mercoledì 8 settembre 2010
pic nic alla centrale nucleare
Pic nic alla centrale
Il deposito di scorie avanza in nome dell’emergenza, in silenzio e con appalto segreto. Ma nell’area nucleare di Latina ci vanno a caccia e pesca e a fare funghi...
Gio 01 Lug 2010 | di Francesco Buda | Energia
http://www.ioacquaesapone.it/articolo.php?id=553
Estate sicura? C’è chi si gode il mare a due passi dalla centrale nucleare di Latina, accanto al Centro sperimentale balistico dell’Esercito. Tutto recintato, cartelli di divieto d'accesso, di pesca e di qualsiasi attività balneare. ”Area videosorvegliata”, “Divieto di transito, accesso, sosta e pesca”, “Vigilanza armata”, avvertono i cartelli. Ma qui, nell'area nucleare e del poligono militare a Foceverde, entra chi vuole. Quel pontile di cemento, propaggine del canale delle acque di raffreddamento della centrale atomica, è un “molo” popolato di gente con canna ed esche; c’è chi attrezza grigliate sulla spiaggia militare, altri, a piedi o in barca, vanno sugli altri due canali accanto al reattore. Si accede indisturbati in questi luoghi. Anche là dove è in fase avanzata la costruzione del deposito di scorie radioattive. Ci vanno a fare funghi o a caccia.
Emergenze e imposizioni
A giugno abbiamo trovato cancelli aperti e reti con ampi varchi. Certo, se poi arrivi in faccia al reattore o al nuovo deposito nucleare, trovi il corridoio di sicurezza con doppia recinzione (dove in passato abbiamo trovato un cancello aperto, dopo aver parcheggiato l’auto nel boschetto del sito atomico...). Ma davanti a quel mostro e a quel magazzino per rifiuti radioattivi comunque ci arrivi. E se sei Osama Bin Laden quello che devi fare lo fai. Eppure qui è tutto un pullulare di segreti e allarmi per la sicurezza. Nel 2003 il capo del Governo in persona firmò un decreto per sancire lo "stato di emergenza dei siti nucleari" a causa - si disse - del pericolo di attentati terroristici. Un allarme spuntato quasi due anni e mezzo dopo l'11 Settembre e mentre l'allora capo del servizio segreto SISDE diceva che "non abbiamo notizie sulle quali si possano fare affermazioni concrete", nella sua periodica relazione al Sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Con quel decreto il Governo delegò un Commissario per gestire l’asserita emergenza e le attività per mettere in sicurezza i siti nucleari, sospendendo l'efficacia di una ventina di leggi, anche ambientali e urbanistiche, ed alcune norme dello Statuto dei lavoratori.
Non c’era da andare tanto per il sottile, ascoltare la popolazione, gli enti locali, fare gare d’appalto aperte a tutti. Urgenza? Premura per i rischi terroristici? Noi in questi anni, fino ad oggi, abbiamo continuato a trovare larga possibilità di accesso al sito nucleare di Latina. E così parecchi pescatori, cacciatori, fungaioli e coppiette. Sembrano loro le sentinelle della centrale. Senza violare lucchetti, né scavalcare o rompere reti.
Dov’era e dov’è dunque tutta questa allerta?
Come ti elimino la trasparenza
Quella dichiarazione d'emergenza ha portato il nuovo deposito "temporaneo" di scorie radioattive, piombato dall’alto con atto di imperio e in gran silenzio. A firmare la decisione, un generale del Genio Militare messo a capo della Sogin, società statale incaricata dello smantellamento e sicurezza dei siti atomici italiani. è una struttura importantissima, di interesse strategico. Sai com’è stato appaltato? Con il sistema della cosiddetta “procedura ristretta”, invitando pochissime ditte che dicevano loro, perché dichiarato “indifferibile ed urgente” (e perciò segreto) anziché con il classico bando di gara aperto a tutti. Anche la “cricca”, il giro di funzionari e imprenditori su cui indagano le Procure della Repubblica di Perugia e Firenze, gestiva lavori pubblici “indifferibili ed urgenti” tra una élite di poche ditte con appalti coperti da segreto. Il progetto del deposito radioattivo a Latina se lo è aggiudicato un consorzio di società tra Campania, Calabria e Sicilia.
Sono modi di maneggiare i lavori pubblici che hanno allertato la Corte dei Conti: già nel febbraio 2007, i massimi giudici in materia di contabilità pubblica hanno fatto la radiografia a questi metodi, esprimendo forti dubbi e dure critiche. Del resto tali procedure, oltre a scavalcare la libera concorrenza - che può aiutare a spuntare lavori di qualità al miglior prezzo -, evitano i fastidiosi controlli della Corte stessa, che ha proprio il compito di vigilare sui conti degli amministratori pubblici.
Con l’emergenza s’impone il deposito di scorie ma poi entra chi vuole
Oggi scopriamo che certe procedure sono proprio quelle predilette dalla "cricca", che - secondo magistrati ed investigatori - dominava il fior fiore degli appalti pubblici, compresi quelli della protezione civile. Tra loro anche quei due costruttori che nella notte del terremoto a L'Aquila se la ridevano al telefono, pregustando il business della ricostruzione abruzzese.
Lo stesso "giro" di quel costruttore così generoso da sganciare 900mila euro per un appartamento davanti al Colosseo intestato a Claudio Scajola (che dice di non sapere nulla di quel regalo) ex Ministro dello Sviluppo economico. Colui che doveva guidare, controllare e garantire il ritorno al nucleare in Italia. Insomma: un settore così delicato, complesso, rischioso e dai costi enormi come quello nucleare, meriterebbe la massima trasparenza ed un rigore superiore a qualsiasi altro affare di Stato. Possibile che sia gestito con appalti segreti? Possibile che da un lato si impongano depositi di scorie e veleni eterni e dall'altro è si possa entrare in quelle stesse zone "off limits" senza problemi?
Che emergenza e che tutela sono queste, laddove si possono fare pic nic e barbecue su arenili militari strategici, andare a pesca in acque atomiche, a caccia, a fare funghi e accendere fuochi in area nucleare?
Possibile che l’unica cosa “blindata” siano appalti e contratti pagati dai cittadini?
Quando cadde una bomba là vicino
Una bomba dal vicinissimo poligono di tiro che centrò una roulotte presso il campeggio di Foceverde al campeggio davanti, circa 200 metri in linea d'aria dal reatore Magnox, nell'inverno del 1984. Ci fu un referendum il giugno successivo per chiedere l'allontanamento del poligono oppure di spostare la centrale. Ad oggi reattore e il Centro sperimentale di prove balistiche sono ancora lì.
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