lunedì 24 luglio 2023

Un Mediterraneo di plastica

 tratto da https://ambientenonsolo.com/un-mediterraneo-di-plastica/

Un Mediterraneo di plastica

Sebbene il Mar Mediterraneo sia più piccolo degli oceani Atlantico e Pacifico, è uno degli hotspot di biodiversità più importanti al mondo, ma purtroppo anche uno dei maggior sei, nel mondo, per quanto riguarda la concentrazione di plastiche in mare. Uno dei maggiori ostacoli al contrasto di questo fenomeno è rappresentato dalla presenza di legislazioni e regole nazionali troppo complesse e poco uniformi tra loro.

Il progetto COMMON

Avviato a fine 2019, il progetto COMMON (COastal Management and MOnitoring Network for tackling marine litter in Mediterranean sea) ha sviluppato decine di azioni e coinvolto migliaia di persone con un obiettivo: affrontare il problema dei rifiuti in mare in aree pilota nel Mediterraneo con un approccio integrato e modelli di governance efficaci.

La plastica rappresenta l’80% dei rifiuti dispersi nell’ambiente marino e costiero: su oltre 90mila oggetti raccolti sulle spiagge e analizzati mediante protocolli scientifici armonizzati tra i diversi partner del progetto, 17mila (circa il 20%) è rappresentato da mozziconi di sigaretta, 6mila sono cotton-fioc. Su oltre 700 individui analizzati, riconducibili a 6 specie ittiche, è risultato che un pesce su tre ha ingerito plastica, in più della metà delle tartarughe analizzate sono stati ritrovati rifiuti. Segnale di un impatto fortemente negativo per tutta la biodiversità marina. Questo non solo a causa dei problemi dovuti all’ingestione dei rifiuti, ma anche ai possibili effetti tossici legati agli additivi aggiunti ai materiali plastici.

È questo, in estrema sintesi, ciò che emerge dai monitoraggi del progetto finanziato dall’Unione Europea tramite il programma ENI CBC MED con 2.2 milioni di euro, che ha visto coinvolti Legambiente, l’Università di Siena e il CIHEAM Bari, l’Istituto Nazionale di Scienze e Tecnologie del Mare di Tunisi e l’Università di Sousse per la Tunisia e l’ONG libanese Amwaj of the Environment e la riserva naturale di Tyre, per il Libano. È in questi tre paesi che si sono concentrate le attività del progetto.

L’obiettivo di COMMON era contrastare la diffusione dei rifiuti marini nel Mar Mediterraneo utilizzando i principi della Gestione Integrata delle Zone Costiere (ICZM) mediante un approccio partecipativo per coinvolgere le parti interessate e le comunità locali, con l’obiettivo di testare un modello potenzialmente trasferibile a tutto il bacino mediterraneo. 

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