di favorire un cambio di passo nelle azioni di prevenzione nel territorio centrale per la sopravvivenza dell’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus).
“Apprendiamo con favore la scelta di agire con decisione per rimuovere la causa principale del problema, cioè le fonti di cibo diffusamente presenti presso gli insediamenti umani all’interno dell’areale dell’Orso marsicano. In particolare, oltre ai depositi di rifiuti, sono ancora diffusi gli spazi adibiti al mantenimento di animali domestici, quali i pollai, facilmente accessibili per il plantigrado. Ciò costituisce un forte attrattore per gli orsi, con un conseguente aumento del rischio di eventi come quello di sabato scorso, in cui il giovane orso Mario è rimasto intrappolato in un pollaio e da lì in un’abitazione, causando danni e il comprensibile spavento di una famiglia con bambini”. Ha dichiarato il vicepresidente del WWF Italia Dante Caserta che conclude: “I danni all’abitazione della famiglia Bianchi causati dall’orso Mario devono essere risarciti al più presto. Intanto, resta fondamentale il monitoraggio permanente dell’Orso al fine di evitare episodi simili. Siamo anche preoccupati per la sicurezza dell’Orso che potrebbe essere vittima di atti di ritorsione come già accaduto a Pettorano sul Gizio”.
Questo episodio deve servire da stimolo per tutte le istituzioni che hanno responsabilità sulla conservazione dell’orso marsicano a partire dai Parchi, dal Ministero dell’Ambiente (che finalmente stanzierà fondi aggiuntivi per la prevenzione), passando per la Regione Abruzzo, le ASL, i Carabinieri-Forestale.
Fino a questo momento è mancata una piena collaborazione tra gli enti e una continuativa volontà a superare gli ostacoli burocratici: la collaborazione tra le istituzioni, insieme al supporto degli esperti del mondo scientifico e all’ampio coinvolgimento della società civile, sono fondamentali per evitare il ripetersi di episodi come questo.http://www.wwf.it/news/notizie/?32820/Orso-Mario-plauso-del-WWF-su-accordo-PNALM-e-Minambiente
Il WWF apprezza la decisione del Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise e del ministero dell'Ambiente
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