lunedì 28 marzo 2016

Latina chiusa dal commissario? tra urbanistica, Latina Lido, rifiuti, gli alberi di viale Italia e le querele



Il potere e i suoi rappresentanti hanno sempre un certo fastidio dall'informazione, quella vera non servile. I suoi rappresentanti devono scegliere e a volte sbagliano per superficialità, scarsa informazione o perchè influenzati da qualcuno interessato, qualche volta in malafede. Anch'io esprimo solidarietà a Ivan che insieme a pochi altri ha squarciato il velo di omertà, complicità, opportunismo di una parte dell'informazione al potere. Quando ho incontrato, grazie al senatore Vacciano, il Commissario, con i cittadini di via Monfalcone, ci ha detto che Latina è la sintesi esemplare di Crozza nel paese delle meraviglie. Nel caso del post, Ivan e Il giornale di Latina hanno, ancora una volta fotografato la realtà.
A chi è stato parte in causa del disastro riconosciuto da tutti di una gestione scellerata della destra dal 1993 a oggi a servizio di costruttori, speculatori, affaristi, società e anche (stando alle inchieste) della malavita nei vari settori dall'urbanistica ai rifiuti, ai lavori pubblici, gestioni e affidamenti da ovviamente fastidio l'opera del Commissario che spesso è intervenuto come un chirurgo non potendo curare il malato Latina. A volte ha bloccato, altre ha fatto scelte più o meno condivisibili. Lo abbiamo detto e scritto troppe volte, i Commissari, i Prefetti, la Magistratura, le Forze dell'Ordine sono chiamate a colmare, ingiustamente, il fallimento totale di una classe politica e dirigente dagli anni '90 a oggi. Fallimento che solo un idiota (oppure un opportunista che non fa mai i conti con la coscienza) attribuisce alla maggioranza anomala del pdl che ha fatto tanto comodo alla pseudo opposizione del pd (e prima ds e margherita). Nessuno ha controllato, denunciato in modo serio. Tanti che oggi protestano o schiamazzano o plaudono al commissario sono stati al servizio di chi ha contribuito allo spazio. Speravano in un posto al sole, una nomina, incarico, posto di lavoro
Posso comprendere l'amarezza di Ciarlo che è la stessa di tanti altri, per la stroncatura degli alberi. Ma anche questo fa parte dell'incapacità della classe dirigente che non ama, non conosce e non comprende un territorio e anche Ciarlo ha fatto parte, per un tempo breve o lungo, di questa classe dirigente. 
Per quanto riguarda i provvedimenti del Commissario Barbato più importanti a lui ho espresso il mio dissenso sulla scelta per i rifiuti (era l'estate scorsa) e sulla società che pur comprensibili per certi aspetti, volevano essere come, per la maggior parte degli interventi commissariali, prese di posizione di indirizzo o semplificativi. Cioè non entravano nel merito, davano forse un indirizzo amministrativo, ma non certo politico o di governo del territorio. Ma questo, ovvio, fa parte del tipo di incarico ricevuto e delle sue funzioni limitate per certi ambiti, troppo ampie e assolute per altri.
Nel caso della Latina ambiente si è forse operato per garantire comunque un servizio (com'è giusto), posti di lavoro e tutele sindacali (idem) e tutelare le casse comunali, che è il primo obbligo di un rappresentante delle istituzioni. Però è il minimo sindacale. Un amministratore moderno deve far risparmiare casse comunali e ambiente con la raccolta differenziata spinta, questo è un altro obbligo principale per un amministratore capace. E' mancato, finora, l'attenzione sulla discarica e sugli effetti devastanti ambientali, sociali, economici. Il sindaco (in questo caso il Commissario) essendo il massimo responsabile della salute pubblica, in un caso tanto clamoroso doveva intervenire ai sensi degli articoli 216 e 217 del RD testo unico in materia di salute pubblica.
Per questo motivo andava, forse applicato applicato anche agli operatori del Lido di Latina e degli stabilimenti lo stesso metodo della Latina ambiente o, viceversa, applicare alle società nella discarica e al metodo affaristico speculativo dei rifiuti al Lido di Latina.
Il Lido di Latina grida vendetta, su questo siamo tutti d'accordo, così come le opere incompiute, i progetti inutili e devastanti e le scelte urbanistiche.
Probabilmente le varianti ai PPE andavano, giustamente, sospese ma, in un tempo ragionevole, andavano analizzati e sezionati. Sicuramente qualcosa andava modificato, altro eliminato oppure migliorato e adeguato con pubbliche istruttorie. Qualcuno forse, dimentica che l'adozione delle varianti ai PPE diventavano "norme di salvaguardia" in pratica tra le 3 situazioni (1. PPE originali prima delle varianti; 2. varianti forse illeggittime, 3. variante delle varianti del commissario con i poteri del consiglio comunale), fino all'approvazione definitiva della regione, restavano quelle più restrittive. Cioè alla fine si otteneva lo stesso risultato voluto dal Commissario senza bloccare costruzioni, piani e permessi di costruire, tanto poi sia regione che nuova amministrazione potevano intervenire senza bloccare per mesi
Come liste verdi, elezioni amministrative 1990, proponevamo raccolta differenziata, superamento di inceneritori e discariche, chiusura dall'interno della circonvallazione del traffico privato, parcheggi, piste ciclabili tra loro collegate. Latina 26 anni fa avrebbe cambiato come hanno saputo fare città esemplari, invece sappiamo com'è andata. Allora questo poteva avere un senso. Oggi queste scelte devono essere condivise e mediate con gli operatori, insieme a tutte le regole urbanistiche, commerciali, produttive. Contro il corridoio tirrenico ci siamo battuti tecnicamente, con i dati dei fautori che forse li hanno messi e se li sono scordati viste le cretinate che ripetono a pappagallo diverse dai dati di progetti. Lo stesso discorso vale per porto e aeroporto, per fare alcuni esempi. 
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