IL “NONNO” DRAGHI PUNTA AL QUIRINALE (E B. NON SI RASSEGNA). Non è una candidatura formale, ma ci va molto vicino, considerando anche la modalità di elezione del Capo dello Stato (che è nominato dal Parlamento). Oggi, alla conferenza stampa di saluto all’Ordine dei giornalisti, Mario Draghi ha fatto capire che punta a traslocare al Quirinale. Il governo ha fatto quello che doveva fare, ha affermato il premier: avviare il Pnrr e le riforme, portare avanti la campagna vaccinale. Adesso si può andare avanti anche senza la sua guida, purché “sia sostenuto da una maggioranza come quella che ha sostenuto questo governo, la più ampia possibile”. Insomma, Draghi non ha detto di no e la mossa, nella particolare congiuntura politica, equivale a dire di sì. Anche perché, ha fatto capire, sa di essere l’unico nome in grado di mettere d’accordo tutti i partiti. Le sue parole pesano sulla partita del Colle che si sta giocando tra le forze politiche. I partiti si trovano ora nell’urgenza di trovare una soluzione per evitare il voto anticipato, spauracchio di molti peones. E così parte un altro toto-nomi: quello per il prossimo presidente del Consiglio. Lo si percepisce dalle dichiarazioni a caldo dei partiti. La Lega ha espresso preoccupazione “per cambiamenti che potrebbero creare instabilità”. Il M5s fa sapere che “c’è ancora tanto lavoro da fare” ed è necessaria una continuità dell’azione dell’esecutivo, per non rischiare di lasciare cittadini e istituzioni senza un governo per mesi. Anche Forza Italia si schiera per la continuità di Draghi, ma del resto deve difendere il progetto del suo leader, che non si rassegna a cedere il passo nella corsa al Quirinale. Domani ci sarà il vertice del centrodestra e Berlusconi potrebbe giocarsi le ultime carte per coronare il suo sogno quirinalizio. Sul Fatto di domani vedremo quali sono le figure che potrebbero prendere il testimone di Draghi a Palazzo Chigi. La nostra petizione contro l’elezione di Berlusconi al Quirinale continua su Change.org. OLTRE AI PROGETTI, L’AUTOCELEBRAZIONE. Quirinale a parte, in conferenza stampa Draghi ha risposto anche a domande sulla manovra di bilancio, e in particolare del taglio dell’Irpef e della questione, ben nota, del fatto che favorisce i redditi medio-alti. Ha parlato di brevetti sui vaccini, del programma di donazioni per incrementare le immunizzazioni nei Paesi poveri e si è intestato il merito dei buoni risultati della campagna anti-Covid italiana, riscrivendo in parte la storia della lotta alla pandemia. In molti casi il premier ha evitato di affrontare temi critici, in altri ha dato risposte sbagliate. Sul giornale di domani faremo un fact-checking completo del discorso di oggi del presidente del Consiglio. COVID, ALLA VIGILIA DELLE RESTRIZIONI, NUOVO BOOM DI CONTAGI E MORTI. Non si ferma la corsa del Covid in Italia. I contagi oggi sono più 36.200 e i morti 146, con un tasso di positività al 4,7%. Le autorità sanitarie toscane denunciano che i casi in una settimana sono raddoppiati, mentre il presidente della società italiana di virologia afferma che la variante Omicron è già prevalente a Milano. Domani il governo si riunirà in cabina di regia, poi in consiglio dei ministri, per varare nuove misure restrittive. Il premier ha anticipato che si discuterà di mascherine all’aperto, dell’uso di quelle FFp2 negli ambienti chiusi, forse sui mezzi pubblici. Sembrano escluse misure drastiche come l’estensione dell’obbligo vaccinale o i lockdown per non vaccinati (sul modello di altri Paesi europei), ma non è esclusa l’introduzione dell’obbligo di tampone anche per i vaccinati che partecipino a grandi eventi, misura che divide gli esperti. Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri mette sul piatto anche l’anticipo della terza dose a quattro mesi (dai cinque attuali). Sul Fatto di domani vedremo quali sono le misure allo studio e quelle che hanno più probabilità di venire applicate. Tutto questo mentre, all’estero, gli allarmi si moltiplicano e si ridimensionano le speranze sulla pillola Merck (la Francia ha annullato l’ordine). Israele ha annunciato che comincerà a somministrare anche la quarta dose di vaccino, cominciando dagli over 60, la Germania ha comunicato di aver pre-ordinato delle dosi di Pfizer “aggiornate” alla variante Omicron. Dichiarazione che lascia intendere che l’aggiornamento dei vaccini sembra necessario. COME SI IMBAVAGLIA L’INFORMAZIONE CON LA PRESUNZIONE D’INNOCENZA. Con la riforma imposta dal decreto legislativo voluto dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia, le procure saranno estremamente limitate nella comunicazione delle loro iniziative. Le conferenze stampa si potranno fare solo se strettamente necessarie, i provvedimenti dovranno contenere solo le iniziali degli indicati e ridurre al minimo le informazioni. Regole che per molti protagonisti della macchina giudiziaria italiana, ma anche per i giornalisti, sono assimilabili a un “bavaglio”. Ieri il Procuratore generale di Cassazione ha inviato una nota in cui ribadisce che informare non è un optional, ma un dovere dei magistrati. Sul giornale di domani vedremo come cambia l’informazione sulla giustizia nel nostro Paese dopo il decreto sulla presunzione d’innocenza.
LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE Procura di Roma, eletto Lo Voi. A due anni e mezzo dall’addio di Giuseppe Pignatone, a capo dell’ufficio inquirente più importante d’Italia è stato nominato il magistrato esponente di Magistratura indipendente. Sconfitto Marcello Viola, procuratore generale di Firenze. Nuova alba cilena. Paolo Hutter racconta sul giornale di domani la cesura storica che l’elezione di Manuel Boric alla presidenza rappresenta per il Cile. I 150 anni del circo Togni. La compagnia circense festeggia l’anniversario ultracentenario con uno spettacolo speciale a Napoli, dal 23 dicembre al 6 gennaio.
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