mercoledì 5 luglio 2023

Il Fatto di domani. Vergogna Santanchè, bugie e arroganza: ecco perché non ha detto il vero sull'indagine. L'eredità di Berlusconi, il testamento aperto oggi

 tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/ascolta/in-cinque-minuti-le-notizie-che-troverete-sul-giornale-in-edicola/

La giornata in cinque minuti

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SANTANCHÈ AL SENATO URLA ALLA PERSECUZIONE GIUDIZIARIA E GIORNALISTICA. IL NOSTRO FACT-CHECKING. Un discorso orgoglioso e tracotante, in linea con il personaggio. “Sono qui per difendere il mio onore e quello di mio figlio”. Daniela Santanchè si è difesa attaccando, oggi, parlando per oltre mezz’ora a Palazzo Madama nella relazione sulle sue attività imprenditoriali. Un’autodifesa berlusconiana: sia perché ha attaccato con violenza il lavoro dei giornalisti, di tv e quotidiani, che in questi giorni hanno rivelato lo stato delle indagini sulle società che ha gestito e di cui ha avuto partecipazioni, sia perché si è imperniata sulla narrazione di sé come un’imprenditrice che si è fatta da sola, anche se tra gli alterni successi. “Sono una persona felice che non odia il mondo, perché quando mi guardo allo specchio la mattina mi piaccio”, ha detto, e per questo si attirerebbe invidie altrui. Santanchè si è dichiarata vittima di una campagna d’odio, ha definito “sporche e schifose pratiche” quelle del quotidiano Domani che oggi ha scritto che è indagata (lo ha scritto anche il Fatto). Qui una lista delle operazioni contestate, che vanno dalla gestione spregiudicata dei beni e dei debiti di Visibilia editore e di Ki Group al mancato pagamento di alcuni dipendenti. Il punto di partenza è stato negare di essere indagata, con tanto di esibizione di un documento del Tribunale di Milano: “Oggi più che darvi risposte sono io che dovrei chiedervi con forza delle risposte – ha detto la ministra –. Vi chiedo: è normale che un ministro della Repubblica legga che, secondo un giornale, sarebbe indagato?”. E poi la retorica tipica della destra, la stessa usata per cancellare intercettazioni e abuso d’ufficio: “Quello che sto vivendo potrebbe capitare a qualunque cittadino”. La Pitonessa ha negato tutto: di avere ricevuto dividendi da Ki Group srl mentre la società accumulava debiti, di avere multe da pagare. Sul fattoquotidiano.it abbiamo analizzato il discorso in una diretta con Peter Gomez, Nicola Borzi e Giacomo Salvini. Sul Fatto di domani leggerete il nostro fact-checking sul caso: smentiremo la ministra punto per punto. Qui le nostre 10 domande a cui Santanchè doveva rispondere.


LA DESTRA FA SCUDO ALLA PITONESSA. IL M5S PRESENTA UNA MOZIONE DI SFIDUCIA SPIAZZANDO PD E SINISTRA. Lo show di Santanchè al Senato, va notato, è avvenuto in assenza della premier, in visita in Polonia. Ma il resto del governo era stato precettato, per mostrare compattezza di fronte alle ripetute richieste di dimissioni piovute dall’opposizione. Alla fine della seduta, anzi, alcuni sono andati ad abbracciarla: il ministro della Salute Schillaci, la ministra del Lavoro Calderone e quella dell’Università Bernini. Scontata la difesa di Forza Italia, che ha garantito “solidarietà concreta”. FdI l’ha difesa a spada tratta, mentre, come abbiamo notato sul Fatto di oggi, Meloni dall’opposizione aveva l’abitudine di chiedere le dimissioni dei ministri di governi avversi per molto meno. Anche dalla Lega il capogruppo Massimiliano Romeo, che pure aveva suggerito alla ministra di riferire in Parlamento, si è dichiarato soddisfatto dei chiarimenti. “Un atto di trasparenza non dovuto, perché non può essere un’inchiesta giornalistica a determinare che un ministro venga o meno a riferire in Aula. Noi della Lega ne sappiamo qualcosa: vi ricordate il caso Metropol?”. Quanto all’opposizione, applausi all’intervento di un senatore delle Autonomie, Luigi Spagnoli, che ha evocato i conflitti di interesse nel settore del turismo. Le dimissioni, davvero, le ha chieste il M5S, che con il capogruppo Stefano Patuanelli ha annunciato il deposito di una mozione di sfiducia. Iniziativa non condivisa da Pd e Sinistra-Verdi, ma i dem hanno detto che se arrivasse in aula voteranno a favore. Giuseppe Conte nel pomeriggio ha tenuto una conferenza stampa con alcuni ex dipendenti delle società della ministra: “Santanchè si dipinge come vittima ma le vere vittime sono i lavoratori”. Sul Fatto di domani vedremo perché il caso non è chiuso qui.


L’EREDITÀ DI SILVIO, I FIGLI CONVOCATI DAL NOTAIO PER IL TESTAMENTO. La notizia si è diffusa in mattinata: in anticipo rispetto alla data prevista, lo studio RLCD di Milano (nelle mani di Arrigo Roveda, storico notaio della Fininvest e del Milan) avrebbe convocato i figli di Berlusconi per l’apertura del testamento. Un momento atteso dalla morte dell’ex presidente del Consiglio, il 12 giugno scorso, anche se non confermato ufficialmente: “Da me non saprete nulla né oggi né domani né mai”, ha risposto Roveda ai giornalisti. L’eredità ammonta a cifre stratosferiche. Berlusconi deteneva un patrimonio di 6,5 miliardi di euro, l’ultima dichiarazione dei redditi mostrava un imponibile di oltre 50 milioni. Ovviamente molto ruota attorno a Fininvest, la holding che possiede il 50% di MediaForEurope (il nuovo nome di Mediaset da quando ha trasferito la sede in Olanda), il 30% di Banca Mediolanum e il 53% di Mondadori. Un pacchetto azionario che in borsa vale 2,4 miliardi. Di Fininvest Berlusconi aveva il 61%, il resto delle quote è diviso tra i 5 figli. Esiste poi il patrimonio immobiliare, una parte del quale è dentro una società che si chiama Dolcedrago, valutata 500 milioni e interamente di proprietà dell’ex Cavaliere. Sul Fatto di domani vedremo se la lettura del testamento – avvenuta, a quanto pare, dopo la chiusura delle Borse – riserverà sorprese, e a chi. Stamattina Pier Silvio Berlusconi, alla conferenza di annuncio dei palinsesti Mediaset, ha voluto sottolineare la compattezza della famiglia. A proposito di Piazza Affari, Lle azioni Mfe B, con dieci diritti di voto, sono piatte a 0,73 euro mentre quelle di tipo A, con un diritto di voto, guadagnano lo 0,38% a 0,54 euro. In rialzo anche Mondadori che sale dello 0,7% a 2,15 euro.


GUERRA IN UCRAINA, KIEV ACCUSA MOSCA: ORDIGNI SULLA CENTRALE NUCLEARE. LA NATO UTILIZZA IL CONFLITTO PER METTERE ALLA PROVA IL SUO ARSENALE. Ancora accuse incrociate tra Kiev e Mosca sul destino della centrale nucleare di Zaporizhia. Secondo il presidente ucraino Zelensky, i russi potrebbero consegnare l’impianto per poi farlo esplodere: “Siamo sicuri che la centrale verrà consegnata con delle mine in modo che in seguito ci sia la possibilità di farla saltare in aria a distanza”. Una segnalazione che arriva dopo che gli ucraini avrebbero individuato possibili ordigni sul tetto dell’edificio. Il Cremlino invece accusa Kiev: il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov parla di “situazione tesa” e ammonisce sulla “grande minaccia di un sabotaggio della centrale”. Per chiarire la situazione l’agenzia l’Aiea (International Atomic Energy Agency) ha chiesto un accesso più ampio “per confermare l’assenza di mine o esplosivi” e da Pechino, il presidente cinese Xi Jinping avrebbe espressamente chiesto all’omologo Putin di scartare l’idea di far ricorso a testate atomiche. Il disastro nucleare è un tema chiave. Archivio Disarmo fa i conti: le testate sono 12.512 e, secondo la rete, il 90% è a disposizione dell’Occidente. Domani sul Fatto leggeremo come la Nato utilizzi il conflitto per mettere alla prova l’efficacia del suo arsenale. Il Financial Times ha pubblicato alcune conversazioni tra il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ed alcuni funzionari americani: l’oggetto era l’abbattimento di un missile russo ipersonico Khinzal, che il Cremlino riteneva non intercettabile. In realtà gli ucraini ne avrebbero colpito uno utilizzando una batteria di Patriot, il sistema missilistico terra-aria fornito dagli Stati Uniti. La notizia sarebbe stata accolta dagli americani con molta soddisfazione. In serata due esplosioni sono avvenute nel Tribunale di Kiev: diversi i feriti. Il responsabile sarebbe Ihor Humenyuk, già accusato di un attacco terroristico avvenuto nei pressi del parlamento il 31 agosto 2015.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Abuso d’ufficio, la Commissione Ue boccia la schiforma Nordio: “Favorisce i corrotti”. Abolire l’abuso d’ufficio e limitare il reato del traffico di influenze favorisce la corruzione. Lo scrive chiaramente la Commissione Europea, nel Rapporto sullo Stato di diritto, assestando una sonora bocciatura al fiore all’occhiello della riforma del ministro Carlo Nordio. “Le modifiche proposte depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero influire sull’effettiva individuazione e lotta contro la corruzione”, recita il documento, che leggeremo nel dettaglio sul Fatto di domani.

Le ragioni di Bianca: il passaggio a Mediaset dopo lo storico addio alla Rai. È ormai ufficiale, dopo la presentazione dei palinsesti Mediaset, il passaggio della giornalista Bianca Berlinguer a Mediaset, dove condurrà un nuovo programma in prima serata. Sul Fatto di domani un’intervista esclusiva a Berlinguer.

Francia, proteste: morto un giovane colpito da proiettile di gomma. Nuova vittima in Francia, dopo Nahel, il diciassettenne ucciso da un poliziotto a Nanterre, episodio che ha dato il via alle proteste. Un ventisettenne è morto a Marsiglia nella notte fra l’1 e il 2 luglio. Secondo la procura, che ha aperto un’inchiesta, il ragazzo ha perso la vita in seguito a un arresto cardiaco causato dall’impatto di un proiettile di gomma esploso dalla polizia.

Caso Sgarbi al Maxxi, il ministro Sangiuliano si smarca. “Distanza netta dall’accaduto”. Ha ribadito la sua contrarietà al turpiloquio, “tanto più in un luogo di cultura”. Il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ha risposto oggi al question-time sulla vicenda che vede protagonista il sottosegretario Vittorio Sgarbi e le sue dichiarazioni sessiste nel corso di un incontro al museo. Sangiuliano ha anche riferito che ha chiesto al presidente del Maxxi, Alessandro Giuliani, una relazione sull’accaduto.

Grillo jr, processo a rischio per trasferimento del giudice. La vicenda giudiziaria che vede coinvolto il figlio di Beppe Grillo, Ciro, e suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, rischia di impantanarsi a causa del trasferimento di uno dei giudici, Nicola Bonante a un altro tribunale. Ciro Grillo e gli altri sono accusati di stupro di gruppo ai danni di una studentessa, all’epoca diciannovenne, avvenuto nel luglio del 2019 in Costa Smeralda. Il processo dovrebbe ricominciare dall’inizio nel caso non venga accettata la richiesta di applicazione al dibattimento del giudice. A rischio l’udienza del prossimo 10 luglio.


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Aborto, un anno dopo la Corte Suprema: 25 milioni di donne senza diritti

di Antonella Ciancio

Un anno dopo la decisione storica della Corte Suprema di eliminare il diritto costituzionale all’aborto, gli Stati Uniti sono una nazione in guerra sui diritti delle donne e delle minoranze. L’abolizione del diritto ad abortire sancito dalla sentenza Roe v Wade del 1973 ha riportato la battaglia per i diritti delle donne negli Stati Uniti indietro di 50 anni. Le conseguenze nefaste previste dopo la sentenza, quando decine di migliaia di donne erano scese in strada a protestare, si sono avverate tutte.

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