domenica 4 dicembre 2016

Quante volte dobbiamo dire NO

Un educatore (genitore, parente, insegnante) sa bene che si impara e si cresce insegnando l’autostima e incoraggiando a imparare a conoscere e superare le difficoltà. Ma siamo cresciuti soprattutto quando ci hanno detto o abbiamo espresso forte e chiaro il nostro consapevole NO. NO agli atteggiamenti sbagliati, NO quando certi rischi si devono evitare, NO perché non si può avere e fare tutto, ma ci devono essere delle scelte, a volte dolorose, altre imposte dalle situazioni e dalle circostanze. NO che diventano sì alla vita quando si è contrari a impianti, progetti e scelte deleterie dal punto di vista civile e sociale, NO a discariche, alle emissioni e sostanze nocive e cancerogene, NO alle speculazioni che danneggiano la comunità, il territorio, NO a chi vuole sudditi, schiavi, servi, NO a chi non vuole che esprimiamo la nostra idea, religione, scelta politica, sessuale, affettiva, NO a chi pensa che il profitto, il guadagno siano più importanti della dignità. NO a chi ci vuole dare un lavoro e un’economia senza diritti. NO a chi non vuole parlare e dialogare e chi liquida drammi o successi, problemi e soluzioni con il vuoto superficiale di uno slogan o di un tweet. NO all’incapacità, alla superficialità e alla disumanità, sì al confronto, alla solidarietà sociale. NO quando si preferisce un raccomandato al merito, NO quando si approva o si boccia, si sceglie in base ad un vantaggio privato, una tangente, una corruzione

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