(ANSA) - ROMA, 02 DIC - In mezzo secolo negli Stati Uniti le sequenze di tornado, ovvero quegli insiemi di tornado prodotti da uno stesso temporale, si sono intensificate. Tuttavia non è detto che questa tendenza sia una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici provocati dall'uomo. È quanto emerge da uno studio della Columbia University pubblicato su Science.
Gli americani li chiamano "tornado outbreak", e sono delle improvvise sequenze di tornado - da 6 in su - che si originano da un unico sistema temporalesco e in rapida successione per almeno 24 ore. Fenomeni particolarmente distruttivi perché si concentrano su singole regioni in un tempo relativamente ristretto. Ne sono un esempio quelli che nei giorni scorsi hanno causato danni e vittime in Alabama e Tennessee. Negli Usa, spiegano gli scienziati, solo nella prima metà del 2016 si stimano perdite di 8 miliardi e mezzo di dollari a causa di estremi eventi temporaleschi.
Uno studio preliminare del gruppo di ricerca guidato dal professor Michael Tippett aveva dimostrato che dal 1954 il numero medio di tornado nelle sequenze è aumentato. Ora certifica anche che il numero di 'outbreak' estremi è praticamente raddoppiato dal 1965 al 2015. Quello che non è chiaro è perché. L'aumento registrato, spiegano gli scienziati, non corrisponde a fattori associati ai cambiamenti climatici, ma sembrano piuttosto legati a fluttuazioni climatiche naturali.
Una di queste, suggeriscono i ricercatori, potrebbe essere l'indice AMO (oscillazione multidecennale atlantica). Insomma il nuovo studio mette in dubbio che le sequenze di tornado più intense siano una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici.
A meno che, sottolinea il professor Tippett, "il riscaldamento globale non abbia implicazioni per l'attività dei tornado che ancora non capiamo".(ANSA).
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Gli americani li chiamano "tornado outbreak", e sono delle improvvise sequenze di tornado - da 6 in su - che si originano da un unico sistema temporalesco e in rapida successione per almeno 24 ore. Fenomeni particolarmente distruttivi perché si concentrano su singole regioni in un tempo relativamente ristretto. Ne sono un esempio quelli che nei giorni scorsi hanno causato danni e vittime in Alabama e Tennessee. Negli Usa, spiegano gli scienziati, solo nella prima metà del 2016 si stimano perdite di 8 miliardi e mezzo di dollari a causa di estremi eventi temporaleschi.
Uno studio preliminare del gruppo di ricerca guidato dal professor Michael Tippett aveva dimostrato che dal 1954 il numero medio di tornado nelle sequenze è aumentato. Ora certifica anche che il numero di 'outbreak' estremi è praticamente raddoppiato dal 1965 al 2015. Quello che non è chiaro è perché. L'aumento registrato, spiegano gli scienziati, non corrisponde a fattori associati ai cambiamenti climatici, ma sembrano piuttosto legati a fluttuazioni climatiche naturali.
Una di queste, suggeriscono i ricercatori, potrebbe essere l'indice AMO (oscillazione multidecennale atlantica). Insomma il nuovo studio mette in dubbio che le sequenze di tornado più intense siano una diretta conseguenza dei cambiamenti climatici.
A meno che, sottolinea il professor Tippett, "il riscaldamento globale non abbia implicazioni per l'attività dei tornado che ancora non capiamo".(ANSA).
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