mercoledì 1 marzo 2023

Il Fatto di domani. Un tesoretto nelle tasche del governo: così il Superbonus avvantaggia Meloni. Schlein, buona la prima: chiede le dimissioni di Piantedosi. Il Pd si ricorda che vuol dire fare opposizione

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SUPERBONUS, L’ISTAT CERTIFICA L’AUMENTO DEL DEFICIT (UNA BUONA NOTIZIA PER IL GOVERNO). L’Istat certifica l’impennata del rapporto tra deficit e pil per via del Superbonus. I conti sono stati rivisti dopo il monito lanciato da Eurostat qualche giorno fa: i crediti d’imposta vanno inseriti nella contabilità dell’anno in cui sono stati generati. Il diktat dell’Europa ha avuto un gradito effetto collaterale, per il governo: Giorgetti e Meloni avranno più margini di spesa negli anni futuri, perché il credito graverà sul passato. Nel 2020 il rapporto deficit-Pil sale dal 9,5 al 9,7%, nel 2021 dal 7,2 al 9%. Per l’anno passato, sale all’8% rispetto al 5,6% stimato nella Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza). In tutto sono ottanta miliardi, un fardello che non peserà sui bilanci degli anni a venire liberando spazio fiscale. Tuttavia, l’effetto sui conti “è il medesimo” – specifica l’Istat – dando l’assist ai Cinque stelle. Dall’opposizione, Giuseppe Conte rivendica i benefici sulla crescita economica del Superbonus (approvato nel 2020, con il il leader M5s a palazzo Chigi). Anche il pentastellato Stefano Patuanelli (ex ministro dello Sviluppo) vanta l’aumento del Pil e attacca il governo. Palazzo Chigi infatti ha bloccato lo sconto in fattura e la cessione del credito per conservare margini di manovra contro i rincari energetici. Una scelta che ha fatto infuriare i costruttori e non è piaciuta nemmeno a Confindustria e su cui sono ancora in corso trattative. Sul Fatto di domani faremo un’analisi dell’impatto reale del superbonus e commenteremo gli ultimi dati con Mario Turco, economista e Senatore del M5S.


NAUFRAGIO, ANCORA DUBBI SULLA NOTTE DELLA TRAGEDIA. FRONTEX: “NON SPETTA A NOI CHIAMARE LA SAR”. SCHLEIN CHIEDE LE DIMISSIONI DI PIANTEDOSI. La tragedia di domenica al largo delle coste di Cutro, arrivata al bilancio di 67 vittime, è ormai un caso politico. Restano ombre sulla gestione dei soccorsi, anche dopo i chiarimenti forniti dalla Guardia Costiera e dall’agenzia europea Frontex. La ricostruzione attuale dei fatti, come raccontiamo sul Fatto di oggi, non spiega ancora (o non del tutto) il mancato intervento della Guardia Costiera prima del ribaltamento del barcone. Il comandante della Capitaneria di porto Vittorio Aloi, fermato dai cronisti davanti alla camera ardente a Crotone per le vittime (bare con numeri, senza nomi), ha difeso l’operato dei suoi uomini ma ha anche detto che il mare era forza 4, non forza 7-8 come dichiarato inizialmente, quindi le basi per un salvataggio ci sarebbero state. L’agenzia Frontex, chiamata in causa, ha ribadito che non spetta a lei chiedere i soccorsi per una nave in difficoltà (il Sar), ma agli Stati: “Si noti che sono sempre le autorità nazionali competenti a classificare un evento come ricerca e soccorso”. Nell’ordinanza con cui il gip ha convalidato il fermo di due presunti scafisti si leggono invece parole molto nette sulla vicenda: “Lo sbarco non può essere ritenuto frutto dell’accordo tra 4 amici al bar. I migranti sono vittime di uno stato di necessità non altrimenti fronteggiabile, se non mercé disperati viaggi della speranza”. Sembra una smentita dell’idea di Matteo Piantedosi che la “disperazione che non giustifica le partenze”. Il ministro dell’Interno oggi è intervenuto ancora sul caso, in audizione in commissione Affari Costituzionali della Camera, ma le sue parole non convincono. “Se c’è stata un debolezza del ministero mi assumerò e mi assumo tutte le mie responsabilità”, ha affermato senza andare oltre perché le indagini sono in corso. Tanto basta però a compattare l’opposizione. Il primo intervento di Elly Schlein in Parlamento da segretaria del Pd è una richiesta formale di dimissioni di Piantedosi. L’hanno seguita a ruota gli altri leader, da Carlo Calenda ai 5 Stelle a +Europa. Matteo Salvini invece continua a insultare i cronisti che cercano di far luce sulla tragedia, accusando i “giornali di sinistra” (intende anche il nostro) di gettare “fango” sulle donne e gli uomini in divisa. Però poi annulla la conferenza stampa che aveva promesso sul tema. Sul Fatto di domani leggerete i nostri aggiornamenti sul caso. Domani Sergio Mattarella sarà a Crotone.


CONTE-SCHLEIN, PROVE TECNICHE PER LA (RI)NASCITA DEI GIALLOROSSI. Le aveva mandato un messaggio di congratulazioni subito dopo la vittoria ai gazebo, adesso il leader dei 5S potrebbe incontrare direttamente la neo segretaria dem per mettere sul tavolo i punti in comune tra i loro programmi. I tempi del colloquio sono tutti da definire, mentre intanto è certo che i due capi dell’opposizione si vedranno sabato a Firenze, per il corteo organizzato da Cgil con Cisl e Uil a difesa della scuola pubblica e per protestare contro l’aggressione fascista al liceo Michelangiolo. Conte ha convocato per domani un consiglio nazionale del Movimento per discutere dei prossimi passi politici, proprio in un’ottica di dialogo aperto con il Pd a guida Schlein. È il primo consiglio nazionale che si riunisce dopo parecchio tempo. Saranno presenti i capigruppo di Camera e Senato, i vicepresidenti, la delegazione europea e i coordinatori dei comitati. A chiedere convergenze col Nazareno sui temi comuni è stata anche la vicepresidente del Senato, la pentastellata Mariolina Castellone. E di “ricomposizione” ha parlato l’ex ministro dem, Andrea Orlando, che ha sostenuto Elly Schlein nella corsa per le primarie. Sul giornale di domani ci occuperemo della possibile rinascita dell’alleanza, ospiteremo un commento di Tomaso Montanari sull’iniziativa fiorentina e intervisteremo l’attore Lino Guanciale, che da sempre sostiene Elly Schlein.


SCAMBIO DI CORTESIE NATO TRA STOLTENBERG E ZELENSKY. E IL “BAGNO DI SANGUE” A BAKHMUT. REPORTAGE DA LYMAN. Il Parlamento finlandese ha approvato l’ingresso nell’Alleanza atlantica. Non ci sono conseguenze immediate: il via libera arriva solo con l’assenso di Turchia e Ungheria (che hanno già bocciato l’allargamento dell’Alleanza). Anche la Svezia ha richiesto l’adesione e Jens Stoltenberg è al lavoro: la settimana prossima incontrerà a Bruxelles i rappresentanti di Stoccolma, Helsinki e Ankara per sbloccare l’adesione dei due paesi scandinavi. Intanto, il segretario Nato ammicca a Zelensky, invitandolo al vertice dell’Alleanza a Vilnius, in Lituania, a luglio. Ieri, del resto, aveva annunciato come il futuro dell’Ucraina fosse sotto con la Nato, ma “solo nel lungo periodo”. Sul legame tra l’espansione della Nato e lo scoppio del conflitto leggerete domani un intervento di Jeffrey Sachs. Kiev oggi ha smentito il lancio di droni kamikaze in territorio russo, mentre proseguono gli attacchi di Mosca in Ucraina. Oggi un velivolo russo è stato abbattuto sopra Kiev. Secondo i servizi segreti inglesi, ora il Cremlino avrebbe una nuova postazione di lancio per i droni (oltre al sito di Krasnodar) nella regione di Briansk. Un vantaggio, sostiene l’intelligence britannica: “Così i russi hanno un diverso asse di attacco, più vicino alla Capitale”. Ma il fulcro degli scontri resta Bakhmut, dove la milizia Wagner non dà tregua alla resistenza ucraina. “Lo spargimento di sangue aumenta di giorno in giorno”, ha commentato in un messaggio video Yevgeny Prigozhin (il fondatore della milizia inviso a Putin). Gli scontri proseguono anche nella regione di Kherson e ad est. Sul Fatto di domani leggerete gli ultimi sviluppi diplomatici e gli aggiornamenti sul terreno di battaglia, con un reportage dalla città sotto assedio di Lyman, nella regione di Donetsk. Poi voleremo negli Stati Uniti, dove i Repubblicani chiedono chiarimenti al Pentagono sui miliardi spesi per l’Ucraina.


LE ALTRE NOTIZIE CHE TROVERETE

Scontro tra due treni in Grecia, almeno 40 vittime. Viaggiavano sullo stesso binario il treno passeggeri e il convoglio merci che si sono scontrati stamattina vicino alla città di Larissa, nella Grecia centrale. 40 i morti, 130 i feriti, ma mancano all’appello decine di persone. All’origine della tragedia potrebbe esserci un errore umano: è stato arrestato il capostazione di Larissa.

Israele vota la pena di morte per i terroristi. La Knesset, il parlamento di Tel Aviv, ha votato il primo sì alla legge che introduce la pena di morte per i “terroristi”, categoria in cui sono incluse molte organizzazioni politiche palestinesi.

Clima, Greta Thunberg fermata a Oslo. La polizia norvegese ha fermato e poi rilasciato l’attivista ambientalista durante una manifestazione in cui si chiedeva la rimozione delle turbine eoliche dai pascoli delle renne.

Da Stoccolma al Kosovo, al fianco di Handke: il primo romanzo di Emir Kusturica. Arriva in Italia, per La Nave di Teseo, l’opera in cui il regista due volte Palma d’Oro a Cannes viaggia accanto al suo amico Nobel per la Letteratura.


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