Il caso filtri
antiparticolato (Fap) per i veicoli
diesel,
introdotti sul mercato da una
coppia
di decreti ministeriali del 2008, arriva
a
Palazzo Madama. Il senatore Enrico
Cappelletti,
firmatari anche i colleghi del
Movimento
Cinque Stelle, ha presentato
un’interrogazione
ai ministri dei Trasporti,
dell’Ambiente
e della Salute. Il Fatto
Quotidiano
ha
raccontato la vicenda che viene
seguita
dalle procure di Torino e di Roma e
riguarda
le autorizzazioni ottenute dai produttori
(Fiat,
Pirelli e Iveco) e i rischi per la
salute
e l’ambiente. A Torino, il pm Raffaele
Guariniello
ha aperto un fascicolo dopo che
un
mezzo munito di Fap è andato a fuoco. A
Roma,
ormai da un anno, giacciono le carte
che
il magistrato di Terni, Elisabetta Massini,
ha
inviato al pm Giorgio Orano. Il sostituto
procuratore
Massini ha iscritto nel
registro
degli indagati cinque dirigenti del
ministero
del Trasporti
che,
in concorso fra loro,
avrebbero
commesso i
reati
di abuso d’ufficio e
falso
ideologico concedendo
l’omologazione
a Fiat,
Pirelli
e Iveco. La Massini
ha
inviato anche la perizia
tecnica
che dimostra
quanto
asserisce e ha suggerito
il
sequestro preventivo
dei
filtri. Per adesso,
Orano
prende tempo e valuta
anche
i rischi ambientali
senza
chiudere l’indagine sulle responsabilità
del
ministero riscontrate dalla Massini. In
questa
faccenda, la parte lesa è la Dukic Day
Dream,
che ha sperimentato un sistema che interviene
sulla
combustione delle polveri sottile
e
non, come i filtri, sulla riduzione delle emissioni
all’esterno
delle polveri sottili. Nonostante
il
dispositivo Dukic avesse ricevuto il nullaosta
dai
Cap (centro prove auto), il ministero non ha
mai
accordato l’omologazione. Ora il ministro
Graziano
Delrio deve rispondere. il fatto quotidiano 8 maggio 2015
Nessun commento:
Posta un commento