ASPETTANDO OPEN: IL PD TENTATO DAL SALVARE RENZI. La data è cerchiata in rosso. Domani pomeriggio l’assemblea di Palazzo Madama sarà chiamata a decidere sul conflitto di attribuzione nel caso Open, che vede coinvolto Matteo Renzi e per cui c’è stata due settimane fa la richiesta di rinvio a giudizio. Il leader di Italia Viva ha già fatto sapere che prenderà parola in aula. Nelle scorse settimane la Giunta delle immunità parlamentari ha dato il via libera alla relazione presentata da Forza Italia che ha sollevato un conflitto di attribuzione alla Corte Costituzionale contro i magistrati di Firenze che hanno condotto l’inchiesta. Determinante per il voto si era rivelato l’asse tra il centrodestra e Italia Viva, mentre spiccava l’astensione del Pd. Ora, quell’astensione, almeno per una parte dei dem, potrebbe trasformarsi in un sostegno alla mozione per salvare Renzi dal processo. La decisione in casa Pd sarà presa dall’ufficio di presidenza del gruppo domani mattina, ma alcune avvisaglie che il voto dem non sarà negativo per Renzi ci sono già, come vedremo sul Fatto di domani. Racconteremo anche cosa è successo alla direzione del Pd che si è svolta oggi. LO SHOW IN RAI DEI LINCIATORI DI REPORT. A proposito di politica e impunità. Ieri sera il direttore del Riformista Piero Sansonetti è stato ospite della trasmissione Che Tempo Che Fa con Fabio Fazio e ha dato la sua lettura del garantismo e della giustizia: “Per me se è in prigione Dell’Utri oppure un rom è la stessa identica cosa. E se è ingiusto che siano in prigione devono uscire tutti e due”. Oltre al merito delle dichiarazioni, l’ospitata in Rai colpisce per il tempismo, visto che da settimane il giornale di Sansonetti ha aperto una campagna contro la trasmissione di inchiesta Report, in onda su Rai3, e in particolare contro il conduttore Sigfrido Ranucci, presentando come scoop esclusivi delle bufale già smentite. DRAGHI “STAI SERENO”: LA LEGA SI METTE DI TRAVERSO SUL GREEN PASS (E TRASCINA B.). I Migliori sono di nuovo a corto di armonia. Dopo il braccio di ferro tra Draghi e i partiti della maggioranza dei giorni scorsi, oggi la Lega ha creato una nuova frattura nel governo. Alla Camera, in commissione Affari sociali che analizzava l’ultimo decreto Covid la Lega ha presentato un emendamento che chiedeva di eliminare il green pass dopo il 31 marzo, votato anche da Fratelli d’Italia e dal gruppo degli ex 5S di Alternativa. La proposta non è passata in prima lettura, ma è bastata a far sospendere i lavori per diverse ore e a spingere il governo a convocare una riunione di maggioranza. Salvini non è parso spaventato dalla conflittualità: “Non è guerriglia parlamentare se modifica in meglio qualche provvedimento uscito dal Consiglio dei ministri. Il Parlamento fa il suo lavoro, altrimenti aboliamolo”. A far pensare che non si tratti del solito fuoco di paglia leghista c’è un elemento inedito. Anche Berlusconi, infatti, finora sempre favorevole alle restrizioni, ha scritto una nota per dire che è ora di allentare: “È arrivato il momento di restituire un po’ di libertà e serenità agli italiani”, scrive il leader di Forza Italia. Sul Fatto di domani vedremo che Draghi ha pochi motivi per stare sereno, con le prossime settimane scandite da appuntamenti legislativi importanti e divisivi. Quel “governo bellissimo” sembra gli si stia ritorcendo contro. COVID, PERCHÉ L’ITALIA NON RIAPRE COME GLI ALTRI. Politica a parte, il tema del green pass e super green pass continua a far discutere anche gli scienziati. Soprattutto per la questione di quanto sia opportuno mantenerlo in essere in una fase in cui la pandemia sta arretrando e gli esperti suggeriscono di cambiare strategia. Sul giornale di oggi abbiamo raccontato di come le limitazioni imposte dal governo italiano stiano frenando il turismo rispetto ad altri Paesi europei. Sul Fatto di domani faremo una panoramica dello stato delle restrizioni e degli approcci pandemici di vari Paesi del mondo, dall’Australia a Israele, passando ovviamente per la piuttosto spericolata Gran Bretagna, che ha scelto di rimuovere tutte le limitazioni, inclusa la quarantena per i positivi. Intanto, in Italia dal 1 marzo partiranno le prenotazioni per la quarta dose per i pazienti fragili e immunodepressi, mentre sarà presto a disposizione negli hub vaccinali italiani il nuovo vaccino Novavax. Venendo al bollettino giornaliero (che il lunedì è sempre più leggero a causa del ridotto numero di tamponi della domenica), i nuovi casi sono 24.400, e le vittime sono invece 201.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE Corruzione sul litorale laziale. Dai favori ai balneari alla gestione opaca dei fondi per la Coppa del mondo di canottaggio. Sedici persone sono state raggiunte da misure cautelari, tra cui anche la sindaco di Sabaudia Giada Gervasi. Ucraina, situazione instabile. Il Cremlino giudica “prematuro” l’incontro tra Putin e Biden, che era stato dato per certo dal presidente francese Macron. Il presidente russo ha dichiarato che al momento “il processo di pace non ha alcuna prospettiva” e ha annunciato che in serata parlerà alla nazione, circostanza che suona sinistra. Intanto almeno 60.000 civili sono stati evacuati dalle regioni separatiste. La Farnesina ha invitato i cittadini italiani a lasciare l’Ucraina. Stasera Putin parlerà alla nazione, il tema potrebbe essere il riconoscimento del Donbass. Ombre dal fondo. Nell’anniversario della morte della filologa e critica Camilla Corti, rileggiamo la fondamentale raccolta di saggi appena riedita da Einaudi.
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