Saranno chiuse per altri due giorni le scuole del quartiere Tamburi di Taranto a causa delle polveri dell’Ilva. Il 27 e 28 novembre sono stati classificati come ‘wind days’, i giorni in cui il vento soffia da nord-nordovest e il minerale usato nella produzione dell’acciaio può raggiungere il rione più vicino al siderurgico. Diventano così quattro in un mese i giorni di chiusura delle scuole disposti dal sindaco Rinaldo Melucci, che lo scorso 24 ottobre ha firmato l’ordinanza – dopo uno dei wind day peggiori nella storia di Taranto – che ferma le attività scolastiche nelle ore a rischio per il benzo(a)pirene e Pm10.
Un disagio importante per alunni, insegnanti e famiglie. Sul tema negli scorsi giorni era intervenuta la dirigente della scuola Vico-De Carolis, Elisabetta Scalera. “Ritengo che la questione debba essere affrontata a livello istituzionale più alto. È una assurdità, una contraddizione nei termini. Il diritto alla salute non sta garantendo il diritto allo studio”, aveva detto la preside nella Giornata dei diritti dell’infanzia, durante il quale – paradossalmente – le scuole erano state chiuse. Poi aveva spiegato: “Qui da noi il vento di nord-nord ovest spira ogni 15-20 giorni col rischio di andare incontro a fenomeni che si rinnovano più frequentemente e che si allungano anche nella durata. Cosa si farà in tutti questi giorni? A noi, a me, alle famiglie, ai bambini, qualcuno dovrà pur spiegare cosa fare”.
E proprio le famiglie degli alunni sono intervenute sui social per protestare. “Niente scuola per i bambini, così non disturbano l’Ilva”, ha scritto una mamma. In tanti si rivolgono al primo cittadino: “Caro sindaco, se i giorni di wind day dovessero essere due o tre al mese lei ci fa rimanere i bambini a casa? Ma lo sa che è importante l’istruzione scolastica? Tutte queste assenze come si recuperano? Se i bimbi non vanno a scuola non possiamo segregarli in casa, li portiamo con noi a fare la spesa e sono lo stesso esposti”, si interroga un altro genitore. La decisione drastica dello scorso ottobre si aggiunge a quanto già previsto cautelativamente dalla Asl – finestre chiuse, no attività fisiche all’aperto e riduzione della mobilità con mezzi privati – e potrebbe potenzialmente ripetersi in ogni giornata ventosa da qui al 2020, anno in cui è prevista la conclusione dei lavori per la copertura dei parchi minerali.
Melucci viene incalzato anche dai consiglieri comunali del Movimento Cinque Stelle, che hanno presentato una mozione per sollecitare il fermo dell’Ilva nei giorni di vento forte. Massimo Battista e Francesco Nevoli chiedono al sindaco di vietare anche lo spolverio di minerali sui nastri trasportatori “anziché agire sui cittadini che l’inquinamento lo subiscono”. Il deputato Davide Crippa ha chiesto invece che il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, “venga a riferire in Parlamento ora che anche l’Antitrust sembra stia bocciando l’operazione Marcegaglia, lasciando in sospeso la situazione“. La nuova sospensione, ha aggiunto, “non fa altro che gettare ombre su una situazione già drammatica vissuta in prima persona, e da anni, dai cittadini di Taranto”. di F. Q. | 27 novembre 2017 https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/11/27/taranto-rischio-polveri-ilva-sul-quartiere-tamburi-scuole-chiuse-per-la-quarta-volta-in-un-mese-rabbia-dei-genitori-sui-social/4004149/
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