venerdì 27 dicembre 2019

Un anno di azioni di Greenpeace

 
Greenpeace
 
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Un anno di azioni
Ciao GIORGIO, 
questa e-mail sarà lunga perché lungo è il racconto di questo 2019.
Sono stati mesi pieni di azioni, novità, speranze e manifestazioni.
Tu c’eri e hai reso tutto possibile con il tuo sostegno.
Quindi è anche il tuo anno di azioni… Ti ricordi quello che è successo? Prenditi due minuti. Ne varrà la pena.
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Ci siamo schierati con i Popoli Indigeni
La deforestazione causata degli interessi economici legati all’agricoltura industriale, la costruzione di mega-progetti (strade e dighe), e l’estrazione di metalli e minerali preziosi hanno un impatto devastante per i Popoli Indigeni.
Negli ultimi anni sono aumentate le minacce e le violenze verso le comunità tradizionali indigene. Esigere che i diritti dei Popoli Indigeni vengano rispettati significa stare al fianco di chi protegge le foreste.
E proteggere le foreste significa proteggere il clima del Pianeta.
Ci siamo battuti contro i maxi allevamenti
Gli impatti ambientali degli allevamenti intensivi sono insostenibili per il Pianeta.
Siamo entrati in azione di fronte al Ministero dell’Agricoltura per chiedere di mettere fine ai sussidi che sostengono la produzione intensiva di carne e prodotti lattiero-caseari. In tanti ci avete sostenuto nella nostra richiesta. E’ un passo dovuto per un clima migliore, per la salvaguardia delle foreste e della biodiversità, per consumare e inquinare meno acqua, per il benessere degli animali, per avere a disposizione più cibo e per una salute migliore.
Siamo entrati in azione per dire basta a gas e carbone
Abbiamo occupato la piattaforma di estrazione “Prezioso”, nello Stretto di Sicilia, per dire al governo italiano che non sta facendo abbastanza per affrontare l’emergenza climatica. Il cambiamento dove partire anche da chi continua a sostenere gli investimenti nel carbone come Assicurazioni Generali.
Per chiedere a Generali di smettere di assicurare impianti e miniere a carbone, e di fermare tutti gli investimenti in quella che è la fonte fossile più inquinante in termini di emissioni di CO2 siamo entrati in azione a Trieste e Roma.
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Abbiamo preso il largo per difendere gli oceani
I cambiamenti climatici, la pesca eccessiva, l’inquinamento da plastica e le trivellazioni petrolifere stanno distruggendo i nostri oceani, casa di balene, tartarughe, squali, uccelli marini e altre creature uniche. Nel mese di aprile è partita una delle più grandi spedizioni di sempre: un viaggio di quasi un anno dall’Artico all’Antartico per evidenziare le minacce che affliggono gli oceani e per chiedere ai Governi di tutto il mondo di sottoscrivere un Accordo Globale per istituire una rete di santuari marini per proteggere almeno il 30% degli oceani entro il 2030. 
Abbiamo denunciato i rischi che corrono i nostri mari
Con una spedizione di ricerca nel Tirreno e alla foce di fiumi come Tevere e Sarno, insieme a ricercatori del CNR di Genova e dell’Università Politecnica delle Marche abbiamo monitorato lo stato di inquinamento da microplastiche dei nostri mari. La plastica, però, non è la sola minaccia. Il cambiamento climatico sta portando a un aumento delle temperature delle acque, con gravi conseguenze sulla biodiversità. Per studiare cosa sta succedendo, insieme all’Università di Genova abbiamo posizionato una stazione pilota nel mare dell’Isola d’Elba per misurare le variazioni delle temperature.
Abbiamo manifestato per il clima
Gli eventi climatici estremi che hanno interessato vaste zone dell’Italia non sono maltempo, ma la conseguenza della crisi climatica in corso. La scienza ci dice che sono rimasti 11 anni per salvare il clima: non c’è tempo da perdere! Servono azioni urgenti da parte dei Governi e per ribadirlo con forza siamo scesi in piazza al fianco del movimento studentesco Fridays for Future. 
Ci siamo battuti, abbiamo agito, protestato, manifestato, indagato, difeso, denunciato proprio come è nella nostra natura. Abbiamo fatto sentire la voce del Pianeta, che non ha voce.Non sempre è stato facile, ma mai ci siano sentiti vinti o arresi. Perché sappiamo che la direzione è giusta, che la missione è importante e siamo sicuri che lo sai anche tu. 
Nel 2020, anno cruciale per il clima e il Pianeta, continueremo a combattere le nostre battaglie con ancora maggiore determinazione. INSIEME.
Giuseppe Onufrio
Direttore esecutivo

 
Greenpeace
 
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