Nelle zone vicine alle centrali nucleari soprattutto i bambini si ammalano di leucemia anche se esposti a basse dosi di radiazioni.
DANNI DA RADIAZIONI
Tratto da Ramazzini News n. 01/2010
I rischi di tumori infantili in aree vicine a centrali nucleari
E’ noto, fin da quando furono scoperte le proprietà dei minerali radioattivi (oltre 100 anni fa), che le radiazioni, oltre ad essere di beneficio per gli usi medici, industriali, energetici, possono produrre danni alla salute umana. I livelli espositivi per la popolazione generale e negli ambienti di lavoro possono variare a seconda delle situazioni e delle fonti radioattive. Gli effetti clinici di tali esposizioni possono anch’essi variare a seconda della durata e della intensità della dose assorbita. Nel lungo periodo i rischi più rilevanti dovuti all’esposizione acuta o prolungata nel tempo a radiazioni, sono i tumori.
A distanza di oltre 60 anni, gli studi epidemiologici, condotti fra i sopravvissuti allo scoppio delle bombe atomiche di Hiroschima e Nagasaki, hanno dimostrato inizialmente un chiaro significativo aumento del rischio di leucemie e di altri tipi di tumore nella fascia di esposti ad alte dosi di radiazioni. Successivamente è stato osservato un aumento significativo del rischio di leucemie e di altri tipi di tumore anche nei sopravvissuti esposti a dosi basse, da 5 a 150 millisivert (mSv).
Uno dei maggiori studi internazionali, condotto su oltre 400.000 lavoratori dell’industria nucleare esposti ad una dose media annua di circa 20 mSv, ha evidenziato un aumento significativo del rischio di tumori anche quando l’esposizione cumulativa era risultata inferiore a 150 mSv.
Dati importanti per valutare la dimensione epidemiologica e sanitaria degli effetti dell’esposizione a basse dosi di radiazioni provengono da studi recenti sulla incidenza dei tumori infantili in bambini che risiedono in aree vicino a centrali nucleari e sulla incidenza dei tumori in individui sottoposti a indagini radiologiche, in particolare con Tomografia Assiale Computerizzata, meglio nota come TAC.
I TUMORI INFANTILI IN BAMBINI CHE RISIEDONO VICINO A CENTRALI NUCLEARI
L’aumento dell’incidenza di tumori infantili in prossimità di centrali nucleari era già stato riportato in studi condotti in Inghilterra negli anni ’80. Varie valutazioni erano state fatte per spiegare e validare tale aumento. Ciò nonostante le commissioni scientifiche governative inglesi nei loro rapporti concludevano che le cause rimanevano sconosciute e che soprattutto era molto improbabile che l’aumento del rischio fosse dovuto ad esposizione a radiazioni. La motivazione addotta era che l’esposizione era troppo bassa per giustificare una correlazione con l’aumento dell’incidenza di leucemie infantili. Recentemente, nel 2008, i risultati di uno studio epidemiologico condotto in Germania nei territori sede dei 16 reattori nucleari tutt’ora attivi, ha riacceso il dibattito sui casi di leucemie infantili riscontrate in aree con centrali nucleari. Lo studio ha dimostrato un aumento significativo delle leucemie e di altri tipi di tumori nei bambini di età inferiore a 5 anni residenti entro una distanza di 5 Km dalle centrali nucleari. La forte discussione nata in Germania ha avuto scarsa attenzione all’estero.
I risultati delle studio tedesco contengono alcuni punti di forza importanti rispetto agli studi precedenti. Innanzitutto possiede una elevata potenza statistica dovuta all’ampia dimensione dello studio che prende in considerazione tutti i tipi di tumore riscontrati tra il 1980 e il 2003 nelle aree sede dei reattori nucleari, includendo 1592 casi di tumori infantili (sotto i 5 anni di età) confrontati con 4735 controlli. Secondariamente per la sua autorevolezza, derivante dal fatto che lo studio era stato commissionato dal governo tedesco all’Università di Magonza (che non può essere certo accusata di essere contraria all’energia nucleare) su richiesta di gruppi di cittadini. In terzo luogo il riconoscimento, da parte dello stesso governo tedesco, che i bambini residenti in prossimità delle centrali nucleari sono a maggior rischio di sviluppare cancro rispetto agli altri bambini residenti più lontano.
Tuttavia, contraddicendo quanto sopra affermato, e soprattutto non prendendo atto che il presente studio riproduceva gli stessi risultati di studi precedenti condotti in altri Paesi e da altri ricercatori, il governo tedesco concludeva che le radiazioni emesse dalle centrali nucleari durante la loro attività regolare non poteva essere considerata la causa di quei tumori.
lunedì 4 aprile 2011
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