sabato 12 marzo 2016

Il nostro secolo sarà quello dei profughi climatici

 LUCA MERCALLI “Da qui al 2100 i mari aumenteranno
di mezzo metro, sempre che gli impegni sul clima siano rispettati”
L’oceano
mangerà
terra, farà
più caldo
di almeno
due gradi,
e gli eventi
estremi
imporranno
transumanze
umane
La nostra
costa
adriatica
sarà
inguaiata,
come
Shanghai,
New York,
e Miami.
Ma il peggio
sarà in
Bangladesh
Biogra fia
LUCA
MERCALLI
Meteoro logo
e
climatologo,
è nato
a Torino
il 24 febbraio
1966, dal
1993
è presidente
della Società
Meteoro logica
italiana
e direttore
della rivista
Nimbus”.
Noto
al grande
pubblico
per la sua
partecipazione
al programma
Che Tempo
Che Fa”
condotto
da Fabio
Fazio,
e per la sua
attività
di divulgatore
scientifico
su “La
Repubblica”
e “La
Stampa”
ANTONELLO CAPORALE
Tra qualche tempo conosceremo
un’altra figura di migrante:
il profugo climatico.
Sarà la siccità o l’i n o n d a z i one,
l’uragano o la tempesta
tropicale a trasformare gli
uomini in sventurati. E la
sventura avrà la solita rotta:
dal sud verso il nord del
mondo. Con Luca Mercalli,
senza alcun dubbio il più lucido
analista delle nuvole,
parleremo dei tempi funesti
che ci aspettano e anche della
nostra sordità, dell’i n d i fferenza
davanti ai grandi temi
della vita e dell’o s s e s s i one
invece per il dettaglio.
A nessuno frega molto se
l'oceano si innalza, ma
quotidianamente siamo
ossessionati dal tempo
che fa. Neve, grandina,
piove? Tutti a fare clic col
mouse, meteo da tutte le
parti. E quando non è acceso
il computer c'è la tv,
quando non siamo in casa
ecco la radio che ci insegue
con le previsioni.
È un fatto certo che i ghiacciai
della Groenlandia si
sciolgono progressivamente,
ed è certo che ogni anno
gli oceani si ingrossano di
tre millimetri. È anche sicuro,
pronosticato senza alcun
margine di errore, che
da qui al 2100 il livello
d el l’oceano aumenterà di
mezzo metro. Intendiamoci:
il mezzo metro è la misura
minima, a condizione che
gli impegni assunti alla conferenza
sul clima di Parigi
siano tutti rispettati. Se così
non sarà, avremo un metro e
anche più di acqua.
Davanti a questa previsione
catastrofica noi siamo
invece occupati a conoscere
istante per istante se
sulla nostra testa piove
fiacco o sostenuto, se il sole
è lucente oppure ombrato
dalle nuvole. Siamo
giunti alla pornografia della

meteorologia. 

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