ROMA - Le api soffrono di gravi deficit di apprendimento e di memoria dopo l'ingestione di dosi minime del pesticida clorpirifos, che può potenzialmente metterne a rischio la sopravvivenza. È l'esito cui è giunto uno studio neozelandese secondo il quale le api subiscono danni anche a dosi del pesticida considerate "sicure".
I ricercatori dell'Università di Otago hanno raccolto api da 51 alveari di 17 località nella Nuova Zelanda del Sud misurandone la presenza di clorpirifos e osservando che il pesticida era presente a bassi livelli in 3 siti e 51 arnie. A questo punto gli scienziati hanno somministrato le stesse dosi ad api in laboratorio e poi le hanno sottoposte a test di apprendimento.
Così hanno osservato che le api che avevano ricevuto il trattamento avevano prestazioni peggiori nel ricordare quali odori ricevevano una ricompensa positiva rispetto ad altri.
Elemento che potrebbe avere conseguenze, secondo gli scienziati, nel meccanismo di memoria grazie al quale le api puntano i fiori per il loro nettare. Lo studio per la prima volta stabilisce anche la soglia alla quale il pesticida incide sulla memoria delle api: 50 picogrammi (50 bilionesimi di grammo). Quantità piccola che è quella in media misurata nelle api prelevate in natura e non alimentate in laboratorio. Dunque i ricercatori sottolineano che l'uso del pesticida dovrebbe essere regolamentato non solo tenendo conto degli effetti letali che ha sulle api, ma anche dei livelli minimi che provocano danni agli insetti mettendone comunque a rischio la sopravvivenza. (ANSA).
I ricercatori dell'Università di Otago hanno raccolto api da 51 alveari di 17 località nella Nuova Zelanda del Sud misurandone la presenza di clorpirifos e osservando che il pesticida era presente a bassi livelli in 3 siti e 51 arnie. A questo punto gli scienziati hanno somministrato le stesse dosi ad api in laboratorio e poi le hanno sottoposte a test di apprendimento.
Così hanno osservato che le api che avevano ricevuto il trattamento avevano prestazioni peggiori nel ricordare quali odori ricevevano una ricompensa positiva rispetto ad altri.
Elemento che potrebbe avere conseguenze, secondo gli scienziati, nel meccanismo di memoria grazie al quale le api puntano i fiori per il loro nettare. Lo studio per la prima volta stabilisce anche la soglia alla quale il pesticida incide sulla memoria delle api: 50 picogrammi (50 bilionesimi di grammo). Quantità piccola che è quella in media misurata nelle api prelevate in natura e non alimentate in laboratorio. Dunque i ricercatori sottolineano che l'uso del pesticida dovrebbe essere regolamentato non solo tenendo conto degli effetti letali che ha sulle api, ma anche dei livelli minimi che provocano danni agli insetti mettendone comunque a rischio la sopravvivenza. (ANSA).
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