Anni
’70 e ’80 - Le origini, la gestione PRO.CHI., l’arrivo della
Guastella Impianti
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- La discarica inizia la sua attività l’11 agosto del 1971. Il comune affida la gestione ai proprietari del terreno con il contratto numero 36389. I proprietari erano Umberto Chini e Andrea Proietto (società PRO.CHI srl).
- Il contratto viene rinnovato fino al 31 dicembre 1982.
- Nel 1982 entra in vigore il DPR 915/82, che poneva una serie di vincoli alla gestione della discarica. I proprietari del terreno decidono di non rinnovare il contratto con il comune di Latina. L’ultimo contratto noto è il Rep. n.51142 del 03.09.1982.
- Il comune di Latina emana un provvedimento di esproprio della discarica, gestendola in proprio fino al luglio del 1986 (ordinanza n. 104 del 30.06.1983).
- Dall’agosto del 1986 la prima discarica - corrispondente all’attuale sito S0 - risulta dismessa. Secondo Ecoambiente il bacino S0 era sprovvisto di qualsiasi sistema di impermeabilizzazione sia del fondo che delle pareti, e di captazione del biogas e del percolato.
- L’estensione del sito S0 è pari ad una superficie di 4 ettari, con un volume stimato di rifiuti di 400 mila metri cubi (dati studio Enea).
- Con l’entrata in vigore del D.P.R. 10.09.1982, n.915 (pubblicato sulla G.U. del 15.12.1982), Umberto Chini e Andrea Proietto, qualificandosi esercenti attività di smaltimento dei rifiuti e avvalendosi del regime transitorio di cui all’art. 31 del D.P.R. n. 915/1982, non rinnovavano più il contratto con il Comune di Latina ma richiesero ed ottennero dalla Regione Lazio l’autorizzazione a continuare la gestione della discarica controllata dei rifiuti solidi urbani e speciali del Comune di Latina (dell’originaria superficie di circa 5 ettari), con ampliamento fino all’estensione di 42 ettari circa (Deliberazione Giunta Regionale Lazio n. 5225 del 27.09.1983). In forza di questo provvedimento, la PRO.CHI. s.r.l., iniziò un’attività di discarica autonoma. Presidente della Regione Lazio all’epoca era Bruno Landi (mandato: 24 marzo 1983 - 18 aprile 1984 - fonte: Wikipedia) divenuto negli anni successivi amministratore delegato di Ecoambiente, attuale gestore di una parte dell’impianto di Borgo Montello, oltre che “factotum” dell’avvocato Manlio Cerroni. Il primo invaso di discarica, identificato con l’acronimo S1, venne realizzato dalla Società PRO.CHI. nell’anno 1983 senza alcuna barriera di protezione della falda.
- Nel 1983 la PRO.CHI. avvia la coltivazione del sito S1. Secondo Ecoambiente la discarica S1 venne realizzata senza alcuna barriera di fondo.
- La PRO.CHI ottenne ulteriori autorizzazioni anche dall’Amministrazione Provinciale di Latina (Deliberazioni Giunta Provinciale n. 190 del 3.02.1987, n. 512/1988 e n. 882/1988), allora competente per delega regionale, nonostante la contrarietà espressa dal Comune di Latina formalizzata anche con ricorsi giurisdizionali che, al contempo fu costretto a ricorrere alla adozione di provvedimenti di requisizione dell’area di discarica, per garantire la continuità del servizio di smaltimento dei rifiuti. Presidente della Regione Lazio all’epoca era Bruno Landi (mandato: 17 maggio 1987 - 27 luglio 1990 - Fonte: wikipedia).
- Nel 1988 la PRO.CHI. cede l’impresa alla Guastella Impianti di Roma.
- Nell’aprile 1989 venne avviato l’ampliamento denominato S2 (fonte Ecoambiente).
- Il 30 ottobre 1989 si costituisce la Ecotecna Trattamento rifiuti srl. Amministratore delegato: Girolamo Albanese (fino 20/12/1989), seguito da Renato Primiani 1. Presidente Pietro Antonio Marchelli, sostituito poi il 30/7/1990 da Adriano Musso. Il 26 marzo 1991 Biagio Giuseppe Maruca è nominato amministratore delegato (cessazione della carica il 13 febbraio 1992; poi rinominato il 27 settembre 1993).
1990-1992
- La gestione del gruppo Acqua, la Ecotecna, i rifiuti industriali
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- Nel marzo 1990 viene avviata la coltivazione dell’invaso S3, attivo fino al febbraio 1991.
- Il 31 dicembre 1990 la Guastella Impianti viene incorporata dalla Ecomont 2.
- Nel 1990 si costituisce il consorzio Ciseco costituito dalle società chimiche Bristol, Recordati e Sigma Tau per realizzare un centro di smaltimento di rifiuti industriali a Borgo Montello. Il consorzio possiede nella zona 17 ettari di terreno adiacente la discarica di Borgo Montello. Il progetto aveva ottenuto un finanziamento di 57 miliardi di lire da parte del ministero dell'Ambiente 3.
- 18 settembre 1990. Il CdA del gruppo Acqua (fratelli Pisante) approva una fidejussione a favore di Ecotecna srl, partecipata al 51% (il restante 49% fa capo dalla Guastella Impianti), a favore della Banca Commerciale di Latina. Importo della fideiussione 1,8 miliardi di lire 4.
- Nel novembre del 1990 la Procura di Latina avvia un’indagine (la prima di cui si ha notizia) sulla discarica di Borgo Montello 5 per “violazione della normativa in materia di impianti, di accumulo e smaltimento di rifiuti”.
- Il 20 novembre 1990 la giunta regionale del Lazio (presidente Rodolfo Gigli) approva il “piano di emergenza per lo smaltimento dei rifiuti industriali”. Uno degli impianti viene localizzato a Latina, a Borgo Montello.
- nel febbraio 1991 chiude la discarica S3 che era stata completata nel marzo 1990
- Il 30 maggio 1991 un gruppo di industrie farmaceutiche presenta il progetto per l’impianto di incenerimento di rifiuti industriali a Borgo Montello, durante il convegno “Ambiente, territorio, industria chimica” 6. Il 21 ottobre 1991 il Cda del Gruppo Acqua approva la cessione del 51% di Ind.eco alla BFI Italia srl, per la somma di 1,505 miliardi di lire.
- Con l’Ordinanza n. 575 del 04/11/1991, più volte reiterata, il Presidente della Giunta Regionale del Lazio pro tempore, autorizza la messa in esercizio della discarica S4 (IND.ECO.) per complessivi 100.000 mc.
- Il 31 gennaio 1992 il sindaco di Latina Redi firma un’ordinanza vietando ai comuni di Velletri, Anzio e Nettuno il conferimento dei rifiuti nella discarica di Borgo Montello.
- Il presidente della giunta regionale Rodolfo Gigli firma un ordinanza il 10 febbraio del 1992 autorizzando lo sversamento dei rifiuti dei comuni di Velletri, Anzio e Nettuno.
- L’11 marzo del 1992 il Tar conferma la decisione della giunta regionale.
- Il 30 marzo 1992 il Cda del gruppo Acqua approva la cessione alla Emas srl “dei progetti relativi a nuove iniziative nel Settore dei Rifiuti Industriali di cui alcuni già sviluppati con offerta alla Pubblica Amministrazione”. Il cantiere di Borgo Montello viene valutato 238 miliardi di lire (offerta presentata) 7
- 8 luglio 1992. Il presidente della regione Lazio, Rodolfo Gigli, firma due ordinanze con le quali proroga l'autorizzazione ai comuni di Anzio e Nettuno, a scaricare i propri rifiuti solidi urbani nella discarica di Borgo Montello.
- 28 agosto 1992. Ulteriore proroga per Nettuno, fino al 15 settembre.
- Il 26 ottobre 1992 il Cda del gruppo Acqua approva la cessione alla SERVIZI INDUSTRIALI S.R.L. della partecipazione INDECO S.R.L., Latina, posseduta al 25,5% del capitale sociale di L. 20.000.000 interamente versato al valore/prezzo della partecipazione dell'ordine di L. 2,000 milioni oltre al trasferimento dell'intero credito per finanziamento verso IND.ECO. S.R.L. dell'importo di L. 3.500 milioni 8.
1993
- La gestione del Gruppo Grossi/BFI -
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- 4 febbraio 1993. Il presidente della giunta regionale Giorgio Pasetto proroga i termini per il funzionamento della discarica 2B di Borgo Montello, dove vengono conferiti i rifiuti industriali “non tossici e non nocivi”. L’ordinanza era stata proposta dall’assessore all’ambiente Antonio Delle Fratte.
- 21 aprile 1993. La giunta regionale (presidente Pasetto) conferma nuovamente l’autorizzazione al conferimento di rifiuti a Borgo Montello per i comuni di Velletri, Anzio e Nettuno.
- 23 marzo 1994, chiude la discarica Cavedil di Pomezia. La Regione autorizza i comuni di Anzio, Ardea, Lariano, Nettuno, Pomezia e Velletri a scaricare a Borgo Montello. Il sindaco di Latina Ajmone Finestra si oppone alla decisione della Regione, diffidando i comuni dall’utilizzo dell’impianto.
- Il Comune di Latina, aderendo all’iniziativa dell’ENEA e dell’UNICHIM sulla effettuazione di uno studio comparativo su alcuni siti di discarica situati nel territorio nazionale, nell’anno 1995 decide di avviare un programma di indagine per la caratterizzazione della discarica S0, avvalendosi della collaborazione di Enea, Unichim, Ambiente spa 9 e del Centro Comune di Ricerca. Il rapporto finale è presentato il 16 maggio 1996. Dallo studio elaborato dall'Enea – dipartimento ambiente – divisione tecnologie, ingegneria e servizi ambientali (delibera della giunta municipale del comune di Latina del 9/9/95 provvedimento n. 1703) e intitolato “studio finalizzato alla progettazione per la bonifica e/o riconversione della discarica di Borgo Montello a Latina, relativamente ai bacini S1, S2, e S3” emerge che i bacini S1, S2, S3 , una volta dimessi, sono stati oggetto di interventi che avrebbero dovuto garantire il loro inserimento nell’ambiente minimizzando gli impatti potenziali.
- 11 dicembre 1995. La provincia di Latina e Replastica organizzano il convegno sull’incenerimento di rifiuti.
- 18 luglio 1996. Nuovo convegno a Roma sugli inceneritori, con la partecipazione del sindaco Ajmone Finestra, che ha definito Latina “città pilota”.
- 10 gennaio 1997. La polizia provinciale sequestra i siti S1, S2 ed S3, gestiti dalla Ecomont, società fallita.
- Conseguentemente la Regione Lazio con Ordinanza del 17/01/1997 n.1 dispose alla Società Indeco S.r.l., che coltivava l’invaso limitrofo S4, di attivarsi per mettere in sicurezza gli abbancamenti. Tale ordinanza ha fatto seguito al sopralluogo effettuato il 10/01/1997 dalla Provincia di Latina con il quale si segnalava la fuoriuscita di percolato dalle discariche dismesse ed al diniego, da parte del curatore fallimentare della società ECOMONT dott. Ganelli, di dare esecuzione all’ordinanza n.5 del 11/01/1997 del Sindaco di Latina Sen. Ajmone Finestra, in cui si prescriveva l’attivazione di interventi di messa in sicurezza delle vasche di raccolta del percolato. L’ordinanza regionale prescriveva, con successiva adozione della procedura di esecuzione in danno nei confronti della ditta fallita, alla società INDECO S.r.l. di intervenire nel più breve tempo possibile presso le discariche denominate S0 e S3. (fonte: dal sito di ecoambiente Latina)
- 4 febbraio 1998. L’assessore regionale all’ambiente Giovanni Hermanin autorizza l’apertura di un nuovo invaso a Borgo Montello.
- 19 febbraio 1998. Il sindaco Ajmone Finestra ordina il blocco dei lavori per la realizzazione del sito S5.
- 31 marzo 1998. Accordo tra Regione Lazio (assessore Giovanni Hermanin), Provincia (presidente Paride Martella) e comune di Latina (sindaco Ajmone Finestra) per ampliare volumetria a Borgo Montello. Si autorizza lo sversamento nel sito 2B (ex vasca per i rifiuti industriali) e la realizzazione di una nuova vasca per 150 mila metri cubi 10.
- 15 aprile 1998. Il Gip di Latina dispone il dissequestro del cantiere del sito S5 che era stato sequestrato dai vigili urbani di Latina.
- il Sindaco di Latina in data 22/05/1998 ha emesso l’ordinanza n. 22 disponendo che la società Capitolina srl, proprietaria dell’area, di procedere ai lavori di bonifica degli invasi S1, S2, S3 come elencati nella nota prot. 4328/98 del 13.05.98 dell’assesorato opere e reti di servizi e mobilità Regione Lazio SDAR Latina facendo riferimento ai lavori di bonifica degli invasi S1, S2, S3.
- Il 4 agosto del 1998 Latina Ambiente acquisisce il controllo della società Ecoambiente, con il 51% delle quote. L’area risultava di proprietà della società Capitolina srl, che concedeva in affitto per 18 anni la discarica ad Ecoambiente. Il Sindaco di Latina emette ordinanza di bonifica rivolta a Ecoambiente, richiamando il progetto presentato da Latina Ambiente spa presentato alla Regione Lazio con nota prot. 633/OM/11 del 3 agosto 1998.
- 6 agosto 1998. Su esposto di Indeco la Procura di Latina apre un’inchiesta sull’ipotesi che l’interesse del comune nella società Latina Ambiente possa essere la motivazione per il sequestro di S5. L’ipotesi di reato è di “abuso d’ufficio”.
- Agosto 2000. Ecoambiente inizia i lavori di bonifica dei siti S1, S2 e S3. Il 6 agosto la giunta regionale esprime parere favorevole.
- Agosto 2002. Colari (gruppo Cerroni) presenta un progetto per un inceneritore a Borgo Montello. Il sindaco Vincenzo Zaccheo si oppone.
- 8 agosto 2002. Con determina della Direzione Regionale Ambiente e Protezione Civile, la Ecoambiente viene autorizzata all’esercizio della discarica per 5 anni.
- attività di campionamento con la realizzazione nel giugno 2003 di nuovi piezometri in sostituzione degli esistenti non rispondenti alle caratteristiche richieste da Arpa Lazio per il piano di monitoraggio dell’intera area delle discariche di Borgo Montello. Fase A ottobre 2001 – giugno 2003. Fase B giugno 2003 a oggi.
- il 18.4.2003 è stato approvato con Decreto n. 33 il piano di coltivazione e le attività di abbancamento sono proseguite sulle zone 3 e 4 e su “valletta”.
- 1 febbraio 2005. La procura di Latina apre un’inchiesta per avvelenamento delle acque in seguito alle indagini della polizia provinciale e dell’Arpa.
- 14 febbraio 2008. Il consigliere regionale Fabrizio Cirilli invia all’assessore regionale all’ambiente Zaratti e al commissario Arpa Lazio Carruba lo studio dell’Enea del 1996, chiedendo una verifica del sito S0 per l’eventuale presenza di rifiuti tossici.
- 27 febbraio 2008. L’assessore regionale all’ambiente Filiberto Zaratti annuncia l’avvio di indagini dell’Arpa e dell’Ingv a Borgo Montello. “I primi risultati saranno disponibili tra circa quindici giorni e saranno prontamente comunicati”, dichiara all’Ansa.
- Tra giugno e luglio 2009, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia unitamente ad ARPA Lazio e su disposizione dell'Assessore all'Ambiente della Regione Lazio esegue i nuovi rilievi geofisici nell’area in esame, che confermano la presenza di tre anomalie magnetiche dovute alla esistenza di diversi oggetti ferromagnetici a diverse profondità nel sito S0.
- 14 ottobre 2009. Il sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo chiede all’Arpa una verifica di tutta l’area della discarica, con particolare attenzione ai siti S1, S2 e S3.
La
presenza dei rifiuti pericolosi (ex tossico-nocivi)
La
presenza di rifiuti pericolosi nella discarica di Borgo Montello è
stata denunciata più volte fin dal 1996. E’ importante ricordare,
a questo proposito, che nella zona contigua alla discarica vi sono
diverse abitazioni - pre-esistenti - la cui popolazione è stata
colpita da diverse forme tumorali, molto spesso giudicate rare.
Le
testimonianze relative alla presenza dei rifiuti tossici
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Carmine
Schiavone, collaboratore di giustizia ed ex esponente di punta del
clan dei Casalesi, nel 1996 dichiarava:
La
provincia di Latina non può definirsi immune dal problema dei
rifiuti smaltiti illecitamente. Mi diceva SALZILLO Antonio, ai tempi
in cui faceva parte ancora del nostro gruppo, che lui operava con la
discarica ufficiale di B.go Montello (LT). Da tale struttura lui
prendeva una percentuale sui rifiuti smaltiti lecitamente ed in
tale struttura lui faceva occultare bidoni di rifiuti tossici o
nocivi per ognuno dei quali mi diceva che prendeva lire 500.000.
Il SALZILLO mi diceva pure che smaltiva rifiuti tossici anche sul
lungomare di Latina in delle buche dalle quali era stata estratta
sabbia od in luoghi adibiti ad allevamento di animali. Non mi diceva
quale sistema usava per falsificare la documentazione dei rifiuti o
come riuscivano gli imprenditori del settore a dimostrare l'avvenuto
smaltimento. 11
Lo
stesso Schiavone nel 2011 dichiarava al giornale Il Tempo:
I
rifiuti tossici portati dalla camorra dei Casalesi hanno inquinato
anche il ventre di Latina, avvelenando pure il Basso Lazio. Io non
ero d'accordo coi miei del clan, rovinavano la vita dei nostri figli.
E mi sono pentito. (…) Rifiuti
tossici e fanghi inquinanti provenienti dalle società del Nord, ma
anche da Svizzera, Francia e Germania.
Nei primi del '90 seppi che i miei uomini e mio cugino Sandokan si
erano buttati in questo affare sciagurato, sia in Campania, a Casal
di Principe, che in altre zone, per esempio il Basso Lazio. Come
teste di ponte dei loro traffici usavano le famiglie Nuvoletta, i
Mallardo, mentre gli intermediari delle ditte erano teste di legno e
soprattutto un esponente della massoneria targata P2. (…)
Certo, sin dal '93: ai magistrati, alla Commisione parlamentare
ecomafia, alla Scuola superiore di polizia. Ho fornito il nome della
società colluse e anche il numero di targa dei camion. Andammo
sul posto con un elicottero partito da Pratica di Mare. C'erano anche
tecnici dell'Enea per verificare la radioattività. Mostrai i luoghi
e alla fine dovemmo scappare: gli strumenti antinquinamento erano
impazziti. In seguito gli
esperti dissero che per bonificare le aree servivano 26 miliardi
delle vecchie lire. E visto che non erano a disposizione allora era
meglio che lo scandalo non uscisse fuori. 12
Il
signor Sergio Giorgi, proprietario di una fattoria attigua alla
discarica di Borgo Montello, in una intervista in video al Fatto
quotidiano, rilasciata nel 2011, raccontava:
Prima
si vedevano camion di notte, camion di giorno, i cancelli si aprivano
e si chiudevano, c’era fumo, c’era puzza… Certo (queste cose)
mi facevano indagare, chiedere, domandare… Ma non sono riuscito a
sapere più di tanto. Su quello che succedeva là dentro avevano
tutti le bocche chiuse, perché la gente ci lavorava, il lavoro è
pane (…). Per un certo periodo
avevo notato che scaricavano dei camion con fialette di antibiotici o
cose del genere, non posso dire cosa c’era dentro, comunque erano
le stesse fiale che vedo quando facciamo le punture. Erano tante, ma
dico tante, che ne so… dieci autotreni, tante!
Se poi c’era altro sotto… Quello che ho visto passando sul
vialetto di fianco al fiume Astura, a cinque metri c’era il dirupo
pieno di queste bottigliette. A volte tanto di risalire, perché
avevo sparato ad un tordo, che cadeva la sopra; non riuscivo ad
andarlo a prendere, perché scivolavo sulle bottigliette. 13
Achille
Cester, ex direttore della discarica Indeco di Borgo Montello, ha
dichiarato al giornale Il Fatto quotidiano:
Quando
arrivai nel 1997 Borgo Montello
era un vero Far West, era in
gestione l’invaso S4 che galleggiava sul percolato mai recuperato,
mentre quel poco che prelevavano si diceva che lo facessero buttare
direttamente nel fiume Astura. L’estrazione e produzione del
biogas, pur altamente remunerativa ed ecologicamente
indispensabile, era abbandonata. L’invaso
S4 era il grande contenitore dove tutte le aziende della zona,
oltre ai comuni, sversavano i loro rifiuti.
Spesso questi rifiuti erano
assimilabili ai rifiuti urbani ma più spesso era necessario
controllare ogni automezzo in ingresso per evitare abusi,
specialmente da parte dei cosiddetti terzisti.
(…) C’erano alcune persone che si erano occupate di questo, come
Carmine Mirante, detto Piero. Nella zona di Formia comandava invece
la ditta Ambroselli Maria Assunta che conferiva, e lo fa ancora,
regolarmente in Ind.eco. Mirante era un calabrese, trapiantato qua,
da più generazioni, titolare anche di un locale notturno sul
litorale romano, so che è morto recentemente dopo aver avuto
problemi con la giustizia. Lavora lì anche un tale Luigi
Bontempi, arrestato pochi anni dopo per traffico di
rifiuti. Bontempi non dipendeva gerarchicamente da me, ma
era il punto di riferimento di Cesarina Ferruzzi responsabile
per tutto il gruppo della parte commerciale dello smaltimento dei
rifiuti industriali. (…) La
regola veniva però aggirata – prosegue nel racconto Achille Cester
– mediante i centri di stoccaggio presenti sul territorio. Di fatto
avrebbero dovuto soltanto ritirare rifiuti recuperabili ma più volte
mi era capitato di respingere melme maleodoranti e fusti che di
assimilabile avevano proprio poco.
Per evitare i controlli e la facile identificazione – prosegue il
racconto – i fusti, a partire
da metà degli anni Novanta, non venivano più smaltiti tal quali ma
triturati e mischiati con plastica, carta e legno, tant’è che tra
gli addetti ai lavori era stato coniato un neologismo con il suo
prezzo di riferimento, il triturato misto.
14
Ricerche,
analisi e documentazione sulla presenza dei rifiuti tossici
|
La
prima ricerca conosciuta è stata realizzata dall’Enea e dal Centro
comune di ricerca di Ispra (vedi parte cronologia, punto 32). Lo
studio ha evidenziato alcune criticità, che confermano - almeno in
parte - le testimonianze citate:
“In
effetti, poiché la discarica è stata gestita in epoca precedente ai
regime normativa definito con il D.P.R. 915/82, questa è stata
costruita certamente senza alcuna protezione ambientale. Inoltre non
si hanno garanzie sul fano che i rifiuti smaltiti fossero costituiti
esclusivamente da R.S .U Infatti, secondo elementi storici già
raccolti in meriro alle procedure di gestione adottate per la
raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, spesso gli scarti industriali
venivano avviati in discarica., senza una preliminare forma di
selezione”.
La
ricerca si è basata su diverse analisi. Ecco alcune conclusioni
generali:
“Non
è ben nota la composizione del materiale depositato nella discarica;
si presume comunque che possa essere prevalentemente costituito da
R.S.U. Tuttavia non si può
escludere la presenza di rifiuti speciali e tossico/nocivi.
Infatti le indagini geofisiche hanno individuato la presenza di tre
distinte masse metalliche all'interno del corpo della discarica che
potrebbero indicare la presenza di bidoni contenenti materiale
tossico/nocivo”.
L’Enea
evidenziava già all’epoca la criticità della presenza di una
falda al di sotto del corpo della discarica:
“Al
di sotto della discarica e nell'area immediatamente circostante è
segnalata la presenza di una falda i
cui assi di deflusso principali e gli assi di drenaggio si esplicano
secondo una direzione NNE-SSW”.
E’
importante segnalare fin d’ora che lo studio citato è
assolutamente parziale, avendo avuto come target quasi esclusivamente
il sito dismesso S0 (chiuso nell’agosto 1986 - vedi cronologia,
punto 5). I tecnici infatti scrivono nel documento Enea:
“E'
opportuno rimarcare che le indagini suddette sono state concentrate
prevalentemente sull'area della discarica dismessa e non sono da
considerare risolutive per un reinserimento ambientale dell'intero
sito di B.go Montello ove, oltre alla discarica oggetto del presente
studio, sono localizzare altre discariche non più in produzione ed
un'area attualmente in fase di coltivazione”.
In
ogni caso lo studio individuò - nell’unica area oggetto della
ricerca - tre masse metalliche sospette:
La
presenza di tre anomalie magnetiche situate ad una
profondità compresa tra 5 e 10 metri.
Tali anomalie potrebbero corrispondere a tre
ammassi metallici di larghezza pari a 10x20 m i primi due e 50x50 m
il terzo ammasso.
Per
quanto riguarda il monitoraggio delle sostanze inquinanti nella falda
acquifera sottostante, dal 2005 l’Arpa Lazio ha avviato una
campagna di analisi. I dati raccolti e analizzati confermano la
presenza di sostanze pericolose di origine industriale.
Nel
primo rapporto relativo al periodo luglio 2005 - settembre 2006
l’agenzia regionale ha riscontrato la
presenza di solventi con concentrazione superiore ai limiti di legge
(CSC stabiliti nell’allegato 5 Titolo V tabella 2 del D.lgs. n. 152
del 03/04/2006). A titolo di esempio citiamo la presenza di note
sostanze di origine industriale:
1,4
Diclorobenzene
Il
superamento è stato riscontrato in tre pozzi all’interno della
discarica (in due pozzi in concentrazioni SEMPRE superiori ai
limiti). Si tratta di una sostanza usata nell’industria come:
“Dodorante per ambienti. Antitarme. Fumigante. Repellente per
animali. Antimuffa. Intermedio per coloranti, insetticidi, farmaci,
resine utilizzate nell'industria elettrica ed elettronica.
Lubrificante per pressioni elevate. Utilizzato per resine di solfuro
di polifenilene (ryton)”15. Secondo
quanto riportato nella scheda del servizio ambiente della regione
Piemonte è una sostanza utilizzata - tra l’altro - nell‘industria
chimica e farmaceutica. Nel Lazio vi sono almeno 8000 aziende
potenziali utilizzatori e/o produttori della sostanza in esame.
Nella
cartina allegata al rapporto Arpa in questione (emesso il 10 febbraio
2007) si può vedere come la diffusione della sostanza riguardi
diversi punti della discarica:
1,2-dicloroetano
(o cloruro di etilene)
Il
superamento dei limiti di legge per questa sostanza è stato
riscontrato in sette pozzi (di cui quattro con concentrazioni SEMPRE
superiori ai limiti).Il suo principale utilizzo è come intermedio
nella sintesi del cloruro
di vinile, a sua volta
precursore del PVC.
Altri usi: Solvente per grassi, olii, cere, gomme, resine e caucciù;
diluente per vernici; componente della benzina; fumigante per
cereali. E’ utilizzato, tra l’altro, nell’industria dei
prodotti chimici inorganici ed organici. In questo caso, oltre
all’uso nell’industria, vi può essere un origine dai fitofarmaci
utilizzati in agricoltura. E’ bene però evidenziare che nell’area
utilizzata oggi dalla discarica non vi sono attività agricole da
almeno tre decenni.
Anche
in questo caso la mappa illustra la diffusione della sostanza
nell’area della discarica:
L’ultimo
rapporto dell’Arpa Lazio è del 2012. Anche in questo caso “l’1,2
dicloropropano e l' 1,4 diclorobenzene sono rilevati diffusamente nei
piezometri interni in analogia a quanto già verificatosi nel
triennio 2005-2008”. Ecco di seguito
le tabelle di sintesi relativamente alle ultime analisi disponibili:
La
comparazione tra la campagna di monitoraggio del 2005/2006 con quella
del 2010/2011 mostra come queste due sostanze prese in esame siano
persistenti nelle falde sottostanti la discarica di Borgo Montello.
Un indice di una contaminazione mai risolta, nonostante le
“bonifiche” realizzate.
Per
quanto riguarda lo stato generale dell’area il quadro sinottico
presentato dall’ultimo rapporto Arpa è eloquente, mostrando una
situazione critica:
Per
quel che riguarda il monitoraggio idrochimico, i risultati analitici
relativi ai parametri indicati nella tabella 2 All. V Parte Quarta,
Titolo V del D.Lgs. 152/06 sono stati confrontati con le relative
CSC. Da tale confronto sono emersi superamenti delle CSC per le
seguenti sostanze:
-
Alifatici clorurati non cancerogeni:
l
,2 Dicloropropano (24 superamenti)
-
Clorobenzeni:
1,4
DiclorobenzeneCB (21 superamenti)
-
Alifatici clorurati cancerogeni:
Cloruro
di Vinile (1 superamento)
Triclorometano
(1 superamento)
-
Idrocarburi totali (1 superamento)
-
Metalli:
Ferro
(104 superamenti)
Manganese
(111 superamenti)
Arsenico
(71 superamenti)
Cadmio
(11 superamenti)
Nichel
(11 superamenti)
Piombo
(22 superamenti)
-
Inquinanti inorganici:
Solfati
(6 superamenti)
Il
mancato rispetto delle normative europee
La
direttiva 2006/118/CE del parlamento e del consiglio, entrata in
vigore il 12 dicembre del 2006, prevede all’articolo 6 che gli
stati membri mettano in atto “tutte le
misure necessarie a prevenire le immissioni di sostanze pericolose
nelle acque sotterranee, fatti salvi i paragrafi 2 e 3.
Nell'individuare siffatte sostanze gli Stati membri tengono conto in
particolare delle sostanze
pericolose appartenenti alle famiglie o ai gruppi di inquinanti di
cui all'allegato VIII, punti da 1 a 6, della direttiva 2000/60/CE,
nonché delle sostanze appartenenti alle famiglie o ai gruppi di
inquinanti di cui ai punti da 7 a 9 di tale allegato, laddove essi
siano ritenuti pericolosi”.
Il
citato elenco inserito nella direttiva 2000/60/CE include le due
sostanze prese in esame (1,2 dicloropropano e 1,4 diclorobenzene).
La
gestione dei rifiuti urbani e assimilati
Storico
Ecoambiente
- invasi S1, S2, S3, Valletta e
soprelevazione
Anno |
Atto regionale |
Note |
Saldo quantità |
2000
|
Deliberazione
n. 1608 del 20 giugno 2000
|
Sistemazione
definitiva degli abbancamenti S1-S2-S3,
presentato dalla
Ecoambiente
s.r.l. teso anche all’individuazione
ed utilizzazione di ulteriori volumi di
abbancamento
in località Borgo Montello, oltre
che alle operazioni di bonifica basate, principalmente, sulla
creazione di un diaframma impermeabile (polder)
|
0
|
2001
|
Deliberazione
n. 202 del 6 febbraio 2001
|
Variante
di dettaglio
|
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2001
|
Deliberazione
n. 1245 del 3 agosto 2001
|
autorizzazione,
ai sensi del previgente art. 28 del
D.Lgs
22/97 e art. 16 della L.R. 27/98, per la messa in esercizio di un
invaso, all’interno dell’area complessiva di discarica di
Borgo Montello -bacini S1,S2,S3-
localizzato tra i bacini S1 e S3, autonomo
e dotato di idonea impermeabilizzazione, indipendentemente dalla
realizzazione
del polder, per una capacità complessiva pari a 132.000
mc
|
132.000
|
2002
|
Determinazione
della Direzione Regionale Ambiente e Protezione Civile 667 dell’8
agosto
2002
|
Modifiche
in corso d’opera, ai sensi dell’art. 15, comma
14,
della L.R. 27/98, e rilascio autorizzazione all’esercizio
dell’invaso di discarica con una
capacità
massima pari a 208.000 mc,
ai sensi del previgente art. 28 del D.Lgs 22/97 e dell’art. 16
della L.R. 27/98
|
208.000
|
2003
|
Decreto
Commissariale n. 57 del 24/06/2003
|
Ampliamento
della
volumetria
utilizzabile per lo smaltimento degli RSAU, già autorizzata con
Determinazione
n.
667 del 08/08/2002 ed integrata con Decreto n. 33/2003, dal
15 al 30%
|
242.320
(da verificare)
|
2004
|
Nulla
Osta del 30 luglio 2004 prot. 971/CR
|
Abbancamento
sulle
aree
in esercizio denominate S3 e
Valletta di ulteriori 33.000
mc di rifiuti
|
275.320
|
2004
|
Decreto
Commissariale n. 130 del 25 ottobre 2004
|
autorizzato,
ai sensi dei
previgenti
artt. 27 e 28 del D.Lgs 22/97 e artt. 15 e 16 della L.R. 27/98,
il recupero di ulteriori volumetrie di discarica per una capacità
massima pari a 416.000 mc
|
691.320
|
2007
|
Decreto
Commissariale n. 35 del 06/04/2007
|
Autorizzazione
Integrata
Ambientale
per il complesso impiantistico di discarica, approvando,
contestualmente, il
progetto
di recupero, a sedime invariato, di ulteriori volumetrie di
discarica pari a 290.000 mc
|
|
2008
|
Determinazione
Dirigenziale n. A 3769 del 27 ottobre 2008
|
Nulla
Osta di variante non sostanzia, ai sensi del previgente art. 10
del D.Lgs 59/05 e art. 15, comma 14, della L.r. n.27/98, per
dell’intervento di sopraelevazione
dei rifiuti nelle zone 8 e 9 – Sedime S2
- per una volumetria pari a 55.000
mc
|
981.320
|
2009
|
Determinazione
Dirigenziale n. B2073 del 21 maggio 2009
|
Nulla
Osta di variante
non sostanziale, ai sensi del
previgente art. 10 del D.Lgs 59/05 e art. 15, comma 14, della
L.r. n.27/98, per un ulteriore intervento in sopraelevazione
dei rifiuti nelle zone 6 e 7 - Sedime 2 –
per una volumetria pari a 52.900 mc
|
1.034.220
|
Dall’iniziale
quantità autorizzata - nell’ambito del progetto di bonifica del
2000 - di 132.000 metri cubi, si è
passati al saldo finale di oltre un milione di metri cubi di rifiuti
autorizzati. Va evidenziato che buona
parte delle autorizzazioni sono avvenute
con decreti di emergenza, firmati dalla struttura commissariale del
Lazio, quindi in deroga a molte norme
di salvaguardia ambientale. Circa
700.000 mc di rifiuti sono stati
autorizzati grazie all’emergenza.
Indeco
(autorizzazioni dal 1990 ad oggi)
Anno
|
Atto
regionale
|
Note
|
Saldo
quantità
|
1990-1996
|
Ordinanza
855 del 28/09/90 del Presidente
della
Giunta Regionale Lazio
Provvedimento
Regionale n°1 039 del 08/11/90
Ordinanza
131 del 28/02/91 del Presidente della Giunta Regionale Lazio
Ordinanza
n. 575 del 04/11/91
Ordinanza
n. 159 del Presidente della
Giunta
Regionale Lazio del 01/06/92
Regione
Lazio - nota n°5560 settore 70, del 26/11/96
|
Bacino
S4
|
1.863.000
mc circa
|
1998-2001
|
Ordinanza
n°4 del Presidente della Giunta Regionale Lazio del 30/01/98
Deliberazione
della Regione Lazio n 3903 settore 70, del 29/07/98
Autorizzazione
26.01.1999
n°
200 della Giunta Regionale del Lazio
Ordinanza
n°46 del Presidente della Giunta Regionale Lazio del 01/10/2001
|
Bacino
S5 I e S5 II
|
855.552
mc
|
2001-2003
|
Determinazione
n. 657/2001 del 08/05/2001
Determinazione
n. 92/02 Protezione civile regione Lazio
Ordinanza
n. 1 del 24/02/2003
dell'Assessorato
all'Ambiente della
Regione
Lazio
|
Raccordo
funzionale bacino S5 con bacino S4
|
197.000
mc
|
2003
|
Decreto
n° 34/03 del 18/04/2003
dell'Assessorato
all'Ambiente Regione Lazio
|
S4
- ripristino quote
|
395.564
mc
|
2005
|
Decreto
no 25/05 del 31/03/2005 del
Commissario
delegato per l'emergenza Regione Lazio
|
Bacino
Ecotecna
|
380.000
mc
|
2007
|
Decreto
11° 34/07 del 18/04/2007 del
Commissario
delegato per l'emergenza Regione Lazio
|
Raccordo
bacino Ecotecna con bacino S4
|
350.000
mc
|
2008
|
Det.
Dirigenziale n. A3769 dei27/J0/2008
|
Sopraelevazione
del raccordo tra Ecotecna e S4
|
63.000
mc
|
2009
|
Determinazione
n. B0604 del 25/2/2009
|
Nuovo
invaso
|
700.000
mc
|
Agenzia Ansa, 27 maggio 1993: “APPALTI NETTEZZA URBANA A
ROMA:CONDANNE - Roma, 27 mag Con la condanna ad un anno di
reclusione per l' accusa di falso ideologico, si e' concluso oggi il
processo contro l' ex assessore alla Nettezza Urbana Luigi Celestre
Angrisani e dell' ex direttore dell'''Amnu''Renato Primiani, si e'
concluso il processo per le irregolarita' nella fornmitura al Comune
di Roma di nuovi automezzi per la raccolta di rifiuti e di
cassonetti. Il tribunale ha invece dichiarato prescritti i reati di
peculato e di interesse privato in atti d' ufficio. Per i due
imputati il pm Gianfranco Mantelli aveva chiesto quattro anni di
reclusione. I fatti si sono svolti nel 1982 e percio' il giudizio si
e' svolto secondo il vecchio codice di procedura penale".
“Quest’ultima società, che originariamente si chiamava
SO.RE.G.IN (Società Realizzazioni Gestioni Industriali), era stata
costitutita da un operaio e un commercialista (capitale sociale 20
milioni) presso lo studio di un notaio di Roma: questo studio
notarile si trova nello stesso palazzo dove abita il palermitano su
indicato che, insieme ad altri prestanome, nell’ottobre 1989,
sempre presso lo stesso Notaio, costituisce la società "Ecotecna
Trattamento Rifiuti", la quale dopo poco tempo verrà
incaricata di gestire la discarica per rifiuti industriali”.
(dossier Legambiente)
ANSA, 13 novembre 1990: La Procura della Repubblica presso la
pretura circondariale di Latina ha avviato un' indagine sulla
discarica di Borgo Montello. Si tratta di una verifica con
sopralluoghi di natura tecnica affidata ad esperti in urbanistica e
chimica i quali dovranno accertare eventuali responsabilita' penali
per violazione della normativa in materia di impianti, di accumulo e
smaltimento di rifiuti. Al di la' delle verifiche sul rispetto delle
norme e il trattamento dei rifiuti da parte della societa'
''Guastella'', titolare dell'impianto, l'inchiesta viene indirizzata
ad accertare la legittimita' degli atti amministrativi che sono
stati adottati finora in relazione soprattutto alla realizzazione
dell' impianto di smaltimento dei rifiuti previsto dal piano
regionale
triennale.
La discarica di Borgo Montello e' interessata anche da un progetto
di industrie, il Ciseco, per lo smaltimento dei rifiuti tossici. In
un comunicato, la Procura afferma che i tempi necessari per tutte le
verifiche sono di due mesi.
ANSA, 30 maggio 1991: Le industrie farmaceutiche scendono in campo
per smaltire i propri rifiuti. E' il caso di alcune ditte
farmaceutiche che si sono impegnate in un progetto che prevede la
realizzazione di un impianto in grado di recuperare il 90% degli
scarti di lavorazione e di mercato (carta, cartone, vetro, plastica,
alluminio), e termodistruggere il restante 10 per cento, con un
investimento complessivo di 32 miliardi di lire.
I
tempi di realizzazione dell'impianto, presentato oggi nel corso del
convegno "Ambiente, territorio , industria chimica", sono
di 15 mesi, ed esso verra' localizzato a Borgo Montello (Latina) in
un terreno di 15 ettari.
In
Italia i rifiuti dell'industria farmaceutica finiscono per l'80 per
cento in discarica, mentre il 20 per cento viene smaltito o nell'
unico impianto italiano abilitato alla termodistruzione di questi
rifiuti, in Lombardia, oppure inviato all' estero, soprattutto in
Francia e in Germania.
''L'impianto
di termodistruzione - ha detto Pietro Annesi, direttore della Sigma
Tau - sara' in grado di distruggere 20.000 tonnellate di rifiuti e
recuperarne 100.000, oltre a produrre energia elettrica che verra'
venduta ai comuni vicini o all'Enel''.
Nello studio per la ricerca delle anomalie magnetiche firmato da GM
Barichello non è riportata la società Ambiente spa.
ANSA, 31 marzo 1998: E' stato raggiunto l' accordo tra il comune di
Latina e la Regione Lazio per l' emergenza rifiuti legata all'
esaurimento dell' attuale vasca di conferimento a Borgo Montello. Il
protocollo di intesa predisposto prevede l'utilizzo della vasca
denominata ''B 2'' gia' pronta e a suo tempo utilizzata per i
rifiuti speciali, mentre l'autorizzazione per la nuova vasca da 800
mila metri cubi originariamente prevista dalla Regione, e' stata
ridotta a 150 mila metri cubi.
Si
e' parlato anche del pagamento da parte dei comuni della servitu'
all' amministrazione di Latina per il quale la Regione indurra' gli
enti che utilizzano la discarica a regolarizzare la propria
posizione. Il comune di Latina vanta un credito di circa tre
miliardi.
Nell'
incontro, che si e' svolto nella sede della Regione, e' stato deciso
che la societa' mista ''Latina ambiente'' della quale il comune
detiene la maggioranza delle azioni, presentera' nei prossimi giorni
un progetto per la bonifica delle aree dismesse, la realizzazione di
un impianto di compostaggio propedeutico alla costruzione del
termovalorizzatore. Attraverso questo si potranno produrre energia
elettrica, acqua calda e gas a vantaggio delle popolazioni locali.
Il sito sara' individuato e scelto dal
consiglio comunale sulla base di studi compiuti dall'Enea.
Il Tempo, 4 settembre 2011 -
http://www.iltempo.it/2.647/2011/09/07/nel-pontino-i-rifiuti-della-camorra-1.50742
Il Fatto quotidiano, 20 settembre 2011 -
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/20/borgo-montello-la-discarica-incubo-di-latina-gestita-in-passato-da-gomorra/158669/
Il Fatto quotidiano online, 13 giugno 2012 -
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/13/latina-veleni-restano-a-borgo-mantello-carotaggi-e-smaltimento-costano-troppo/261817/
1 commento:
Mi sembra finalmente una sintesi storica inappuntabile, sui dati accertati ovviamente non esaustivo: mancano i morti, giustamente non hanno nulla da dire
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