martedì 2 febbraio 2016

La BP annuncia il calo dei profitti del 70%. La Shell del 50%. Il numero di posti di lavoro persi nell'oil and L'ecatombe dei petrolieri - crollo di prezzi e profitti

http://dorsogna.blogspot.it/2015/12/il-2015-nero-dei-petrolieri-da-115-37.html
  1. La BP annuncia il calo dei profitti del 70%. La Shell del 50%. Il numero di posti di lavoro persi nell'oil and...
Il giorno 2 Febbraio 2016 la BP annuncera' ai propri investitori la perdita del 70% dei suoi incassi.
Passano da 2.2 miliardi di dollari nell'ultimo quadrimestre del 2014 a 730 milioni nell'ultimo quadrimestre del 2015.

Si stima che le perdite saranno molto maggiori a causa di pagamenti nel disastro del golfo del Messico del 2010, il crollo del valore dei suoi giacimenti. Si prevedono altri tagli e perdite per il futuro prossimo.

La Shell invece annuncia perdite del 50% rispetto ad in anno fa, 
con perdite di 7 miliardi di dollari di investimenti. 
Nel solo Regno Unito sono andati in fumo 70,000 posti di lavoro.
A livello globale i posti di lavoro persi sono 250,000.

Il sole invece splende ancora, gratis.


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Il prezzo del petrolio e' oggi 6 Gennaio 2016 a 33 dollari al barile,
il punto piu' basso da sette anni a questa parte. 


Il crollo dei prezzi del West Texas Intermediate e del Brent


Oggi 8 Dicembre 2015 il prezzo del petrolio e' arrivato a 37 dollari al barile. E' il prezzo piu' basso dal 2009. Non provo tristezza alcuna.

"My head is spinning from the past few days of declines. Sentiment is horrible. It's very bearish," dice Mike Wittner, a capo del gruppo di researca ed esplorazione presso la Societe Generale.

Perche' il crollo? Perche' guidati dall'Arabia Saudia, l' OPEC ha deciso di non tagliare la produzione di idrocarburi nonostante la sovrapproduzione mondiale.

L'OPEC e' fortemente diviso: da un lato i paesi del golfo che possono permettersi prezzi bassissimi, dall'altro paesi come Nigeria e Venezuela che invece hanno bisogno di prezzi piu alti per mantenere le loro economie. Ma a comandare e' l'Arabia Saudita, e quindi i prezzi sono rimasti bassi.

Come tutti sappiamo, in seguito all'esplosione del fracking negli USA, per non perdere mercato,  l'OPEC ha deciso di aumentare la produttivita' sperando di rendere anti-ecomiche le trivelle del fracking americano. E poi c'e' il movimento ambientale - noi! - che chiede di abbandonare le fossili. 

E con il petrolio che cala, il numero di pozzi va a picco, decine di licenziati, e operazioni che vengono messe in limbo. Ad esempio, il numero di pozzi negli USA e' arrivato al minimo da 13 anni a questa parte - ci sono adesso solo 795 trivelle attive nel paese. Un anno fa erano 1930.  E' la prima volta dal 2002 che il numero di pozzi scende sotto quota 800 secondo i dati forniti dalla Baker Hughes. 

Il record delle perdite spetta alla BP che registra 6.3 miliardi in rosso nel secondo quadrimestre del 2015 (Aprile-Giugno) a causa dei danni da pagare per lo scoppio del 2010, affari che sono andati a male con il caos della Libia e guai in Russia.

Negli USA la produzione e' calata da 38,000 barili al giorno a 9,100 nel giro di un anno.

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