"Disinformazione sugli effetti del petrolio sulla crisi climatica e ostruzionismo sulle azioni per contrastarlo. È questa l’accusa per le Big Oil: i vertici di Exxon Mobil, Chevron, BP e Shell hanno dovuto difendersi davanti al Congresso statunitense in un udienza che, per certi versi, ha ricordato quella del 1994 ai magnati dell’industria del tabacco. La storica audizione di sei ore si è tenuta quasi in coincidenza con la partenza del presidente Joe Biden per la Cop 26 a Glasgow. Resta da capire se riuscirà a influire sull’approvazione e sugli effetti del suo ambizioso piano da 1.750 miliardi – di cui 555 miliardi destinati alle energie rinnovabili – per raggiungere la neutralità climatica. I quattro dirigenti sono stati sollecitati, ma non hanno riconosciuto le loro colpe e, tantomeno, hanno rifiutato di assumere impegni specifici per limitare l’utilizzo dei combustibili fossili."