice Circeo sono scattati i sigilli a una villa del valore di 400 mila euro a quanto pare senza nessuna concessione, a Formia a 16 appartamenti del valore di circa cinque milioni di euro sorti in violazione dei piani territoriali a due passi dal mare dello splendido Golfo, in località Acquatraversa; le ruspe sono ferme di fronte a diversi ecomostri, primo tra tutti le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia ancora a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, così come i dieci villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant'Agostino a Gaeta e gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi, come nel caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni. Nell'area romana, una lottizzazione abusiva è sorta alla luce del sole su un'area di quattro ettari a Pomezia (Rm), mentre un'altra indagine ha disposto ad Ardea (Rm) il sequestro di un'area agricola di circa 35 mila metri quadri sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili. Nella Capitale, poi, sono stati sequestrati 33 ettari all’interno dell’area protetta della pineta di Castelfusano per opere abusive nel campeggio, denunciate da Legambiente sin dal 2004, su cui insistono circa 800 unità abitative, numerosissimi ormeggi per circa 200 imbarcazioni. E secondo l'ex direttore dell’ufficio condono edilizio gli abusivi avevano un vero e proprio listino prezzi da 5 mila euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione. "L'abbattimento dell'ecomostro del Circeo fa ben sperare per i tanti altri mostri di cemento abusivo che rimangono da demolire anche nel Lazio -afferma Valentina Romoli, responsabile ambiente e legalità di Legambiente Lazio-. Con l'Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente Lazio, che raccoglie centinaia di segnalazioni dei cittadini al numero verde 800 926248, continueremo l'attività di denuncia e informazione per battere le illegalità." L'Ufficio stampa Legambiente Lazio 06.85358051 - stampa@legambientelazio.it L'ufficio stampa Legambiente 06 86268399 - 53 Pubblicato il 31 ottobre 2012 Circeo: Legambiente festeggia demolizione ecomostro Quarto Caldo (3) http://www.liberoquotidiano.it/news/cronaca/1112087/Circeo--Legambiente-festeggia-demolizione-ecomostro-Quarto-Caldo--3-.html (Adnkronos) - "Tanti altri ecomostri rimangono da demolire - si legge ancora nella nota - anche nel Lazio e Legambiente terra' alta l'attenzione con la nuova campagna nazionale contro l'edilizia illegale 'Abbatti l'abuso'. Solo nel 2011, molteplici casi indagini, abusi e sequestri hanno evidenziato decine di casi. Proprio a San Felice Circeo sono scattati i sigilli a una villa del valore di 400 mila euro a quanto pare senza nessuna concessione, a Formia a 16 appartamenti del valore di circa cinque milioni di euro sorti in violazione dei piani territoriali a due passi dal mare dello splendido Golfo, in località Acquatraversa". "Le ruspe sono ferme - prosegue la nota - i fronte a diversi ecomostri, primo tra tutti le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia ancora a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, così come i dieci villini della lottizzazione abusiva nella piana di Sant'Agostino a Gaeta e gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi, come nel caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio (Rm) abbandonato da molti anni". "Nell'area romana, una lottizzazione abusiva e' sorta alla luce del sole su un'area di quattro ettari a Pomezia (Rm), mentre un'altra indagine ha disposto ad Ardea (Rm) il sequestro di un'area agricola di circa 35 mila metri quadri sulla quale sono stati realizzati 168 manufatti destinati ad abitazioni civili". (segue) TG1 L'ECOMOSTRO DEL CIRCEO SARÀ DEMOLITO http://www.tg1.rai.it/dl/tg1/2010/articoli/ContentItem-2f0b9342-e438-48b2-b935-5150c92044ca.html Duemila metri quadri di ville abusive sono stati demoliti a Quarto Caldo, nel cuore del Parco nazionale del Circeo. "Finalmente il Circeo - afferma il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio". Legambiente festeggia demolizione ecomostro ROMA - Dieci ville abusive pari a una superficie di oltre 2mila metri quadri, composte da 16 unità abitative per un volume complessivo di circa 10mila metri cubi, sono state demolite oggi a Quarto Caldo, nel cuore del Parco nazionale del Circeo. SMANTELLAMENTO. Lo smantellamento è stato effettuato - con il contributo del ministero dell'Ambiente - dal Comune di San Felice Circeo insieme con il Parco. "Finalmente il Circeo - afferma il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio". Clini ha parole di ringraziamento per il sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e per il commissario del Parco nazionale, presidente uscente Gaetano Benedetto, "per questa iniziativa che non è solamente simbolica". CONTRO L'ABUSIVISMO. Proprio in questi giorni il ministero ha lavorato "per contrastare il fenomeno dell'abusivismo - prosegue Clini - il dissesto idrogeologico, e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica, dove l'opacità, l'inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare". La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita - aggiunge il ministro - è stata consentita tra l'altro dal fondo del ministero dell'Ambiente contro l'abusivismo. "Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. A beneficio di tutti, dell'ambiente e dei cittadini", ha detto ancora Clini. La vicenda degli abusi edilizi a Quarto Caldo è iniziata negli anni Settanta - come spiega il Parco nazionale del Circeo - con un'edificazione che andava ben oltre quanto consentito. Seguì un complesso iter giudiziario e amministrativo durato decenni. mercoledì, 31 ottobre 2012 Demolito l’eco-mostro del Circeo Pubblicato da BuoneNotizie.it 9 novembre 2012 http://www.buonenotizie.it/ambiente/2012/11/09/demolito-leco-mostro-del-circeo/ La legalità ha prevalso sull’illegalità: ci sono voluti 39 lunghi anni perché il Comune di San Felice Circeo (Latina) riuscisse ad acquisire l’area di “Quarto Caldo”, nel cuore del Parco Nazionale del Circeo, ma alla fine ce l’ha fatta. E ha potuto inviare le ruspe per la demolizione di due eco-mostri abusivi interni al Parco. È dunque lecito pensare che altri eco-mostri faranno la stessa fine? ”La demolizione del Circeo”, ha detto Lorenzo Parlati, presidente Legambiente Lazio,“è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta dalla criminalità organizzata. Serve una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio”. Fonte: Yahoo! L'ecomostro del Circeo è sparito. E gli altri? Sono tantissimi nel nostro Paese gli abusi edilizi che deturpano il paesaggio e aggravano il dissesto idrogeologico. Ecco i principali, secondo Legambiente e i progetti “in cantiere” da tenere d’occhio http://life.wired.it/news/designarchitettura/2012/11/07/ecomostro-circeo-paesaggi-minacciati-italia-legambiente.html?page=1#content 07 novembre 2012 di Michela Dell'Amico Lido Rossello, Realmonte (Ag) ‹ › Ci sono voluti 39 lunghi anni perché il Comune di San Felice Circeo riuscisse ad acquisire l'area di Quarto Caldo, nel cuore del Parco, e inviare le ruspe per la demolizione di due degli scheletri abusivi. Negli stessi giorni è stata cancellata in Senato la discussione su un nuovo condono edilizio. È dunque lecito pensare che altri eco-mostri faranno la stessa fine? ''La demolizione del Circeo – dice Lorenzo Parlati, presidente Legambiente Lazio - è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta dalla criminalità organizzata. Serve una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio''. Ecco allora la top five delle emergenze italiane denunciate da Legambiente. Pizzo Sella – Palermo “ È forse la storia più indigesta, lo scempio su cui chiediamo che si faccia davvero chiarezza”, spiega Legambiente “ anche perché con il passare degli anni, anziché avvicinarsi a una soluzione, il caso si complica”. Nota come ‘collina del disonore’, si tratta di un milione di metri quadrati di cemento illegale su un’area a vincolo idrogeologico alle spalle del mare di Mondello. “ Ben 170 ville sono state costruite dalla mafia a partire dagli anni ’70 e quasi tutte non sono state finite perché bloccate nella forma di orribili scheletri dalla confisca e dall’ordine di demolizione disposti nel 2000 dal pretore di Palermo, decisione poi confermata dalla Corte d’appello nel 2001 e poi dalla Corte di Cassazione nel 2002, nonché da una sentenza del Tar della Sicilia. Una lottizzazione abusiva in piena regola, dunque, aggravata dal fatto di essere stata realizzata grazie alle 314 concessioni edilizie rilasciate in blocco alla Sicilcalce intestata a Rosa Greco, sorella del boss di Cosa Nostra, Michele Greco". Alla fine del 1999 furono demolite 14 ville, ma le ruspe si fermano. Nel 2007 addirittura il Consiglio comunale tentò di salvare gli immobili condonandoli di fatto, ma solo la minaccia di denuncia di Legambiente riuscì a fermare la proposta. Nel 2010 una sentenza della Corte d’appello di Palermo sancisce la “buona fede” dei proprietari dei 14 villini e revoca la confisca. Lo scorso aprile è arrivata infine una sentenza della Corte di Cassazione, che rigetta il ricorso del Comune e della Procura generale di Palermo e conferma la restituzione delle 14 case abusive a chi le acquistò. Si attende ancora il deposito delle motivazioni della sentenza, che per Legambiente “ rischia di rappresentare un precedente utile per migliaia di abusivi, che con il trucchetto della vendita a persone ‘in buona fede’, magari un parente, riuscirebbero a salvare la propria casa dalla legge”. Lido Rossello – Realmonte (Ag) “ Dopo quasi 20 anni, questa vergogna su una delle spiagge più belle della Sicilia meridionale potrebbe sparire dalle foto dei turisti. Al via le demolizioni della lottizzazione abusiva nel Parco del Circeo. 30-10-2012 "Un segno della continuità e dell'efficacia dell'azione politica della Regione Lazio di sostegno alle Amministrazioni Comunali", ha detto l'assessore regionale all'urbanistica, Luciano Ciocchetti. Radio Studio 93 http://www.studio93.it/news/read_news.php?news=56671&category=6 Al via, domani mattina, le demolizioni della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, a San Felice Circeo, all'interno del Parco Nazionale. "Un segno della continuità e dell'efficacia dell'azione politica della Regione Lazio di sostegno alle Amministrazioni Comunali - secondo l'assessore regionale all'urbanistica, Luciano Ciocchetti - che hanno deciso di ingaggiare la battaglia per la legalità del territorio e la repressione dell'abusivismo edilizio, effettuando una serie di demolizioni di fabbricati che deturpano il nostro territorio, dando priorità alle aree di maggior pregio paesistico e ambientale". "Le aree delle nostre coste e le aree protette - commenta ancora Ciocchetti - sono l'obiettivo prioritario delle nostre politiche di riqualificazione e di valorizzazione, è per questo che abbiamo ritenuto importante incentivare il ‘Fondo Regionale di rotazione per le demolizioni' da mettere a disposizione dei Comuni". "La Regione - ricorda l'assessore, che domani sarà a San Felice Circeo - ha finanziato tra gli altri gli abbattimenti sul lungomare di Ardea, che oggi sono quasi un centinaio, la demolizione delle Salzare un sito di straordinaria valenza paesistica ed archeologica e domani procederemo anche alla demolizione dei fabbricati che insistono un'area di circa mq. 26.400 circa già acquisita al patrimonio del Comune, che da più di dieci anni deturpano uno dei posti più belli del Lazio come il Monte Circe". Abusivismo a San Felice Circeo, abbattuto l’ecomostro di Quarto Caldo Dopo un iter lungo ben 35 anni le ruspe sono entrate in azione questa mattina per la demolizione dei due scheletri abusivi. Legambiente: "Una vittoria della legalità" di Redazione - 31 ottobre 2012 Giù l'ecomostro del Circeo. Le ruspe sono entrate in azione questa mattina nell'area di Quarto Caldo a San Felice per la demolizione di due degli scheletri abusivi nel cuore del Parco Nazionale del Circeo. http://www.latinatoday.it/cronaca/abusivismo-abbattuto-ecomostro-quarto-caldo-san-felice-circeo-31-ottobre-2012.html L'abbattimento delle due strutture, oltre mille metri quadrati di cemento, è avvenuto questa mattina dopo un lunghissimo iter durato ben 35 anni e la termine del quale il Comune pontino ha acquisito l'area e inviato le ruspe. Appuntamento che è stato accolto con gioia anche da Legambiente che parla di una vittoria della legalità sull'abusivismo. "La storia della lottizzazione abusiva di Quarto Caldo - ricorda sempre Legambiente - affonda le radici negli anni '70, quando l'amministrazione annullò le concessioni edilizie alla società Malora III. Undici anni dopo i quattro edifici realizzati in maniera parziale e l'intero lotto furono acquistati dalla società Acantos che presentò domanda di condono, l'istanza fu respinta nel 1994 ed il Comune diffidò la società a non effettuare ulteriori lavori abusivi, nel 1999 venne ordinata la demolizione ma la società propose ricorso al Tar che nel 2010 dichiarò di fatto estinto il ricorso". Ed è una giornata importante quella di oggi per la legalità non solo pontina ma anche di tutto il territorio nazionale. "La demolizione degli abusi nel Parco Nazionale del Circeo - afferma Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio - è un gran bel segnale di legalità per una terra afflitta da una presenza radicata della criminalità organizzata, dove vengono recapitati proiettili a forze dell'ordine e magistrati. L'assalto criminale legato all'edilizia va fermato con una nuova stagione di demolizioni in tutto il territorio". ASSESSORE REGIONALE ALDO FORTE - "È la vittoria della difesa della bellezza del nostro territorio contro l'illegalità". Con queste parole l'assessore regionale Aldo Forte saluta la demolizione dei fabbricati abusivi in località Quarto Caldo a San Felice Circeo, all'interno del Parco nazionale del Circeo. "Si tratta di un risultato storico, atteso 35 anni, - aggiunge Forte - che dà il senso di una politica regionale che negli ultimi due anni e mezzo ha puntato sulla valorizzazione dei territori, a cominciare dalle bellezze paesaggistiche e ambientali come il Monte Circe di cui è ricco il Lazio. Anche perché salvaguardare il patrimonio naturalistico, significa investire sulla vocazione turistica della nostra regione. Significa -conclude Forte - affermare la cultura della legalità, verso modelli di sviluppo ecosostenibili". PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO http://www.parcocirceo.it/ita_301_234_Iniziano-gli-abbattimento-degli-scheletri-abusivi-sul-Promontorio-del-Circeo---Il-Ministro-Clini-----Un---azione-non-solamente-simbolica---.html 31.10.2012: Iniziano gli abbattimento degli scheletri abusivi sul Promontorio del Circeo - Il Ministro Clini: “Un’azione non solamente simbolica” Con l’avvio dell’abbattimento degli “scheletri” abusivi sul Promontorio del Circeo di conclude una vicenda emblematica durata quasi quarantenni. “Finalmente il Circeo si libera di quegli scheletri di cemento che ne hanno deturpato per decenni il promontorio” ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini. “Ringrazio il Sindaco di San Felice del Circeo, Gianni Petrucci, e il Commissario del Parco Nazionale, Gaetano Benedetto, per questa iniziativa che non è solamente simbolica” prosegue il Ministro ed aggiunge: “proprio in questi giorni ho lavorato per contrastare il fenomeno dell'abusivismo e per rendere trasparenti e responsabili gli atti dell'amministrazione pubblica, dove l'opacità, l'inefficienza e la discrezionalità sono fonte di malaffare.” Infine il Ministro sottolinea che “La demolizione degli edifici in una zona preziosa e assediata da rischi di corruzione e malavita è stata consentita tra l'altro dal fondo del Ministero dell'Ambiente contro l'abusivismo. Sono risorse che vorrei fossero usate più spesso. a beneficio di tutti, dell'ambiente e dei cittadini.”. La vicenda inizia con una licenza edilizia del 1973 sulla base della quale si iniziò un’edificazione che andava ben oltre quanto assentito. Seguiva un complesso iter giudiziario ed amministrativo durato decenni che tentava di salvare i rustici realizzati e di completare la lottizzazione avviata. Dopo un primo abbattimento eseguito nel 2000, l’intervento di oggi rimuove 10 ville composte da 16 unità abitative per un volume complessivo di circe 10.000 metri cubi per oltre 2.000 metri quadrati edificato su più piani fuori terra oltre a locali interrati e seminterrati. Il Parco Nazionale del Circeo riconosce al Comune di San Felice di aver sempre avuto una posizione ferma in merito alla vicenda; riconosce la chiarezza delle posizioni perfettamente conformi agli obblighi di legge che in varie sedi ha sempre espresso la magistratura amministrativa e penale; riconosce inoltre al Sindaco Petrucci di aver la dovuta priorità all’azione di abbattimento che indica una precisa volontà politica di doveroso contrasto al fenomeno dell’abusivismo edilizio soprattutto all’interno del Parco. “L’azione di oggi restituisce a tutti uno straordinario tratto del Promontorio che era deturpato dagli orrendi scheletri di cemento armato con cui si era tentata l’ennesima lottizzazione abusiva” commenta il Commissario del Parco Gaetano Benedetto. “L’abbattimento di un abuso edilizio dev’essere infatti letto non contro qualcuno, ma a favore di tutti, in particolar modo a favore di quei cittadini che si sono fatti carico di rispettare le legge e che troppo spesso rischiano di essere penalizzati a favore di altri cittadini più spregiudicati. Ancora paghiamo le conseguenze del cosiddetto ‘sacco del Circeo’ degli anni ’70 e questi abusi appartengono proprio a quell’epoca. La sfida però non è solo quella degli abbattimenti, ma soprattutto quella della chiusura di migliaia di pratiche di condono che ancora risultano inevase. Di concerto con i Comuni competenti dobbiamo dunque affrontare i casi più complessi e sono sicuro che ora anche nel Comune di San Felice ci sia la volontà politica di procedere in questa direzione. I cittadini tutti hanno diritto ad una risposta.”. Ricostruzione storica della vicenda 1973 Il Comune di San Felice Circeo rilascia alla Soc. Maiora III le licenze edilizie per la costruzione di quattro nuclei abitativi separati per un totale di n. 21 appartamenti in Via delle Batterie, sul Promontorio fronte male nell’area del Parco Nazionale denominata Quarto Caldo; 1974 Comunicazioni giudiziarie a due Sindaci e al legale rappresentante della Maiora III, che aveva iniziato la costruzione delle ville (vedi Unità 5 luglio 1974) 1976 Con l’Ordinanza n. 73 del 1976 il comune di San Felice annulla per lottizzazione abusiva le licenze edilizie. Successivamente con l’Ordinanza n. 125 del 1976 la Soc. Maiora III viene diffidata a demolire le opere già realizzate (diffida non ottemperata). Nel mese di giugno parte l’operazione “Sacco del Circeo” con centinaia di cantieri sequestrati (Pretore Infelisi), inclusi quelli della Maiora III. 1986 A seguito di fallimento della Soc. Maiora III, il Tribunale di Roma autorizza la Soc. CTI Srl (aggiudicataria del complesso immobiliare) a presentare istanza di condono edilizio ai sensi della recente legge 47/85. 1987 La Soc. Acantos S.r.. Immobiliare e Finanziaria s.r.l. con sede in Roma, acquista gli immobili , che erano rimasti allo stato di rustico. 1994 La Soc. Acantos dichiara al Comune di voler completare i lavori a seguito del condono che era stato presentato. Il Comune respinge l’istanza, diffida a non dar corso ai lavori e ad ottemperare l’Ordinanza di abbattimento mai eseguira. 1999 Con l’Ordinanza comunale n. 257 del 1999 si dichiarata improcedibile l’istanza di condono edilizio e nuovamente si ordina alla Soc. Acantos la demolizione di tutte e quattro le strutture edilizie denominate A-B-C-D. 2000 Il Comune di San Felice Circeo procede alla demolizione di 7 delle ville in costruzione e la Soc. Acantos deposita in data 7.03.2000 ricorso al TAR del Lazio sede di Roma contro il Comune per l’annullamento dell’Ordinanza 257/1999. Il TAR del Lazio accoglie la domanda di sospensione cautelare per la misura demolitoria ed acquisitiva, con il divieto in ogni caso di espletamento di qualsiasi attività edilizia senza la prescritta autorizzazione di legge; trasferisce quindi la competenza al TAR di Latina. 2010 Il TAR Lazio Sez. Staccata di Latina (Sezione Prima) con Decreto 1759 del 09/08/2010 dichiara “perento” (decaduto) il ricorso proposto dalla società ACANTOS contro il Comune di San Felice Circeo. 2011 Con la Direttiva 8066/2011 la Giunta Comunale dispone affidata al Responsabile del Settore Urbanistica e Pianificazione del Territorio, l’adempimento delle precedenti Ordinanze rimaste inevase. Seguivano quindi una serie di verifiche e riscontri effettuati anche dalla Polizia Locale. Quest’attività portava alla Determinazione n.195/2011 con si provvedeva all’acquisizione a favore del Comune di San Felice Circeo di tutte le strutture edilizie abusive e delle aree a queste relative. L’Agenzia del Territorio Ufficio Provinciale di Latina trascriveva quindi a favore del Comune di San Felice Circeo i suddetti beni. Veniva quindi la disposta la demolizione delle strutture edilizie a partire dal giorno 12 ottobre 2011. Il Comune ed il Parco Nazionale procedevano quindi alla verifica di un eventuale interesse pubblico a salvare alcune delle strutture abusive mentre il Parco Nazionale autorizzava gli interventi sulla vegetazione necessari all’apertura del cantiere per la demolizione; Il Parco inoltre comunicava la disponibilità di una somma di 250.000, proveniente da un fondo del Ministero dell’Ambiente per la repressione dell’abusivismo edilizio nei Parchi Nazionali. 2012 Il Parco Nazionale concorda con il Comune l’importo di € 176.462 per l’esecuzione dell’abbattimento. Sulla base di questo il Comune provvedeva nei termini di legge alla selezione della ditta poi incaricata per l’esecuzione dei lavori. Sabaudia, 31 ottobre 2012

1 commento:

Unknown ha detto...

Come al solito verdi e ambientalisti all'atto dei fatti fanno pessime figure. La cosa piu' vergognosa e' come al solito la travisanzione completa della verita'. Dopo che il comune del Circeo autorizzava negli anni '70 numerose costruzioni nella zona di Quarto Caldo, per poi ritirarle a lavori iniziati o quasi finiti, permettendosi il lusso di chiamarli "abusivi", chi ha ricorso alla giustizia per avere giustizia vede dopo anni e anni di cause demolite le proprie costruzioni, chi invece finiva abusivamente adesso si ritrova ville del valore di milioni di euro belle che complete. Alcuni di questi hanno fatto piscine e magari hanno anche venduto le proprietà, ricavandoci utili considerevoli. E' almeno curioso che tra uno scheletro e l'altro nella zona del Quarto Caldo ci siano ville complete da decenni. Questo e' il solito modo all'italiana di fare le cose per cui i piu' furbi o piu' ambientalisti attraverso amici e amichetti fanno il loro comodo. Non credete a tutte le cose che spara il Parco e Legambiente, andate a fondo e scoprirete come questi signori sono collusi con aziende edili per i loro interessi personali. Basta con i finiti ambientalisti, rassegnate le dimissioni e andatevene a casa.