Presentato il Decreto sulla determinazione regionale in merito al fabbisogno degli impianti per il ciclo dei rifiuti. I dati sono stati elaborati a partire dalla produzione dei rifiuti nelle diverse province. La Regione ha ritenuto di non pianificare impianti oltre a quelli esistenti
26/04/2016 - Ciclo dei rifiuti, la Regione ha approvato la delibera per la determinazione del fabbisogno degli impianti elaborando i dati sulla produzione dei rifiuti raccolti dalle province.
Tanti i progressi dal 2013 ad oggi: la raccolta differenziata è salita dal 26,5% al 32,7% e nel corso di in un solo anno la Regione si è adeguata alle normative nazionali ed europee che prevedono il trattamento di tutti i rifiuti raccolti. Nel 2013 la Giunta regionale, con uno dei primi atti dell’attuale amministrazione, ha sospeso lo scenario di controllo perché le motivazioni che avevano portato alla sua determinazione nel 2012 erano incoerenti con le previsioni normative: non si prendeva in considerazione né la riduzione dei rifiuti né un adeguato aumento di raccolta differenziata.
Si prosegue con gli impianti di trattamento meccanico biologico esistenti. L’incremento della raccolta differenziata, il trattamento integrale dei rifiuti indifferenziati, la valorizzazione delle frazioni umide ha portato ad una riduzione dell’utilizzo della discarica come soluzione finale rispetto al passato. Nello scenario preso in considerazione dagli uffici regionali si è evidenziato che gli impianti di trattamento TMB (Trattamento meccanico biologico) sono sufficienti già dal 2016 per le esigenze di trattamento del rifiuto urbano indifferenziato, pertanto non è necessario pianificare nuovi impianti oltre quelli esistenti.
Nessun nuovo impianto nel Lazio. Data la tendenza all’aumento, nei prossimi anni, della raccolta differenziata, che dovrebbe raggiungere nel 2020 il 65% con un trend in crescita costante, la Regione ha ritenuto che non sarà necessario realizzare nuovi impianti di termovalorizzazione. Per questo motivo si è valutato, a differenza dei dati in possesso del Ministero dell’Ambiente, che non serve nessun nuovo impianto nel Lazio. Anzi ci si può fermare sull’impiantistica attualmente in esercizio.
Tanti i progressi dal 2013 ad oggi: la raccolta differenziata è salita dal 26,5% al 32,7% e nel corso di in un solo anno la Regione si è adeguata alle normative nazionali ed europee che prevedono il trattamento di tutti i rifiuti raccolti. Nel 2013 la Giunta regionale, con uno dei primi atti dell’attuale amministrazione, ha sospeso lo scenario di controllo perché le motivazioni che avevano portato alla sua determinazione nel 2012 erano incoerenti con le previsioni normative: non si prendeva in considerazione né la riduzione dei rifiuti né un adeguato aumento di raccolta differenziata.
Si prosegue con gli impianti di trattamento meccanico biologico esistenti. L’incremento della raccolta differenziata, il trattamento integrale dei rifiuti indifferenziati, la valorizzazione delle frazioni umide ha portato ad una riduzione dell’utilizzo della discarica come soluzione finale rispetto al passato. Nello scenario preso in considerazione dagli uffici regionali si è evidenziato che gli impianti di trattamento TMB (Trattamento meccanico biologico) sono sufficienti già dal 2016 per le esigenze di trattamento del rifiuto urbano indifferenziato, pertanto non è necessario pianificare nuovi impianti oltre quelli esistenti.
Nessun nuovo impianto nel Lazio. Data la tendenza all’aumento, nei prossimi anni, della raccolta differenziata, che dovrebbe raggiungere nel 2020 il 65% con un trend in crescita costante, la Regione ha ritenuto che non sarà necessario realizzare nuovi impianti di termovalorizzazione. Per questo motivo si è valutato, a differenza dei dati in possesso del Ministero dell’Ambiente, che non serve nessun nuovo impianto nel Lazio. Anzi ci si può fermare sull’impiantistica attualmente in esercizio.
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