"La nostra critica alla legge sugli ecoreati non è massimalismo ma rappresenta una battaglia di verità per dar voce alle grandissime preoccupazioni che provengono da autorevoli magistrati, giuristi, rappresentanti delle forze dell'ordine e associazioni rispetto al disastro ambientale abusivo con il quale si apre la porta all'impunità per le grandi industrie inquinanti". Lo dichiara il leader dei Verdi Angelo Bonelli che conclude: "Le leggi si fanno con le parole e con l'introduzione dell'avverbio 'abusivamente' nella fattispecie del reato di disastro ambientale si cambierà in negativo la storia dei processi sulle grandi emergenze ambientali italiane per le quali il popolo inquinato aspetta giustizia da decenni: giustizia che rischia di non arrivare a causa di un avverbio maledetto che andava cancellato dal testo della legge".
Sapaf, vulnus rilevanti per pressioni industriali"Purtroppo, da operatori del settore, non possiamo condividere il generalizzato entusiasmo per una legge, quella appena approvata sugli eco-reati, che - pur costituendo un passo avanti rispetto all'impianto normativo precedente - contiene una serie di vulnus rilevanti che paiono il frutto di un attento e certosino lavoro di pressione politica delle lobbies industriali e delle grandi aziende inquinanti" afferma Marco Moroni, segretario generale del Sapaf, sindacato del Corpo forestale dello Stato.
"Il problema principale - spiega Moroni - è che, dopo aver finalmente introdotto nel nostro Paese il titolo per i reati ambientali, lo si è 'imbrigliato' legandolo alla precipua violazione di disposizioni legislative, regolamentari e amministrative. In buona sostanza, diversamente da altri reati dove le fattispecie sono previste in maniera circostanziata nei codici penale e di procedura penale, il nuovo impianto non si distanzia molto dal precedente sistema fatto da tabelle e parametri che, su input politico e amministrativo, determinavano fino a che punto fosse possibile inquinare".
Sapaf, vulnus rilevanti per pressioni industriali"Purtroppo, da operatori del settore, non possiamo condividere il generalizzato entusiasmo per una legge, quella appena approvata sugli eco-reati, che - pur costituendo un passo avanti rispetto all'impianto normativo precedente - contiene una serie di vulnus rilevanti che paiono il frutto di un attento e certosino lavoro di pressione politica delle lobbies industriali e delle grandi aziende inquinanti" afferma Marco Moroni, segretario generale del Sapaf, sindacato del Corpo forestale dello Stato.
"Il problema principale - spiega Moroni - è che, dopo aver finalmente introdotto nel nostro Paese il titolo per i reati ambientali, lo si è 'imbrigliato' legandolo alla precipua violazione di disposizioni legislative, regolamentari e amministrative. In buona sostanza, diversamente da altri reati dove le fattispecie sono previste in maniera circostanziata nei codici penale e di procedura penale, il nuovo impianto non si distanzia molto dal precedente sistema fatto da tabelle e parametri che, su input politico e amministrativo, determinavano fino a che punto fosse possibile inquinare".
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