tratto da https://www.ilfattoquotidiano.it/fq-newsletter/il-fatto-di-domani-del-2-dicembre-2021/?utm_campaign=Echobox2021&utm_content=fattoquotidiano&utm_medium=social&utm_source=Twitter#Echobox=1638467636-4
80 MILA FIRME: LA NOSTRA CAMPAGNA PER DIRE NO A B. AL COLLE. Martedì abbiamo lanciato una campagna per bloccare l’ascesa di Silvio Berlusconi al Quirinale. Progetto in cui lui crede davvero, come abbiamo raccontato sul giornale di oggi, tanto che starebbe pensando di lanciare ufficialmente una candidatura con un videomessaggio alla nazione in stile 1994. La nostra petizione popolare indirizzata ai parlamentari ha raccolto più di 80 mila firme in due giorni . Oltre all’appello, sul Fatto stiamo pubblicando, a puntate, la storia di Berlusconi, ricordando tutti i lati oscuri della sua ascesa al potere, che ha detenuto per un ventennio. Gli articoli si possono ascoltare anche in versione audio. Il quotidiano Libero ha lanciato una contro-petizione e Il Giornale ha iniziato una campagna contro di noi. Ma la nostra iniziativa andrà avanti fino al momento in cui cominceranno le votazioni per la Presidenza della Repubblica, sperando di poter dire “pericolo scampato”. Firma qui. Sul giornale di domani raccoglieremo i pareri di firme che hanno conosciuto bene il ventennio di Berlusconi, come Paolo Flores d’Arcais e Marco Revelli. QUIRINALE, L’ALTRO DIBATTITO. Non è solo Berlusconi a lavorare per guadagnarsi lo scranno di presidente della Repubblica. In questi giorni i partiti hanno intensificato dichiarazioni e avviato i negoziati. Alcuni nomi sono già stati fatti (e probabilmente bruciati): Casini, Gentiloni, Rosy Bindi, per dirne alcuni. E non tramonta mai l’ipotesi del Mattarella bis, anche se lui ha detto di no varie volte. Oggi il Pd ha proposto una legge costituzionale per vietare la rieleggibilità del presidente della Repubblica e abolire il semestre bianco, ma anche se il piano avesse un seguito non varrebbe per l’elezione di febbraio. Le parti politiche si stanno già sentendo in maniera trasversale per valutare un nome bipartisan (ieri la chiamata tra Conte e Salvini). Sul Fatto di domani faremo chiarezza su come funziona il sistema di voto del capo dello Stato e in che modo influenza le sorti dell’elezione. Nella storia della Repubblica solo 2 presidenti su 12 sono stati eletti prima del quarto scrutinio (quello a partire dal quale non è più richiesta la maggioranza dei due terzi). COVID E SCUOLA: LA DAD È GIÀ TORNATA. Sui vaccini ai bambini, approvati ieri sera dall’Aifa, il Commissario per l’emergenza ha annunciato che si parte dal 16 dicembre, con 1,5 milioni di dosi. Nel Lazio si potrà già dal 13, in 78 hub dedicati. Gli esperti dell’Aifa hanno spiegato che la loro valutazione sulla sicurezza per gli under 12, oltre che sullo studio di Pfizer con un campione di 3000 bambini, si è basata anche sui dati della farmacovigilanza degli Usa, dove si è partiti il 29 ottobre e sono stati immunizzati circa 4 milioni di bimbi. Però arriva anche la contrarietà del presidente della commissione tedesca per i vaccini del Robert Koch Institute, che considera lo studio insufficiente. Da noi, i governatori cominciano a preoccuparsi dei contagi sui trasporti pubblici per gli studenti, ma i veri problemi emergono dentro le aule scolastiche. Su cui ieri si è consumato un balletto di circolari e smentite sulla Dad. Non certo una prova di efficienza del governo dei Migliori, e del ministro dell’Istruzione Bianchi in particolare. Prima doveva scattare con un positivo in aula, poi con tre come stabilito a settembre. Il commissario Figliuolo oggi fa sapere di aver mobilitato l’esercito “per evitare la Dad”, con 11 unità mobili incaricate di fare i tamponi agli alunni al posto delle Asl locali per sopperire alle carenze del tracciamento e salvare la faccia della scuola in presenza. È lecito chiedersi come funzionerà il loro lavoro, in un territorio di 20 regioni e 53 mila scuole. Inoltre i presidi già dicono che è troppo tardi e sono già tante le classi in quarantena in attesa di tamponi della Asl che non arrivano. Sul Fatto di domani andremo sui territori per vedere quante sono le realtà scolastiche che sono davvero riuscite ad evitare la Dad finora. DA OMICRON AI NO VAX, IN EUROPA SUONA ANCORA L’ALLARME. L’attenzione del continente, lo sappiamo, da settimane è puntata sulla Germania, dove i numeri dei contagi sono esplosi e gli allarmi sulla variante Omicron sono presi molto sul serio. Il governo di Berlino vuole estendere il super green pass anche al commercio al dettaglio, vietando cioè i negozi ai non vaccinati. Ma oggi anche il Regno Unito tocca un nuovo record di contagi (54 mila, non succedeva da luglio), e il centro europeo di controllo delle malattie colora praticamente tutti i Paesi Ue di rosso, nella sua mappa del contagio. Restano gialle solo Italia e Spagna. Poi ci sono i numeri italiani. I casi crescono ancora: sono 16.800 e i decessi sono 72, meno dei 103 di ieri. Le terze dosi sono cresciute del 50% in una settimana, rileva la Fondazione Gimbe, ma resta sempre lì quel 15% di persone tra 30 e 59 anni senza neanche una dose. La Regione Veneto ha deciso che per potenziare la campagna vaccinale i tamponi nelle Usl si faranno solo alle persone con sintomi o con deficit immunitari: insomma i non vaccinati potranno farli solo in farmacia o nei laboratori privati. La Lombardia invece sta pensando di riaprire il grande (e inutile) ospedale in Fiera Milano, ed è a un passo dalla zona gialla. Mentre avanza la quarta ondata, sul giornale di domani vedremo com’è messa la nostra medicina territoriale, dopo due anni di pandemia, realtà che rappresenta (o dovrebbe essere) il primo fronte utile al tracciamento dell’epidemia. DRAGHI INCONTRA DI NUOVO I SINDACATI. STAVOLTA SERVE UN ACCORDO. Oggi pomeriggio Draghi ha ricevuto di nuovo i sindacati a Palazzo Chigi. Il tavolo è stato convocato per trovare un’intesa sul decreto fiscale, che contiene il taglio delle tasse sul lavoro, e sulla manovra di bilancio. Partecipa anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando. Oggi il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha chiesto che le parti sociali siano coinvolte veramente nella redazione delle norme, altrimenti ci saranno conseguenze. Sul giornale di domani vedremo se l’incontro li avrà soddisfatti o no. Analizzeremo anche le dichiarazioni del ministro Giorgetti in Parlamento sulla vicenda di Tim e della manifestazione di interesse da parte del fondo americano KKR. Intanto è stata fissata la data della discussione sulla manovra alla Camera: il 21 dicembre, praticamente a Natale, e l’aula com’era previsto non avrà tempo di discuterla. Sempre che il Senato, dove sono migliaia gli emendamenti presentati dai partiti, faccia in tempo ad approvarla. LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE Fontana, chiesto il rinvio a giudizio. Per il caso della fornitura dei camici da parte dell’azienda del cognato alla Regione Lombardia, la Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio del governatore leghista e degli altri quattro indagati. L’ipotesi di reato è frode in pubbliche forniture. L’ultimo giro di Angela. Com’è andato lo show organizzato per il commiato di Merkel dalla politica, che si terrà stasera a Berlino. Il passaggio di consegne al nuovo governo di Olaf Scholz è atteso la prossima settimana. Dante a memoria. L’impresa di Giorgio Colangeli di recitare (non leggere) la Divina Commedia a Teatro: ne parliamo in un’intervista. DA FQ EXTRA “Era legittima difesa”. La versione integrale dell’intervista a Zerocalcare sul caso di Emilio Scalzo. il no tav arrestato che sarà estradato in Francia. Fatti di vita, il podcast. La nuova puntata della rubrica di Silvia Truzzi. Scopri le nostre newsletter. Clicca qui |
Le parole per dirlo (free)La valanga di firme che ha subito accolto la nostra petizione contro l’incubo di B. capo dello Stato è indice di una repulsione tanto ampia quanto trasversale: abbiamo la presunzione (speriamo non l’illusione) che la stragrande maggioranza degli italiani, a parte gli irriducibili elettori di Forza Italia, presi a tu per tu ritengano vergognosa, o […] di Marco Travaglio |
Politici-giornalistiDoppia casta in azione per salvarsi la pensioneTutti i parlamentari che oltre al vitalizio maturano l’assegno da cronisti sono schierati per il soccorso all’Inpgi con i soldi statali. Ma Corte dei Conti dice no di Ivo Caizzi |
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